Film > Captain America
Segui la storia  |       
Autore: Defiance    21/06/2014    1 recensioni
dimenticate quasi tutto ciò che sapete su Captain America: le cose, in questa fan fiction, sono diverse.
Cross-over con la serie tv Revenge (dalla quale la mia ff differisce), la storia è incentrata sulle figure di Natasha Romanoff, Sharon Carter e di una nuova, misteriosa ragazza.
Qual è la loro missione? Beh, lo scoprirete solo leggendo.
[Post-TWS. Post season2 di Revenge. Rischio spoiler)
Genere: Azione, Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Natasha Romanoff, Nuovo personaggio, Sharon Carter, Steve Rogers
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3
The Gap
 



 
 
 
 
“Nel corso della mia vita ho incontrato molte persone che pretendono di parlare del bene e del male. Tali termini non significano nulla. La gente fa quello che è nel proprio interesse, non curandosi di coloro a cui viene fatto del male. È il male che si prende ciò che vuole per soddisfare la sua fame, anche se questo causerà solo ulteriore sofferenza. Quello che tutti chiamano Male, io credo sia la giusta risposta ad un mondo duro e ingiusto”
Klaus Mikaelson
 
 
 
 
 
*Alyson’s pov*
 
Sapevo che avrei dovuto affrontare l’ira di Sharon, una volta scoperto il nostro piano.
Ero pronta psicologicamente, così, quando le sue urla rimbombarono per la stanza, affrontai la conversazione con il distacco e l’oggettività più assoluta.
“Perché non riesco a rintracciare Nolan? E dov’è Natasha?”
“Direi che sono in missione” confessai, sorseggiando del caffè per svegliarmi.
“Di che accidenti stai parlando? Che cazzo avete fatto?” urlò lei, sbiancando immediatamente.
“Ascolta. È tutto okay, Nolan ha pianificato tutto alla perfezione. Ha attivato un localizzatore e, non appena saranno nel covo dell’Initiative, noi andremo a salvarli prima ancora che quei bastardi possano avere dei sospetti” risposi con calma, indicandole una piantina sul monitor del computer, dove due palline rosse si muovevano rapidamente.
“Li stai usando come esche! Non ci posso credere Alyson!” ringhiò Sharon, fulminandomi con lo sguardo.
“Senti. L’ultima volta che hai fatto qualcosa, ci hai impiegato tre anni. Noi non abbiamo tutto quel tempo, questa volta” replicai sulla difensiva, provocarla sarebbe stato un errore, farla ragionare era la cosa migliore da fare.
“Iniziamo ad andare” ordinò; per poco non le usciva il fumo dalle orecchie,tant’era arrabbiata.
Eravamo appena salite a bordo dell’auto, quando il segnale si interruppe e i puntini scomparirono alla nostra vista.
“Che accidenti succede?” sbottò lei, sgranando gli occhi, il panico palpabile nella sua voce.
“Li abbiamo persi! Non so come sia possibile! Nolan era certo che…” risposi, armeggiando precipitosamente con la tastiera.
SEGNALE DISABILITATO.
“Alyson, cazzo! Se succede qualcosa a Nolan, ti giuro che..”
“Calma, Carter. Credi sul serio che Natasha ed io non avessimo ideato un piano B?” asserii, tirando fuori un coltellino dallo stivale e guardando con sfida la mia partner.
“Prega affinchè questo funzioni, Alyson Fisher o sarà meglio che tu cominci a scavarti la fossa” mi minacciò, lasciandomi prendere il comando del veicolo.
Non avrei fallito.
 
“Allora” mormorai con fare minaccioso, facendo roteare l’arma tra le mani.
“Perché non ti dimostri più intelligente di quanto sembri e collabori, Grayson?”
“Va’ all’inferno!” imprecò Daniel, scrutandomi con odio.
“Sì, beh… Sicuramente ci rivedremo lì… ma non è ancora il momento, per me. Purtroppo non posso dire lo stesso di te, a meno che tu non mi dica dove si trova il quartier generale dell’Initiative” proseguii imperterrita, mentre i respiri nervosi di Sharon riecheggiavano nell’aria.
Se ne stava lì, appoggiata con le spalle al muro, guardando l’ostaggio in cagnesco, con gli occhi socchiusi e le pupille dilatate; questo poteva significare solo una cosa: non aveva ancora finito, con lui.
Daniel Grayson continuava a stare in silenzio, espirando con forza e digrignando i denti.
“Possiamo farlo con le buone, o con le cattive” intimai, “non testare i miei limiti”
“Non ho idea di dove sia quel luogo!” sbottò, divincolandosi dalle corde e dalle catene che lo imprigionavano contro lo schienale della sedia.
“Sei il successore di tuo padre. So come funzionano queste cose, si passa il testimone. Per cui non prendermi in giro, perché la mia pazienza sta per esaurirsi”
“Te lo ripeto, non so nulla!” insistette lui, un’espressione di sfida sul volto che fece scattare qualcosa in me.
“Beh… questo è un peccato” mormorai voltandomi, simulando una dipartita, ma ritornando rapidamente sui miei passi e conficcandogli il pugnale nella gamba.
Daniel urlò, poi si morse le labbra, facendole sanguinare.
“Ma posso comunque divertirmi un po’ con te” aggiunsi, gli occhi fissi in quelli carichi di odio e sofferenza del giovane.
“Me la pagherai, puttana” asserì, provando a sputarmi in faccia.
“Oh, ora capisco perché sia stato così facile per Sharon accalappiarti anni fa… sei proprio stupido” commentai, tirandogli un violento schiaffo e infilzando nuovamente il coltello nella sua carne, questa volta mirando al braccio.
Quando le grida di dolore di Daniel Grayson rimbombarono nella stanza, Sharon mugolò.
“Se non approvi i miei metodi, quella è la porta, Carter” le dissi imperterrita: non mi sarei fermata davanti a nulla.
Tuttavia, lei non si mosse, né proferì parola; sembrava distante anni luce da lì.
“Ti farò uccidere” minacciò l’uomo, un tentativo così patetico che mi fece automaticamente scoppiare a ridere.
“Ti rendi conto che la tua vita è nelle mie mani e che non sei nella posizione di avanzare intimidazioni?” lo schernii, sorridendo malignamente e puntando l’arma verso le sue parti basse.
Alzai il coltello lentamente, poi lo riabbassai velocemente, fermandomi a circa un millimetro dal membro, proprio quando la voce di Daniel urlò: “aspetta!”
“Bingo” sussurrai vittoriosa, invitandolo a sputare il rospo.
“La Grayson Global. C’è un ascensore dietro il quadro nel vecchio ufficio di David Clarke… porta nei sotterranei, è lì quartier generale dell’Initiative” confessò, le lacrime agli occhi e il respiro accelerato.
Avrei potuto sentire il battito del suo cuore a chilometri di distanza.
“Non sapevi niente, eh? Sai, ho sempre pensato che Voulez non avesse bisogno del tuo aiuto” sussurrai lentamente, porgendo l’arma alle mie spalle, verso Sharon, offrendole l’opportunità di terminare la sua vendetta.
Ma lei si limitò a distogliere lo sguardo e a serrare la mascella.
“Peccato” commentai, voltandomi di scatto e conficcando il pugnale nel petto dell’uomo, che si accasciò in avanti.
“Era proprio necessario?” mi domandò poi, guardandomi di traverso.
Io penso che si debba uccidere il messaggero. Sai perché? Perché manda un messaggio*. E lui è stato il mezzo tramite il quale Nolan ha raggiunto l’Initiative, Sharon. Non puoi farti scrupoli quando hai a che fare con gente del genere, Aiden lo aveva capito. Forse è ora che lo faccia anche tu” risposi gelidamente, ripulendo con nonchalance il pugnale.
“Ora, se non vuoi perdere altro tempo… seguimi” aggiunsi, lasciando l’edificio senza provare il minimo rimorso.
 
“La Grayson Global è di là. O almeno, quello che ne resta dopo l’attentato che ha portato alla morte di Declan Porter” mi fece notare Sharon, indicando la direzione opposta a quella intrapresa da me.
Ripensare a Declan doveva farle male, i suoi occhi urlavano per il dolore probabilmente ancora vivo dentro di lei.
“Vuoi andare in un covo di terroristi senza armi?” sottolineai sollevando le sopracciglia e parcheggiandomi in un vicolo completamente isolato.
“Che posto è questo?” chiese, scrutando il paesaggio con aria confusa.
“Io la chiamo casa” affermai, aprendo una porta e rivelando uno stanzino colmo di pistole e altri strumenti.
“Questa roba è tua?”
“Più o meno. Sono bottini di guerra. li ho collezionati durante le mie missioni per Nick Fury” confessai, cominciando a nascondere coltelli negli stivali, rivoltelle nelle tasche interne del giubbotto di pelle e generatori di scosse in quelle dei pantaloni, un gentile regalo di Natasha per il mio ventesimo compleanno.
“Hai lavorato per Fury durante questo anno?” indagò Sharon, munendosi di armi a sua volta.
“Sì. Questo era il garage di mio padre. Prima che l’Initiative facesse saltare in aria la nostra casa e che mio fratello venisse ucciso a sangue freddo davanti ai miei occhi perché sapeva ciò che avevano costretto mio padre a fare” rivelai, un mezzo per caricarmi di odio a sufficienza, la garanzia per il mio successo.
“So quello che provi. Ma Alyson, l’omicidio…”
“No, Amanda. Ho già provato con gli altri metodi, questa volta ucciderò se sarà necessario. Non rischierò l’operazione per i tuoi precetti morali” la interruppi immediatamente, lasciando l’edificio e ritornando in macchina.
“Natasha ti ha istruita meglio di quanto Takeda abbia mai fatto con me” commentò Sharon, sedendosi al mio fianco e caricando una pistola.
“Facciamolo” acconsentì.
 

 
*Damon Salvatore






Angolo Dell'Autrice

Salve gente, eccomi di
nuovo qui!
Ho trovato per caso la foto
di Daniel pestato, ahahah che fortuna!
E dire che fino a metà prima stagione mi
stava quasi simpatico, puah! 
Spero tanto che il nuovo capitolo
vi sia piaciuto!
Se vi va, fatemelo sapere!
A presto,

Bell.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Captain America / Vai alla pagina dell'autore: Defiance