Per Leo Cris non era poi così importante.
Cosa voleva dire, in fondo, passare un giorno senza sentirla lamentarsi dei suoi “gravi problemi” dimenticando, evidentemente, il luogo in cui si trovavano, con una leggerezza che lo faceva arrabbiare e gli metteva invidia allo stesso tempo? Era sempre così dannatamente facile per lei pensare di essere l’unica malata, in quel dannatissimo luogo, e Leo era dannatamente dannato perché per lui non lo era affatto.
Per Leo Cris non era poi così importante.
Cosa voleva dire, in fondo, non vederla sorridere di quel sorriso che solo lui riusciva ad accendere, quel sorriso che era l’unica cosa che riuscisse a fargli dire “sì” (e Cris lo sapeva), quel sorriso che era insieme triste e felice, quel sorriso raro quanto un istante di felicità da quando si era trovato lì? Era strano, ma Leo si era trovato ad associare sempre più spesso l’idea di felicità, di felicità vera, a quella ragazzina. E non se ne spiegava la ragione.
Per Leo Cris non era poi così importante.
Cosa voleva dire, in fondo, non avere più quel sorriso dolce premuto sul suo, non sentire più le sue mani accarezzargli il viso, cercare malamente capelli a cui aggrapparsi e poi, imbarazzate, ritirarsi  a carezzare il collo, non sentire le sue braccia intorno al suo corpo e il suo respiro dolce andare all’unisono col suo? Era assurdo, ma lei era l’unica che riuscisse a fargli perdere il controllo, che riusciva a farlo diventare Leo e nient’altro, che con i suoi modi distratti tentava un altro bacio e quasi si scontrava col suo naso e lo faceva sorridere di gusto.
Per Leo Cris non era poi così importante.
Cosa voleva dire, in fondo, che aveva preferito Vale a lui, che aveva preferito la dolcezza dei suoi occhi al tormento dei suoi, che aveva preferito la delicatezza del suo tocco alla passione del suo, che aveva semplicemente capito di amarlo più di quanto amasse lui? Era inconcepibile, inconfessabile e assolutamente impossibile, eppure doveva ammettere che ogni loro bacio era una fitta lancinante al petto e a quella gamba che ora mai era andata già da tempo.
Per Leo Cris non era così importante.
Cosa voleva dire, in fondo, la sua assenza dalla sua vita, il suo non esserci per ciò che rimaneva della sua esistenza, la sua figura cancellata per sempre dall’album delle foto semplicemente perché non aveva avuto il coraggio di confessarle che -poteva negarlo quanto voleva, ma sapeva benissimo che Nicola aveva ragione- l’aveva amata, l’aveva amata con tutta l’anima e che, ma sì, l’amava ancora? Era dannatamente triste, lo doveva ammettere, e non sarebbe bastato tutto il suo autocontrollo per impedirgli di piangere.
Per Leo Cris non era così importante. Per Leo Cris era indispensabile.
Era quanto mai avrebbe pensato di dire ma che sapeva di dover dire dal primo istante in cui l’aveva vista: aveva assoluto e incrollabile bisogno di quella ragazzina.

Note d'autrice:
Ok.
Approd finalmente in questo MERAVIGLIOSO fandom.
E come potevo iniziare meglio, se non con una LeoCris scritta all'una di notte?
Questi due sono assolutamente stupendi.
Li ho semplicemente AMATI.
E se ho reso Cris OOC, mi spiace ma sono in fase da fangirling acuto e capitemi, ho sonno, e ho gli occhi pesanti, ma dovevo scrivere questa ff prima che mi uscisse di mente.
E non posso permettere che Leo (SPOILER CHE SPERO NON SIA VERO O UCCIDERO' I PRODUTTORI) muoia, perchè lui è il mio amore e merita un lieto fine con Cris e si meritano di rincontrarsi ew. E io h bisogno di loro due. E odio questo editor. OK, penso di aver detto tutto.