Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Matrona    22/06/2014    9 recensioni
Affrontare battaglie sul campo o nel cuore lascia sempre delle cicatrici. Ad ogni azione una conseguenza e Ranma e Akane lo stanno scoprendo a loro spese. Riusciranno a crescere e ad affontare la più grande delle battaglie senza nascondere il cuore e sfoderare i pugni? Spero che sia di vostro gradimento.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 

Teo Torriatte konomama iko

Aisuruhito yo

Shizukana yoi ni

Hikario tomoshi

Itoshiki oshieo idaki

When I'm gone

They'd say we're all fools and we don't understand

Oh be strong

Don't turn your heart

You're all

We're all

For all

For always...

Let us cling together as the years go by

Oh my love, my love

In the quiet of the night

Let our candle always burn

Let us never lose the lessons we have learned     (teo toriatte - Queen)








Le settimane a venire furono molto tranquille. Ranma e Akane la mattina andavano a scuola e il pomeriggio tenevano i corsi.
Ogni tanto organizzavano qualche evento di quartiere, in poco tempo la voce che si poteva prendere lezione dal fortissimo ragazzo col codino fece il giro dell’intera prefettura.
I bambini iscritti al corso di Kempo erano raddoppiati. Akane era un’ottima insegnante e i piccoli imparavano in fretta.
I due fidanzati andavano d’accordo tranne per qualche piccolo screzio dovuto a qualche allievo di Ranma particolarmente intraprendente nei confronti della sua futura sposa.
Mazzi di fiori, biglietti anonimi e pensierini erano all’ordine del giorno ma nessuno di loro confessava per timore che il maestro li punisse severamente.
Ryoga qualche volta era passato a trovarli, tra un presunto viaggio ad Okinawa e uno a Kyoto ma di p-chan nemmeno l’ombra, era stato di parola.
Le cure cominciavano a fare effetto. Il dottor Tofu era entusiasta della reazione fisica di Akane.
Non aveva avuto più un malessere da allora e la forza era tornata a scorrere in lei.
Il suo utero pareva soffrire di meno e i dolori addominali erano sotto controllo grazie alle medicine. La mora si sentiva sempre più vigorosa e forte.
Studiava e preparava le lezioni al dojo e spesso sulla bocca del vicinato loro erano già additati come il maestro Saotome e sua moglie con somma gioia di Soun e Genma.
La cosa, come da copione arrivò in un batter d’occhio alle orecchie degli spasimanti di lei e fidanzate di lui. Dopo qualche scena isterica di Kuno e Gosunkugi con conseguenti sfide contro Ranma puntualmente perse.
Kodachi aveva provato a rapirlo qualche volta e ad avvelenare il cibo di Akane, cose che erano state facilmente evitate date le esperienze pregresse.
Insomma la notizia stava scemando di popolarità e di questo Ranma non poteva che esserne felice.


Fu proprio in una mattinata di fine giugno che il ragazzo dovette ricredersi sulla quiete di Nerima e affrontare la prima di una serie interminabile di prove.
All’istituto Furinkan la voce che i due testardi eredi adesso collaboravano amorevolmente era ben nota ma a conti fatti poco era cambiato o se non altro era percepibile da pochi.
Gli screzi erano all’ordine del giorno ma in maniera più blanda quasi svogliata. Non volavano tavoli, non c’erano bamboline woodo, ne spade da kendo. Sembrava quasi un normalissimo liceo giapponese.
Seduti sotto il grande albero del cortile i due fidanzati stavano godendosi l’ombra in quella torrida ora di pranzo.
Akane scribacchiava su un’agenda di cuoio blu, elencando gli allenamenti e le lezioni della settimana e il suo ragazzo mangiava avidamente l’obento, preparato amorevolmente da Kasumi.
Ranma mi stai ascoltando?
mhf… scferto akan…gnam… akane.- La mora sbuffò guardandolo rassegnata.
Non ti ingozzare come un maiale, oggi hai lezione con i più grandi. Non vorrei ti sentissi male durante i combattimenti. - Proferì stizzita.
Che c’è ti preoccupi per me?
Tsk…mi preoccupo per il pavimento del dojo e per gli allievi che hanno grandi aspettative nei tuoi confronti Saotome sensei.
- Il moro la guardò serio.
Non mi pare di aver deluso mai le aspettative tue o degli allievi. No? - Akane tossicchiò divertita.
Degli allievi no ma…aspetta fammi vedere… non trovo l’interminabile lista che cominciai a compilare anni fa. - Ora rideva apertamente e il ragazzo non sapeva se sentirsi offeso o stare allo scherzo.
Quello di cui era certo che vederla così serena e felice gli riempiva l’animo di speranza. Optò per la seconda opzione.
Scusami… sto cercando di migliorare anche in quello. - Sussurrò osservandosi le mani con non calanche. La ragazza smise di ridere e poggiò la sua mano sul suo pugno chiuso.
Lo so… e stai facendo un ottimo lavoro. -
D…davvero? -
Il  suo sorriso lo illuminò e si chiese che cosa diavolo lo fermasse dal baciarla.        
Si avvicinò lentamente e le loro espressioni si fecero più serie. Un caldo refolo di vento scompigliava i loro capelli e tutto il mondo sembrava essersi accorto di cosa stava accadendo.
Akane socchiuse gli occhi in sincrono con Ranma, che era sicuro di poter sentire i battiti dei loro cuori forti come cannonate. Stava accadendo finalmente.  
Il rumore di una lama che fende il vento e il momento magico fu spezzato da un attrezzo che i due conoscevano bene.
La spatola da okonomiyaki di Ukyo si era conficcata con precisione chirurgica sull’albero alle loro spalle.

Che succede Ranchan? - Un’aura blu circondava la giovane cuoca che vedendoli così affiatati in questi giorni aveva cominciato ad insospettirsi sempre più. Era arrivata appena in tempo.                   
Cosa diavolo aveva fatto quella arpia di Akane al suo adorato. I due si voltarono verso di lei imprecando mentalmente. Il codinato era davvero infastidito.
Voleva lasciarla per ultima ma il fato aveva deciso. Doveva parlare prima con la sua cara amica d’infanzia e farle capire una volta per tutte che non sarebbe stata lei la sua compagna di vita.
La piccola Tendo era davvero stufa di questa situazione. Si alzò in piedi, sbattendo le mani sulla gonna e guardò Ukyo con aria di sfida.
Si sentiva forte, se Ranma non aveva il coraggio di farlo lo avrebbe fatto lei. Adesso le cose stavano andando bene, nonostante non fosse cambiato nulla tra loro almeno fino a quel momento.
Voleva farle capire che lui aveva scelto la palestra e la sua casa. Ma il suo cuore, aveva scelto lei? Stavano quasi per baciarsi pochi secondi prima ma cosa voleva dire infondo.
La sua sicurezza vacillò ma non ebbe il tempo di realizzarlo perché una voce squarciò quel silenzio scomodo.
Succede che ti devo parlare Ucchan. - Lo sguardo fisso e fiero. Le due donne deglutirono all’unisono. Sembrava così sicuro e determinato. La cuoca arretrò di qualche passo incapace di reagire.
Akane puoi lasciarci soli per qualche minuto?
Non fare tardi a lezione!
- Lo rimbeccò lei improvvisamente rinsavita. Di cosa doveva parlare con lei?
Il codinato le rivolse un sorriso rassicurante e si avviò verso il retro della scuola con Ukyo che si fissava nervosamente i piedi.   



Arrivati al campo di calcio si accomodarono sugli spalti vuoti. L’aria era carica di tensione e il sole stava lentamente scendendo a ovest. Il ragazzo prese un respiro profondo e chiuse gli occhi.
Ucchan…
Di… dimmi
… -Era nervosissima, temeva di ascoltare le parole.
Ti ho portata qui perché è arrivato il momento che tu sappia una cosa importante. Non posso più trattenermi.
Ranma.. -

Vedi Ucchan tu sei una persona speciale… - Lacrime affiorarono negli occhi della graziosa cuoca, forse voleva solo farla ingelosire con quell’arpia di Akane?
Sei la mia più cara amica dai tempi dell’infanzia. So anche cosa provi per me… e… ecco è un sentimento meraviglioso e ne sono davvero lusingato. - Tremava impercettibilmente mentre stringeva a se una delle sue spatole.
In un impeto lei gli strinse le mani avvicinandosi.

Ma io…non posso ricambiare quello che provi Ucchan… vedi io amo un’altra. - Crack.
Ranma poté giurare di aver sentito quel suono provenire dal cuore della sua amica. Il bel viso perse repentinamente colore.
Ran… cosa? Ranma tu… chi è? E’ Akane.
Sussurrò impercettibilmente. Il codinato annui senza smettere di fissarla. Era sereno, anche se si vedeva il dispiacere sincero che provava nel dirle così crudamente la verità.
Ma… ma io sono la tua fidanzata carina… -
 Lo so Ucchan. Mi dispiace per quello che è successo tra i nostri genitori e se potessi risarcirti…
Dovresti sposare me non lei! Sono la tua fidanzata da molto prima! Me lo devi!
- Gridò furiosa. Solo adesso si rendeva conto di quanto fosse stupida quell’affermazione.
Si era attaccata disperatamente a quella sciocca promessa fatta da suo padre quando loro erano appena capaci di camminare sulle gambe.

Ucchan… io… non so dirti come sia successo. Ho cominciato a volerle bene e mi sono trovato così… innamorato perso di lei. Farti del male è l’ultima cosa che vorrei.
Saresti felice di sposare un uomo che ama un altra? Meriti sicuramente una vita diversa…

Ti avrei aiutato a dimenticarla… ti avrei aspettato. - Pigolò piano.
Credimi… non sai quante volte ho tentato di soffocarli questi sentimenti… ma non ce la faccio più… vedi non cerco nemmeno più di nasconderlo. -
Ranma allargò le braccia in un gesto sconfitto, sembrava quasi più disperato di lei in quel momento. La ragazza con il viso inondato di lacrime si rese consapevole della realtà.
Aveva perso. Lui l’aveva ammesso. Amava Akane di un amore feroce e totalizzante. L’ aveva sempre saputo in un cantuccio del suo cuore ma sentir pronunciare quelle parole dal suo amato, fu come fuoco sulla pelle.
Possiamo rimanere amici Ucchan… ?- Ancora fuoco.
Non lo so.. io… devo incassare il colpo immagino. - Boccheggiava nel pronunciare quelle parole. Stava rinunciando a lui in ogni sua forma?
Il moro tentennò per qualche momento, non voleva perderla come amica. Le voleva un bene sincero e fraterno.
Ti aspetterò… - Ripeté le sue parole e furono stilettate nel cuore della cuoca.
Devo andare. - Un sorriso tremolante tra le lacrime che oramai le avevano offuscato la sua vista. Si sentiva ferita e umiliata per l’ennesima volta.
Perché non andava mai niente bene nella sua vita? Perché il ragazzo che illuminava i suoi giorni voleva un’altra? Mille domande dolorose danzavano nella sua testa.
Doveva fuggire da li, doveva ritornare al ristorante, nella sua tana. Ranma voleva abbracciarla, calmarla ma lei non gliene diede il tempo.
Con qualche colpo di spatola fermò il suo tentativo non lasciandogli nemmeno il tempo di dirle addio.
Il ragazzo rimase li immobile a fissare il punto dove era sparita. Si sentiva malissimo ma così leggero. Se ne vergognò.
Sulla strada di casa ripercorreva mentalmente il discorso fatto a Ukyo e mano a mano si rendeva conto che ce l’aveva fatta, aveva finalmente chiarito i suoi sentimenti da uomo.





Entrato in casa si accorse di un silenzio strano. Sentiva solo il rumore delle cicale e del piccolo fuurin* attaccato alla veranda.
In un angolo del soggiorno suo padre dormiva sguaiatamente a pancia in su nella sua versione panda. Guardò l’orologio. Quasi le cinque.
Corse subito a cambiarsi per la lezione. Era arrivato appena in tempo. Si precipitò al dojo correndo.
Affacciandosi alla porta non poté fare a meno di sorridere alla visione di Akane che batteva un allievo ben più grosso di lei. I
n pochi istanti gli venne in mente l’immagine di lei che ogni mattina sconfiggeva i suoi pretendenti, praticamente tutti i maschi del Furinkan.
Ricordava il suo sguardo fiero e i capelli lunghi ondulare aggraziati tra un colpo e l’altro.
Lo sguardo era lo stesso ma adesso i capelli corti e scarmigliati, il viso più maturo e la casacca del ji che conteneva a stento le sue squisite forme, la rendevano atrocemente sexy.
Nessuno avrebbe immaginato che stesse combattendo una battaglia che andava ben al di la delle arti marziali. Non era il solo a pensarla a quel modo.
Metà della sua classe era ammirata e eccitata. Di solito la vedevano dolce e gentile mentre era intenta ad insegnare ai più piccoli, certamente non si aspettavano di vedere la loro maestra così selvaggia e donna.


Tetsuo! Sei così grosso e ti fai battere da una ragazza? - Provocò il codinato, attirando l’attenzione. Era orgoglioso di lei ma furente con i suoi allievi. Erano dei rammolliti oltre ad essere adolescenti pervertiti.
Ma…ma…Ranma sensei. Akane san è fortissima! - Rispose il ragazzone alto mentre si rimetteva in piedi imbarazzato. Le gote rosse, segretamente eccitato dallo scontro con la sua maestra.
Akane sensei vorrai dire…
Eh sì… certo… mi perdoni Akane Sensei
- Disse inchinandosi rispettosamente. La mora sorrise benevola.
Certo che è fortissima è un maschiaccio viol… -
Baka come ti permetti!
- Gli arrivò un blocco di cemento dritto sulla testa.
Dicevo… - Scansandolo abilmente.
Non sarebbe la maestra di questo dojo se non sapesse come atterrare uno scimmione come te. Akane è un osso duro e fareste meglio a tenervi alla larga da lei. In tutti i sensi. -
Tuonò scoccandogli un’occhiata severa; quante confidenze si prendevano i ragazzini di oggi. La ragazza lo guardava interrogativa, cosa voleva dire?
Forse offenderla ancora o era un velato complimento? Gli allievi deglutirono sonoramente. Era una minaccia.
Troppo spesso si erano lasciati andare in commentini e apprezzamenti sulla bella insegnante e spesso proprio a pochi passi dal codinato.
Sapevano che loro  erano fidanzati ma non sembravano particolarmente affettuosi o sdolcinati, anzi ogni occasione era buona per scontrarsi rallentando avvolte anche i corsi stessi.
Bah… comunque quell impiastro del vostro maestro ce l’ha fatta a venire, quindi forza, concentrazione e buona lezione! - Sorrise ai ragazzi riservando un’ occhiata gelida al fidanzato.
Sicuramente quella sciocca aveva frainteso tutto. Sospirò. Toccava scusarsi e lo avrebbe fatto. Dopo oggi si sentiva un leone in grado di affrontare tutto.



La sera aveva portato con se una leggera brezza fresca. Nell’aria si sentiva odore di mare nonostante Nerima fosse lontanissima dalla costa.
Stava proprio arrivando l’estate. Penso Akane, immersa nella profumata acqua del bagno. Kasumi adorava mettere delle essenze nella vasca comune,
diceva che rasserenare lo spirito con una coccola profumata era il miglior modo per concludere una faticosa giornata.
Fu segretamente grata alla sorella, immergendo il viso a metà. Era stata una giornata strana… il quasi bacio con Ranma, l’interruzione di Ukyo. Lo strano sguardo di lui a lezione.
Doveva vederci chiaro. Poche stanze più in la, il soggetto dei suoi pensieri, stava raccogliendo degli indumenti puliti per poi andare a lavarsi.
Era stata proprio tosta oggi. *Combattimenti dello spirito e del corpo*. Con delicatezza sua madre aprì la porta di carta di riso della sua stanza, sorridendogli dolcemente.
Ranma caro, ti disturbo? - Sorrise di rimando. Era così contento che i suoi vivessero finalmente insieme e per giunta sotto lo stesso tetto con i Tendo che considerava la sua vera famiglia.
Mamma, no non disturbi affatto.
Com’è andata la lezione? Ti sei fatto onore?
Bene, bene… i ragazzi imparano in fretta e io non potrei essere più contento. Mi piace molto insegnare, mi riesce naturale… non credevo sai?
- Nodoka si commosse.
Il suo bambino adesso era un uomo virile e responsabile. Un bravo maestro di arti marziali.
Le tue parole mi riempiono di gioia. Se ami quello che fai, ti riesce naturale condividerlo non trovi? - Il ragazzo la guardò adorante come quando faceva da bambino e lei non poté
fare a meno di ringraziare i kami per averlo ritrovato. Erano momenti come questo in cui si chiedeva come aveva fatto a crescere senza di lei e il suo amore.
E Akane-chan? Come sta andando lei?
Ah..bene. I piccoli iscritti aumentano di giorno in giorno. E’ una brava insegnante, sarà perché è goffa e bambinetta come loro.
- Scherzò bonariamente.
Veramente l’ho vista atterrare più di un giovanotto oggi in palestra. Non pensavo fosse così forte. E’ davvero femminile. - Il codinato non immaginava quale concetto di femminilità intendesse
sua madre ma non poté fare a meno di concordare. Stava ritornando l’Akane di prima ma con forza e grinta in più.
Si sentì accaldato a ripensarla avvolta nel ji. Ma cosa diavolo gli prendeva? Gil ormoni era sempre riusciti a tenerli sotto controllo.
Adesso il suo corpo non riusciva a trattenere il tumulto del suo cuore. Ogni giorno era come se la vedesse per la prima volta.
Notava questa o quella curva, il suo profumo, la particolare sfumatura di blu scuro che riflettevano i suoi capelli al sole eppure erano tre anni e passa che vivevano sotto lo stesso tetto.
Forse prima aveva paura del suo cuore, di guardarla troppo e perdersi per sempre in quel sentimento debole, da donnicciole come ripeteva il suo vecchio.
Adesso sapeva che non c’era speranza, non c’era mai stata, dalla prima volta che il suo sguardo si è posato su di lei e il suo sorriso.
Desiderava avvicinarsi a lei in maniera più intima, voleva sapere se dietro a quei sguardi imbarazzati, quelle parole a metà c’era lo stesso sentimento che agitava il suo animo.
Ranma, mi ascolti? - Sua madre interruppe il filo dei suoi pensieri impuri, con uno sguardo consapevole.
S..sì scusami. - Ridacchiò.
Non è certo poco virile pensare alla propria fidanzata figliolo. Infondo è tanto tempo che vivete sotto lo stesso tetto… è naturale che… - Divenne istantaneamente color cremisi.
Non è come pensi… io con Akane, non potrei mai… -
Non ti piace Akane? Non provi piacere nel vedere un corpo femminile?
Strinse seria la katana a se fulminandolo.
Sì cioè non…è imbarazzante mamma! - L’aura di Nodoka si calmò e tornò tutto alla normalità.
Oh beh se vuoi conquistarla e insomma avvicinarti perché non la corteggi? Però evita i fiori, questa casa è diventata una serra oramai. -
Il codinato si rabbuiò, avrebbe punito severamente chiunque avesse beccato a lasciare altri fiori per Akane. Possibile che dei ragazzini di quattordici anni avessero più fegato di lui con le donne?
Io non lo so, con lei è tutto così complicato… quando mi sembra di fare un passo avanti ne faccio due indietro. E’ un mistero per me! -
Questo accade perché tu non hai mai fatto nulla di concreto nei suoi confronti. -
Rispose saggia.
Cosa? L’ho salvata un mucchio di volte. Ho protetto lei e la sua famiglia, sto cercando di non farla arrabbiare…
Sono cose molto onorevoli figliolo ma anche molto sicure.
- Ranma si bloccò fissando la donna con tanto d’occhi.
Credeva che dalle sue azioni trasparisse l’affetto che aveva per lei ma s’impose il silenzio, nelle questioni sentimentali aveva ancora troppo da imparare.
Le hai mai detto quello che provi? L’hai mai portata fuori romanticamente, tenendola per mano e tutto il resto? Hai mai provato a baciarla? Infilarti nel suo letto? -
Sua mamma aveva una concezione di corteggiamento al limite dell’ hentai. Deglutì colpevole. In questi anni tra equivoci, imbarazzi e situazioni paradossali non erano mai riusciti a fare nulla da fidanzati normali.
Loro non erano normali. Ogni volta che provavano ad avvicinarsi c’era sempre questo o quel personaggio che attentava alla loro unione se non peggio alla vita e quando non c’era nessuno erano talmente incapaci di lasciarsi andare che restavano ore a guardarsi con la salivazione azzerata e le mani tremanti per poi insultarsi senza motivo.
Effettivamente…
Qua ci vuole qualcosa di drastico… sii un vero uomo. - Ranma la guardò stralunato, doveva saltarle addosso? Prenderla e baciarla con impeto? *se solo avessi il coraggio…* pensò confusamente.
Ma la donna tirò fuori dalla manica dello yukata una piccola scatolina di velluto blu.
Mamma, Akane già prende le compresse, davvero non ha bisogno di tranquil… - Le parole gli morirono in gola. Davanti a se un grazioso anellino con un piccolo brillante troneggiava nel suo splendore.
Semplice, luminoso proprio come il sorriso della sua Akane. Non sapeva cosa dire o fare, un’ansia terribile lo assalì annaspando nello sguardo sicuro di Nodoka.
Questo è un anello caro… non una scatolina porta compresse* . E’ un’eredità che ci tramandiamo da secoli noi donne della famiglia. Se avessi avuto una figlia femmina l’avrei donato a lei.
L’ho tenuto per tutti questi anni lontano da tuo padre. E’ l’unico ricordo che ho di mia madre prima del matrimonio.
Ma…mamma…
Akane-chan è la figlia che non ho mai avuto. Sarà una brava moglie un domani e voglio che abbia questo.
Ovviamente quando tu ti sentirai pronto per fare il grande passo… tienilo al sicuro come monito per darti coraggio. Ti aiuterà a fare la cosa giusta, se tieni a lei come credo
. -
Ranma era commosso. Sua madre gli stava facendo dono di un ricordo importante e lo stava aiutando ad affrontare la più grande delle battaglie.
Quella di diventare un uomo e prendersi ciò che la vita aveva da offrirgli.
Accettò il dono e lo ripose al sicuro nel suo cassetto,accanto all’ornamento del vestito da sposa.
Non sarebbe rimasto a lungo li, ne era certo.
    




Si avviò con passo pesante verso l’ ofuro, non potendo smettere di pensare agi avvenimenti della giornata.
Spesso il matrimonio era visto come un obbligo e certamente nei primi anni della sua permanenza in casa Tendo, lui l’aveva percepita proprio come una spada di damocle.
A sedici anni chi pensa a sposarsi? Fortunatamente la sua compagna di sventura era ostinata e ritrosa come lui a quell’idea.
Giorno dopo giorno e avventura dopo avventura si accorse che Akane era molto più simile a lui di quanto credesse. Amava le arti marziali, era onesta e schietta al limite della violenza proprio come lui.
Non voleva che gli altri decidessero per lei ed era sempre pronta a difendere chi voleva bene senza remore. Con il passare del tempo si erano ammorbiditi, cercati, guardati di nascosto, si erano difesi l’un l’altro e uniti in un legame indissolubile che bruciava sulla pelle. Arrivato al bagno si accorse che la porta era socchiusa e il suo sguardo non poté fare a meno di cadere sulla figura intenta a rimirarsi allo specchio.


Akane avvolta in un pigiamino di seta giallo chiaro era corrucciata davanti allo specchio. I capelli ancora umidi, le labbra imbronciate.
Si girava di profilo e poi in avanti imbarazzata. Con un gesto al rallentatore si sollevò leggermente la canotta, scoprendo la sua pancia piatta e nivea. Il codinato la osservava in religioso silenzio quasi ipnotizzato.
Si accarezzò il ventre con delicatezza e provò a gonfiarlo un po’ nell’imitazione di un piccolo pancino  gravido. Un gesto infantile e disperato che spezzò il cuore di Ranma.
Cercando di non fare rumore si portò una mano davanti alla bocca shoccato. Si allontanò lentamente dalla porta, incapace di sopportare quel momento, aveva bisogno di aria.
Se con Akane fossero stati un po' più intimi gli sarebbe bastato entrare, abbracciarla e farle sentire tutto il suo amore.
Si schiaffeggiò mentalmente. Non era più il tempo della timidezza e dell’orgoglio doveva agire, ora. *Dannazione sii uomo!*



Tornò sui suoi passi proprio nel momento in cui una triste Akane si avviava verso la sua camera. Si guardarono sorpresi.
Akane…
Ranma…
- La mora ebbe il coraggio di parlare per prima, non voleva farlo preoccupare ne dargli l’impressione di essere in pena per qualcosa.
Co…come è andata la lezione allora?
Bene…
- Ringraziò mentalmente i kami, non sapeva proprio da dove cominciare.
La tua classe è proprio indisciplinata ma ha del potenziale…
Tra poco saranno capaci di battere anche te.
- Canzonò dolcemente.
Ne devono ancora mangiare di ciotole di riso. - Rispose sorridente mostrando i bicipiti molto più tonici del solito.
Che muscoli! Stai diventando uno scaricatore di porto, sicura che nelle compresse del dottor Tofu non ci sia del testosterone? - Akane colse la provocazione e ghignò.
Magari dovresti fartele prescrivere allora…ahahah - Il tono malizioso che aveva usato fece scattare il ragazzo che cominciò a inseguirla nel corridoio.
Spesso punzecchiarsi per scacciare via la tristezza era la medicina migliore e loro erano professionisti in questo.
Te lo faccio vedere io il testosterone maschiaccio… - La mora riuscì al volo ad entrare in camera sua ma Ranma in un guizzo riuscì ad entrare e bloccarla tra lui e la porta, mantenendole i polsi.
Affannati e scarmigliarti si resero conto di essere l’uno ad un palmo di naso dall’altra. I loro occhi si erano incatenati come quella mattina.
Lo sguardo di Ranma si posò sulle sue labbra, sembrava quasi affamato. “Affamato di me…no non può essere” pensò confusamente Akane, arrossendo accaldata.
Desiderava più di ogni altra cosa che lui trovasse finalmente il coraggio di baciarla. Non c’era nessuna spatola a fermarli stavolta. Il codinato era ipnotizzato.
Sentiva il suo dolce profumo insinuarsi nelle radici e le sue labbra schiuse erano una provocazione troppo grande. Con estrema lentezza si chinò verso di lei, ad un passo dalla sua bocca.
Mi sembra che avevamo un discorso da concludere… *oddio sono stato io a parlare?*
già… *oh kami se è un sogno non svegliatemi*.
 P…posso?
- Lei annuì tremando.
 Era una vita che desideravo farlo… - Soffiò a un millimetro da lei. Con dolcezza infinita Ranma posò le sue labbra su quelle di Akane. Non se le aspettava così calde e morbide.
Come diavolo aveva fatto a non baciarla mai in tre anni. *sono fottuto non riuscirò più a smettere…dannazione* In un attimo furono nell’oblio. Due calamite. I
l ragazzo sciolse i polsi dalla presa e la strinse a se, mentre lei si aggrappava alle sue spalle con tutta la forza.
Il bacio in maniera fluida divenne più urgente come in una danza antica di millenni, come se fossero nati per quello, le bocche si schiusero per far posto ad un bacio molto più profondo, da adulti.
Eccitazione, paura, libertà, amore li investivano ad ondate. Non riuscivano a pensare a nulla tranne che quella fosse la cosa più giusta in quel momento. Dopo alcuni minuti si staccarono ansimanti.
Erano davvero loro quelli? Si erano davvero baciati senza ritegno sotto lo stesso tetto con i genitori in casa? Ai due importò relativamente poco.
Si guardavano ancora avvinghiati come se fosse la prima volta che si vedevano. Ranma era incredulo, Akane al settimo cielo.
Dopo anni di attesa il suo fidanzato era riuscito a fare il primo passo. Un bacio e che bacio.
Certo non si sarebbe mai aspettata una dichiarazione d’amore da lui, aveva sempre pensato che semmai fosse successo, avrebbe fatto qualche gesto istintivo del genere ma vederlo realizzato era tutt’altra cosa.
Si staccarono senza smettere di guardarsi. La mora si tastava le labbra mentre lui avvertiva già i brividi dati dalla lontananza del suo corpo.

Un discorso convincente. - La sua faccia era viola, ma il sorriso che sfoggiò era sicuramente il più bello che avesse mai fatto.
Ranma fu preso dall’istinto di ricoprirla di baci ma cercò di trattenersi, doveva raccontarle di oggi e rassicurarla sul fatto che ci sarebbe sempre stato per lei…per scelta sua.
Devo dirti anche un’altra cosa. Ti va di andare un pò sul tetto? - La mora annuì leggermente preoccupata. Con lui era come stare sulle montagne russe.
Un minuto prima in paradiso e dopo qualche secondo giù all’inferno. In un gesto di galanteria, prese la vestaglia lasciata sulla sedia e la mise sulle spalle di Akane per poi prenderla in braccio e saltare verso il tetto.
Atterrati dalla parte in cui si vedeva bene la luna, si accomodarono sulle fredde tegole .
Ho parlato con Ukyo. - La mora deglutì sonoramente.
Sì…
Ho chiarito con lei…
Chiarito cosa? - *dimmi che è quello che spero*  
Le ho detto che non potrò mai essere il suo fidanzato… che non posso renderla felice come meriterebbe.
- La ragazza provò un pò di pena per l’amica.
Ucchan infondo le stava simpatica, quando non cercava di farla fuori. L’osservò; non sembrava pentito piuttosto dispiaciuto.
Oh…
Ho riflettuto su quello che mi hai detto qualche settimana fa… cioè agire in libertà senza nessuna costrizione.
Allora ti sentivi costretto in…in tutto…
- Non riuscì a nascondere una punta di delusione che lui puntualmente colse. Si riferiva al loro rapporto.
All’inizio sì e lo eri anche tu… credevo di agire secondo il mio volere ma non era così…
ho rimandato delle questioni per troppo a lungo e adesso è arrivato il momento di prendermi i miei spazi e di fare quello che desidero realmente.

Akane lo guardava con gli occhi spalancati. *chi sei tu e che ne hai fatto di Ranma?* . Lui guardò la sua espressione sconvolta e ridacchiò.
Ciò non toglie che sei sempre un maschiaccio violento. - Aggrottò le sopracciglia mentre lui intrecciava le mani con le sue
Intanto… mr agisco come voglio… il maschiaccio lo hai baciato. - Bastava un bacio a renderla così sfacciata? Ranma arrossì fino alla punta dei capelli.
Eh sì, sono un tipo strano… io il bellissimo e fortissimo Ranma Saotome innamorato di una ragazzina viole… - Si rese conto troppo tardi di aver pronunciato quella parola.
Con infinito coraggio cercò di guardarla in viso per coglierne una reazione. Incredibilmente stupita e con gli occhi velati di lacrime non sembrava contrariata, anzi sollevata era il termine giusto.
Che non avesse capito che dietro a quel bacio c’erano tutti i suoi sentimenti? Ranma si ricordò che con lei non era tutto così scontato.
Le ragazze hanno bisogno di sentire certe parole e soprattutto dirlo era qualcosa di rischioso… da uomo… come gli aveva suggerito sua madre.
Mentre pensava queste cose non si accorse di lei con le mani sul suo viso, ad un passo dalle sue labbra.
Ce ne hai messo di tempo… ti amo da una vita…baka. - Sigillò quelle parole in un bacio dolcissimo. 
Ranma, piacevolmente stupito, si rese conto che certe parole facevano bene anche all’animo di un uomo.
Sapere di aver interpretato i sentimenti di Akane nella maniera giusta gli facevano galoppare il cuore come non mai.
Lo amava da una vita e lui non aveva mai voluto vedere o sentire quel sentimento così pulito e chiaro. *che codardo… ha ragione sono un baka*.
Senza scudi, senza paranoie quella notte rimasero li… stretti sotto i pallidi raggi della luna, liberi di essere semplicemente due fidanzati come tanti.







*fuurin : campanellino scaccia spririti/ tempo cattivo che si attacca sulle porte/finestre/verande.
*ofuro: la vasca da bagno comune, per rilassarsi dopo essersi lavati.
*scatolina di compresse... : inerente all'episodio del manga in cui Nodoka vuole che Ranma consegni un regalo ad akane da parte sua. Una scatolina contenente un anello che in realtà era un porta pillole a forma di anello di ifdanzamento.

Angolo dell'autrice: Eccoci qua carissime/i. Un altro capitolo è stato snocciolato. Più corposo di eventi questa volta. Adesso i nostri piccoli baka si sono dichiarati ma cosa accadrà? Ho sempre immaginato il loro bacio, semplice magari scaturito da qualche battibecco e ovviamente in casa Tendo. *_* Spero vi siano piaciuti i dialoghi e anche come il nostro codinato ha scaricato Ucchan (che personalmente adoro come personaggio) . Volevo rendere ancora più introspettivo l'indecisione di Ranma e metterci qualche pensiero di Akane che dai prossimi capitoli sarà più attiva a livello celebrale (ahahaha sembra un'offesa ma non lo è). Che dire spero che vi sia piaciuto e che continuate a seguirmi in questa avventura. Grazie a tutte/i coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio, mi rende felice leggere le vostre opinoni. Grazie di cuore e buona domenica.
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Matrona