Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: Phoenix_01    22/06/2014    5 recensioni
Sono presenti spoiler di tutta la saga di "Hunger Games"!
Tratto dal testo:
{«Mamma?» sussurra.
«Sì?»
«Mi racconti la storia del mio nome?»
Un sorriso increspa le mie labbra.
Glie l'avrò raccontata innumerevoli volte, ma le piace così tanto ascoltarla, e io non riesco a dirle di no.}
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bimba Mellark, Katniss Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hope

 

Balzi silenziosi riecheggiano sulle assi di legno.

Sono passi leggeri, passi di piedi piccoli.

Passi di bambina.

E infatti è così.

Una bambina dai lunghi capelli scuri sta piroettando in salotto, le braccia aperte, come a voler spiccare il volo.

Le sue gambe sottili si spostano sconnessamente sul pavimento, improvvisando un ballo.

Anche i capelli seguono quella strana danza, muovendosi nell'aria leggeri e setosi.

Quando termina, gira il viso verso di me.

«Ti è piaciuto, mamma?» mi domanda, gli occhi brillanti.

«Sì, amore. Sei bravissima» le rispondo sinceramente.

Lei sorride, e i suoi occhi s'illuminano ancora di più.

Sembrano due gocce di rugiada, pure e cristalline come solo l'acqua non intaccata dagli uomini può essere.

Si avvicina a me, sedendosi sulle mie gambe.

«Mamma?» sussurra.

«Sì?»

«Mi racconti la storia del mio nome?»

Un sorriso increspa le mie labbra.

Glie l'avrò raccontata innumerevoli volte, ma le piace così tanto ascoltarla, e io non riesco a dirle di no.

«Va bene» inizio. «Dopo nove mesi di lunga attesa, finalmente nascesti. Era un bella mattina di primavera, soffiava una brezza leggera e l'aria profumava delle primule del nostro giardino.

Fu una gioia immensa, tenerti tra le braccia, cullarti e cantarti la canzone della Valle.

Ma un problema assillava me e il tuo papà: quale nome potevamo darti?

Inizialmente, volevamo chiamarti come la bambina di cui ti ho tanto parlato, che ho conosciuto molti anni fa: Rue.»

«Quella che si arrampicava sugli alberi?» mi chiede la piccola.

Annuisco.

«Sai, me la ricordi molto. Anche lei, quando stava in equilibrio sui rami, apriva le braccia come fai tu quando balli.

Così leggera, così esile, sembrava un uccellino in procinto di spiccare il volo.»

Involontariamente, le lacrime cominciano ad affiorare dai miei occhi, mano a mano che la figura della ragazzina dai grandi occhi scuri si delinea nella mia mente.

«E allora perché non mi avete chiamata Rue?» chiede nuovamente la bambina.

Sorrido, mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Sono le stesse domande che mi pone ogni volta.

E sono le stesse domande a cui io, ogni volta, rispondo.

Forse non ci stancheremo mai di fare questo gioco.

«Perché con te volevamo iniziare una nuova vita, lasciandoci i ricordi dolorosi alle spalle. Non dimenticandoli, ovviamente, ma riponendoli in un cassetto del nostro cuore, che avremmo sempre potuto aprire.

Te l'ho detto molte volte: non si può vivere senza ricordi, ma, al contempo, non si può vivere di ricordi.»

«E poi?» incalza.

Sorrido.

«E poi, volgendo lo sguardo verso la finestra, ho visto schiudersi i petali di un fiore giallo brillante. Era un dente di leone, il primo della stagione.

E fu allora che capii come dovevamo chiamarti.

Tu sei il frutto dell'amore tra me e il tuo papà, sei il dente di leone che fiorisce a primavera, la luce che ha illuminato il buio in cui vivevamo.

Ecco perché ti chiami Hope: perché sei la speranza, sei la testimonianza che io e papà non ci siamo mai arresi, nonostante la sofferenza, nonostante le difficoltà.

Tu incarni il sentimento che ci ha permesso di andare avanti, di cercare lo spiraglio di sole tra le nuvole nere e far ritornare il cielo sereno.»

La bambina aggrotta le sopracciglia, e, con espressione pensierosa, mi fa una domanda che mai prima d'ora mi aveva posto: «E essere la speranza è una cosa bella?»

Le accarezzo la testa, baciandola delicatamente sulla fronte.

«Certo che lo è» dico in un bisbiglio, fissandola intensamente negli occhi. «Perché la speranza è l'unica cosa più forte della paura.»

 

 

Nido della Fenice

Eccomi di nuovo qui!

Non so da dove sia venuta fuori questa one-shot, so solo che mi piace il nome Hope, e da li' e' partito tutto.

Non mi sono mai soffermata troppo sul nome della figlia di Katniss e Peeta, ma non ho mai pensato che potessero chiamarla Prim o Rue... non so, mi sembrano troppo scontati, e, piu' che altro, li usano tutti.

Be', spero che questa fanfiction originale e inaspettata sia stata di vostro gradimento, aspetto le vostre recensioni.


-Phoenix_01

  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Phoenix_01