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Autore: Jawaader    23/06/2014    1 recensioni
Ero lì, ferma, immobile, distesa per terra, la maglia alzata fino al petto e i pantaloni sganciati, il cuore che mi batteva forte, la voce e gli urli che non riuscivano ad uscire, quando poi arrivò lui, a salvarmi.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5
 
Era tutto nero, non riuscivo a vedere niente. Sgranai gli occhi per provare a vedere qualcosa in più. Niente. Era come se fossi stata immersa in un barattolo di vernice nera. Alzai la mano e iniziai ad agitarla cerando di toccare le pareti che mi circondavano. Ma non c’erano! Né pareti né soffitto, solo il pavimento, presumo fosse stato un pavimento. Poi, tutto ad un tratto, intravidi un bagliore bianco in lontananza e una figura nera che lo stava attraversando. Si avvicinava sempre di più. Cominciai a indietreggiare, ma vidi che questa figura stava aumentando il passo, sempre di più fino a correre verso di me. Il mio respiro si fece affannoso e mi accorsi che stavo quasi correndo all’indietro, quando all’improvviso, non sentì più il pavimento. Stavo quasi per cadere nel vuoto, in quel buio profondo dal quale non sarei potuta risalire, se delle mani non mi avessero afferrato per i polsi. Venni riportata in posizione eretta e il mio respiro tornò normale e fu proprio in quel momento che vidi chi era quella forma oscura. Luke.
Mi alzo di scatto e mi siedo sul letto. Sentivo il battito veloce del mio cuore risuonarmi nella gabbia toracica e il respiro agitato. Il sudore aveva fatto appiccicare i miei capelli al collo. Avevo le mani umide. Guardai che ero erano. Le 3.15 di mattina. Mi tolgo la coperta di dosso e vado in terrazza. L’aria fresca mi raffreddava gradualmente il mio corpo. I pensieri tornarono alla sera prima, a quando quei ragazzi mi avevano buttato a terra, a quando arrivò Luke dicendogli di andarsene e a quando mi aveva riaccompagnata a casa. Perché l’aveva fatto? Come faceva a sapere dove ero io? Fino a pochi minuti prima era nel locale e poco dopo lì.. Per caso mi aveva seguito? Nah, era impossibile uno come lui non avrebbe mai seguito una come me, sarà stato un caso, però devo ammettere che se non ci fosse stato lui non avrei saputo come fare. Cercai di non pensare al giorno dopo ma purtroppo non ce la feci. Non volevo rivederlo, sarebbe stato troppo imbarazzante per me… Poi una domanda mi sorse nella testa: “Clary per che cavolo ti stai facendo tutti questi film mentali?! Alla fine ha fatto solo quello che tutti avrebbero fatto trovando una persona in una situazione simile.. no?” E in effetti era vero, mi stavo fossilizzando su una cosa che non stava ne in cielo ne in terra, mica ci eravamo baciati, mi aveva solo salvato da una circostanza brutta…  Così tornai a letto.
Quando mi alzai tutto in casa taceva. Era presto quindi mi feci una bella doccia fredda per togliermi quella fastidiosa sensazione di sudaticcio. Mi metto un filo di trucco, come sempre fatto, mi asciugo i capelli e mi vesto. Jeans, una t-shirt con una fantasia floreale che aveva la spallina leggermente più larga in modo che si potesse intravedere la spalla e infine Vans in tinta con la maglia e uscii di casa. Mi misi le cuffie negli orecchi e feci partire la musica. Fui la prima a entrare in classe, non sapevo come mai avevo fatto così in fretta quella mattina, ma non me ne feci un problema. Presi i miei libri di matematica dalla mia borsa e li posi sul banco. Il professore entrò e si sedette subito alla propria cattedra. Era un uomo alto, con i capelli neri e gli occhi scuri; era vestito molto formalmente con una valigetta di pelle.
-Buongiorno ragazzi – disse lui scrutando attentamente la classe. – Mi pare di aver visto che oggi abbiamo una nuova ragazza - Tutti si girarono verso di me e io arrossì completamente.
-Buongiorno- dissi con un tono di voce molto basso. – Io sono Claire-
-Si si, ho visto- disse lui sfogliando un pacchetto di fogli rilegati insieme e guardandoli attentamente con gli occhiali che gli ricadevano sul naso -Dal tuo curriculum sembrerebbe che la matematica non sia un problema per te, a differenza di molte altre persone in questa stanza.-    Bhe sì, è vero, non sono mai stata tanto male in matematica però di certo non andavo a vantarmene anche perché non mi sembrava un granchè come dote. In quel preciso istante, mentre il professore stava dicendo qualcosa che non riuscii a comprendere, perché ero immersa nei miei pensieri, la porta dell’aula si aprì e Luke entrò.
-Ah bene signorino Hemmings, devo dire che lei è sempre in netto anticipo-
-Scusi ho avuto un imprevisto e bhe…-
-Sì? Davvero? Un po’ come gli imprevisti della scorsa settimana?- disse il professore con un sorriso divertito sul volto.
-In un certo senso..- affermò Luke abbassando lo sguardo verso terra.
-Si sieda che è meglio-
Il ragazzo si sedette vicino alla finestra due file più avanti rispetto a me. Si girò e mi guardò. Mi fece un piccolo sorrisetto e io ricambiai. Il cuore mi martellava ne petto e non riuscii ad evitare di diventare rossa, così abbassai la testa tra le mie mani fredde.
Finita la lezione tutti si alzarono velocemente per uscire al più presto da quella stanza, solo Luke fu fermato dal professore perché doveva parlargli, almeno da quello che avevo sentito era così.
Mentre riponevo i libri nella borsa cercavo di cogliere qualche parola che il docente stava rivolgendo a Luke. Da quello che avevo capito il ragazzo non doveva andare molto bene a scuola, e quest’anno rischiava la bocciatura almeno che non fosse riuscito a recuperare matematica e qualche altra materia che non sono riuscita a comprendere. Finito di riordinare i libri feci per andare via ma la voce del professore mi fermò.
-Signorina Claire, potrebbe venire qua?-
-Io?- mi girai di scatto con un aria stupefatta.
Mi avvicinai alla cattedra dove stava ancora seduto il professore e dove davanti vi era ancora Luke.
-Ho visto che lei è abbastanza brava in matematica, potrei chiederle un favore? Potrebbe aiutare il signorino Hemmings in questi ultimi mesi di scuola a recuperare almeno questa materia? Se vuole, come ricompensa potrei far si che questo lavoretto gli frutti dei crediti extra. – Il professore congiunse le mani e mi guardò in attesa di una risposta.
-Ehm, ecco io…- Non sapevo che rispondere, non sapevo che fare, tutto ciò equivaleva a passare interi pomeriggi con lui, accanto a lui, con i suoi occhi azzurri fissi su di me… Mi sarei sentita costantemente in imbarazzo e anche per lui sarebbe stato lo stess;penso. – Va bene..- Le parole mi uscirono senza che io le potessi fermare, ero così decisa a dire di no che quando terminai la frase ero così sorpresa di quello che avevo appena detto che mi misi le mani davanti alla bocca. Spostai lo sguardo dal professore a Luke e vedendo i loro sguardi un po’ straniti feci finta di tossire. Quando alzai lo sguardo vidi Luke che mi stava sorridendo, non sembrava poi così tanto preoccupato a differenza di me.
-Bene, perfetto, potrete usare quest’aula per rimanere a fare i corsi..- disse il professore, prese la sua valigetta, si alzò, ci salutò e se ne andò. Mi sistemai meglio sulla spalla la borsa e aprii la porta dell’aula, che si era chiusa alle spalle del professore quando esso era uscito.
-Grazie mille.. adesso quella che mi sta salvando sei te-. Luke se ne stava lì, dove prima, fissando la matita che si rigirava tra le mani.
-E’ il minimo che avrei potuto fare- gli risposi girandomi e guardandolo. Alzò la testa verso di me e sorrise. Sentivo le farfalle nello stomaco, così ricambiai con un imbarazzato e timido sorriso e me ne andai il più velocemente possibile.
Come faceva? Come faceva una persona che avevo conosciuto per circa 15 minuti a farmi provare emozioni che nessuno prima d’ora mi aveva mai fatto provare? Tutte le volte che incrociavo il suo sguardo dei brividi si facevano sentire per tutto il mio corpo; tutte le volte che sorrideva il mio stomaco si contorceva; e tutte le volte che mi trovavo a poca distanza da lui sentivo le gambe che mi si scioglievano. Che diavolo mi stava succedendo?!
Dopo una giornata faticosa, finalmente arrivai a casa. Posai tutto a terra e andai in cucina diretta verso il frigorifero intenta a mangiare.
-Che fai?- Mi giro di scatto emettendo un piccolo grido acuto. C’era qualcuno in casa ed io non me ne ero accorta. Quando riesco a mettere a fuoco la figuro vedo che è mia mamma appoggiata allo stipite della porta a guardarmi.
-Mamma! Dio santo! Mi hai fatto prendere un colpo, manca poco che ci resto secca! Ma che cavolo ci fai a casa?!-
-Scusa non volevo- mi sorrise leggermente, come faceva di solito quando doveva dirmi qualcosa che la turbava o la faceva preoccupare. –Sono tornata prima perché.. ero in pensiero per te, ieri non ti ho sentito tornare e mi sono preoccupata.- mi volto subito verso il frigo facendo finta di cercare qualcosa, non ce la facevo a sostenere il suo sguardo quando dovevo mentirle.
Sì, non le avrei detto niente di tutto quello che era successo la notte prima; è vero io e lei ci siamo sempre confidate, o almeno io l’ ho sempre fatto, ma questa volta non ce la facevo, avrebbe iniziato a preoccuparsi, a controllarmi giorno e notte, ad accompagnarmi in tutti i posti, conoscendola avrebbe anche chiamato un body-guard  e questo non mi andava, a volte mia madre esagerava un po’ troppo… e poi alla fine non era successo nulla, io ero viva e vegeta grazie a Luke. Già, Luke…
-Eh lo so, scusami è che mi sono trattenuta perché era così carino quel locale che proprio non riuscivo a venire via, mi è davvero piaciuto- le dissi rovistando nel frigo – proprio bello, avevi ragione, poi ho conosciuto anche dei ragazzi, davvero molto carino sisi- continuai fingendo, ma almeno così ero sicura che lei non fosse stata in pensiero e sarebbe stata felice per me.  Mi volto di nuovo verso di lei chiudendo la porta del frigorifero e vedendo il suo sguardo illuminato e un sorriso enorme sulla sua faccia non riuscì a fare altro che avvicinarmi e abbracciarla.
-Grazie sai sempre la cosa migliore che devo fare- non feci in tempo a trattenerla che una piccola lacrima mi rigò il volto.
-Ehi, dai, tranquilla..- mi disse scostandomi da lei e guardandomi  negli occhi. Era così bella nonostante le piccole rughe che gli accarezzavano gli angoli della bocca e degli occhi. Non dimostrava per niente l’età che aveva, era così bella, molto più bella di me.

-SPAZIO AUTRICE-
Wela gentee!! Scusate per il capitolo in ritardo ma ho avuto un po' da fare! Spero che non vi sia passata la voglia di leggere!
Al prossimo capitolooo!! :))

 
  
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