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Autore: Little_Lotte    23/06/2014    5 recensioni
Questo breve racconto è ispirato alla misteriosa ed affascinante leggenda delle Selkies:
Secondo la mitologia irlandesi, la Selkie è una foca che può prendere sembianze umane e divenire una splendida donna.
Nella loro forma da foca esse vivono nell’oceano, ma nelle notti di luna piena possono scegliere di nuotare fino alle spiagge, spogliarsi del loro manto di foca e diventare donne, godendo del crepuscolo e delle sensazioni dell’essere umano.
Tuttavia, le selkies devono prestare grande attenzione a dove ripongono il loro manto, poichè nello sfortunato caso che un uomo se ne appropriasse, sarebbero a lui legate per sempre.
Questa storia racconta gli ultimi pensieri di una Selkie che, dopo aver recuperato il proprio manto, si appresta a fare ritorno in mare, non potendo - tuttavia - trattenersi dal provare dolore e rimpianto. Ispirato alla canzone "Swimming Home" degli Evanescence.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Breve nota prima della lettura: Questo breve racconto è ispirato alla leggenda delle Selkies e alla canzone "Swimming Home" degli Evanescence, a sua volta tratta da questo affascinante mito. Secondo la mitologia irlandese e scozzese, le Selkies sono foche in grado di tramutarsi in donne durante le notti di luna piena e molti racconti romantici in particolare traggono spunto da questa creatura; quella su cui mi soffermo io e di cui tratta la canzone che mi ha ispirato, è la storia di Séan O’Shea, un marinaio che si innamorò follemente di una Selkie e ne rubò il manto costringendola così a restare per sempre al suo fianco,sotto forma di essere umano; la ragazza,incapace per incanto di separarsi da lui, lo seguì fino a casa e trascorse insieme a lui molti anni, divenendo così una donna  docile e affettuosa, una madre perfetta ed una moglie gentile. Il tempo passò, la bambina crebbe e la Selkie si innamorò veramente del suo uomo, ma una notte trovò il mantello di foca che suo marito aveva nascosto per tanto tempo e il richiamo del mare divenne talmente forte da impedirle di restare sulla terraferma. Il mattino dopo, Séan trovò soltanto una scritta fatta con un dito in un pugno di farina sparsa sul tavolo, che recitava le parole: “Vi amo”.
Essendo rimasta molto colpita dalla leggenda e dalla canzone, ho pensato di scrivere un breve racconto su come potesse sentirsi una Selkie davvero innamorata dell'uomo al quale si era inevitabilmente legata e mi sono permessa di prendermi qualche libertà dal mito originale. Per una migliore lettura, vi lascio la splendida canzone che mi ha dato l'ispirazione: http://www.youtube.com/watch?v=J9IVfLnPl_E&feature=kp


Nothing Can

Hold Me



 

Perdonami.

Lo so che tutto questo non ha senso, che non dovrei essere io a domandare scusa per qualcosa che semplicemente non posso evitare e che il mio destino non può impedirmi di essere quella che sono, anche se per tanto tempo tu sei riuscito a trasformarmi in qualcosa di così diverso.

Non sono arrabbiata con te, tanto meno riesco a biasimarti per ciò che hai fatto.

Al contrario, io ti amo ancora come il primo giorno: ti amo ancora come quella notte quando, confusamente e senza neanche sapere cosa stessi cercando, bussai alla porta di casa tua e mi persi completamente dentro ai tuoi occhi; erano così belli, di un dolcissimo colore a metà fra il verde e l'azzurro, proprio come il mare.

Proprio come il mio mare.

Forse è stato questo il motivo per cui ho deciso di restare; forse, nel profondo dentro al mio cuore, sapevo di non aver più bisogno di tornare a casa perchè tu eri casa mia, perchè solo con te avrei saputo di trovarmi sempre nel posto giusto e non avrei mai più avvertito il desiderio di chiedere di più.

All'inizio, prima ancora d'incontrarti, non immaginavo che fosse possibile per una come me innamorarsi di un essere umano: avevo sentito tante storie di miei fratelli e sorelle costretti ad abbandonare il mare perché legati alla terra ferma e a qualche umano che aveva portato via la loro anima e ho sempre creduto che il loro legame con essi dipendesse unicamente da un atto di crudeltà e da una magia troppo forte da poter essere contrastata, non certo da veri e propri sentimenti. Credevo anche che, una volta spezzato quel legame, sarebbe stato sufficiente fare ritorno al mare per dimenticare ogni cosa della vita terrena, cancellare ogni singolo ricordo e ogni preziosa memoria di un amore che – in realtà – senza l'aiuto dei sotterfugi non si potrebbe certamente definire tale.

Adesso so di aver sempre sbagliato.

Adesso che il mare mi chiama, adesso che le voci dei miei fratelli invocano il mio nome e mi invitano ad unirmi nuovamente a loro, vorrei semplicemente non doverti dire addio.

Dicono che quando un uomo riesce a legare una di noi a sè stesso porta via con sè anche un pezzo della sua anima, e forse è davvero così: forse tu hai davvero rubato la mia anima nel giorno in cui mi hai strappata al mare, ma in fin dei conti non è stato uno scambio del tutto iniquo. E' vero, tu hai rubato la mia anima, ma in cambio di essa hai donato a me il tuo cuore e se anche dovessi vivere per oltre un milione di anni, io so che non troverò mai un altro uomo al mondo capace di amarmi così come tu hai amato me.

Nè, tanto meno, riuscirò mai ad amare qualcuno nel modo in cui ho amato te.

Una parte di me vorrebbe tanto non aver mai provato alcun genere di sentimento nei tuoi confronti; sarebbe molto più facile, adesso, abbandonare queste vesti umane e fare ritorno fra le onde del mare. Vorrei poter dare ragione ai miei fratelli, poter dire che il mio affetto verso di te è dipeso unicamente dal legame che tu avevi inevitabilmente creato quando portasti via con te il mio manto, ma non è così. Forse lo è stato in principio, forse quando i tuoi occhi incrociarono i miei per la prima volta non sapevo realmente cosa mi stesse accadendo, ma adesso lo so ed è proprio questo il motivo per cui non riesco a smetterla di piangere.

Ti amo davvero e non si tratta di un legame forzato, nè di un incantesimo che nessuna forza suprema sarebbe mai in grado di spezzare: io ti amo perchè è il mio cuore a suggerirmelo, perchè so che non troverò mai al mondo un altro uomo che sappia proteggermi, amarmi e rispettarmi nel modo in cui tu riesci a farlo e perchè ogni volta che guardo dentro ai tuoi occhi, io sento veramente di essere a casa.

Vorrei che tu fossi davvero casa mia, vorrei tanto che tu non dovessi competere con il mare; se solo non fosse per lui, se solo il mio corpo e la mia anima non fossero attratti da lui come un oggetto magnetico, non esiterei un solo istante a rimanere con te fino alla fine dei tempi.

Vorrei poterlo fare, ma non posso più ignorare quel richiamo: la mia pelle freme, la sento bruciare come se fosse avvelenata e so che anche lei oramai non ce la fa più, so che ha bisogno di fare ritorno a casa per essere nuovamente quella di un tempo; ogni cosa di me e del mio vecchio corpo implora libertà ed io non posso continuare ad essere sorda a questi bisogni.

E mi dispiace, credimi.

Mi dispiace e ti amo ancora, profondamente e più di quanto abbia mai amato qualsiasi altra cosa al mondo; desidero restare al tuo fianco ma non c'è più niente su questa terra che riesca a trattenermi, neanche il nostro amore – per quanto vero - è forte abbastanza.

Ho tentato a lungo di mettere a tacere quella voce dentro di me, ho provato a soffocare i miei bisogni ma in cuor mio ho sempre saputo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato; il richiamo del mare, del resto, è troppo forte ed io sapevo che prima o poi sarebbe accaduto, sapevo che sarebbe venuto a cercarmi e che non sarebbe stato possibile per me disobbedirgli.

Sento ancora la sua voce, rimbomba con insistenza nella mia testa e sovrasta con tutte le sue forze la tua, che a fatica riecheggia fra le pareti del mio cuore e pian piano si fa sempre più debole, forse ormai stanca e tremendamente rassegnata all'idea di non poter essere ascoltata.

E' tardi, adesso.

Se alzo gli occhi vedo le stelle e so che fra poco saranno per me un lontano ricordo, fra poco sarà di nuovo il mare ad accogliermi fra le sue braccia premurose e la spuma delle sue onde cancellerà ogni cosa, ad eccezione dei ricordi.

Quelli, per mia fortuna, non potrà mai portarmeli via.

Ora chiudo gli occhi e la brezza marina mi scompiglia i capelli, la sento penetrare nelle mie ossa e lentamente mi immergo in quelle acque limpide, la mia pelle fra le braccia finalmente pronta a riprendere del tutto il possesso di me; sento ancora quelle voci, i miei fratelli che mi chiamano e sussurrano il mio nome, mi sembra quasi di sentirli ridere, probabilmente felici all'idea di avermi nuovamente fra di loro.

Loro non sanno e non possono neanche immaginare quanto dolore io stia provando al momento; per tutti loro è come se io fossi stata rapita per tanto tempo e adesso facessi finalmente ritorno alla salvezza, alla mia libertà, e nessuno di loro riuscirà mai a scorgere il male che si cela dentro ai miei occhi.

E forse, tutto sommato, è molto meglio così.

E' tutto un lontano ricordo ormai, il mare mi accoglie come farebbe un tenero genitore ed io non posso più tornare indietro, adesso è questa la mia vita e così sarà per sempre, fino alla fine dei miei giorni. Mi volto un'ultima volta verso la spiaggia e mentre fisso l'orizzonte le mie lacrime si confondono con l'acqua del mare.

Addio, amore mio.

Perdonami se puoi e non dimenticare mai che, mio malgrado, ti ho sempre amato e ti amerò per sempre; non riuscirò mai a dimenticarti, ma il mare è più forte di ogni altra cosa e in un modo o nell'altro, troverà sempre il modo di richiamarmi a sè.

E niente, su questa terra, potrà mai trattenermi.


  
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