Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: Midnight the mad    24/06/2014    1 recensioni
Un vecchio diario trovato per caso, una pagina che racconta una storia di cui non c'è memoria.
Un segreto che centinaia di persone proteggerebbero con la vita, e che altrettante sarebbero disposte a rubare allo stesso prezzo.
Una scelta sbagliata, un potere perduto.
Come puoi scegliere da che parte stare?
E, soprattutto, come puoi essere certo di stare facendo la cosa giusta, se sai di non poterti fidare neanche di te stesso?
"Lo guardai. - Credo che tu non pensi davvero quello che stai dicendo. -
- E come fai a saperlo? Sai che non ho mentito. -
- Sì, ma so anche che non l'hai fatto neanche prima. Non hai mentito, quando hai detto che mi amavi. -"
"- Per proteggere te. E' per questo che l'ho fatto, dannazione! -
- Ah, davvero? Secondo me non è la verità. Secondo me l'hai fatto solo per proteggere te stesso, la tua felicità. Non ti è mai importati di quello che ne sarebbe stato di me. -
- Loro volevano ucciderti. - sussurrò, gli occhi lucidi.
- Anche tu mi hai uccisa. Non sono più io, questa, accidenti! Come fai a non rendertene conto? -"
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TRADITORE
Quando riuscii a vedere di nuovo, mi resi conto di essere nella Cattedrale. Anzi, nelle sue rovine. L’enorme chiesa cadeva letteralmente a pezzi: il muro dell’ingresso era stato buttato giù quasi del tutto, alcune delle colonne che dividevano le navate erano state letteralmente spezzate in due, l’altare era in pezzi e le panche bruciate. C’era un enorme buco nel tetto e il pavimento era spaccato in più punti e ricoperto di frammenti di vetro del lampadario che luccicavano debolmente alla luce che entrava. Vista la posizione del sole, doveva essere più o meno mezzogiorno, o al massimo primo pomeriggio.
Per un secondo rimasi immobile a fissare le macchie rosse e marroni di sangue coagulato sul pavimento, su cui erano abbandonate armi di vario tipo, tra cui alcune frecce di Arrow. Io afferrai una pistola. L’impugnatura era incrostata di sangue secco, ma era ancora carica. Ne presi un’altra. Non avevo mai sparato più di tanto, ma comunque sarebbe stato meglio di niente. Presi anche il pugnale con cui Hansel aveva cercato di uccidermi. Infilai il pugnale alla cintura sperando che non cadesse e così una delle due pistole, l’altra la tenni in mano.
Doveva essere stato uno scontro piuttosto violento, ma non avevo speranze sull’esito. L’aveva detto anche Lucifero: la torre era piena di prigionieri, quindi Gwen e i suoi dovevano essere stati catturati.
All’improvviso li vidi.
Erano tanti, tantissimi, la chiesa ne era piena, ma sembravano capaci di confondersi con le ombre tanto da essere praticamente invisibili.
Spiriti infernali.
Arrow mi guardò, o almeno pensai che mi stesse guardando. Andiamo. disse.
Io annuii e corsi fuori dalla Cattedrale.
-
Trovare la strada per la torre fu facile, la conoscevo bene come le mie tasche. Una volta arrivata nel centro abitato mi resi invisibile. Non dovevano vedermi troppo presto, altrimenti non sarei riuscita a fare niente.
Arrivata in vista della torre mi fermai. Era circondata dalle guardie. Loro non potevano vedermi, perciò questo tornava a mio vantaggio. Dovevo stenderne il più possibile, già che c’ero. Almeno avrei risparmiato un po’ di lavoro agli spiriti.
Feci un altro passo in avanti ed evocai il fuoco. Poi, mentre quello li circondava ferendone alcuni, creai una barriera attorno a me. Se non avessi combattuto in modo credibile avrebbero capito che era un diversivo. E poi, ehi, un po’ ci tenevo a restare viva.
Mi sentii puntare delle armi contro, ma non potevano ancora vedermi. Presi un respiro, sollevai la pistola e feci fuoco.
Colpii un uomo alla gamba, ma il secondo proiettile si piantò nel muro della torre. Cazzo. Non avevo affatto munizioni da sprecare.
Feci alzare le fiamme e iniziai a correre. Non riuscivo a concentrarmi abbastanza da restare invisibile in modo costante, perciò dopo un po’ iniziai ad apparire e scomparire all’improvviso. Ovviamente mi videro.
Cazzo.
Iniziai a scagliare colpi un po’ a caso, sfere di fuoco che volavano qua e là. La scena doveva essere abbastanza comica, in effetti, ma tutto quello che riuscivo a pensare era: “Ti prego, fa’ che non mi centrino”, quindi dal mio punto di vista tanto comica non era.
Cercai di allontanarmi il più possibile dalla torre senza che se ne accorgessero. In realtà tutto quello che riuscii a fare fu correre lanciando colpi e pregando di colpire qualcuno.
Mi sentii afferrare e agii prima di pensare. Mi girai e sparai. Il proiettile fece esplodere la testa dell’uomo dietro di me in uno schizzo enorme di sangue. Trattenni un conato di vomito e mi liberai di altri due uomini sparando. Per me doveva essere più facile: a quanto pareva non volevano uccidermi. Dovevo essere processata, forse. Comunque fosse, evidentemente Hansel mi voleva viva.
A un certo punto sentii delle urla. Delle urla e degli schianti. In uno dei muri della torre si aprì uno squarcio e qualcuno saltò fuori, volando via. Gwen, e poi altri del suo gruppo. Altri uscirono dalla porta, circondati dagli spiriti infernali.
Io cercai di capire se Mike fosse tra loro.
E, in quel momento, mi colpirono.
-
Quando aprii gli occhi, la testa mi faceva malissimo. Mi resi conto di essere sdraiata su un pavimento duro e freddo, fatto di un materiale dorato che riluceva alla luce bassa di una lampada lì vicino.
Anzi, no, non un materiale d’orato. Quello era oro vero.
Ero nella torre.
Mi misi seduta. Ero in una cella con le sbarre da un solo lato, che dava su una stanza circolare. Ce n’erano altre, di celle, tutte vuote.
O meglio, tutte tranne una.
- Marghe! –
Lei sollevò la testa. – Eva! Stai bene? Pensavo che... che fossi morta. Ti avevano... seppellita, cazzo! –
Mi morsi il labbro. – Ardefiel mi ha... dato una mano. – “Anzi, la vita.” – Tu come stai? –
- Non mi hanno ancora fatto niente. Quindi direi che è tutto apposto. –
- Speravo che fossi riuscita a uscire. – mormorai.
- Sì, beh, evidentemente mi hanno ritenuta particolarmente pericolosa, quindi mi hanno infilata qui. Queste porte possono essere aperte solo da chi le ha chiuse, e per spezzare l’incantesimo ci vuole così tanto potere che potresti mettere insieme Mike e Hansel e non ci riusciresti comunque. –
Sospirai. – Fantastico. Marghe, dobbiamo trovare la maniera di uscire da qui. –
Lei fece una smorfia. – Ehm... ci sono anche delle telecamere. – osservò.
- E chi se ne frega? E’ ovvio che proveremo a scappare. – sbuffai, notando l’occhio meccanico che avevo puntato addosso. Sperando che Hansel mi stesse guardando, gli rivolsi un dito medio.
- Bello il trucchetto degli spiriti, comunque. – commentò lei.
- Grazie. –
Ci guardammo. Stavamo entrambe cercando di non farci prendere dal panico, ma era abbastanza evidente che non saremmo arrivate vive alla fine della giornata. Non avrei dato a nessuno di quei bastardi il piacere di vedermi piangere, comunque.
Incrociai le gambe, cercando di trovare un’idea. E non ne trovai nessuna. Non c’era nessuna falla nella sicurezza che avrebbe potuto permetterci di andarcene. Certo, Gwen era fuori, ma se era viva – e non ne ero sicura – non sarebbe stata comunque capace di liberarci. Nessuno era capace di liberarci tranne chi aveva chiuso la porta.
O tranne qualcuno di abbastanza forte da rompere l’incantesimo.
Sì, ma l’unica persona capace di farlo che conoscessi era rinchiusa all’Inferno.
Mi lasciai cadere sdraiata e chiusi gli occhi, cercando di pensare. Il mal di testa se ne stava andando, ma era una consolazione piuttosto magra. Dovevo trovare la maniera di far uscire almeno Marghe. Dovevo.
- Mi dispiace di averti infilata in questo casino. – mormorai.
- Aspetta, tu ti stai scusando con me? Sono io quella che ti ha mentito per anni. –
- Sì, però tu non mi hai mai messa in pericolo di vita. –
- Ah no? Se ti avessi tenuta sulla Terra adesso non ti saresti fatta ammazzare. –
- Sono ancora viva. Cioè, di nuovo viva. – Esitai. – Sai se Mike è riuscito a uscire? –
- Sì, direi di sì. Non sono sicura al cento per cento, ma ho sentito che parlavano di ritrovarlo, quindi credo che ce l’abbia fatta. –
Beh, almeno quella era andata bene, quindi.
- Eva? –
- Sì? –
- Qualsiasi cosa succeda... voglio che tu sappia che sono felice di essere tua amica. –
Mi salirono le lacrime agli occhi. – Anch’io. – mormorai, sentendo arrivare la paura. Paura vera, concreta, dolorosa. Che cosa ci aspettava? Di essere uccise e seppellite in un cimitero pieno di tradito...
Mi bloccai.
Un cimitero pieno di traditori.
Subito un turbine di informazioni mi piombò nella testa. L’immagine di Marghe che parlava di Dante, che diceva che lui era stato all’Inferno. La lapide con il suo nome sopra. La mia conversazione con Lucifero sul modo di usare il sangue. Le scritte sul muro della chiesa.
E la porta della camera di Mike.
Pensai che per aprire la porta dovevo trovare la porta, come avevo già detto a Lucifero.
La porta era ovunque, certo, ma doveva esserci.
Guardai la telecamera. Nella posizione in cui ero non poteva inquadrarmi, o per lo meno non bene.
Portai un dito alle labbra e lo morsi abbastanza forte da ferirmi.
Con una mano iniziai a scrivere, restando immobile in quella posizione. Quando guardai, mi resi conto di non aver scritto nella lingua in cui avevo pensato, ma in un’altra. Fatta di simboli.
Per me si va nella città dolente,
Un altro pezzo del puzzle andò al suo posto. I segni sul muro. Dolente, Giustizia, Dolore. Come cavolo avevo fatto a non arrivarci prima?
Cercando di muovermi il meno possibile, continuai a scrivere.
per me si va nell’eterno dolore,
per me si va tra la perduta gente.
Il dito smise di sanguinare. Lo morsi di nuovo.
Giustizia mosse il mio alto fattore:
fecemi la divina potestate,
la somma sapienza e il primo amore.
Il cuore mi batteva sempre più forte. Quella era la mia ultima possibilità. Se non avesse funzionato saremmo morte. Incrociai le dita dell’altra mano e continuai a scrivere.
Dinanzi a me, non fur cose create
La telecamera si mosse e mi inquadrò.
Cazzo.
Ormai mi aveva visto, quindi mi misi in ginocchio e continuai a scrivere il più in fretta possibile.
se non eterne, e io eterna duro:
lasciate ogni speranza, voi ch’entra
La porta si spalancò e mi ritrovai davanti Hansel.
- Che cosa stai facendo? – ringhiò.
Sentii un sorriso affiorarmi sul viso. – Sai, Hansel, c’è una cosa che non ti ho mai detto. – Mormorai, continuando il simbolo, l’ultimo.
t
Mi guardò. Sembrava che non capissi.
Il mio sorriso si allargò. – Tu non hai mai catturato Lucifero. –
e.
Hansel capì, lo vidi dalla sua espressione. Aprì la bocca per urlare.
E poi il pavimento esplose.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Midnight the mad