I solemnly swear that I'm up to no good...again.
***
La
tiepida luce di un tramonto tingeva di
rosso le pareti di un corridoio deserto nella Scuola di Magia e
Stregoneria di
Hogwarts.
Ad un
tratto, l’ ovattato silenzio che
regnava incontrastato fu rotto da il suono di passi accompagnato da
voci
concitate.
- Uh,
compare, guarda!-
- Un
corridoio silenzioso e deserto.
Perfetto.-
Due
ragazzini voltarono l’angolo ed
arrivarono nel corridoio. Erano perfettamente identici: dai capelli
rosso
fuoco, alle lentiggini sul naso, agli occhietti vispi.
I due
si guardarono intorno, con l’aria
di chi sta macchinando qualcosa.
-Mmmm…
cosa potremmo fare per ravvivare
un po’ l’atmosfera?- domandò uno dei due.
-Non
saprei- rispose l’altro.
Quest’ultimo
si frugò nella tasca della
divisa e ne estrasse vari oggetti: una fionda, quelle che sembravano
biglie di
uno sgradevole verde, delle gomme da masticare e alcune Caccabombe.
-Uhmm…-
Uno dei due ragazzini prese una
Caccabomba e , dopo uno sguardo d’intesa con il fratello, la
lanciò.
Poco
prima che l’oggetto colpisse la
parete, i due si accorsero con orrore che non erano soli: una gatta
rinsecchita
e dagli occhi rossi li guardava con aria maligna da dietro
l’angolo.
-Oh
oh.- dissero i due con aria
preoccupata, mentre un odore orribile si diffondeva nel corridoio.
Dovevano
fare presto a scappare prima che…
-Ah
Ah!- fece una voce concitata alle
loro spalle.
-Uh
uh.- dissero i due, guardando con
orrore la faccia molliccia e chiazzata di rosso di Argus Gazza, il
noioso e
antipatico custode, che si stava chiudendo il naso con le dita.
Parlò
con una voce nasale che scatenò
l’ilarità dei gemelli.
-Bi
ho beccadi!-
- Non
ha le prove che siamo stati noi…-
disse uno dei fratelli, alzando il dito indice con aria solenne.
-…magari
siamo arrivati…-
-…proprio
quando il malfattore è
scappato…-
Gazza
li fissò per un po’, sospettoso.
Stava assumendo una strana colorazione blu, a causa della mancanza di
ossigeno.
- E
invece so ghe siede sdadi voi!- fece
infine, trionfante.
-Si..
e se fossi in lei respirerei,
altrimenti non potrà illustrarci la sua grande intuizione.-
-Non
mi farò dare dei ordini da due
moggioseddi come voi!- sbottò
il
custode, che, tuttavia, si lasciò andare il naso.
I due
furono presi da un altro attacco di
risate, quando, sulla faccia già blu del custode, si dipinse
una esilarante
smorfia di disgusto.
-Allora…
stava dicendo che lei sa che
siamo stati noi…- continuò uno dei gemelli, con
aria innocente.
-Pur
non avendo alcuna prova a sostegno
di questa teoria…-
-Potremmo
informare il preside della sua
mancanza di professionalità!-
-Basta!
– scoppiò Gazza, sputacchiando. –
Non credete che non sappia che siete stati voi a combinare guai negli ultimi due mesi!
È da quando avete
messo piede dentro questa scuola che succedono pasticci e io so che
siete voi!
– continuò, con gli occhi fuori dalle orbite per
la rabbia.
Quei
due gli ricordavano tremendamente
altri due mocciosi che erano stati ad Hogwarts molto tempo prima: nei
loro
occhi c’era lo stesso irritante luccichio.
Un
luccichio malandrino.
-Insieme
a noi sono arrivati un altro
centinaio di ragazzi.- rispose tranquillamente uno dei due.
-come
fai a sapere che siamo stati
proprio noi?- gli fece eco l’altro.
Gazza
fece una smorfia gongolante.
-Ahh,
è vero: non ho le prove che siete
stati voi a bruciare le tende del vostro dormitorio; che avete
incantato voi i
mobili della sala comune di Grifondoro, perché se ne
andassero in giro per il
castello; che è colpa vostra se la mia gatta adesso abbaia.-
disse con
una voce melliflua. – Ma so che siete stati voi a lanciare
una Caccabomba in
questo corridoio. O meglio che sei stato tu!- continuò,
soddisfatto, puntando
il dito contro uno dei gemelli -…e lo so – disse
prima che l’altro lo
interrompesse – perché hai ancora le mani sporche!-
I due
si guardarono.
- Ma
noo! Vede, George, mio fratello,
qui, è stato in punizione e ha dovuto maneggiare delle cose
nella serra di
Erbologia che un essere umano non dovrebbe mai vedere…-
-E
,purtroppo, non sono ancora riuscito a
sbarazzarmi dei ricord…- disse George con aria triste.
-Non
cercate di prendermi in giro!- urlò
il custode, fuori di sé. – Riconosco le tracce di
una Caccabomba quando le
vedo! Nel mio ufficio! Subito!-
I due
seguirono Gazza con aria annoiata.
Era la prima volta che li beccavano, e la sensazione non era delle
migliori:
non era preoccupazione, né angoscia, né
apprensione per la loro imminente
punizione. Era solo noia mortale. Sapevano che Gazza li avrebbe
strigliati per
bene prima di emanare un verdetto.
Arrivarono,
infine , all’ufficio del
custode e i due notarono, con piacere, che assomigliava moltissimo ad
uno
sgabuzzino per le scope: era piccolo e ’aria era
particolarmente lugubre,
probabilmente a causa della mancanza di finestre, quasi come se
aleggiasse un
fumo marroncino. Le pareti erano spoglie, a parte qualche catena o
altri
oggetti di tortura appesi qua e là, e in pietra viva.
L’arredamento era
rappresentato da una scrivania traballante piena di scartoffie,un
archivio che
occupava interamente la parete alle spalle della scrivania ed alcuni
armadi
dall’aria vecchia e muffita.
-Allora-
iniziò Gazza, sedendosi dietro
la scrivania – voi sapete cosa vi aspetta, vero?-
-Stiamo
appunto aspettando la risoluzione
di questo mistero...-disse il gemello George, fingendosi impaziente.
-Prego,
non ci lasci sulle spine ancora a
lungo…- gli fece eco suo fratello.
-Silenzio,
insolenti!- sbottò il custode,
e uno dei fogli sulla scrivania si riempì di saliva.
E qui
iniziò la sua solita filippica
sulle punizioni che si facevano una volta. Dalle urla dei ragazzi
appesi per i
pollici, alle lamentele di quelli che se ne dovevano andare con le mani
legate
per un’intera settimana… bla bla bla.
I
gemelli si guardavano intorno, sbuffando,
senza ascoltare una sola parola, e fu allora che lo videro: uno degli
armadi
era aperto e si intravedeva un cassetto, con su scritto Cose
Requisite –
Pericolo.
Sui
visi di Fred e George Weasley si
dipinse lo stesso, identico ghigno.
Quella scritta, per loro, equivaleva a Cose
Divertenti – Prendeteci. Un
vero e proprio invito, insomma.
Non
ci fu bisogno di accordare un piano:
George prese un’altra Caccabomba e Gazza non fece in tempo a
dire – Cosa?- che
lui l’aveva già lanciata, dando il tempo a suo
fratello di scattare verso
l’armadio e prendere qualsiasi cosa gli capitasse per le
mani. Fuggirono da
quell’ufficio prima ancora che il fumo nauseabondo
sprigionato dalla
Caccabomba, ancor più denso in un ambiente chiuso, si
dissolvesse.
-Cosa
sei riuscito a prendere?- domandò
George, ancora correndo. Dovevano arrivare in sala comune
più in fretta
possibile.
-Una
pergamena. Sembra bianca.- rispose
Fred, confuso.
-Una
pergamena bianca? Come una pergamena
bianca? Sei sicuro che sia una pergamena bianca?-
I due
fratelli avevano raggiunto la sala
comune sani e salvi e ora si erano accomodati sulle poltrone
più in disparte
(dopo aver scacciato due studenti del quinto anno), ammirando il loro
bottino.
-Si,
George, sono sicuro.- Fred rispose
cercando di restare calmo – Ma se dici un’altra
volta “pergamena bianca” ti ci
faccio diventare.-
George
si grattò il mento, con fare
pensieroso.
-Ma
non può essere una…- lanciò uno
sguardo preoccupato al fratello e si corresse
-…ehm…un foglio vuoto. Altrimenti
Gazza non l’avrebbe messo in quel cassetto.-
-Ma
Gazza è un idiota.- disse Fred,
facendo un gesto con la mano, come se volesse scacciare un insetto
invisibile.
-Quando
si tratta di requisire, non è
tanto idiota.- ribattè George, prendendo la pergamena dalle
mani di Fred. –Non
può essere solo una…un foglio vuoto.-
-Ok,
c’è un modo per vedere cosa fa?-
-Proviamo
a scriverci sopra?-
Fred
prese una piuma, l’intinse nell’inchiostro
e scrisse ‘ Fred e George Weasley’. Non accadde
nulla.
-Ok,-
fece George –proviamo a vedere se
c’è scritto qualcosa che poi è stato
nascosto.-
-Come?-
George
prese la bacchetta.
-Ordinandoglielo.-
disse e , con uno
sguardo d’intesa con il fratello, picchiò con
sulla pergamena e ordinò: – Fatti
vedere.-
Non
accadde nulla.
-Ok,
ammettiamolo: è una pergamena bianca
e Gazza è un idiota.- si arrese George.
-No,
aspetta. Mi sembra di aver visto un
insegnante convincere dell’ Inchiostro Simpatico a diventare
visibile.- disse
Fred, nell’evidente sforzo di ricordare qualcosa.
-Sbrigati,
prima che ti esca il fumo
dalle orecchie.- scherzò George.
-Non
essere così simpatico, George,
altrimenti morirò dal ridere- rispose, sarcastico, Fred.
– Aspetta, ci sono! –poi,
prendendo la bacchetta, anche lui picchiò sulla pergamena e
disse: - Ehm… Io,
Fred Weasley, lo studente più bello di questa scuola, ti
ordino di mostrarti.-
-Lo
studente più bello di questa scuola?-
ripetè George, con un sopracciglio alzato.
Fred
fece un sorrisetto sghembo. – Vuoi contestare
gemellino caro?-
George
fece per rispondere, ma si fermò
quando si accorse che sulla pergamena stavano apparendo delle parole,
come se
una mano invisibile le stesse scrivendo.
-Non
è una pergamena bianca!- dissero all’unisono.
Il
signor Lunastorta è felice di conoscere Fred Weasley, e gli
consiglia di
partecipare ad un concorso di bellezza per opossum, per avere un parere
imparziale sul suo aspetto fisico.
I due
gemelli si guardarono; entrambi i
loro volti erano illuminati come se avessero appena fatto una scoperta
scientifica.
Il
signor Ramoso porge i suoi distinti saluti a Fred, e gli chiede di
controllare
in uno specchio, la prossima volta. Sperando che non
s’incrini.
Entrambi
risero. Fred non aveva tempo per
sentirsi offeso, i due infatti stavano già pensando ai
possibili impieghi di
quel magnifico oggetto.
Il
signor Felpato ci tiene a consigliare a Fred Weasley di rivolgersi al
reparto
di malati mentali al San Mungo: sono bravi lì, possono
aiutarti!
Fred
e George ormai si stavano tenendo la
pancia dalle risate.
Il
signor Codaliscia è d’accordo con il signor
Felpato, e ci tiene a dire a Fred
Weasley una cosa che probabilmente gli cambierà la vita: tu
sei lo studente più
scemo
di questa scuola.
-Fratello,-
disse Fred, quando le parole
sulla pergamena furono scomparse. – io amo codesti nobili
signori.-
***
Nei
giorni seguenti, a scuola non si
parlava altro che della ‘Pergamena Insultante ’ di
Fred e George Weasley, i
quali avevano convinto tutti quelli che incontravano a cercare di
leggere quel
foglio che poi li insultava, dando modo ai gemelli di farsi quattro
belle
risate.
Quando
però la voce si sparse, i due
dovettero appendere la pergamena al chiodo, perché nessuno
ci cascava più.
-Che
peccato- disse Fred quando, per l’ennesima
volta, gli veniva restituito il foglio con un’imprecazione
della serie ‘ non ci
casco ’ o ‘ che giochetto scemo ’ . Ormai
riconoscevano il foglio anche se la
infilavano tra i libri o tra le pergamene vuote, perché,
dopotutto, era vecchio
e consumato.
-Già-
convenne George – era divertente.-
-Sai
una cosa, però,- continuò Fred,
lanciando uno sguardo al fratello – tu non hai provato.
Voglio proprio vedere
cosa diranno i cari Lunastorta, Codaliscia , Felpato e Ramoso su di te.
Dai!- lo
incitò, vedendo la faccia poco convinta del
gemello.
-E va
bene.- fece George, impugnando la
bacchetta. Diede un colpetto e disse – Io, George Weasley,
colui che , insieme
a suo fratello Fred , ha insultato più persone in questo
castello, grazie a
questa pergamena- e qui prese fiato – ti ordino di rivelare
ciò che nascondi.
-Dai
George,mi deludi! Il tuo epiteto è
troppo breve!- disse Fred con
sarcasmo, le sopracciglia inarcate.
-Sempre
meglio de ‘lo studente più bello
della scuola ’ . Almeno io ho detto la verità.
–
I due
conclusero il loro battibecco,
quando sulla pergamena apparvero delle parole.
I
signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, dopo
un’attenta analisi,
hanno convenuto che Fred e George Weasley sono degni di conoscere
ciò che
questa pergamena cela. Basta che loro giurino solennemente di non avere
buone
intenzioni e che, alla fine del loro nobile lavoro da fuorilegge, ci
dicano se
hanno fatto il misfatto.
I
gemelli fissarono le parole per un po’,
poi, come se avessero sempre saputo cosa fare, impugnarono la
bacchetta,
diedero un colpo e dissero : - Giuro solennemente di non avere buone
intenzioni.-
-Fatto
il misfatto.- disse Fred, colpendo
-Sai,
Fred,- disse suo fratello George, al suo fianco – non credo
sia giusto che il
povero Harry non possa visitare
Hogsmeade,quest’anno…-
-…solo
a causa della stupidità di suo zio…si,
hai ragione.- sapeva già dove voleva arrivare il fratello,
così concluse: -E’
ora che il giovane Harry conosca i signori Lunastorta, Codaliscia,
Felpato e
Ramoso.-
~ Spazio all'autrice.
TaDaaaaan.
Rieccomi con una
piccola ( piccola per modo di dire. E’ moooolto
più lunga dei capitolo dell’altra
mia fic, che
tra l’altro pubblicizzo
xD, è “ Dopo il ritorno del Signore Oscuro.”)
One Shot sui miei carissimi gemelli combinaguai.
Ancora
una volta dimostro
la mia insensata ossessione per le “parti mancate dei
libri”, per così dire. Questa
volta ho scelto una parte che mi sta molto a cuore: la scoperta della
Mappa del
Malandrino, e del suo funzionamento; già, perché
mi sono sempre chiesta : come
facevano Fred e George a sapere come funzionava?
Ed
ecco la mia risposta: i
Malandrini avevano incantato
E
i grandi Fred e George
Weasley sono più che degni *-*.
Ora,
vi prego di prestare
attenzione ad una nobilissima causa *faccia seria * :
Campagna di Promozione
Sociale - Messaggio No Profit:
Dona
l’8‰ del tuo
tempo alla causa pro recensioni.
Farai
felice milioni di scrittori.
(Chiunque
voglia aderire al messaggio,
può copia-incollarlo dove meglio crede)
So
che devolverete l’otto
per mille del vostro tempo per lasciarmi un commentino. Bello o brutto,
non fa
niente ^o^ .
Alla
prossimaaa!Bacioni.