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Autore: samy_97_    25/06/2014    1 recensioni
[Gabrielle è l’erborista di Storybrooke, un’isolata e piccola cittadina del Maine. Un vita parecchio noiosa, la sua. Ma solo il piccolo Henry sa che non è tutto come sembra e che ogni singolo abitante di Storybrooke ha una vita precedente, una vita in un altro mondo. Chi era Gabrielle nella Fairytale Land? E soprattutto, che legame ha con Mr. Gold, colui che terrorizza tutta la città?]
“Non era una buona idea, Gabrielle Chease lo sapeva bene.
Lei era stata chiarissima sul fatto che non voleva che si avvicinasse più a suo figlio eppure, quando aveva scoperto che andava da Granny tutte le mattine assieme alla sua vera mamma, non poteva fare a meno di andarlo a trovare. Si raccoglieva i capelli rossi e si metteva un cappuccio che nascondeva in parte la sua identità.”
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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DREAM OF MY DREAMS





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18. Together.

Elise era allibita e terrorizzata.

Rumpelstiltskin stava distruggendo le teche del suo negozio, prendendole a pugni con tutte le sue forze. I vetri si rompevano come se fossero stati di carta e l’uomo non si fermava, colto da una rabbia improvvisa e totale.

Sembrava non sentisse nemmeno il dolore dovuto al vetro che si frantumava e alle schegge che lo graffiavano.

-Rumpel, fermati!- esclamò Elise, agghiacciata, quando vide le nocche e le mani del suo folletto iniziare a sanguinare copiosamente. -Rumpelstiltskin, basta!-

Ma lui non le dava retta, era come se non la sentisse. Elise, ad un certo punto, corse da lui e gli si parò davanti, prendendolo per le spalle e iniziando a scuoterlo con forza per farlo calmare.

-Smettila! Così non concluderai un bel niente!- gli urlò, continuando a stringergli forte le spalle, sperando che almeno quel dolore lo facesse tornare in sé.

L’uomo, dopo averla fissata per qualche secondo, sospirò e fece cadere le braccia lungo i fianchi, appoggiando la testa alla spalla di Elise e iniziando a singhiozzare disperato. Elise iniziò ad accarezzargli i capelli e, lentamente, lo condusse nel retrobottega dove c’era un piccolo lavandino.

-Vieni, amore. Ti lavo le ferite.- gli sussurrò, facendolo sedere su una sedia e guardandolo con dolore, mentre si appoggiava al muro, sfinito. Era come se non avesse la forza per rimanere seduto senza il sostegno del muro del suo negozio.

Elise gli prese delicatamente le mani, iniziando a passarle sotto l’acqua fredda, cercando di togliere tutte le schegge che gli erano entrate nella carne, anche se le sembrava una missione impossibile, tanto piccoli erano i pezzi di vetro.

-Rumpel… forza, guarisciti.- gli disse ad un certo punto, vedendo che l’acqua fredda non bastava a far fermare il sangue.

-No.- sussurrò lui, dalla sua postazione abbandonata addosso alla parete. -Non ne ho voglia.-

-Come non ne hai voglia, Rumpelstiltskin?!? Ti sembra il modo di abbatterti?-

-Mio figlio mi odia e il peggio è che ha perfettamente ragione. Tutto quello per cui ho combattuto non è servito a nulla. Non c’è lieto fine per me.- sussurrò, più sconsolato di come l’avesse mai visto Elise. Solitamente si arrabbiava, si irritava, ma non l’aveva mai visto così insicuro e abbattuto.

La ragazza rimase per un attimo senza parole.

-Il lieto fine non è mai facile, Rumpelstiltskin: bisogna lottare per ottenerlo e non bisogna arrendersi mai. E poi- sussurrò, accarezzandogli una guancia. -lo sai che puoi sempre contare su di me. Non ti lascerò mai più solo.-

Rumpelstiltskin la guardò per qualche secondo, poi annuì e si lasciò abbracciare nuovamente dalla ragazza, che lo strinse dolcemente.

-Avevo ragione quando dicevo che mi salvi ogni giorno.- le sussurrò all’orecchio. Elise sorrise, sentendosi andare in brodo di giuggiole, sebbene sapesse che quello non era il momento adatto per certi pensieri.

-Forza, adesso: guarisci quelle ferite.-

L’uomo fece come gli aveva detto, ed Elise vide i tagli chiudersi magicamente, finché le sue mani non tornarono pallide e pulite. Lei le strinse e intrecciò le dita con le sue.

-Dagli un po’ di tempo, Rumpel. Vedrai che si risolverà tutto.-

 

Oh, adesso mi sente, pensò Elise un paio di giorni dopo. Aveva cercato Bae durante le pause pranzo, ma sfortunatamente per lei e fortunatamente per lui, non le era mai capitato di incontrarlo. Almeno fino a quel momento.

Entrò da Granny e fece un cenno a Ruby con la mano, poi si diresse al tavolo dove Baelfire stava pranzando con Emma e Henry.

Una piccola parte del suo cervello pensò che, se quei tre consumavano i pasti insieme, significava che le cose tra i genitori di Henry si stavano aggiustando e Elise non poteva essere altro che immensamente felice per quel bambino.

In ogni caso, in quel momento non poteva pensare anche a quello: aveva ben altro da fare.

-Ehi.- esclamò, attirando immediatamente l’attenzione. Baelfire e Henry le sorrisero raggianti e solo in quel momento Elise si accorse di quanto sia assomigliassero quelle due espressioni. Si diede della sciocca per non aver mai collegato le due cose.

-Devo parlarti.- disse rivolta all’uomo, che la guardò con un’espressione interrogativa che, in altre occasioni, avrebbe l’avrebbe fatta ridacchiare. -Usciamo.- disse, indicando con un ampio gesto del braccio la porta, trattenendo a stento la rabbia che minacciava di farla esplodere. In quei due penosi giorni, il suo Rumpelstiltskin non era praticamente mai uscito di casa e non aveva fatto altro che fare spola tra il divano e il letto di casa sua, quando le cose andavano bene. Quando andavano male, prendeva tutti i bicchieri e i piatti che riusciva a trovare nella sua credenza e li lanciava contro il muro, fracassandoli con tutta la sua forza. Poi li riparava con la magia e rincominciava da capo.

Elise lo lasciava fare, finché non vedeva che la cosa degenerava e, allora, cercava di spingerlo nella direzione opposta che, a sua volta, degenerava e così via.

Per questo motivo la ragazza non riusciva più a sostenere quella situazione.

-Per quale motivo dovremmo uscire?- le domandò Baelfire, palesemente confuso.

-Lo dico per te: a me non fa differenza.-

-Dunque, dimmi pure tutto.- le disse, non muovendosi di un millimetro dalla sua posizione seduta.

Elise fece un sospiro profondo e gli puntò il dito sul petto, imponendosi di stare calma.

-Tu!- esclamò -Tu lo sai che io ti voglio un bene dell’anima, Baelfire, ma non ti permetto di far soffrire a quella maniera l’uomo che amo, sono stata abbastanza chiara?-

Bae aggrottò le sopracciglia, capendo dove voleva andare a parare la ragazza. -Mi ha abbandonato!- disse a denti stetti, guardando Elise con una determinazione così rabbiosa che la ragazza trasalì per un attimo.

Baelfire si stava aggrappando con le unghie e con i denti a quel motivo, nascondendosi dietro ad esso per cercare di soffocare il dolore immenso dell’abbandono. Elise capiva come quell’episodio l’avesse segnato così profondamente, tanto che se lo trascinava ancora dietro dopo anni e anni. Ma era anche convinta che, se gliene avesse dato la possibilità, Rumpelstiltskin sarebbe stato capace di cicatrizzare quella ferita, anche senza l’uso della magia.

-Anche tu l’hai fatto! Tu hai abbandonato Emma e tuo figlio che non era ancora nato e non me ne frega un tubo se dici che non lo sapevi!- Elise, a quel punto, iniziò a urlare, incurante di Henry ed Emma, che la guardavano scioccati. -Dovresti dimostrare gli anni che hai, invece dimostri solamente che tuo figlio è più maturo di te: lui ha dato una seconda possibilità ad entrambi i suoi genitori, sebbene non lo meritaste e lui non se ne è mai pentito!- fece un respiro profondo, cercando di calmarsi. -Rumpelstiltskin ha rimpianto ogni giorno della sua vita di averti lasciato cadere in quella buca, Bae, e io rimpiango ogni giorno della mia vita di non essere stata lì con voi in quel momento, ma il passato non si può cambiare, il futuro si. Basta sofferenza, basta dolore. Prova a perdonarlo, provaci, e dagli la possibilità di mostrarti quant’è cambiato da allora.-

Alla fine del discorso, Elise prese un respiro profondo e chiuse gli occhi.

-Papà?- lo chiamò timidamente Henry, ad un tratto. -Elle ha ragione: dovresti dargli una seconda possibilità.-

Bae abbassò lo sguardo. -Io… non credo…-

-E’ pur sempre il tuo papà!- esclamò il ragazzino. Ad Elise si riempì il cuore di tenerezza e sorrise leggermente ad Henry, mimandogli un grazie con le labbra.

Alzò lo sguardo verso Emma e la vide fissare assorta Baelfire e il figlio, come a cercare di prevedere la loro prossima mossa; era talmente concentrata che si accorse dopo qualche secondo che Elise la stava fissando. A quel punto, anche lei sorrise leggermente. -Ha ragione, Neal.- disse.

Lui alzò di scatto la testa.

-Non credevo l’avrei mai detto, specialmente non su Gold, ma loro hanno ragione.-

Elise fece un sospiro di sollievo: forse, loro potevano cercare di farlo ragionare. La ragazza strinse una spalla a Bae e gli sorrise incoraggiante, poi salutò con un cenno del capo Emma ed Henry e se ne andò.

Appena fuori dal locale, il cuore iniziò a batterle fortissimo: doveva avere fatto la figura della pazza psicopatica lì dentro, ma se quell’attacco isterico sarebbe servito a sistemare le cose, ne sarebbe valsa la pena.

Era appena arrivata a casa, che le arrivò un sms da Red.

 

Cosa è successo? -R

Neal è Baelfire, il figlio di Rumpel. Hanno litigato e R sta malissimo. -E

Sei sempre la solita! Farti gli affari tuoi mai, eh? ;) -R

Mi conosci ormai :P E tu non hai visto in che stato è ridotto… dovevo cercare di fare qualcosa. -E

Mi racconterai meglio. -R

 

Elise ridacchiò: lei e Red avevano un’empatia che non aveva mai avuto con nessuno. E Elise l’adorava.

-Rumpel, sono tornata!- esclamò, dirigendosi a colpo sicuro verso il salotto.

-Ciao, dearie. Dove sei stata?- le domandò lui, continuando a fare noiosamente zapping con il telecomando.

-Un po’ qui, un po’ là… ho preso una decisione, comunque.- affermò, sedendosi accanto a lui e costringendolo a guardarla.

-Ovvero?-

-Ovvero: domani aprirai il negozio.-

Rumpelstiltskin roteò gli occhi e sbuffò.

-Non fare il bambino, Rumpel: ti sei già goduto abbastanza la tua casa. E’ ora di uscire un po’ all’aperto. Reagisci, accidenti! Non ti riconosco più!-

Con una mossa fulminea, l’uomo le si avvicinò, finché non le arrivò ad un palmo dal naso.

-Mi hai convinto, dearie. Ma direi di incominciare con qualcosa di più piacevole, non credi?- le sussurrò.

Elise rise e lo baciò di slancio, passandogli le braccia dietro al collo e stringendosi a lui.

 

-Su, su: non ci vuole una laura in ingegneria, non credi, dearie?-

Elise gli fece la linguaccia. -Non siamo tutti geni come te, Rumpel. Abituati a stare in mezzo alle persone comuni.-

Rumpelstiltskin rise e le si avvicinò, posandole un bacio sulla guancia. Poi le prese l’ago dalle mani e iniziò a cucire con delicatezza la copertina del libro.

-Sarai anche un po’ antipatico, ma come restauratore sei un genio!- esclamò la ragazza ridendo e abbracciando di slancio l’uomo, facendogli cadere di mano l’ago. Rumpelstiltskin sbuffò, poi ricambiò delicatamente l’abbraccio, iniziando a ridere sommessamente.

Ad un tratto, il campanellino del negozio suonò, così Rumpelstiltskin superò le spesse tende rosse ed Elise lo sentì salutare il presunto cliente.

Aguzzò l’udito, sperando di capire chi era senza dover fare la spia, ma per i successivi due minuti non sentì proprio nulla. Così, scostò leggermente le  tende rosse e diede un’occhiata.

Elise per poco non si strozzò con la sua stessa saliva: Bae e Rumpelstiltskin stavano parlando come due persone normali, senza gridare, senza darsi contro, senza accusarsi. La ragazza aveva la tentazione di uscire saltellando dal retrobottega e saltare addosso ai due uomini, ma si impose di aspettare che la conversazione finisse e che quei due si chiarissero per davvero. Una volta per tutte.

Rimase a spiocchiare per qualche altro minuto, indecisa se uscire allo scoperto oppure no, quando Rumpelstiltskin allargò le braccia e abbracciò il figlio, subito ricambiato.

La ragazza sentì le lacrime di gioia pizzicarle gli occhi e si slanciò verso di loro, non riuscendo a trattenersi ancora.

I due uomini furono sbilanciati per un attimo dal suo peso, ma poi l’avvolsero nell’abbraccio. Elise li strinse forte, ridendo, felice che quell’immagine rispecchiasse così bene i suoi desideri.

-Ero sicura che la mia sfuriata avrebbe avuto qualche effetto, Bae.- sussurrò Elise, schioccando un bacio sulla sua guancia.

-Che sfuriata?- domandò Rumpel, staccandosi leggermente da loro e aggrottando le sopracciglia.

Elise e Baelfire si guardarono e si sorrisero. -Nessuna sfuriata, papà. Tu hai parlato di sfuriata, Elise?- le domandò, ironico.

-No e tu?-

Lui scosse la testa, guardandola divertito.

-Cosa devo fare io con vuoi due?- sussurrò Rumpelstiltskin, posando un bacio tra i capelli di Elise. Loro, per tutta risposta, scoppiarono a ridere ed Elise sentì che, finalmente, erano tornati ad essere una famiglia.

 

-Rumpel? Sei felice?- domandò Elise, accoccolandosi di più addosso la lui e affondando la testa sul cuscino.

-Certo che lo sono, dearie.- le rispose lui, passandole una mano sui fianchi e facendola rabbrividire per il gelo delle sue mani. Elise ridacchiò.

-Anche io, sai?-

-Lo so, amore mio.- disse, prima di baciarla. A Elise piaceva molto il sapore delle labbra di Rumpelstiltskin: sarebbe rimasta a baciarlo per ore e ore, senza essere mai sazia di lui.

-Hai visto che avevo ragione?-

-Ragione su cosa, dearie?-

-Sul fatto che anche tu avresti avuto il tuo lieto fine.-

Rumpel ridacchiò. -Si, avevi ragione sweetheart. Ma adesso non montarti la testa per questo.-

Elise gli fece la linguaccia. -Cosa succederà adesso?- domandò poi, titubante. -Torneremo nel nostro mondo?-

L’uomo fece spallucce. -Non lo so, dearie. Staremo a vedere.-

La ragazza annuì e si strinse di più a lui. Dopotutto, non le importava: un mondo valeva l’altro. Le bastava solamente avere la sua famiglia al suo fianco.





Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Salve a tutti! Chiedo immensamente scusa per questo mio orribile, terribile e raccapricciante ritardo: purtroppo la scuola mi ha uccisa e, sebbene questo ultimo capitolo fosse finito da un pezzo, non ho mai avuto il tempo -ne la pazienza, lo ammetto.- di rivederlo, correggerlo e pubblicarlo. Ora mi sto godendo l'estate e mi sono messa di buona lena per farlo.

Insomma, spero che questo ultimo capitolo vi sia piaciuto almeno un pochetto e vi invito a recensire: risponderò sicuramente, questa volta, con tutta la calma che questa stagione può offrire.

Non posso dire di essere triste di aver pubblicato questo capitolo, dato che ho detto addio a Rumpel ed Elise parecchio tempo fa, ma devo ammettere che mi ha fatto un certo che rileggere il capitolo. Insomma: ho amato scrivere questa storia, ho amato sognare l'amore di questi due e, per quanto poco, immedesimarmi in loro. Spero con tutto il cuore che vi possa trasmettere qualcuna delle emozioni che ha trasmesso a me mentre lo scrivevo.

Vi mando un bacione e, per ora, vi auguro una buona estate: chissà che non ritorni con un'altra long o una shot.

Un bacione a tutti,

°°Sami°°


  
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