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Autore: dreamey    26/06/2014    8 recensioni
Quando la vita sembra prendersi gioco di te; quando sai perfettamente quanto sia importante quel minuto; quando ti rendi conto che ti accade proprio quello che non avresti mai creduto possibile; quando la persona che non avresti mai assolutamente pensato, diventa l'amore della tua vita.
Quando un litigio tra perfette estranee per un taxi,si trasforma in un'inaspettata storia d'amore.
E' quando accade tutto questo, che scopri che la vita ti ha regalato i momenti più preziosi della tua esistenza.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Buona lettura!

Capitolo 11

Si sentiva strana. Si sentiva come se tutto intorno stesse scorrendo alla velocità della luce e lei rimanesse ferma, immobile ad aspettare. Aspettare qualcosa. O qualcuno. O ad aspettare di far qualcosa lei stessa.
Era una situazione del tutto nuova. Incomprensibile.
E, tra tutte le emozioni che riusciva a provare, forse, per la prima volta, non si sentiva mortalmente triste.
E si trattava di qualcosa di inspiegabile, ma non c'era tristezza in lei. Non era ancora pienamente felice, ma non si sentiva triste.
Callie Torres, stava superando quell'infelicità che l'aveva accompagnata quasi per anni.
No. Arizona Robbins, stava rischiarando quel grigiore, che per anni si era portata dietro.
E lei nemmeno lo sapeva.
Ma Callie, Callie, riusciva a percepirlo.
 Lo percepiva quando la guardava sorridere, quando per caso, si ritrovava ad ascoltare la sua risata, quando guardava quegli occhi.
A volte le bastava semplicemente osservarla e riusciva a sentirsi meglio.
Quella donna, era stata indirettamente la sua cura.
 Ma aveva impiegato quasi sei mesi per riuscire a rendersene conto.
A rendersi conto, che malgrado tutto, non sarebbe riuscita a fare a meno della presenza di quella donna nella sua vita.
La sua vita era diversa da quando l'aveva incontrata di nuovo.
Aveva creduto di odiarla ancora. Ma la verità era, che non l'aveva mai odiata veramente.
La verità era, che non era mai riuscita ad ammetterlo. Ad ammettere che Arizona Robbins, le faceva uno strano effetto. Sin dai tempi della specializzazione.
E negli anni non era cambiato niente.
La sua vita era da sempre stata incasinata. Non aveva più spazio per inserirci altre complicazioni in quel suo casino.
Aveva abbandonato la sua città natale quando si era trasferita per la specializzazione. Si era allontanata da qui problemi di famiglia, dalle complicazioni con i genitori, dal modo di vivere troppo diverso da quello che concepiva lei.
Poi era ritornata, ma i problemi erano rimasti sempre quelli, sempre li. E allora, a quell'offerta di lavoro inaspettata, aveva rifatto la valigia ed era volata via, verso Seattle, dove avrebbe ricominciato una nuova vita, fatto nuove amicizie.
Era diventata un primario. E Seattle sarebbe diventata la sua nuova casa e, i suoi colleghi, la sua nuova famiglia.
Procedeva tutto per il meglio. La sua nuova vita cominciava davvero a piacerle.
Poi era arrivata lei. Che era parte di quel suo casino. Era forse diventata uno dei suoi problemi principali.
 Arizona, le aveva creato scompiglio tutt'intorno.
Poteva giurare di averla odiata. Ma la verità era, che la presenza di quella donna nella sua vita, non era stata altro che la sua più grande fortuna.
Ma se n'era accorta troppo tardi.
Quella fortuna, le aveva voltato le spalle. Letteralmente.
E a lei, mancava quello scompiglio che il chirurgo pediatrico, con le fossette e le scarpe con le rotelle, le aveva creato.
Si era trasferita per riprendersi in mano la sua vita, la sua tranquillità. E invece, aveva incontrato Arizona, che  le stava sconvolgendo la vita.
Aveva creduto di averla cambiata in meglio, una volta trasferita a Seattle.
Ma, quel meglio, non si avvicinava nemmeno di un centesimo a quello che quella donna avrebbe potuto farle avere.
Tutto era cominciato ad andare veramente meglio dal momento che Arizona era rientrata a far parte di nuovo della sua vita.
Ma non se n'era accorta, se non forse troppo tardi.
 
E quello scompiglio l'aveva spaventata a morte. Quello che poteva provare per quella donna l'aveva spaventata a morte.
Ma ora, era ferma a quel punto. Tutto intorno a lei si muoveva velocemente, e lei non poteva restare ferma.
Arizona le piaceva. Davvero. Arizona rappresentava tutto ciò di cui aveva bisogno.
Arizona, era qualcosa di diverso. Qualcosa che mai si sarebbe aspettata. Qualcosa che mai avrebbe creduto potesse accadere.
Glielo avevano detto quelle lacrime in quei suoi occhi così blu, in quegli occhi stupendi, quella sera al parcheggio.
Non sapeva ancora cosa fosse. Era qualcosa di inspiegabile.
 Ma con la presenza di Arizona nella sua vita, non c'era più tristezza.
E Callie, voleva essere felice.
E forse, per esserlo, aveva davvero bisogno di lei.
Di quell'Arizona insopportabile, che la mandava fuori di testa; Di quell'Arizona fiera e testarda; Di quell'Arizona a tratti dolce;
E aveva bisogno di guardare dentro al blu dei suoi occhi; aveva bisogno di ascoltarla ridere; aveva bisogno di rimanere incantata dal suo sorriso.
Aveva bisogno di essere travolta dalla bellezza così fuori dall'ordinario di quella donna.
Aveva bisogno di arrivare al suo cuore.
Arizona, in fondo, lo aveva fatto di prepotenza con lei.
Era arrivata, le aveva sconvolto la vita, si era presa una parte di lei.
Non la rivoleva indietro. Ma voleva con sè, la perfezione di quella donna.
No, non la odiava. Non l'aveva mai odiata veramente.
E l'aveva vista quasi piangere quella sera.
Aveva letto qualcosa in quegli occhi.
Aveva finalmente guardato in faccia la realtà.
Stava iniziando a capire, cosa realmente fosse, quell'effetto così strano, che da sempre aveva provato quando Arizona era con lei.
Quell'effetto così strano quando si erano ritrovate a litigare per anni;
Quell'effetto così strano, ogni volta che si era ritrovata in una piccola stanza a pochi passi da lei.
Quell'effetto così strano e incredibile, quando l'aveva baciata. E quando Arizona aveva risposto e ricambiato il suo bacio.
Quell'effetto quasi inspiegabile, quando aveva visto delle lacrime nei suoi occhi.
 
Forse era tutto così estremamente improbabile.
 
Stava sorridendo. Era appena sorto il sole, era stesa nel suo letto e stava pensando a lei. E stava sorridendo.
Aveva davanti agli occhi, l'immagine così perfetta di Arizona, la sua bellezza straordinaria.
E Callie, aveva un largo sorriso sulla sua faccia.
Non ricordava nemmeno più, quand'era stata l'ultima volta che si era svegliata col sorriso.
 
Non l'aveva inseguita la sera precedente, quando era scappata via.
Era rimasta impietrita a guardare la sua auto allontanarsi.
Aveva cercato di ignorare quelle sue parole, quelle lacrime.
Aveva cercato di ignorare quello che le stava succedendo dentro.
Quella sensazione allo stomaco.
Fino a quando, si era resa conto, di non poterlo più fare. Non poteva più ignorare.
Ormai, non aveva via d'uscita. Il suo cuore, il suo stomaco, glielo avevano fatto capire chiaramente.
E lei era Callie Torres, non avrebbe mai lasciato niente in sospeso.
Era rimasta impietrita, ma ora, stava cominciando a muoversi. A muoversi in sintonia con tutto ciò che le si muoveva vicino. E lei, muoveva incontro.
 
 
- Torres, sai, sei strana stamattina, diversa dal solito.- Le aveva appena comunicato una raggiante Addison, prendendo posto accanto a lei, al tavolino del bar dell'ospedale.
Strana. Quell'aggettivo ormai, le era diventato quasi familiare.
SI voltò appena verso l'amica sorridendole.
- Ho rotto con Scott.- rispose in tutta tranquillità, avvicinandosi alla bocca il suo bicchiere con dentro del cappuccino caldo.
Sorrise prima di fare un nuovo sorso, notando la faccia sbigottita dell'amica.
- Cosa? E quando? Ma soprattutto perchè?- le aveva chiesto tutto d'un fiato la rossa, bramosa di una risposta.
Callie non lasciava. La Callie che conosceva lei, non lasciava. Era sempre stata lasciata.
- Ehi, Addy, calmati, non ho mica rotto con te, no?- non potè fare a meno di sorridere.
Aveva rotto col suo ragazzo, la sera stessa che Arizona l'aveva lasciata in quel parcheggio.
Poi, si era svegliata col sorriso, e voleva continuare a sorridere.
- Per la prima volta, dopo tanto, questa mattina, mi sono svegliata sorridendo, Addison.-
- Oh, cavolo, era proprio così male, questo Scott?- rispose l'amica non riuscendo a seguire perfettamente il filo del discorso della mora.
- No. Ma è solo che, credo che ci sia un'altra persona in grado di rendermi completamente felice.-
Aveva spostato lo sguardo nel vuoto e, l'immagine di un' Arizona sorridente, si stava facendo spazio nella sua testa.
La voce di Addison la distolse da quel suo pensiero.
- E quando conti di trovarla questa persona? Perchè, beh.. Scotto sembrava perfetto. Dolce, premuroso, abbastanza carino e..-
- E non è lui.-
- E quando hai realizzato tutto questo, Callie? Insomma, fino a ieri ci stavi insieme.-
- Ieri. Purtroppo l'ho realizzato solo ieri.-- rispose con un sospiro.
- Continui a non convincermi Torres.- la interrupe l'amica facendo l'ultimo sorso al suo cappuccino.- Resti comunque strana. Direi quasi.. Felice?- chiese con esitazione.
- Beh, spero davvero di riuscire ad esserlo stavolta. Credo si lei. La persona giusta. Credo sia lei.-
Aveva poggiato il bicchiere sul tavolo, ed osservava le sue dita che stringevano quel cartone. E continuava a palare.
-E l'ho avuta davanti agli occhi per tutto questo tempo. Ho creduto di odiarla. No, mi imponevo di odiarla per tutti questi anni. Ed era lei. E' lei.- ripetè quasi con decisione, soffermandosi su quelle due parole.
Aveva parlato tutto d'un fiato, senza riuscire a controllare quelle parole. Stava finalmente dando voce ai suoi pensieri. Senza riuscire a rendersi conto di averlo fatto veramente.
Lo aveva ammesso.
Addison era rimasta ferma in ascolto. Ad osservarla. Sorrise. Poi dolcemente le rispose.
- Stai parlando di lei non è vero? Della Robbins.-
- Si, sto parlando di Arizona. Credo di provare qualcosa per lei, Addison.- rispose sospirando più rumorosamente di quanto avesse fatto in precedenza.
Il sorriso calmo della sua amica, la mandò per un attimo fuori strada.
- Addison.. non sembri..-
- Sconvolta? Sorpresa?- Prese una mano della mora e la strinse tra le sue - Io lo sapevo già Callie. Insomma, era palesemente chiaro. Da come la guardavi, da come la cercavi quando non la vedevi in giro, da come eri gelosa quando la incontravi al bar di Joe con qualcun'altra. O da come litigavate persino-
- E allora, perchè io me ne sono accorta così tardi, Addison?.-
- Semplicemente perchè avevi paura Callie. E' una donna. Credevi persino di odiarla. Ma ti eri già accorta che lei ti piacesse. O che tra voi ci sia sempre stato qualcosa. Non volevi ammetterlo. Non volevi farlo soprattutto a te stessa.-
Rimase in silenzio ad ascoltare la sua amica.  Non voleva ancora interromperla. Dopotutto, aveva bisogno di qualcuno con cui parlare.
-E la sua bellezza, ti ha sempre fatto uno strano effetto. Me lo dicesti tempo fa.  E cavolo, avevo persino creduto che finalmente te ne fossi accorta.-
-  Questo non c'entra. Nessuno può negare il fatto che lei sia bella.-
- Ma ignoravi il motivo per il quale all'improvviso la trovavi così bella.-
Guardò per un attimo l'amica, poi disse quella frase che temeva.
- Spero solo che non sia troppo tardi Addison.-
- Io non credo Callie.-  le rispose l'amica strizzandole l'occhio.
Sorrisero insieme.
 
 
- Pronto?- rispose con un leggero affanno. Era appena rientrata a casa e, lo squillo del telefono, l'aveva fatta precipitare dentro.
- Sei a casa allora.- La invase la voce dell'amica, dall'atro capo del telefono.
- Teddy, ho il giorno libero, ovvio che sono a casa.- rispose rilasciando un lungo respiro.
- Lo avevo dimenticato. E' da stamattina che provo a rintracciarti.-
- E' successo qualcosa, Teddy?- Chiese leggermente allarmata.
- No. Deve sempre succedere qualcosa? Avevo solo bisogno di fare quattro chiacchiere con la mia migliore amica.-  le rispose esitando leggermente.
- Tu non vuoi fare quattro chiacchiere. Tu vuoi sapere come sto. Tutto qui.- riprese a parlare fingendo un tono adirato, ma sorridendo leggermente. Consapevole che la sua amica, non avrebbe potuto vedere il suo sorriso. Adorava farla stare sulle spine.
- E ti sembra così terribile la cosa?- rispose la bionda con gli occhi verdi, improvvisando un tono risentito.
Poteva immaginare la sua espressione dall'altra parte.
- Sto bene, Teddy. Ieri l'operazione è andata alla grande. Sono una grande nel mio lavoro. Non posso volere di più.-
- E Callie?- chiese a quel punto titubante, ma chiedendo subito ciò che realmente voleva sapere. Erano quasi uguali in questo. Non andavano mai per il sottile - Insomma, non stavi un granchè quando..- lasciò la frase a metà.
Ci fu un attimo di silenzio.
Fu Arizona a romperlo.
- Ho deciso di lasciare tutto alle spalle Teddy. Lavoriamo nello stesso posto. Non posso evitarla per sempre. Ma posso continuare ad ignorarla. Ieri è andata bene in fondo.-
Aveva messo quelle parole tutte insieme, una dietro l'altra. Ma a Teddy, non era sfuggito quel velo di tristezza nella sua voce.
- Arizona, ti piace sul serio non è vero?-
- Teddy. E' una cosa impossibile, inspiegabile persino, quello che potrebbe esserci e mai ci sarà tra noi.-
Si fermò un attimo e poi aggiunse.
- Ci sono troppe cose che non vanno, dall'inizio.- rimarcò l'ultima parola, sospirando rumorosamente.-Troppe differenze, troppe cose diverse che vogliamo.-
- Sono passati già i sei mesi, non è vero?- chiese con tono palesemente triste.
- Si, stavo sistemando le ultime cose.- Sentì il suono del cercapersone, dall'altro capo del telefono. Sorrise. Era il loro lavoro. E lei lo amava incondizionatamente.
- Devi andare.- disse sorridendo all'amica, o meglio al telefono.
- Eh già. Ci vediamo domani Arizona.- le rispose Teddy, interrompendo la telefonata.
Mise giù il telefono. Si diresse nella sua stanza a finire quello che aveva cominciato quella mattina.
 
Erano le otto di sera. Era quasi completamente esausta.
Una cena consumata velocemente sul  divano e poi subito dopo il letto, erano i suoi progetti per quella sera.
Sentì bussare alla porta.  In quell'attimo, capì che doveva abbandonare quell'idea di serata quasi perfetta.
Si diresse velocemente alla porta, senza curarsi di sistemare il suo aspetto. Era sicura fosse Teddy.
- E' meglio per te che oltre al vino, che hai sicuramente portato, ci sia anche della pizza, perchè, sto morendo dalla fame.-  Gridava mentre si dirigeva alla porta. Palesando un enorme sorriso, la spalancò aspettandosi Teddy sull'uscio.
Il sorriso le morì sulle labbra appena si rese conto di chi realmente c'era dietro alla sua porta.
Ingoiò a vuoto. Rimase per un attimo immobile ad osservarla.
Le sue parole la distolsero.
- Beh, non ho con me il vino, nè la pizza, ma spero che tu mi faccia entrare lo stesso.- Rispose Callie sorridendo leggermente.
Era rimasta spiazzata, ancora una volta, dalla bellezza di quella donna.
Aveva i capelli raccolti in una coda, con qualche ciocca bionda che le ricadeva disordinatamente sul viso.
Indossava una canotta bianca e dei pantaloncini pericolosamente corti.
Non potè fare a meno di notare, come quel bianco le donasse e come quel suo sorriso l'aveva spiazzata.
Era adorabile, così disordinata. Era perfetta.
Restò ancora sulla soglia, aspettando che Arizona la facesse entrare.
La sentì schiarirsi la voce.
- Callie, non pensavo fossi tu.- rispose abbassando lo sguardo e tirando dietro l'orecchio quella ciocca ribelle.
- E capisco che non ho con me la pizza, ma spero davvero che tu mi faccia entrare. Beh, potrei anche dirtelo qui, sulla soglia, ma non sarebbe il massimo.- Per la prima volta da quando le aveva aperto la porta, il suo tono non era più così deciso.
Arizona la guardò confusa, poì si spostò dall'uscio, invitandola ad entrare in casa.
La vide guardare intorno. E maledisse il suo essere così disordinata. C'erano cose sparse ovunque.
- La tua casa è così..-
- Disordinata?- offrì la bionda continuando a guardarla confusa.
La sua visita l'aveva spiazzata.
La presenza di quella donna nella sua casa la stava letteralmente spiazzando.
- Carina.- le rispose invece Callie sorridendole.
Poi finalmente le si avvicinò. Doveva farlo. Doveva riuscire a farlo.
Insomma, quanto complicato doveva mai essere ad inserire una parola dietro l'altra.
Era un chirurgo cavolo, tagliava e cuciva delle persone, questo si che era davvero difficile.
Ma parlare, no, parlare forse era più semplice.
La guardò negli occhi prima di cominciare e, all'improvviso non fu poi più tanto sicura che sarebbe stato così semplice come da ore si stava invece convincendo che fosse.
Aveva di fronte a sè Arizona. Bella come non mai. E la stava guardando confusa.
- Arizona.. - era a pochissimi passi da lei. Di fronte a lei.
- Arizona, continuo a pensare a te. E ho cercato di non farlo. Di toglierti dalla testa. Ho pure provato ad odiarti. Ma non è servito a niente. Continuo a pensare a te. Mi hai completamente sconvolto la vita. Da quando abbiamo frequentato la specializzazione.- Le si era avvicinata ancora di più, Arizona si era irrigidita.
Provò ad interromperla, indietreggiando di qualche passo.
- Callie, tu non sai cosa stai dicendo, è una cosa..- aveva tremato leggermente. La voce di Callie coprì in un attimo la sua.
- No Arizona. Non interrompermi, ok? O non riuscirò più a farlo. E so, so che sono partita malissimo. Insomma non era esattamente così che avrei voluto dirtelo. Ma è uscito così. Quindi lasciami continuare ok?
Prese di nuovo fiato e ricominciò a parlare prima che l'altra potesse nuovamente interromperla.
-  Tu mi hai completamente sconvolto la vita, Arizona. E per tutto questo tempo ho provato a negarlo.
 A negare quell'effetto che la tua presenza mi faceva ogni volta. A negare quell'effetto che mi hanno sempre fatto i tuoi occhi o il tuo sorriso. O quando mi hai baciata.-
Sorrideva e non smetteva di guardarla. Arizona rimase ad ascoltarla in silenzio, confusa come non mai.
Sentì il cuore martellarle nel petto, mentre Callie pronunciava quelle parole. Ma rimaneva comunque in silenzio.
- E  posso ancora sentire il tocco delle tue labbra, ogni volta che penso al nostro bacio. E rivivo quella sensazione inspiegabile che ho provato in quel momento. E non riesco a staccarmi dai tuoi occhi e amo vederti sorridere. Amo persino litigare con te. Sei adorabile quando mi dai contro.-
Si fermò ancora un attimo, prima di aggiungere quelle ultime parole.
- E finalmente l'ho capito. Ho capito che non posso lasciarti andare. Io ti voglio nella mia vita.-
Si era fermata. Lo aveva finalmente detto. Lo aveva finalmente detto a lei.
Arizona non rispose. Almeno non subito.
Callie le sorrise. La guardò negli occhi. Aveva ripreso a respirare.
Vide Arizona aprire e chiudere più volte la bocca, come a voler dire qualcosa. Poi la sentì parlare. E il suo sorriso le morì all'istante sulle labbra.
- Io.. io, sto partendo per l'Africa.-
  
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