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Autore: PoisonRain    27/06/2014    4 recensioni
Serie di storie riguardanti Rumpelstiltskin e Belle.
Sia insieme sia separati.
Squarci di vita, pensieri, parole azioni della coppia a mio parere migliore della serie. Spero sia di vostro gradimento.
12-Ninnananna
13-Sentire
14-Rullo di tamburi
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Premessa iniziale: Mentre leggete questo capitolo vi consiglio vivamente di ascoltare la canzone e “l’effetto sonoro” che vi linko qui sotto. So che per molti è una rottura ma io ve lo consiglio vivamente, vi farà entrare nell’atmosfera del capitolo.
http://www.youtube.com/watch?v=WvRv-243Cmk​
http://www.youtube.com/watch?v=Vg-0DFNTBm0


La ragazza correva lungo un  sentiero boscoso  mentre un forte vento freddo, dall’ululato inquietante e lugubre, ferisce la sua pelle come mille spilli di ghiaccio
Dopo esser caduta più volte ed essersi ferita con i rami sporgenti degli alberi,  giunge ad una radura, immersa in un nebbia troppo lattiginosa, illuminata da una luna insolitamente grande e piena e sferzata dal vento che crea nell’aria un turbinio di foglie, petali e polline.
Al centro di essa vi è una figura, che proietta un'ombra spettrale, che l’aspetta.
La ragazza corre verso di essa e si getta tra le braccia dell’essere e, dopo aver aspettato tanto, troppo, tempo, può finalmente sentire il contatto delle sue mani sul suo viso e quello delle labbra sulle sue.

Un suono grave, un rimbombo, infranse l’idillio di quel sogno notturno, come un cristallo che, cadendo a terra, si frantuma in mille pezzi impossibili da ricomporre, e Belle si risvegliò nel giaciglio della sua cella.
Il rumore aveva subito messo in allarme la domestica che, preoccupata, si domandava cosa potesse essere successo.
Esso sembrava un’esplosione proveniente dai piani più alti, forse nel salone del castello o nei laboratori ; per questo la ragazza decise di uscire dalla sua stanza  e controllare che tutto fosse a posto e che, cosa più importante, Rumpelstiltskin stesse bene.
Per prima cosa si recò nei laboratori che trovò, come sempre, chiusi a chiave,  provò a bussare con insistenza il portone e a chiamare il suo padrone più volte ma senza ottenere risposta, allora si diresse sempre più angosciata verso il Salone, altro luogo dove gli pareva aver sentito quel fragore infernale.
La stanza era quasi nella completa oscurità, solo le braci ormai morente del fuoco fornivano una minuscola fonte di luce, l’arcolaio giaceva abbandonato in un angolo, la sua ruota in costante movimento ora era immobile e del folletto nessuna traccia.
Affranta, forse più del fatto della mancanza dell'Oscuro in quella stanza piuttosto che dal fatto di non aver capito l’origine di quel suono che tanto l’aveva messa in agitazione, si sedette su una delle poltrone di velluto scarlatto per riprendere fiato dopo la corsa alla ricerca del suo padrone.
Mentre cercava di calmare l’affanno, le tornò in mente il sogno che stava facendo poco prima; ricordava ogni dettaglio con estrema nitidezza tranne il volto dell’uomo che tanto in quella realtà inconscia aveva bramato, e più si sforzava di trovare un’identità ad esso, più questa diventava ineffabile, era lì a un passo dalla soluzione quando il rumore assordante si ripeté.
La governante si alzò di scatto preoccupata ma, solo quando vide un bagliore accecante illuminare per un effimero istante la stanza, capì che ciò che tanto l’aveva messa in agitazione non era un altro che un tuono seguito da un fulmine.
La giovane pensò di tornare a letto ma mentre attraversava la porta che conduceva alle scale sentì qualcos’altro.
Questo non era più il suono dell’aria che si dilata a causa della differenza di potenziale tra cielo e terra, era qualcosa di più variabile e ritmico, era una melodia lontana, appena percettibile, provenienti dai piani alti del castello.
Belle, che ormai era completamente sveglia, accese un moccolo di candela e iniziò a camminare attirata da quella melodia.
E come nel suo sogno si era ritrovata a percorrere un sentiero impervio, rischiando più volte di cadere e ferendosi ripetutamente, attratta da qualcosa di cui non conosceva l’origine.
La melodia all’improvviso si interruppe e la ragazza si bloccò di colpo stupita, come un sonnambulo che si sveglia improvvisamente dal sonno, e si ritrovò in un corridoio in cui, a giudicare dall’alto strato polvere, non era mai entrata, forse esso si trovava dietro una di quelle porte che, solitamente, erano chiuse.
Non avrebbe dovuto addentrarsi così in profondità del castello  a quest’ora della notte, constatò
Non avrebbe dovuto cercare di capire l’origine di quel suono così attraente; forse esso era generato da uno spettro oppure il lo stregone teneva prigioniera una di quelle famigerate sirene e lei si stava avvicinando a suo rischio e pericolo, pensò
Avrebbe dovuto tornare a letto e riposarsi per la giornata di lavoro che stava giungendo, si disse.
Ma, nonostante i numerosi avvertimenti e i buoni propositi, la melodia riprese e la curiosità ebbe la meglio.
Salì molte altre scalinate guidata da essa fino a che non giunse alla fine di un corridoio.
Il moccolo della candela si era completamente consumato e la giovane vedeva poco nulla, tuttavia era abbastanza certa che la sorgente si trovasse proprio al di sopra della sua testa.
 L’ennesimo lampo illuminò per un istante il corridoio e la domestica notò una cordicella penzolare dal soffitto.
La giovane la tirò e una scala di corda si srotolò di fronte a lei.
Senza pensarci due volte iniziò l’arrampicata e alla fine di essa si ritrovò in una nuova stanza.
Era enorme di forma circolare, le mura e la volta a botta erano di pietra e dalle enormi finestre, che correvano lungo tutto il perimetro, entrava la luce dei fulmini e lampi, essa inoltre era ricca di scaffali piena di vari oggetti, alcuni rari e preziosi ma la maggior parte erano cose comuni e pressoché privi di valore materiale.
Fu dopo aver esplorato con lo sguardo quella stanza, che a giudicare dalla struttura doveva trovarsi in una delle torre più alte del castello, che vide, nel punto più lontano da lei, la sorgente di quella melodia.
Si trattava di un pianoforte a coda,  d’ebano nero,  e una figura lo stava suonando.
La luce emessa dall’ennesimo lampo le permise di riconoscere il misterioso pianista: Rumpelstiltskin.
Belle era ormai completamente rapita da quella melodia, così pura, semplice e carica di sentimenti, diversa da quelle sinfonie complesse e artefatte che sentiva al castello, che col fragore dei tuoni assumeva una  sfumatura se possibile ancora più armonica, più surreale, più magica.
Incantata era anche dalla posizione assunta dal folletto per suonare lo strumento, con la schiena piegata, gli occhi socchiusi e l’espressione concentrata; ma la cosa che più affascinava la domestica erano le mani.
Le dita lunghe e squamose, sfioravano appena i tasti bianco avorio del pianoforte e con movimenti veloci ma delicati scorrevano da una nota all’altra.
Come potevano gli altri definire mostro un essere che produceva una musica così sublime?
E se, dopo l’incidente della scala, la sua mente si era limitata ad immaginare più volte un nuovo contatto con il suo padrone, ora bramava sentire quelle mani, le stesse che uccidevano e creavano magia oscura, sulla sua pelle, percepire le sue dita che sfiorare il suo corpo, proprio come facevano con i tasti del pianoforte.
Mentre si godeva quella musica, ebbe la consapevolezza che l’identità dell’individuo misterioso fosse proprio quella dello stregone.
“Sai, dearie, dovresti smetterla di spiarmi e uscire dal tuo nascondiglio”  disse l’Oscuro con il suo tono da presa in giro.
Belle non si era per nulla accorta di essersi accucciata dietro uno scaffale per poter ammirare il folletto senza farsi scoprire, per timore che smettesse di suonare.
“Non sapevo che foste in grado di suonare il pianoforte” affermò la ragazza, cercando di cancellare dal volto ogni traccia di imbarazzo che la musica gli aveva procurato.
La sua governante lo stupiva ogni giorno di più, lo aveva visto trasformare la paglia in oro, compiere le più strane magie e si stupiva del fatto che sapesse produrre suoni da un insignificante strumento.
“A volte quando nemmeno filare mi permette di dimenticare vengo qui e lascio che sia la musica a prendere i miei ricordi” affermò lui con una vena di quella malinconia generata dal ricordo del figlio perduto.
La ragazza, che non sapeva replicare a quella che pareva essere una confessione notturna, rimase per vari istanti in silenzio.
“Siete molto bravo” disse volgendo lo sguardo verso il temporale fuori dalle torre, per paura che gli occhi penetranti del folletto scoprissero, guardandola in volto, i pensieri, decisamente poco puri per una principessa, che aveva avuto poco fa.
“E voi, dearie, non suonavate nessuno strumento?” domandò Rumpelstiltskin quella notte, la stessa in cui molti anni prima aveva perso il suo bambino, dove nulla sembrava riuscisse a fargli dimenticare il suo più grande errore.
“No, Io e la musica non abbiamo un bel rapporto; ho sempre trovato molto difficile leggere quei strani simboli sulla pergamena e muovere le dita di conseguenza. Come sapete non sono una persona molto coordinata” sentenziò lei con un sorriso.
“Deve essere stata una vera disgrazia per il tuo regno avere una principessa testarda, impertinente che non sa nemmeno deliziare i suoi ospiti con la musica” affermò, prendendola in giro
Belle rise e allo stregone quel suono sembrò il più bello che potesse esserci, migliore di qualsiasi sinfonia prodotta dal più bravo dei compositori.
“Adoro il suono del pianoforte, non è che potete insegnarmi voi a suonarlo?” domandò la giovane, avvicinandosi a lui.
Assolutamente no, sai cosa è successo l’ultima volta che qualcuno mi ha chiesto di insegnarli qualcosa ed io ho accettato?
Lei ha perso il proprio cuore, letteralmente, e il mio, ancora una volta, è andato in frantumi; non permetterò che anche tu mi ferisca.

 Eppure guardando quegli occhi luminosi, più dei lampi che quella notte illuminavano il cielo, pieni di speranza, l’Oscuro vacillò: si trattava solo di imparare a suonare, la musica non aveva mai ferito nessuno.
“Se mai avrò tempo potrei insegnarti qualcosa, ma voglio la massima concentrazione da parte tua altrimenti ti farò rimpiangere il tempo che mi hai fatto sprecare” la ammonì lui.
La ragazza, entusiasta come una bambina, si avvicinò a lui e gli getto le braccia al collo.
Sentire il contatto di quel corpo caldo, di quei capelli così setosi, che gli solleticavano le guance, e di quella pelle così morbida, fu come un toccasana per lo stregone: essa era l’unica cosa che, in quella notte tempestosa, dove i demoni e gli errori del suo passato tornavano con prepotenza senza lasciargli un attimo di tregua, era stata in grado di lenire le cicatrice del suo cuore e della sua anima.
“Non vedo l’ora di cominciare” disse Belle con un sorriso, uno di quelli che Rumpelstiltskin amava, anche se non l’avrebbe mai ammesso, capace di far luce nell’oscurità della sua vita, e lui non poté far meno di essere d’accordo con lei.


Salve a tutti!
Mi scuso con il ritardo con cui pubblico il tredicesimo capitolo, so che avevo promesso di pubblicarlo qualcosa come un mese e mezzo fa, ma gli esami di maturità incombevano ed ho trovato difficile trovare un minuto libero per scrivere e spero davvero, che questo capitolo valga l’attesa a cui vi ho sottoposto, in caso contrario non esitate a dirmelo.
Un paio di cose riguardo al capitolo: il titolo del capitolo sentire è riferito non solo a livello uditivo ma anche a livello tattile ed emotivo.
Come seconda cosa volevo dirvi che  io ritengo che una persona, per essere davvero affascinante, debba saper suonare il pianoforte e Rumpelstiltskin essendo tale non poteva non essere in grado.
Come ultima cosa, spero si sia capito che è durante questo episodio che Belle comprende per la prima volta, anche grazie ad un sogno e alla musica, di provare qualcosa per il suo padrone.
Mi scuso ancora per l’immenso ritardo “regala frutti di bosco e fette d’anguria per farsi perdonare” e ringrazio chiunque abbia recensito questa storia, tutti coloro che l’hanno messa tra le preferite/seguite/ricordate e chi la legge anche silenziosamente.
Siccome è estate e sono in vacanza, non so quando pubblicherò, cercherò di farlo al più presto.
Un bacio a tutti :*
PoisonRain

 
  
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