Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Amber    21/08/2008    8 recensioni
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui con la terza e ultima parte! No, non è un miraggio, sono proprio io... lo so che è da secoli che non posto e mi dispiace moltissimo, ma questa parte è stata davvero dura da scrivere. Comunque eccomi tornata con altri 29 capitoli pronti per essere pubblicati!! Abbiamo lasciato una situazione abbastanza critica nella seconda parte ricordate? Ebbene, sono passati tre anni, Kagome si è chiusa dentro un guscio di protezione, è diventata fredda e menefreghista continuando però ad andare a scuola e lavorando al pub affiancata da Mikado. Sango e Miroku, in questa parte avrenno un sacco di grattacapi ed enormi problemi... Inuyasha? Beh, lui è di ritorno dall'America... Sposato? Fidanzato? Con una frotta di figli? Tutto da scoprire in quest'ultima parte! Buona lettura a tutti!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Note e Anima'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve a tutti! Eccomi tornata con un nuovo capitolo!

Allora qui rincontreremo una vecchia conoscenza e ci sarà una new entry che subito potrà sembrare irrilevante..ma attenzione e non date nulla per scontato!

A proposito, sto scrivendo la bozza della mia nuova storia con il titolo provvisorio “Altra Dimensione” ma state tranquilli, sarà molto ma molto più corta rispetto a questa!

Ma ora passiamo alla vostre recensioni!!

 

ka chan: sono contenta che il cap ti sia piaciuto..detto tra noi piace moltissimo anche a me!! XD Non pensavo di avere fatto una buona scena e ma per essere la mia prima in modo un po’ più spinto mi devo ritenere soddisfatta! Al prossimo capitolo!

 

Kaggi_Inu91: ciao Giulia! Dai Mikado non è così terribile insomma! E’ un ragazzo innamorato perso della sua Kagome!! Vedrai che alla fine ti piacerà, ne sono sicura!! Beh, era ovvio che Kagome non avesse dimenticato Inuyasha..insomma, stiamo parlando del mega figo per eccellenza..di Inuyasha insomma! Comunque grazie per la tua recensione e ne aspetto un’altra puntuale in questo! XD

 

Jechan: ciao Je! Eh, interessante non è la parola giusta..magnifico, sensazionale sono gli aggettivi appropriati non pensi? No dai scherzo! Divertiti al mare, ci sentiamo quando torni!!

 

vavva: ecco, tu si che hai inteso il succo del mio scorso capitolo! La parola “fantastico” si addice appieno e spero che nemmeno questo ti deluda! ^-^ Alla prossima settimana!

 

pillo: povera Kagome, capiamola, deve tenere duro per continuare ad autoconvincersi! La cosa brutta si vedrà in seguito..non lasciamo nulla al caso!! XD ti ho dato un minimassimo spoiler in pratica..comunque vedrai! Buona fortuna per il tuo esame di riparazione e dimmi come è andato! XD

 

chachy: hai ragione, si sono visti veramente benissimo! Divertiti nelle tue vacanze e per le tue domande..leggi, spera e.. XD

 

Purtroppo il 28-29-30 sono in montagna con mia madre..non so se riuscirò ad aggiornare, ma spero di si! Se non ce la faccio ci vediamo tra due settimane agli inizi di Settembre!

Oddio sto male.. la scuola si avvicina pericolosamente…

Buona lettura ^-^

 

Capitolo 10

         Richiesta d’aiuto

 

Quando verso le 6 di mattina Kagome ritornò in camera timorosa, Inuyasha se n’era andato, come se nulla fosse successo.

 

Martedì. Ore 10.20

“Sono un idiota, una demente colossale, una stupida incartapecorita! Che mi venga…”

-Kagome, hai fatto il testo?- La giovane, testa sulle braccia conserte, apparentemente addormentata, alzò lo sguardo lentamente, rivelando le occhiaie sul viso pallido e contratto

-Come prego?- chiese

-Beh… ecco… hai fatto il… il testo?- chiese leggermente preoccupata Karin scrutandola

-Ah, si, dentro la mia borsa, quaderno di storia in fondo, prendilo, leggilo e poi dimmi- disse affondando la testa tra le braccia “Che dicevo? Ah si, che mi venga un ulcera così grande e dolorosa da non potermi muovere di un solo passo, porco cavolo a me e a quell’imbecille patentato qual’è il mio stramaledettissimo corpo, cuore e mente, che mi venga una catalessi, una pazzia psicologica…”

-Sei sicura di stare bene? Sei un po’… pallida- La giovane alzò lo sguardo sulla ragazza che stava rimettendo via il quaderno di storia

-Benissimo, grazie. Scusa, ciao, ma sono davvero molto, molto stanca- sibilò senza degnarla più di uno sguardo “… una pazzia psicologica così immensamente complicata che mi dovranno mettere la camicia di forza e incatenarmi al letto di una stanza completamente bianca stando sempre sotto stretto controllo e…”

-Kagome?- La voce di Sango le fece pulsare una tempia aumentando il dolore alla testa e diminuendo in modo vertiginoso la sua pazienza, il suo controllo psicologico e fisico.

Alzò gli occhi verso di lei e sorrise incrociando le dita sul libro dell’ora dopo

-Si? Dimmi pure carissima- Sango le si sedette davanti e abbassò gli occhi

-Ecco non siamo riuscite a parlare ieri e… insomma… per quello che è successo Sabato…-

-Sabato? Scusa, credo di non capire…- disse lei sorridendo innocentemente

-Fuori dal locale, con Inuyasha e… le cose che ti ha detto…e che gli hai detto…-

-Ah… si, ora ricordo… Hai un qualche problema?-

-No, però… beh… io… Mi chiedevo se per caso, tu e lui non aveste più parlato o,  se non vi foste per caso incontrati…- La vena di Kagome pulsò in modo piuttosto doloroso -…sai, è cambiato molto. Oggi ha iniziato a lavorare nell’azienda di Miroku e poi è maturato davvero tanto nel tempo che è stato via… Per un certo verso, la lontananza dal Giappone gli ha fatto bene, per carità, non intendo per quello che vi è successo. Però ora è più responsabile ed è… davvero pentito per quello che ti ha fatto, ecco perché si è comportato così! Se tu provassi a trovare un accordo con lui, forse noi potremmo…-

-Senti Koshuzo, continuerei ad ascoltarti davvero molto volentieri se avessi almeno il doppio della pazienza che ho in questo momento, dico davvero. Ma vedi, questa mattina nemmeno il triplo di pazienza che possiedo raggiungerebbe l’1%, senza contare che sono particolarmente incazzata e la tua presenza non aiuta certo il mio umore, mi stai anzi distraendo dagli epiteti poco carini che sto augurando a me, a te, al tuo adorato fratello e a quel figlio di puttana, alias Kujimawa… quindi, visto che mi stavo divertendo moltissimo, puoi toglierti dai coglioni?-

Che parole piene di significato…

Semplici, limpide, facili, cristalline.

Una pugnalata diritta al cuore. Che peccato…

La vide oscurarsi e stringere i pugni allontanandosi. Kagome si riappoggiò alle braccia abbandonate sul banco e sbuffò rumorosamente quando Karin gridò di felicità dicendo che il testo era davvero bello.

Basta!!!

La giovane scattò in piedi e uscì dalla classe sbattendo la porta dietro di se, decisa a non seguire la lezione successiva.

Quando è troppo, è troppo!!

 

Intanto…

Un leggero bussare fece alzare gli occhi dell’uomo dal suo computer portatile

-Signor Kujimawa?-

-Si?- La donna entrò nell’ufficio e il giovane le fece cenno di avvicinarsi

-Le ho portato le carte di cui abbiamo parlato prima-

-Ah, grazie Karino-

-La  prego, mi chiami Sasha- Lui la guardò e lei sorrise appoggiando il fascicolo vicino a lui

-Va bene, allora grazie, puoi andare-

-Se ha bisogno di me, sono di là-

-Certo. Tra poco dovrebbe arrivare anche l’imprenditore per quella faccenda, lo faccia accomodare-

-Bene- La segretaria uscì e lui scosse il capo.

C’erano delle donna così sfacciate lì in Giappone che lo lasciavano senza parole!

Iniziò a sfogliare il fascicolo svogliatamente ripensando alla mattinata.

Alle 7.00 si era presentato davanti all’ufficio del padre di Miroku che lo aveva accompagnato al 19 piano che avrebbe diretto lui sotto il suo comando. La segretaria, Sasha Karino, l’aveva accompagnato nell’ufficio accanto alla scrivania della donna dicendogli brevemente il programma della mattinata e il giovane si era messo subito al lavoro.

Più che altro consisteva nel leggere, documentare, compilare, accettare o rimandare indietro il lavoro degli operai. Fogli su fogli, pagine su pagine, piene di cose per lo più inutili. Poi, avrebbe dato tutto alla segretaria che avrebbe corretto tutta la bozza che sarebbe stata spedita ai piani alti.

Poi non era più un gran problema…

L’imprenditore che avrebbe dovuto incontrare lì a momenti, aveva da poco comprato il terreno e aveva iniziato tutti i lavori necessari per farla diventare una delle aziende più importanti in circolazione. Il primo passo per farla diventare tale era esporre un progetto abbastanza complesso alla loro azienda che, se fosse andato in porto, avrebbe fruttato molto alle due società.

Il signore, era un vecchio socio del presidente, il signor Kazana, che poi era stato trasferito in un'altra società che poco dopo aveva fallito. Ora, a distanza di alcuni anni, sarebbe potuto tornare socio di uno dei più importanti imprenditori e forse, avrebbe avuto il favore di quell’azienda.

Il telefono lo fece sobbalzare tanto era concentrato nei suoi pensieri e, dopo un momento di panico, mise il viva voce controllando la voce il più possibile.

-Si?-

-Signore, nella linea tre la cerca il figlio del presidente. Cosa gli devo dire?-

Ecco, il solito scocciatore. Chissà perché beccava sempre i momenti meno opportuni e i più incasinati per disturbarlo!

-Va bene, me lo passi pure- Alzò la cornetta con un gesto secco e sbottò –Che vuoi Miroku!? Se non te ne fossi accorto sto lavorando!-

-Lo so, come va il tuo primo giorno?- domandò

-Una noia mortale. Senti, ho molto da fare, potresti chiamare più tardi?-

-Ma scherzi, se sei al telefono con me sei assicurato, fidati! A proposito di telefono… com’è la segretaria?? Ti ha già chiesto di chiamarla per nome?-

-Si, che sfacciata!-

-Oh beh, se ci sei prova a portartela a letto, non è male…-

-Come come!?!? Miroku, tu come lo sai?? Non dirmi che tradisci la tua ragazza!!- esclamò scioccato il giovane

-Macché! Allora non sapevo ancora che dovevamo andare ad Amsterdam! Sono stati 10 minuti parecchio interessanti e piuttosto intensi…-

-Io non ne so niente di questa storia!-

-Ti devo dire tutte le ragazze che mi sono fatto?- domandò sorpreso Miroku

-No grazie, potremmo spenderci un ora e non ho tutto questo tempo…-

-Ma no, se mi ricordassi i nomi probabilmente anche due, ma visto che me ne ricorderò massimo tre…-

-Che figlio di puttana che sei- disse Inuyasha

-Senti da che pulpito viene la predica- commentò giovale il morettino al di là della cornetta –Quello che guardava, prendeva, gettava e passava oltre non ero di certo io-

-Comunque, spiega, com’è successo?- chiese con una smorfia

-Oh beh, è successo circa in 3 superiore o in 2… boh. Insomma ero venuto da mio padre per un paio di cosette, ma mi avevano detto di aspettare nel suo ufficio perché era in riunione. Solo che ad un certo punto mi ero stufato di aspettare e avevo cominciato a giocherellare con il computer di mio padre ma per sbaglio gli avevo cancellato alcuni file…-

-Oh paletta… scusa ma che centra?-

-Aspetta! Allora niente… avevo chiamato il reparto al piano 19, il tuo, visto che tenete sempre le copie di ogni singolo file su dei dischetti, ed era arrivata su la tua segretaria con un vestito che, ti giuro, se si fosse piegata, si sarebbe visto tutto. Abbiamo messo tutto a posto senza problemi ma era partita con il fatto che le dovevo un… ringraziamento… così ho presupposto che volesse venire a letto con me e sul divanetto…- concluse lasciando la frase a metà

-Ah… oddio che schifo, povero divano, non mi ci siederò mai più-

-Ma va, cambiano tutto ogni anno nell’ufficio di mio padre!- Inuyasha tirò un sospiro di sollievo –Comunque dopo non l’ho più vista quindi… è stato interessante farlo con una trentenne sposata-

-Ribadisco: che schifo. Poi scusami, ma da cosa avresti presupposto che volesse venire a letto con te, anzi, nel divanetto con te?- chiese ironico

-Dal fatto che mi aveva messo la mano nei pantaloni-

-Ah. Ok, starò attento a dove mette le mani…-

-Ribadisco: è stato interessante. Comunque…-

-Ecco bravo, arriva al sodo della chiamata che non ho tempo!-

-Invece di fare il cretino, non mi devi raccontare un paio di cosette? Su, cos’è successo questa notte da Kagome per esempio? Oggi hai slittato troppo nel messaggio, mi hai incuriosito! Dai, spara!-

-Miroku, non rompere le scatole! Non hai una donna da cui andare?-

-Ma è a scuola! Secondo te perderei tempo con te altrimenti? Poi questo diritto commerciale mi sta facendo andare in palla il cervello, almeno tu mi aiuti a distrarmi. Come sei in giacca e cravatta?-

-Sembro un pinguino…- Miroku scoppiò a ridere

-Comunque, dai. Dì tutto all’amico tuo che ti vuole tanto bene!-

-Fanculo- La porta si aprì rivelando Sasha che fece qualche passo avanti

-È arrivato-

-Fallo accomodare- La donna annuì –Senti Miroku, devo andare, ti dico tutto dopo-

-Ecco bravo, ricorda che lo hai detto. Ciao e buon lavoro-

-Si ciao- Mise giù sbuffando.

A volte Miroku era la persona più curiosa e insistente del mondo, soprattutto se il soggetto erano le donne!!

Vabbé, ora era meglio concentrarsi. Essere buttato fuori il primo giorno di lavoro non era la sua priorità!

 

Kagome uscì da scuola sbuffando sonoramente.

Oltre il danno, la beffa!

Non avrebbe solo dovuto partecipare a quel maledettissimo e stramaledettissimo festival, avrebbe anche dovuto lavorare quel giorno per la musica! Come se il giorno prima non avesse fatto niente! Come diavolo faceva a comporre per i flauti dolci, un traverso e il basso? Sarebbe dovuta andare alla Saintfowl, ma piuttosto che tornare là si sarebbe buttata giù da un balcone!

Beh, almeno quella settimana era in vacanza, poi Sabato sarebbe arrivato Tom, Eve e il pupo!!

Kagome si fermò alzando il sopracciglio

“Oh Kami… e ora cosa vuole?”

-Ciao Kagome, è da un po’ che non ci vediamo eh?-

-Salva Kazana, non è mai abbastanza- commentò acida sorpassandolo

-Hai visto Sango?-

-Bah, probabilmente si sarà fermata in classe- sbottò

-Senti un po’, hai visto in questo periodo Inuyasha?- Lei si bloccò sbuffando

-No, tranne, per mia sfortuna, Sabato, non ho avuto l’immenso piacere della sua compagnia. Addio- Lei accelerò il passo e lui sorrise

-Ah, allora questa notte non è successo niente?- domandò e allargò il sorriso notando l’irrigidimento della giovane –Inuyasha è stato parecchio vago sull’argomento e mi sono subito insospettito. Ma sai, ora lavora e non vorrei disturbarlo proprio il primo giorno nell’azienda di mio padre- Kagome, ferma qualche passo dietro di lui, strinse i pugni stringendo le labbra voltandosi lentamente.

“Io ammazzo qualcuno, oggi ammazzo qualcuno!” pensò ringhiando –No Kazana, non è successo nulla! È stata solo aria passeggera, un venticello che non ha mosso un bel niente! Ora tornatene da tua sorella e una volta per tutte lasciami in pace!- urlò con odio e senza attendere un minuto di più tornò a camminare furiosa “Lo ammazzo! Quel brutto demente!” Si diresse a casa velocemente chiudendosi in camera.

Il fratello era in gita e sarebbe tornato la sera dopo, la madre era al lavoro e sarebbe tornata verso sera.

Ottimo! Eccellente!

Mise la musica a manetta e si rifugiò in bagno dove si fece una lunga, rigenerante e rilassante doccia.

Non erano neppure passate 12 ore e quel mentecatto aveva già detto tutto a Miroku…  era stato vago sull’argomento, proprio come aveva detto Miroku. Ma si può essere così imbecilli? Era  stato uno stupido errore ed era già di dominio pubblico, ci mancava solo che fosse scritto sul giornale:

19ENNE CHE RICASCA NELL’ESCA SESSUALE DEL SUO EX KUJIMAWA

Gli amici non sanno che dire al riguardo, ma pensano ad una possibile riconciliazione

tra vecchi amici

Ma siamo impazziti del tutto? Riconciliazione di amici!? Nei vostri sogni! Non era affatto caduta “nell’esca sessuale” di Kujimawa! Neppure col binocolo! Lei lo odiava, lo disprezzava, le faceva ribrezzo! Se poi il suo corpo era di tutt’altra opinione non era di certo colpa sua!

Prese il cellulare e fece scorrere gli occhi sulla rubrica fino ad arrivare alla K.

Kana

Kazana

Koshuzo

Kujimawa

Eccolo lì, intoccabile.

Da tre anni che non componeva quel numero, da tre anni che non toccava più la lettera K, da tre anni che non schiacciava il tasto verde su quei nomi.

Beh, fino ad adesso…

Si portò all’orecchio l’apparecchio e attese sentendolo suonare.

Uno, due, tre.

-Pronto? Chi è?-

 

Inuyasha, computer sotto braccio, chiavi della moto in mano sbuffò sonoramente

-Miroku, che palle, dacci un taglio, mi dici che caspita vuoi? Se vuoi sapere cos’è successo ieri con Kagome, sappi che si, ci sono andato a letto ma… Ehi, pronto? Pronto!?-

 

Kagome sbatté a terra il cellulare e appoggiò la fronte a bordo vasca

-Che bastardo…- mormorò e si alzò di scatto uscendo –Ora gli spacco la faccia, forse non ha ben capito quello che gli ho detto ieri sera!- esclamò “Farò finta di andare a lavoro così farò in fretta, dopotutto devo solo mettere in chiaro un paio di cose. Non ci metterò molto” Dopo essersi vestita uscì di casa.

Aveva indossato un  top sotto la giacca di jeans, che sperava sarebbe rimasta addosso a lei, che le lasciava la schiena scoperta tranne in alcuni punti da dei lacci di stoffa, la calzamaglia le fasciavano le gambe e la gonnellina nera a pieghe finiva il tutto, ai piedi un paio di anfibi trovati chissà dove.

Il crepuscolo era vicino e, passeggiando tranquillamente con la borsa a tracolla, la giovane si godeva quello che le accadeva intorno cercando di rilassarsi.

Un bambino in bicicletta che tornava a casa veloce, una vecchietta che attraversava la strada, le macchine che sfrecciavano per strada, una mamma con il passeggino, un uomo con la spesa.

Nulla poteva rompere quella tranquillità, niente, assolutamente niente.

-KAGOME!!-

Ok, cosa stavamo dicendo?

No dai, non stavano chiamando lei. Chissà quanta gente si chiamava come lei. Era un nome così ordinario!

A dire il vero non aveva trovato ancora anima viva che avesse il suo stesso nome, ma erano dettagli…

-Kagome fermati!-

Nulla può rompere la quiete di una giornata che sta finendo, tranne se qualcuno continua a urlare insistentemente il tuo nome.

Vabbè, forse stavano chiamando davvero lei visto che era l’unica che aveva continuato a camminare senza badare più di tanto ad uno squilibrato che si era messo a urlare in mezzo alla strada.

Kagome si girò molto lentamente e correndo un uomo l’affiancò facendosi squadrare dalla testa ai piedi dalla giovane.

Scarpe da ginnastica bianche, pantaloni lunghi, larghi e grigiastri, felpa grigia, sorriso abbagliante, naso dritto, occhi accesi azzurri, occhi biondi disordinati e ribelli.

Paolo.

Ex insegnante di piano.

Insegnante attuale alla Saintfowl.

Single.

In perenne: “Kagome, ritorna a suonare!”

 

MAI!

 

-Ciao Paolo… Se mi stai chiedendo di tornare alla Saintfowl la risposta è no-

Bene, seccato sul colpo.

Patti chiari amicizia lunga ragazzi!

È pacifico che lo chieda, quindi battiamolo sul tempo così evita di dare aria ai denti…

-Uffa, in realtà ero qua per chiederti un’altra cosa altrettanto importante e…-

Oddio, panico. Cosa voleva da lei se non il “no” della solita domanda?

-Uhm… cioè?-

Il rombo di una moto la fece rabbrividire. Si voltò di scatto notando la “cosa” incriminata avvicinarsi e fermarsi proprio davanti a loro.

Il conducente, si tolse il casco sorridendo

-Kagome! Paolo!-

E lui che cavolo ci faceva qua!?

Kagome, respira. Non ricordare quello che è successo! Non farlo!!

Ok, troppo tardi, come non detto…

La giovane balbettò e arrossì mentre Paolo scrutava il nuovo arrivato

-Scusa ma… ci conosciamo? Hai una faccia famigliare ma non ricordo esattamente il dove, il come e il quando… potresti rinfrescarmi la memoria?-

-Paolo, sei più demente di quanto ricordassi!- sbottò il giovane scendendo dalla moto con un movimento elegante.

Kagome annuì. In effetti l’uomo era parecchio ripetitivo e piuttosto rimbambito, visto che non aveva ancora capito che lei non sarebbe mai tornata a suonare! Mai, neppure se un suo rifiuto avrebbe scatenato l’apocalisse!

-Inuyasha!? Sei proprio tu? Ma guarda come ti sei fatto alto! Come stai? Da quanto sei tornato? A proposito, dovrei tirarti le orecchie! Te ne sei andato senza una parola e ora torni qua come se nulla fosse! Ma chi ti credi di essere?- domandò tirandogli un pugno sul braccio.

Kagome roteò gli occhi incrociando le braccia e divaricando leggermente le gambe.

“Sono invisibile per caso io?”

-Non sono tornato da molto, Venerdì sera poco prima delle 20. Pensavo di venirti a trovare prima o poi! Devo comunque tornare alla Saintfowl per allenarmi… Mi devo fare perdonare per essere scomparso- Inuyasha si prese fuori una sigaretta accendendola e ne allungò una a Paolo che la rifiutò

-Ho smesso, sai com’è… Dovresti farlo anche tu- ribadì

-Si, certo…- Il giovane scosse il capo e Kagome alzò il sopracciglio.

Ma da quando non fumava?

-Comunque sarei felice di riaverti come allievo! Ho saputo che l’azienda di tuo padre ha avuto un crollo… mi dispiace ragazzo…-

La giovane fece qualche passo indietro cercando di svignarsela. Erano così presi che forse prima di due ore non si sarebbero accorti che lei se ne era andata…

Era già lontana di qualche metro che Paolo si voltò verso di lei

-Ehi tu! Dove credi di andare?? Dobbiamo finire un discorsetto noi due!-

-Ah, ehm… ma tu e lui non dovete parlare? Avrete così tante cose di cui discutere, non vorrei mai disturbarvi!-

-Eh no signorinella! Devo chiederti un grosso piacere che non puoi rifiutarmi, capito?-

-Tu dimmi che poi vediamo…-

-Senti, so che hai smesso di suonare ma vorrei…-

-Cosa!? Tu hai fatto cosa?- Inuyasha guardò la giovane con gli occhi sbarrati –Hai smesso di suonare? Ma sei cretina!? E da quando ciò?-

-Che palle…- commentò lei sbuffando –Si Paolo, dicevi?-

-No, fermi tutti. Che diamine succede? Sto via tre anni e ne succedono di tutti i colori! Paolo, da quando Kagome ha mollato il piano??-

-Da tre anni, una settimana dopo che te ne sei andato… se non sbaglio-

-Giustissimo- annuì lei

-Ma perché?-

-Kujimawa…- La giovane sospirò profondamente e lo guardò –il buon Dio, Kami mi assista, ti ha fatto, per nostra sfiga, due gambe, due braccia e un cervello, piccolo, ma pur sempre un cervello. Beh, usalo. Fa funzionare i tuoi pochi neuroni, falli progredire ad un livello superiore, caso disperato, ma tentare è nobile-

-Oh- Paolo tossì un paio di volte e deglutì –Stavo dicendo…-

-Ecco bravo, più ti sbrighi e più evito la sua compagnia, pessima- sibilò

-Ma senti quanto sei isterica e acida!? Hai mangiato dei limoni a pranzo in questi anni?- ringhiò Inuyasha

-Vai dove non batte il sole Kujimawa! Non sono fatti tuoi cosa faccio o come sono diventata! Non devi nemmeno fartene un problema perché IO non sono più un tuo problema!- urlò stringendo i pugni

-Ottimo, dopo questo scambio di opinioni, potremmo tornare a noi!?- chiese Paolo seccato mettendosi tra i due giovani che si squadravano male

-Non metterti in mezzo Paolo, questa questiona va risolta!-

-Sta zitto Inuyasha, la risolverete da soli e in un luogo più appartato!-

No bene….

Il giovane in tutta risposta sorrise sornione

-Va bene- rispose

“Lo stronzo… guarda com’è tutto felice! Ah, ma si sbaglia di grosso se crede che IO mi faccia fregare DI NUOVO”

-Devi sapere che da quest’anno la scuola di musica ha organizzato un concorso per giovani cantati, che si terrà domani sera dove parteciperanno i nostri studenti. A coppie, cantante e accompagnamento, prendono una canzone e la studiano. Domani verranno valutati per la loro bravura premiandoli con un riconoscimento ufficiale e i primi due potranno provare a sfondare-

-E allora?- domandò Kagome alzando il sopracciglio. Come progetto non era male comunque…

-Il fatto è che una accompagnatrice mi ha chiamata oggi dicendo che è malata e senza di lei, la nostra cantante non potrà partecipare domani sera-

-Non capisco, fai tu l’accompagnamento no? Oppure chiedi a un tuo allievo di sostituirla- commentò giustamente Inuyasha

-Non possono gli insegnanti aiutare i cantanti, è contro il regolamento e non c’è nessuno abbastanza bravo a cui dare il pezzo per farglielo imparare in così poco tempo- spiegò lui. Kagome lo fissò

-Scusa ma, l’accompagnamento… che strumento è?- domandò lei con già un vago presentimento

-Beh, pianista- confessò lui. Lei scosse il capo

-No, assolutamente no, scordatelo! Mi dispiace molto per lei ma io non ne voglio sapere niente!- esclamò voltandogli le spalle

-Si è allenata tantissimo per questo concorso! È una grande opportunità per lei Kagome! Non distruggere i suoi sogni così!-

-Ehi!- Lei si voltò –Io non distruggo proprio niente! Se ha dei problemi che se li risolva da sola! Io non torno a suonare capito?-

-Kagome per piacere! Non te lo sto chiedendo per ripicca o cose del genere, lo sto chiedendo a te perché sei l’unica che può aiutarla!- Kagome scosse il capo

-No- Si allontanò e lui la guardò andarsene

-Domani sera, alle 20.30 a teatro! Vienici Kagome, per piacere! Kagome!- La giovane non si voltò continuando a camminare imperterrita.

Inuyasha la vide sparire dietro l’angolo poi posò il suo sguardo su Paolo che sospirò

-Tutto bene Paolo?-

-Insomma… non molto… la ragazza in questiona ha un talento innato, sarebbe un peccato che non riuscisse domani per un motivo tanto stupido. Spero che Kagome lo capisca e venga.. Intanto mi arrangerò io e mi inventerò qualche cosa…- Lo guardò e sorrise –Vuoi andare da qualche parte? Dopotutto mi devi raccontare tutto!-

-Va bene, allora passo da casa a posare tutto-

-Io invece vado a cambiarmi e a farmi un bagno. Puzzo da fare schifo…-

-Ecco bravo. Allora ci vediamo dopo in centro-

-Perfetto. A dopo allora!-

Inuyasha risalì sulla moto e sfrecciò verso casa lanciando un ultimo sguardo verso la stradina imboccata da Kagome

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Amber