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Autore: xsusanbo    27/06/2014    0 recensioni
Una vita liceale che quasi tutti i sedicenni vivono. Siamo nella Linguist High School, luogo in cui quasi tutta l'adolescenza trova amicizie, primi amori, litigi e inganni.
Susan e Alexya sono due ragazze comuni, divertenti e simpatiche, frequentano il terzo anno e non si separano mai. La loro vita però sta per cambiare, entreranno due ragazzi, belli e forti che fanno parte della squadra di basket della scuola. Susan conoscerà il suo terribile incubo e Alexya il più ingenuo della classe, ma entrambe avranno due nemiche, ma più che nemiche....Troie.
Susan vive con suo fratello maggiore Thomas e con sua sorella minore Hally, hanno perso da poco i genitori. Alexya vive con sua sorella Maggie anch'essa ha perso i genitori in un terribile incidente, tre anni fa.
Cosa succederà a queste due ragazze? Indifese e deboli...Entreranno a far parte di un nuovo mondo, conosceranno nuove persone, nuovi modi di fare...
Entreranno a far parte di una vera e propria vita da liceale.
Continued.
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 3.
The dog always comes back from the master.


 




" -Avvicinati.- Sussurrò un ragazzo dai capelli castani e corti. Mi porgeva le mani, quasi come per sostenermi da qualcosa, da un pericolo.
Mi avvicinavo sempre più lentamente a lui, sapevo che dovevo averne paura ma non sentivo niente, nessun allarme. Vedevo sfuocato, astento riuscivo a distinguere i colori. La sua voce mi risuonavano nelle orecchie come echi, come se fossi in una campana.
-Non ti farò del male.- Replicò il ragazzo che mi sfiorava le mani. Dopo qualche secondo l'immagine che mi si prestava davanti incominciò a vedersi chiara e misi a fuoco. Era Edward. Avevo paura, urlai di non toccarmi, mi divincolavo ma senza nessun risultato, ero terrificata dalla sua comparsa, cercavo di scappare ma era come se la sua mano si fosse incollata alla mia, urlai per l'ultimo volta poi, il buio. "


-Edward!- Sobbalzai dal letto. Ero tutta sudata e non riuscivo a regolare il mio affanno. 
-Ti sto chiamando da un'ora, che ti è successo?- Thomas, che era seduto affianco a me sul letto, sbigottì.
Presi fiato lentamente e mi misi a sedere a mò di indiano. Mi passai una mano tra i capelli e poi mi decisi ad aprire bocca.
-Niente, è stato solo un incubo.- Mi giustificai abbassando il grado di preoccupazione di Thomas che stava sudando quasi come me dalla paura.
-Ma com..-
-Che ore sono?- Lo interruppi con un filo di voce calmo e sottile.
-Le sette e mezza.- Thomas si alzò dal letto e staccò la sveglia dal comodino.
-La butto, ci serve un'affare che ti sveglia anche nel bel mezzo di un incubo.- Asserì uscendo dalla camera.
Non potevo credere a ciò che era successo secondi fa. Ero orgogliosa di averlo dimenticato una volta per tutta, non capisco perchè adesso è ritornato nella mia mente, eppure ci ho messo poco a sbarazzarmi di lui, dopo tutto quello che mi ha fatto.
Mi alzai e mi vestii velocemente, sempre con quel pensiero in mente, uscii di casa e con Troy mi avviai a scuola come se fossi un razzo.



Alexya Pov’s

-Maggie, scappo, fai da te, mi sono rotta di fare tardi per colpa tua.- Sbottai prendendo la borsa e gettando la maglia addosso a Maggie.
-Ma Al...-
Non feci in tempo a sentirla imprecare che subito chiusi la porta, dio che peso allo stomaco. Finalmente mi sono liberata, spero di non rivederla più per il resto della giornata. Arrivai a scuola presto e mi sedetti, come sempre, sulle gradinata del parchetto dietro la scuola, di solito è il mio punto di incontro con Susan, che a quanto pare non se ne vede neanche l'ombra.
-Ti piace stare da sola?- Un ragazzo alto si sedette affianco a me, era il solito rompicoglionicoryvaivia. Stavo così bene prima del suo arrivo.
-Lasciami in pace Cory.- Feci per alzarmi ma lui mi bloccò con il braccio.
-Sei di cattivo umore già di prima mattina? Voglio soltanto aprire una conversazione pacifica.- Si scusò lui facendo il labbruccio, il solito comportamento da lecca culo.
-E io no, adesso grazie ma sto aspettando Susan, prego.- Gli indicai il lato opposto del cortile, un segno cortese per mandare a fanculo le persone, ma va bene.
Sbuffò e se ne andò, mi piace vederlo arrendersi, infatti è proprio questo che odio di lui, che pure se gli piaccio non si impegna per conquistarmi, ecco perchè lascio perdere.
Abbassò la testa sul libro di storia e scaccio via quel pensiero. Lentamente vedo Susan da lontano con la coda dell'occhio che cambia direttamente verso, sta entrando a scuola e la sua faccia mi racconta tutto, menomale che ci sono io a portare allegria.
Mi alzò e mi avviò dentro, giusto in tempo al suono della campanella.
Cerco inutilmente la figura di Susan in mezzo agli studenti che si accavalcano sugli armadietti rossi, sembra una corsa ad ostacoli ma finalmente arrivo al mio armadietto e prendo fiato.
-Hey, buongiorno! Vedo che sei in ottima forma!- Esclamo sdrammatizzando. Le sue palpebre e le sue labbra si rilassano facendo risaltare un viso pallido e lucido, penso che abbia la febbre.
Le metto una mano alla fronte e analizzo bene la sua temperatura.
-Niente febbre.- Le sorrido ma lei non mi valuta proprio.
-Odio quando fai così, parla, che succede?!- Alzo il tono della voce prendendogli un braccio e irritandomi, odio quando le persone stanno zitte.
-Madonna, lasciami in pace!- Sbottò buttando il mio braccio per aria e correndo in  classe con la solita espressione.
Certe volte non la capisco proprio, prima è felice, poi è trista, prima si arrabbia, poi grida. Odio i suoi sbalzi d'umore giuro.
Continuo ad osservarla da lontano finchè un ragazzo mi oscurò la visuale. 
-Ciao Alexya!- Esclamò David con un sorriso a trentadue denti. Mossi il capo velocemente e poi gli sorrisi.
-Ciao! Tutto bene?- Ogni volta che mi sta vicino divento una specie di peperone misto pomodoro.
-Si, ho chiesto a quello nuovo e ad Edward di sedersi con noi a pranzo, per te e Susan va bene?- Fece spallucce e si appoggiò all'armadietto.
-Si!- Continuavo a fissarlo, ogni cosa che diceva non mi interessava, era interessata solo ai suoi occhi, alle sue labbra, al suo sorriso e al su....
-Okay allora ci vediamo dopo, ciao.- Se ne andò interrompendo i miei pensieri. Continuavo a cavalcare il solito unicorno arcobalenato, poi, mi ripresi dal suono del campanello che avvisava l'inizio della prima ora di Storia. Come odio.
Quando entrai in classe mi sedetti al banco affianco a quello di Susan. Faceva finta di non conoscermi, ma non solo con me, persino con David, potrei dedurre che stia guardando Jace ma neanche quell'ipotesi mi soddisfa.
Appena Mrs. Vains si girò alla lavagna lanciai una pallina di carta a Susan. L'aprì e la lesse.
"Mi spieghi che hai? Lo sai che non mi piace vederti così. Tanto meno stare allo scuro di ciò che ti succede." 
Riaccartocciò la pallina di carta e la buttò nel cestino. Fece canestro.
Okay, parliamone, non va in piscina, non gioca a calcio nè a pallavolo, e lei, Susan Collins, è riuscita a lanciare una pallina di carta in un cestino? Questa me la devo segnare.
-Non mi va di parlarne adesso, meglio per te se non mi fai ricordare il motivo del mio stato.- Sussurrò senza guardarmi in faccia. Potrei pensare che ce l'ha con me, ma non credo, perchè quando mi vuole morta fa di tutto per farmi passare una giornata di merda, invece oggi è moscia, pallida e posso intravedere delle occhiaie nere sotto ai suoi occhi.
Non ci penso due volte che mi giro verso la professoressa ripensando a David e realizzando che domani andrò al ballo con lui. Sembro una bambina ma non m'importa, in questo momento mi importa solo di lui e ovviamente anche di Susan.
Mi volto verso di lei e socchiudo gli occhi.




Susan Pov's

-Ricordatevi di fare il riassunto sulla seconda guerra mondiale e non scordate la ricerca domani!- Esclamò la prof. mentre sistemava i suoi libri sulla cattedra.
Pft, qui l'unica guerra mondiale presente è quella nel mio cuore, come se mi interessasse un cazzo di ciò che dice. Sono confusa, mi sento a pezzi, quell'incubo mi ritorna in mente in qualsiasi ora giornaliera, non ce la faccio più è frustrante. 
Prendo i libri dal banco ed esco dalla classe, mi avvio al mio armadietto e senza esitare un attimo corro in bagno. Visto che sono una merda l'unico posto ideale per me è il cesso, e ci rimarrò a vita. 
Il fatto che stia così non è tanto per quell'incubo ma per la netta convinzione di essermi innamorata follemente di Jace. Invece no, c'è ancora il segno di tutto, del passato, e questo mi rende una cogliona debole e indifesa. Io non sono così cazzo! E nemmeno voglio esserlo.
Chiusi l'anta del bagno a chiave e senza accorgermene, e dico senza rimorsi, una lacrima mi rigò il viso, poi due e poi tre. Fino ad arrivare ad un mascara colato persino sulla maglia. Vorrei sfogarmi con Alexya, ma non riesco a fare nemmeno quello.
Mi asciugo il viso con la mano, poi mi soffermo a guardare le mie gambe. Scosto il pantalone più in basso e mi fermo a guardare per un attimo quei lividi. Li ho nascosti per un sacco di mesi, ma ci sono ancora, come se fossero dei tatuaggi incisi sulla mia pelle, stessa cosa sulle braccia.
Sento la porta del bagno aprirsi. Dato che la nostra scuola fa schifo non ci sono i bagni singoli, ma sia quello delle donne che quello dei maschi, sono unici. Può sembrare impossibile, ma è così. Non ci sono soldi per niente, nemmeno per un cibo di ottima qualità in mensa. 
Asciugai in fretta e furia il viso e uscii dalla toilette con la testa abbassa.
-Susan.- Esclamò un ragazzo dietro di me. Era la voce di Jace. Intanto rimasi immobile, ma non avevo il coraggio di girarmi. Feci un sorriso finto e presi coraggio.
-Ciao Jace!- Esclamai contenta. Si, contenta.
-Ti ho vista mentre entravi stamattina. Ti era successo qualcosa?- Domandò preoccupato, come se gli interessasse, ma lo fa solo per consolarmi, giustamente uno ti caga solo quando sei vittima.
-Come mai tutto quest'interesse?...Comunque sto bene.- Sorrisi sarcasticamente e uscii dal bagno senza salutarlo. Si okay, sono cambiata, l'ho notato. Ma almeno non ho scrupoli di ciò che faccio, anzi, ho fatto bene, io non sono un giocattolo, già lo sono stata una volta e non ho più gambe e braccia di ricambio.
Mi avvio in mensa senza farmi notare o mettermi in mostra, oggi non ho voglia di fare un cazzo. Passo davanti all'anziana col retino che sembra voglia uccidermi. 
-Solo ketchup, grazie.- Asserii con il mio panino portato da casa, non mi fido di ciò che servono qui.
-Non diamo ketchup a chi non mangia i nostri panini.- La donna alzò un sopracciglio quasi per sfidarmi.
-Allora vorrà dire che mi accontenterò da sola.- Salii sul bordo del bancone con i miei scarponi neri e feci un salto dal lato delle cuoche, presi il ketchup e risaltai per andarmi a sedere. Tutto ciò sotto gli occhi di tutti che mi guardavano a bocca aperta, nessuno se lo aspettava e nessuno lo aveva mai fatto prima, figo.
-Ah dimenticavo. Grazie per la vostra gentilezza!- Esclami tornando indietro e lanciando in faccia alla donna l'insalata caduta sul bancone, tutto con indifferenza.
Odio chi si mette contro di me, ho soltanto chiesto del ketchup non un servizio di cibo cinese.
Mentre andavo a sedermi scorsi l'immagine di Edward che mi guardava da lontano, con la solita faccia seria e misteriosa. Abbassai lo sguardo e mi sedetti ad un tavolo.
Gli alunni presenti in mensa continuavano a guardarmi, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato.
-Che c'è? Continuate a mangiarvi il vostro cibo schifoso!- Urlai infastidita.
-Susan Crystall Collins!- Una voce squillante dietro di me mi fece sobbalzare, ecco ci risiamo, la preside pronta a darmi una sospensione, lo sapevo, maledetti voi tutti che volete mandarmi nella merd....
-Ma che hai fatto? Potevano sospenderti!- Esclamò poi la stessa voce sedendosi al mio fianco. Fortunatamente era Alexya.
-E' stato pazzesco, giuro che stavo morendo quando ho visto la faccia sconvolta della cuoca!- David e Jace si sedettero alla mia destra, ero a capo tavola.
-Wow, tu mi hai raccontato di tante cose, ma non mi hai mai raccontato che sapevi fare questo.- Esclamò Troy che mi mise le mani sulle spalle, soddisfatto di me.
-Oh, allora avrò dimenticato qualche passaggio.- Ridemmo all'unisono.
-Aspetta aspetta, voi vi conoscete?- Domandò Jace alzando un sopracciglio.
-Si, è Troy ed è quasi il mio vicino di casa, ieri gli ho raccontato come vanno le cose e niente.- Sputai il ketchup nel vassoio, persino questo fa schifo.
-Oddio Susan, potevi farlo in un fazzoletto.- Esclamò Alexya fissando ciò che avevo sputato nel vassoio con una faccia traumatizzata.
-Si, potevo farlo se i fazzoletti esistessero in questa mensa.- Allineai le labbra e ci guardammo perplesse.
-Ma tu non avevi detto che ti chiami Louis?- David si grattò la nuca guardando perplesso Troy.
-Si ma quello è il mio secondo nome, mi ero dimenticato di dirtelo.- Si scusò lui sorridendo. Ha una faccia troppo coccolosa.
Dopo un paio di secondi Edward si sedette a capo tavola, difronte ma distante da me.
Smisi di parlare. E' più forte di me. Alexya continuava a guardarci entrambi e mi sento sempre di più in imbarazzo, più che in imbarazzo non mi sentivo a mio agio.
Alexya senza farsi vedere mi strinse la mano sotto al tavolo e mi fissò. Ci capiamo a sguardi, ha capito il perchè dell'atteggiamento di stamattina e di sicuro ha capito anche cosa dovevo dirgli ieri.
-Allora? Tutti pronti per domani sera?- Esclamò David con il suo fare da giocherellone.
-Io non so che cazzo mettere!- Si disperò Alexya spalancando gli occhi.
-Idem.- Risposero all'unisono David e Jace.
Giravo e rigiravo il mio panino tra le mani fissando negli occhi Edward, è difficile non guardarlo, ma lo sta facendo anche lui. Mentre gli altri parlavano speravo in un "possiamo andarci insieme al ballo" da parte di Edward, ma invece si ostinava solo a fissarmi, il suo sguardo era come una lama che ti tagliava in due, era proprio la sua faccia che mi metteva paura ma allo stesso tempo ne rimanevo dipendente.
-E tu Susan, cosa ti metti?- Jace, che si era accorto di tutto, cerco di inserirmi nel discorso.
-Oh, non so, forse non vengo.- Feci spallucce guardando il panino.
-Cosa?! NO! No, tu non puoi non venire, ci devi essere...no, ti prego.- Balbettò Alexya che cercava, con frecciatine indirizzate a Dav, di farmi capire che aveva bisogno di me nel caso David la spiazzasse in pista da ballo. Alzai il lato destro delle labbra e scossi il capo.
-Devo guardare mia sorella.- Mentii.
-Ma se avevi detto che la guardava tuo fratello?- Sbottò Alexya. La fulminai con lo sguardo e mi sussurrò uno 'scusa'.
Continuavano a chiedermi perchè, tranne Edward, che non apriva bocca.
-Davvero ragazzi non posso ven...-
-Non sa ballare.- Asserì Edward. Mi fissò, mi fece un sorrisetto malizioso e se ne andò.
-Ma com'è possibile? Avevi detto che hai frequentato una scuola di ballo da piccola?!- Sbigottì Alexya gesticolando con le mani.
-Si ma ero una frana e saltavo le lezioni.- In realtà anche il fatto che frequentavo una scuola di ballo era una palla. Non volevo mostrarmi come una cretina.
-E lui come lo sapeva?- La voce Jace si fece seria e dura e il suo sguardo si fece cupo.
-Dettagli. Quando una ragazza non va ad un ballo, gli uomini pensano che non sappia ballare, è intuitiva la cosa.- Ci giravo attorno per non arrivare al punto, già sto male per fatti miei e non ci tengo a raccontare ciò che è successo due anni fa. 
Edward sa tutto di me, anche qualcosa che Alexya non sa. Mi fidavo di lui, era un  bravo ragazzo, gentile e logorroico. Ma quando ci frequentammo qualcosa lo cambiò e si trasformò in un mostro, fino a distruggermi e ad abbandonarmi.



Alexya Pov's

Tornai a casa accompagnata da Dav, non mi aspettavo che mi desse un passaggio ma di certo non è stato brutto, anzi, se la cava col motorino, non è uno di quei pivellini che col motorino ci fanno solo corse e sgommate.
-Grazie per avermi portata a casa tutta intera!- Sospirai sorridendogli ironicamente.
-Oh, grazie per il complimento.- Finse di offendersi e poi scoppiò a ridere.
-Scherzavo.- Cercai di togliermi il casco, ma senza riuscirci.
-Vieni qui, è un pò difettoso.- Mi avvicinai a lui, era abbastanza imbarazzante ma...fottutamente stupenda come scena.
-Fatto, allora ci vediamo domani, ti vengo a prendere.- Asserì aggiustandosi il casco e accendendo la moto.
-Va bene, ciao!- Aspettai che se ne andasse per poi saltare come una cogliona ed emanare piccoli gridetti. Maggie aprì la porta di casa ed io continuai a fare quella specie di scena orribile vietata ai bambini di diciotto anni.
-Tu dovresti essere mia sorella?- Maggie spalancò gli occhi, si guardò attorno e mi chiuse fuori.
-Dai cogliona aprimi!- Ridevo come un criceto, mi mantenevo la pancia e per poco non mi accasciai a terra.
Finalmente la cretina si decise ad aprire ed io corsi di sopra a chiamare Susan che non si era più fatta vedere dopo aver mangiato in mensa.
-Pronto?- Una voce sottile e candida si accentuò dall'altro capo.
-Susan, sono Alexya, tu adesso vieni con me a fare shopping, non m'importa se hai la testa di cazzo, se stai male per Edward, tu adesso vieni con me e ci cerchiamo un vestito.- Asserii senza esitare.
-Ma n...-
-Niente ma, ti aspetto fuori casa tua tra dieci minuti.- Attaccai e scesi di casa. Almeno gli faccio pensare ad altro e cerchiamo qualcosa di decente per la festa, non voglio andarci con dei pantaloni ed una maglia, per quanto odio farlo, dobbiamo essere il 'più' di Avila e Nassia, che di sicuro, saranno il top. Inoltre dovremmo stare anche in costume, quindi è meglio se ci mettiamo all'opera.






BELLAZIAAAAAAAAA!
Queste entrate sono stupende, mi commuovo c’:
Allooora, partendo dal fatto che Susan è crollata nel 
vero senso della parola qua le cose si stanno complicando 
ma tranquilli che Alexya non riderà per molto
Muahahaha, siamo crudeli sisi.
Comunque vi avevo lasciato in sospeso col nome
del personaggio che interpreta Troy ed è….
Nessuno, abbiamo lasciato libero spazio
alla vostra immaginazione per quanto riguarda
il suo personaggio, lo stesso per Maggie.
Adesso ce ne andiamo e vi lasciamo leggere in pace.
Addddddiooooooo.

 

   
 
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