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Autore: xsusanbo    02/07/2014    0 recensioni
Una vita liceale che quasi tutti i sedicenni vivono. Siamo nella Linguist High School, luogo in cui quasi tutta l'adolescenza trova amicizie, primi amori, litigi e inganni.
Susan e Alexya sono due ragazze comuni, divertenti e simpatiche, frequentano il terzo anno e non si separano mai. La loro vita però sta per cambiare, entreranno due ragazzi, belli e forti che fanno parte della squadra di basket della scuola. Susan conoscerà il suo terribile incubo e Alexya il più ingenuo della classe, ma entrambe avranno due nemiche, ma più che nemiche....Troie.
Susan vive con suo fratello maggiore Thomas e con sua sorella minore Hally, hanno perso da poco i genitori. Alexya vive con sua sorella Maggie anch'essa ha perso i genitori in un terribile incidente, tre anni fa.
Cosa succederà a queste due ragazze? Indifese e deboli...Entreranno a far parte di un nuovo mondo, conosceranno nuove persone, nuovi modi di fare...
Entreranno a far parte di una vera e propria vita da liceale.
Continued.
Genere: Azione, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 4.
Punches and kisses.






 
 
-Guarda questo com'è carino!- Esclamò Alexya per l'ennesima volta mentre prendeva un' altro di quei vestitini appesi alle pareti.
Sbuffai e andai dall'altra parte del negozio, vicino al reparto maschile. Mi annoiava lo shopping, soprattutto se dovevo prendere un vestito elegante, per un party, a casa della mia più grande nemica, per fare colpo, o almeno provarci, con il ragazzo che mi piace, ma anche evitando terribilmente, colui che mi ha distrutta. Ah, com'è difficile comprare un vestito..
-Susan! Guarda, questo mi piace moltissimo, mi sa che lo compro.- Chinai il capo e socchiusi gli occhi.
-Prendilo, ti sta benissimo!- Dissi mettendo le mani nelle tasche posteriori.
-E tu? Che hai trovato?- Alexya ritornò in camerino e gli andai dietro per aiutarla con i vestiti.
-Niente, mi sono ricordata che ho un vestito di mia mamma da qualche parte nell'armadio.- Non stavo mentendo, mi sono davvero ricordata del vestito di mamma. E' un abito nero, corto fin sopra al ginocchio, nero e fatto di velo, almeno mi porterà fortuna, speriamo.
-Ah, capito, andiamo a bere qualcosa?- Feci si con la testa e dopo aver pagato ci avviammo al bar.
Ci sedemmo ad un tavolino e guardammo le persone che passavano. In questi pomeriggi primaverili si sente quell'aria di festa e di tutte quelle persone che sfoggiano nei vicoletti prestigiosi in cui prevalgono negozi di alta qualità.
-Allora? Ti ha parlata?- Alexya si pulì la bocca col fazzoletto e mise i gomiti sul tavolo.
-Chi?- Alzai un sopracciglio.
-Come chi? Edward.- Sorrise lei.
-No. E' indifferente, stessa cosa che faccio io con lui.- Feci spallucce e appoggiai la tazzina alle labbra.
Lei fece spallucce e allineò le labbra.
-A te invece vedo che va tutto liscio.- La fissai.
-In un certo senso.- Socchiuso un occhio e ammiccò con le labbra Come se non fosse felicità quella che brilla nei suoi occhi. Sbuffai e misi la tazzina sul tavolo.
-Ammettilo. Vorresti gridare e urlare il suo nome dappertutto. Vorresti urlare di felicità ed essere super epilettrica, ma non capisco perchè lo nascondi.- Stavolta ero un tantino irritata.
-Lo faccio per te, perchè so che sei in una brutta situazione.- Si scusò gesticolando con le mani.
-Tu non mi freghi. C'è altro, dai raccontami.- Sorrisi lievemente.
-Okay. Due giorni fa, mentre navigavo su internet, scrissi il nome della nostra scuola e mi uscirono vari siti. Cliccai su un blog, il primo. Era gestito da una certa Nà così decisi di seguire quel blog. Postavano tutto ciò che succedevano a scuola, persino le cose più imabarazzanti, anche se facevano ridere le cose che postavano non era bello nei confronti degli altri, così sto cercando di stare sulle mie e di stare più sveglia possibile, per evitare che una situazione del genere può capitare anche me, e ti consiglio di fare la tessa cosa.- La fissai serie, poi scoppiai a ridere.
-Oddio che stronza, mi stai prendendo per una pazza?- Alexya finse di offendersi ed io, in preda all'asfissione totale, mi portavo mani alla bocca per bloccarmi. Sto per morire, aiuto.
-No scusa...sc..scusami.- Non riuscivo a parlare per via delle risate, feci un lungo sospiro e mi fermai.
-Okay, facciamo finta che non ho sentito, spiegati meglio prima che ti chiamo uno psicologo.- Risi per l'ultima volta.
-Oddio non è solo per quello che sto così, è anche perchè il gestore di quel blog mi fa due messaggi al giorno, dicendomi di stare lontano da Dav e di farmi i cazzi miei oppure, un giorno, potrei essere una delle sue vittime, non sai quanto mi fa paura questa cosa.- Aggrottò la fronte.
-Okay va bene, ti credo, seriamente. Comunque seguirò il tuo consiglio e cercheremo di smascherare questo anonimo.- Ammiccai l'occhiolino  e gli sorrisi.
Dopo qualche minuto mi squillò il cellulare, lo sfilai dalla tasca e risposi.
-Pronto?- Tirai su col naso.
-Susan, sono Jace.- Stavo per gridare ma mi contenni.
-Ciao Jace.- Abbassai lo sguardo sorridendo mentre Alexya mi faceva delle smorfie buffe.
-Volevo avvisare te ed Alexya che il party è stato spostato a stasera verso le sette.- Guardai l'orologio, portava le quattro, spalancai gli occhi.
-Oh grazie mille, ci vediamo staserai.- Esclamai.
-A stasera.- Attaccai e presi Alexya per le spalle.
-Il party è stato spostato a stasera, dobbiamo muoverci!- La dondolai per le spalle.
-Okay calmati, a cosa deve tutto questo entusiasmo?- Presi la borsa e la giacca e ci avviammo a casa in fretta.
-Devo coprire le occhiaie e devo fare qualche miracolo a questa faccia da morta.- Sbottai.
-Oh, capisco.- Aggrottò la fronte e mi toccò la spalla.
-Chi arriva per ultima non scoperà mai.- Urlò incominciando a correre. La odio di più ma non la amo di meno.

 
-------------

 
 
-Porca puttana!- Imprecai lanciando nel lavandino il correttore. Non riuscivo a coprire le occhiai ed ero in ansia.
-Susan calmati, fai finta che devi andare ad una festa di compleanno, non è niente.- Mi tranquillizzò lei che era già vestita, truccata e tutto.
-Ma se devo ancora mettermi le scarpe?!- Sbuffai.
-Cosa? Vuoi metterti le converse sotto ad un vestito così bello?- Lei aveva un vestito bordeaux molto moderno e dei tacchi color oro.
-Scordati che mi metto i tacchi. Non li so portare e non li voglio portare.- Sbottai entrando ed uscendo da una stanza all'altra con Alexya dietro che mi seguiva con le braccia in aria.
-No signorina!- Esclamò bloccandomi il braccio. -Tu adesso indossi quei tacchi argento e muovi il culo!- Quando fa la seria mi fa davvero paura.
Eseguii gli ordini e mi sedetti sul divano, guardando nel vuoto.
Stavo pensando di scappare, di fare finta di non sentirmi bene per non andare a quel maledetto party, tanto per ricordarlo, lo sto facendo solo per Alexya. Mi sento così stupida.
-Susan, stanno suonando, vai ad aprire!- Scattai dal divano ed andai ad aprire.
-Non c'è bisogno di alzare la voce!- Gridai verso Alexya, ma quando mi girai avrei tanto voluto non aprire.
-Ciao.- Era l'unico ragazzo che non avrei mai voluto vedere, soprattutto questa sera, Edward.
-Che ci fai qui?- Sbottai abbassando lo sguardo.
Lui sospirò ed entrò dentro sedendosi sul divano. Era vestito in giacca e cravatta.
-Sono venuto per avvisarti che hai bisogno di un accompagnatore.- Alzò lo sguardo su di me.
-E' inutile perchè con te non ci vad..-
-Allora non potrai andare al party.- Mi fece un sorrisetto malizioso. Sospirai e portai le mani sui fianchi.
-Dato che nessuno ti vuole ho pensato di accompagnarti io.- Incrociò le braccia.
-Pensavo avessi già dieci accompagnatrici.- Ammiccai un sorriso finto.
-Tu non mi conosci.- Sorrise avviandosi alla porta ma lo bloccai prendendogli il braccio.
-Ti conosco fin troppo bene, talmente tanto che già so come andrà a finire. Dovrò trascinarti fino a casa mia, ubriaco e per niente sobrio, per poi lavarti e metterti a dormire aspettando che diventi lucido e questo solo per colpa della tua irresponsabilità in occasioni del genere, non la passerai liscia stasera.- Ormai i nostri sguardi si contrapponevano, ero seria.
-Senti.- Si posizionò davanti a me minacciosamente. -Non ho voglia di litigare con una cocciuta come te, voglio soltanto accompagnarti per farti entrare, soltanto come amici, se così ci possiamo chiama..-
-Conoscenti.- Asserii.
-Conoscenti...- Si corresse e mi strinse il polso. -Adesso andiamo, entriamo e poi fai tutto quello che vuoi, sto cercando di essere un bravo ragazzo.- Mi lasciò il polso e si girò.
-Si certo.- Risi.
Alexya, che era rimasta chiusa in bagno per tutta la 'chiacchierata' uscì e ci raggiunse.
-Oh, ciao Edward.- Salutò confusa Alexya, ma lui si limitò solo ad alzare il capo.
-Okay, possiamo andare.- Uscimmo fuori e fissai Alexya che, a quanto pare, ha già capito tutto. Ormai non c'è bisogno di parlare con lei, siamo sincronizzate come un computer ma anche di più.
Dopo qualche secondo arrivò Dav con la sua moto ed Alexya andò con lui, erano perfetti insieme, se non li conoscessi potrei pensare che siano una coppia, ma tanto lo diventeranno fra poco tempo.
-Quella è la mia macchina.- Ed indicò una Ferrari rossa parcheggiata sul marciapiede, intelligente.
-Vuoi che ti apra la porta?- Mi fece l'occhiolino.
-Caro Edward.- Gli sorrisi sarcasticamente. -Se vuoi fare il galante le cose non si domandano.- Tornai seria ed entrai in macchina sbuffando. Il tragitto, almeno per me, è stato lunghissimo, per non parlare delle complicazioni che ci sono state. Gli dicevo che sentivo freddo e lui metteva l'aria condizionata a 10°, gli dicevo di chiudere il finestrino e lui fumava fuori al finestrino. Insomma, se non era per lui adesso profumerei e starei bene, invece è il contrario.
-Giuro che la prossima volta chiamo un taxi!- Esclamai uscendo dalla macchina e raggiungendo Alexya che era già arrivata lì e si stava togliendo il casco.
-Dio, mi fai salire il porca puttana. Da quando sei così irritante e fastidiosa?- Sbottò Ed entrando dentro voltandomi le spalle.
Forse da quando mi ha usata come un giocattolo per poi abbandonarmi senza scrupoli.
-Hey! Fammi un sorriso!?- Alexya mise il broncio e incominciò a fare facce buffe.
-Sei un caso perso.- Risi ed entrai nella grande villa. Se avessi tutti i soldi di Avila e di Nassia messi insieme mi comprerei un centro commerciale grande quanto uno stadio e alta quanto la London Eye. Il cortile era gigantesco, con una piscina ed un barbecue. L'ingresso della casa era formato da una scala in marmo grandissima, aveva tre piani ed era lussuosa. I soldi gli escono dal culo proprio.
C'era quasi mezza scuola e non si capiva niente, c'era chi già si era tuffato in acqua e chi invece era in pista da ballo, che si trovava dall'atro lato della villa. Potrei perdermi, mi ci vuole una cartina.

 
[Punto di vista del narratore]


 
-Ah, siete arrivate, credevo che sareste rimaste a casa.- Una voce squillante risuonò nelle orecchie delle due ragazze che si trovavano di spalle al soggetto che aveva appena parlato, come non riconoscerla, era Avila, ovviamente accompagnata da Nassia, non c'è uno senza due.
Alexya sospirò, si girò e sorrise.
-Si, siamo arrivate solo per te! Guarda siamo felicissime di essere venute, non avevamo nessun impegno, guarda che fortuna!- Alexya sorrideva e batteva le mani, era una presa in giro ovviamente.
Avila sorrise sarcasticamente e se andò.
-Giuro che diventerò una militare solo per lei.- Asserì Susan mentre la guardava con una faccia da assassino.
La serata scorreva normalmente, Alexya e Susan giravano per la villa, scherzavano con Jace e Dav anche se per Susan era una frustrazione, visto che Jace pensava solo a spassarsela con altre ragazze.
-Vado in bagno.- Alexya ormai non riusciva più a trattenersi, visto che è rimasta per tutto il tempo con Dav, tranne per gli ultimi dieci minuti.
Incominciò a cercare invano la presenza di Avila, per sapere dove si trovassero il bagno visto che non sembrava una villa ma un labirinto. Salì le scale convincendosi di cavarsela da sola ed entrò nel salone, era abbastanza grande con un pavimento in marmo. L'arredamento era classico, i lampadari erano formati da swaroski e cristalli che potevano acciecare.
Alexya salì al piano di sopra e passò per un corridoio lunghissimo ed un tappeto rosso. C'erano tante stanze, così decise di bussare nel caso ci fosse qualcuno. Arrivò alla penultima porta ma non bussò, era socchiusa. Sbirciò da un piccolo spiffero la stanza all'interno. Era una camera in rosa, classica e molto piccola. Lo sguardo della ragazza cadde sul letto, c'erano Avila e Dav e di certo non si trattava di una chiacchierata tra amici. Si baciavano continuamente e nessuno dei due si stava annoiando.
Alexya che aveva assistito solo ad un quarto di tutta quella scena, scappò in lacrime.
Andò di sotto, prese il suo cappotto e uscì fuori.
-Hey, ce l'hai fatt..-
Susan si bloccò alla vista della sua amica che, singhiozzando, la ignorò totalmente correndo fuori. Era uno di quei momenti in cui Susan voleva corrergli dietro e consolarla fino a farla sorridere ma sapeva che non poteva così si limitò solo a seguirla nello scopo di bloccarla.
-Alexya!- Arrivò sul marciapiede della strada e grazie ad un lampione ancora acceso fermò l'amico per un braccio.
-Cosa ti è successo?- La fissò negli occhi, lucidissimi, ed il viso rigato.
Alexya non riusciva a risponderle così l'abbracciò di scatto. Susan continuava a non capire, non riusciva a vederla così triste.
-Okay, Ale, ascoltami.- Le prese il viso con le mani e la fissò negli occhi. -Non m'importa cos'è successo, voglio solo che ti asciughi quelle lacrime e che torni a casa. Adesso chiamo Thomas e ti faccio dare un passaggio, ti lavi e vai a dormire, dimenticando tutto ciò che è successo, purtroppo non posso raggiungerti, sai la mia situazione con Edward. Tranquilla, va tutto bene.- Si abbracciarono per la seconda volta. Susan chiamò Thomas ma risultava occupato così, dando un'occhiata in giro, trovò Cory libero e gli chiese di portare Alexya a casa, il ragazzo non ci pensò due volte che subito mise in moto la macchina ed eseguì l'ordine, anche se più che ordine era un favore.
Si era trasformato da un party ad una serata di pugni e di baci, ormai nè Alexya e nè Susan erano più felice come due giorni fa, anzi, le cose si erano complicate moltissimo, peccato...erano così delle brave ragazze. Ma tutti lo sanno, le brave ragazze sono quelle più colpite e affondate.
 







OMAAAAAAAAAALLEAAAAAAA.
Salve a tutti biricchini.
Eccoci con il quinto capitolo. Io ve lo 
avevo detto che Alexya prima o poi veniva fregata ehehe
perchè noi può, hihi. No vabbè, comunque lo sorprese
ancora devono finire e state certi che succederanno anche
altre cose, più pericolosi e molto sconvolgenti, muah.
Vi lasciamo, addiooooooooos.

 
   
 
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