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Autore: hiccup    27/06/2014    2 recensioni
“Anno nuovo, vita nuova, giusto?”
“Speriamo siano trecentosessantacinque giorni unici, emozionanti, miei. Non chiedo altro”
“Si inizia oggi; con questo sole aranciato e con questo sguardo stanco, ereditato dal passato.”
[365 poesie per 365 giorni]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ventisei giugno: marmi e gessi.
 
 
“Ma perché hanno le mani così grandi?”
“È un gioco di prospettive; probabilmente queste statue erano collocate in alto
e la folla, guardandole dal basso, percepiva le proposizioni in modo corretto
quando, invece, le mani e le teste sono molto più grandi del normale. O dei canoni di Fidia.”
“Cioè?”
“Secondo la sua concezione la testa dell’uomo deve essere un settimo dell’intera figura umana.”
 
 
 
L’aria salmastra unge la pelle;
frusciano i capelli intrisi dell’odore dei corpi
accaldati; una marmaglia umana che brilla, ottenebra,
si muove e sguscia con movimenti viscidi tra i ponti,
tra le calli – singole composizioni e gruppi statuari
così glabri e così marmorei da apparire oscenamente perfetti
- plasmati da mano divina e mente superba.
 
Ci sono brividi d’estasi che percuotono la carne
e pulsazioni violente che sconquassano il cuore;
troppi pensieri, troppe idee che si ammassano,
confusionari, l’uno sopra l’altra in un’alcova mentale;
e non c’è rimedio alcuno; le sinapsi crescono, decrescono,
ma non muoiono mai nel travaglio.
 
È un male dolcissimo quello dell’artista.
 
 
*
 
 
 
Note:
 
Non credo di aver mai detto quanto io ami Michelangelo – fossi nata qualche secolo prima meh – e la scultura in generale, ma ieri io e mia sorella siamo state a Venezia e abbiamo visitato questo museo bello bellissimo e c’erano dei gruppi statuari di Wildt – che ha molti, moltissimi punti in comune con l’arte di Michelangelo Buonarroti - e di Bernini che erano, davvero, la fine del mondo; ho ignorato i pittori futuristi e sono rimasta in quella sala per mezz’ora o forse di più. Il punto è che mi affascinano un sacco le sculture, amo il marmo e il gesso e le tecniche di lavorazione di questi; da un blocco rude e “pesante” si riesce ad estrapolarne la morbidezza umana e… io ho il vizio di toccare le statue. Detta così suona male, ma ho questa necessità assurda di tastare il marmo, di accarezzare e di sentirne la consistenza; non so, è una delle mie tante fissazioni credo. Ma, no, non ho potuto sfiorarle nemmeno un po’ ieri, la guardia mi ha fissato per tutto il tempo. Sigh.
 
  
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