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Autore: GabrielleWinchester    28/06/2014    2 recensioni
Dopo la battaglia contro Semeyraza, tutto sembra ritornare alla normalità nella famiglia Winchester...ma è una normalità che ha il sapore di mistero, un mistero legato al regno più misconosciuto di tutti, il Purgatorio e che darà modo ai fratelli Winchester e alle loro compagne di conoscere nuovi personaggi e scoprire verità nascoste. Buona lettura :-) Crossover Supernatural/Alphas/Guild Hunter di Nalini Singh :-)
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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Buongiorno a tutti,
ecco a voi il ventesimo capitolo di "Stairway to Purgatory"...Nel precedente capitolo abbiamo visto le Moire arrabbiate per la situazione che si è creata con l'uso spropositato dell'Aletheia Gladia o Forbice di Nyx di Atropo e l'intervento di Balthazar...In questo capitolo troviamo Lucifero parlare con una persona davvero importante e il loro dialogo sarà denso di significato...Ma non vi anticipo nulla :-) Mi auguro che il nuovo personaggio vi incuriosisca e vi intrighi ^_^ Ringrazio tutti coloro che la stanno leggendo e la leggeranno, tutti coloro che la stanno recensendo e la recensiranno, tutti coloro che la stanno mettendo e la metteranno nelle seguite/ricordate/preferite/ e da recensire e tutti coloro che mi hanno messo e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)


Tempo imprecisato-Al di là del Paradiso e in mezzo al Purgatorio
Il sole stava lentamente tramontando in quel luogo meraviglioso, dipingendo di una luce sanguigna e violacea gli alberi di betulla dal tronco argentato e i fiori color arancio, i quali si protendevano al cielo come servitori fedeli. Era da tanto tempo che Lucifero non andava lì, almeno dalla sua creazione, avvenuta quando l’Universo era solo una delle tante idee del Padre. Molto tempo prima che lui si lasciasse ammaliare dalle idee folli di Semeyraza, segnando così il suo destino da angelo caduto, da demone. Era un luogo ameno, incontaminato, un luogo che iniziava dal nono cielo, laddove Metatron custodiva la Sacra Fonte della Vita e della Morte, laddove le Moire Atropos e Cloto immergevano, all’inizio dell’anno, l’Arcolaio di Zoe e la Forbice di Nyx, e finiva in mezzo alla foresta del Purgatorio. Un luogo avvolto da un eterno crepuscolo, da un’eterna sospensione del tempo. Un luogo che ispirava pace e serenità, un luogo dove tutti si sentivano in pace con la propria coscienza. Un piccolo usignolo di fiume si posizionò lungo i petali di una ninfea e cominciò a cantare. I suoi occhietti acquosi si posizionarono su Lucifero e diede una nota acutissima. Poi volò via con un moto, quasi sdegnato.
“La natura è una cosa sublime” disse una voce melodiosa e allo stesso tempo inflessibile “Peccato che qui c’è qualcosa che stona”.
A parlare era stata una donna dai capelli castani, riccioluti, lunghi fino a metà schiena, viso ovale, occhi color ambra. Indossava una veste lunga fino al ginocchio, color amaranto, una striscia argentata che lo attraversava diagonalmente, con vertiginoso spacco sulla schiena che rilevava due ali nere con riflessi d’ametista, possenti, le quali sbattevano in maniera elegante. Nella mano destra sorreggeva una piccola bilancia d’ottone. La personificazione dell’equilibro dei tre regni ultraterreni. Astrea.
“Astrea” disse Lucifero sgomento.
La madre di Hesediel si sedette su una panca di olmo rosso e lo guardò severa e solenne. Congiunse le mani e disse “Non mi aspettavo di vederti qui Iseyart”.
Lucifero trasalì turbato. Lo aveva chiamato con il suo nome in enochiano, ovverosia “Colui che gode del dolore altrui”. A volte era proprio vero che il tempo non guarisce le ferite, ma le amplificava con una potenza incalcolabile.
“Sono venuto a chiedere il tuo aiuto, Astrea” disse Lucifero “Abbiamo bisogno di te”.
Per tutta risposta Astrea toccò i petali di un giglio di ruscello, un fiore bianco dalla corolla rossa, decorandolo con gocce di rugiada. Poi prendendo un bicchiere di ambrosia disse “Michele ha infranto una delle Leggi Fondamentali dell’Universo, donandoti di nuovo la grazia” si mise a ridere senza nessuna gioia “Non me lo sarei aspettata da parte di mister perfezione. Mi ha fatto una testa tanta quando mi sono intestardita a partorire Hesediel” sorrise quasi di nostalgia “La mia piccolina”.
“Sono venuto a chiedere il tuo aiuto” ripeté Lucifero in tono imbarazzato.
Continuando a bere il suo cocktail di ambrosia, un lento sorriso si affacciò sulla bocca di Astrea, un sorriso amaro “Davvero?” poi puntò i suoi occhi d’ambra contro Lucifero “Sei sempre stato il solito egoista presuntuoso ed arrogante”
“Non sono venuto per me” disse Lucifero combattivo “Ma per Hesediel”.
Per un po’ calò un silenzio surreale. Poi con un movimento repentino, le mani di Astrea si strinsero intorno al collo del creatore dell’Inferno, sollevandolo di parecchi metri. Il volto di Astrea era una maschera di rabbia e lacrime. Il creatore dell’inferno la lasciò fare. Se lo meritava. La potenza emanata dall’aura di Astrea era così potente che avrebbe distrutto una foresta nel raggio di circa quindicimila chilometri. Astrea era un personaggio potente e, come tale, aveva deciso di ritirarsi nel Purgatorio. Un’incrinatura nell’equilibro e tutto poteva andare a farsi benedire. Letteralmente.
“Mi puoi uccidere, se vuoi” disse Lucifero.
“Lo farei con tutto il mio cuore” disse Astrea furibonda, le lacrime che scorrevano nel viso “Te lo meriteresti ampiamente. Come mi puoi chiedere di aiutare per Hesediel? Tu che…”
“Sono pronto a rimediare” disse Lucifero solenne, nonostante non potesse più respirare, “Dammi solo un’occasione”.
Le dita di Astrea si strinsero di più intorno al collo del Serafino Caduto e dopo lo scagliò contro un roseto di rose rosse. Mentre il Serafino Caduto si liberava delle spine, Astrea disse con la rabbia trattenuta “In che modo vorresti aiutare mia figlia?”
“Lo specchio di lapislazzuli” disse Lucifero semplicemente “Dobbiamo ripristinarlo”.
“Non mi puoi chiedere questo” disse Astrea, impallidendo “Puoi chiedermi tutto, tranne questo”
“Nello scontro con Semeyraza, io e Sam Winchester, o meglio Chamuel, abbiamo dato a Hesediel il bacio dell’heliobasileus, il bacio dei due regni maggiori, facendola diventare un arcangelo del Purgatorio”
“Grazie per il bollettino informativo, lo sapevo” disse Astrea sarcastica.
“E lo sapevi anche che Crowley sta uccidendo con la Forbice di Nyx, o Aletheia Gladia, per sapere dove si trova il Purgatorio?” ribatté Lucifero punto sul vivo.
“So anche questo” disse Astrea, mesta “L’aria del giardino è cambiata radicalmente. Ti vorrei ricordare che io sono la personificazione dell’equilibro e mi accorgo di ogni cosa fuori posto” poi rivolse il suo sguardo a un gattino che stava giocando con un filo d’erba “Ma non chiedermi di ripristinare lo specchio di lapislazzuli”
“Ti importa davvero di tua figlia?” domandò Lucifero a bruciapelo.
“Tu non sai che sacrifici fa una madre per i figli” disse Astrea, scuotendo la testa “Ti credi furbo, ora che Michele abbia commissionato un’impresa di pulizie”.
“Non ho scusanti per quello che ho fatto a Christine” disse Lucifero “Ma ci serve di nuovo lo specchio di lapislazzuli per ripristinare l’equilibro”
Calò un silenzio imbarazzato e per un po’ Astrea si chinò e raccolse un fiore argentato. Un petalo d’argento volò dal suo palmo e si tramutò in una farfalla. Poi disse “Anche se vi aiutassi, Hesediel morirebbe”.
“Che cosa stai dicendo?” domandò Lucifero sospettoso.
Astrea fece un leggero movimento e i colori del crepuscolo mutarono in quelli dell’alba. Gli alberi si ricoprirono di neve. Poi, senza dire una parola, cominciò ad allontanarsi. Le ali assunsero una tonalità quasi dorata, nella sempiterna alba.
“Perché dici che Hesediel morirebbe?” domandò Lucifero frustato.
Astrea si girò e gli occhi d’ambra riflettevano una tristezza infinita “Pensi davvero che Violet sia nata come cercatrice d’angeli?”
E con questa domanda senza risposta, Lucifero la vide confondersi con la natura. Un fruscio lo avvertì dell’arrivo di Michele. Il guerriero divino disse “Allora sei riuscita a convincerla?”
“No”
“Come no?” domandò Michele stupefatto “E perché?”
“Ha nominato Violet CrystalLight e poi se ne è andata senza una risposta” disse Lucifero  frustata e poi si rivolse al fratello, tanto amato e odiato “Tu sai qualcosa?”
Un’ombra cupa si insinuò nel viso di Michele e non rispose. Pregò solo che non succedesse l’inevitabile.
“Avete tutti deciso di partecipare al gioco della verità nascosta?” disse Lucifero frustato.


 
  
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