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Autore: Ghost Writer TNCS    28/06/2014    0 recensioni
ATTENZIONE! REVISIONE IN CORSO
Mstislav è il secondo figlio di una famiglia ricchissima, vive in una villa molto lussuosa lontana dalla residenza dei suoi genitori e nel suo garage può vantare sei veicoli dei marchi più famosi, ma non è questo a renderlo speciale. All’improvviso qualcosa si risveglia dentro di lui e da un giorno con l’altro scopre di avere delle abilità innaturali, dei superpoteri che gli permettono di dare vita alla sua immaginazione.
Imparare a controllarli sarà il primo passo, poi però verrà il momento di prendere una decisione: diventare l’eroe prode e valoroso che aiuta gli innocenti o l’antieroe che fa sempre quello che vuole e di cui tutti hanno paura?
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. La cosa che mancava

Anastasia finì di pulire l’ultima finestra del blocco centrale e osservò con soddisfazione il risultato del suo lavoro. I vetri erano tutti perfettamente trasparenti e sugli infissi non si vedeva nemmeno una traccia di sporco.

Fece per andare a mettere via il panno e i prodotti utilizzati per la pulizia, ma si fermò. Mstislav aveva lasciato di nuovo la sua maschera in giro.

La prese e la osservò. Era stata realizzata per incutere paura e probabilmente il suo padrone l’aveva scelta proprio per questo, però le bastava sapere che era lui a indossarla e subito le appariva molto meno minacciosa. Era per questo che quando, quattro giorni prima, l’elfo aveva provato a spaventarla, lei non aveva fatto una piega.

Appoggiò un attimo a terra i vari detergenti e poi la portò nella stanza del suo padrone. La ripose con cura nel solito zaino, quindi tornò indietro per andare a riporre i detersivi e mise lo straccio tra le cose da lavare.

Stava tornando nella sua stanza per riposarsi un po’ quando i videocitofoni si misero a suonare. Raggiunse il più vicino e si trovò davanti un fattorino con in testa un berretto azzurro e rosso. «Buongiorno, desidera?»

«Buongiorno, lavoro per la Malea.» si presentò l’elfo «Io e il mio collega siamo qui per consegnare i prodotti richiesti dal signor Mstislav Naresky.»

«Ho capito, le apro immediatamente.» Anastasia premette il pulsante per il cancello automatizzato e mentre si dirigeva verso l’ingresso prese il suo cellulare.

Per fortuna Mstislav rispose quasi subito. «Ehi, ciao Anastasia. Che c’è?»

«Mi perdoni se la disturbo, ma è arrivato un fattorino della Malea per consegnare qualcosa a suo nome.»

«Ah, bene. È la cosa che mancava nella villa. Fallo mettere nell’ala destra per favore, quella in ferro e vetro, a ridosso del muro in comune con il blocco centrale.»

«Molto bene, scusi ancora per il disturbo.»

«Scusa tu che mi sono dimenticato di dirtelo prima. Ah, dai ai fattorini una mancia e non farmi passare per uno spilorcio.»

«Sarà mia premura farle fare bella figura.» gli garantì la cameriera.

«Non so come ringraziarti. Ciao Anastasia.»

«Buona giornata, signore.»

La cameriera mise via il cellulare e aprì il portone della villa. Il corriere della Malea aveva fermato il furgone davanti all’ingresso e il suo collega stava già andando ad aprire il vano di carico. La giovane si aspettava di vedere scaricare un pacco non più grande di una valigia, invece i due fattorini tirarono fuori un largo scatolone di almeno un metro per un metro e profondo all’incirca mezzo metro. Senza palesare il proprio stupore, la cameriera aprì anche il secondo battente del portone per favorire l’ingresso dei due lavoranti.

«Dove lo dobbiamo mettere?» domandò il fattorino che aveva riposto al videocitofono. Come il suo collega non era esageratamente robusto, ma in due riuscivano tranquillamente a trasportare il carico.

«Prego, da questa parte.» fece strada Anastasia dirigendosi verso l’ala destra dell’immaginario rapace.

I due corrieri la seguirono facendo attenzione a non far sbattere il pacco contro i muri o gli stipiti, e come da richiesta di Mstislav, lo depositarono vicino all’unica parete di tutta l’ala in ferro e vetro, quella a ridosso del blocco centrale. Tornarono al furgone e poi ripercorsero il medesimo tragitto portandosi dietro i loro attrezzi. Stesero una specie di coperta sul pavimento e poi aprirono lo scatolone. Contenevano quelli che avevano tutta l’aria di essere i pezzi di un lungo mobile di metallo.

Anastasia convenne che era il caso di farli lavorare in pace e si allontanò. «Per qualunque cosa, chiamatemi pure con uno dei videocitofoni, basta premere il pulsante con la cornetta.»

I due fattorini annuirono e si rimisero al lavoro.

Dopo circa tre quarti d’ora Anastasia tornò a vedere come precedeva il lavoro e lo trovò quasi ultimato. I due fattorini stavano sistemando con cura le ultime ante e con ogni probabilità avrebbero finito nel giro di qualche minuto. Il risultato era un mobile lungo due metri e mezzo, alto all’incirca un metro e profondo altrettanto. Una singolare particolarità era che i ripiani interni erano profondi appena una ventina di centimetri, e questo creava un ampio doppiofondo vuoto rinforzato da una serie di colonnine metalliche, come se il ripiano superiore servisse per sorreggere qualcosa di molto pesante.

Si stava chiedendo cosa fosse quel qualcosa quando i due lavoranti si allontanarono per raggiungere il loro furgone. Poco dopo tornarono sui loro passi e questa volta stavano trasportando un lungo scatolone che aveva grossomodo le stesse dimensioni del mobile.

I dubbi della ragazza a proposito del contenuto vennero presto risolti perché i due fattorini aprirono l’imballaggio e con grande cura tirarono fuori ciò che era stato riposto al suo interno. Si trattava di un grande acquario che rispecchiava con precisione le dimensioni del mobile metallico appena montato. Tre facce erano fatte di un vetro perfettamente trasparente, la quarta invece, quella a ridosso della parete, aveva una decalcomania che simulava un fondale. I due elfi posizionarono con attenzione la lunga vasca e la assicurarono alla parte superiore della base tramite alcune viti, quindi coprirono le teste di queste ultime con delle lunghe barre metalliche che uniformarono perfettamente la composizione.

«E con questo abbiamo finito.» annunciò uno dei fattorini facendo qualche passo indietro per osservare il risultato.

«Va bene la posizione?» chiese il suo collega.

«Sì, lì va benissimo, grazie.» annuì Anastasia.

«Bene, allora mettiamo via tutto e togliamo il disturbo.»

I due lavoranti raccolsero i loro attrezzi, riunirono i resti dell’imballaggio in una palla disomogenea e poi ripiegarono la coperta per rimettere tutto sul loro furgone.

«Il signor Naresky mi ha chiesto di darvi questi.» disse la cameriera porgendo alcune banconote.

I fattorini rimasero colpiti dalla quantità di denaro che il proprietario della villa era disposto a dare loro come mancia.

«Oh, è troppo…»

«Non si deve disturbare…»

«Non vi preoccupate, sono gli ordini del signore.» ribatté Anastasia.

I due si scambiarono uno sguardo e poi accettarono il denaro.

«Lo ringrazi tanto da parte nostra.»

«Arrivederci.»

La cameriera li accompagnò al portone e aprì il cancello automatico per permettere loro di lasciare la villa, quindi rientrò in casa. Andò a dare un’occhiata al lungo acquario appena sistemato e trovò che lo stile della base richiamava abbastanza l’architettura di quell’ala dell’edificio, però il fatto che fosse pieno stonava un po’. Forse Mstislav aveva pensato che in questo modo poteva riallacciarsi anche alla tecnica utilizzata per edificare il blocco centrale. In ogni caso era una composizione piuttosto gradevole, e poi i due fattorini avevano portato un po’ di sporco all’interno e nonostante l’utile accorgimento di stendere una coperta sul pavimento, era comunque il caso di passare l’aspirapolvere.

Meglio mettersi subito al lavoro.


***


Non appena fu di ritorno, Mstislav volle andare a vedere l’acquario che aveva ordinato.

«Ooh, proprio come me l’ero immaginato!» affermò in tono soddisfatto. Si voltò verso Anastasia. «Immagino ti starai chiedendo come mai l’ho comprato.»

«In realtà non mi sembra opportuno di impicciarmi nelle sue scelte per quanto riguarda l’arredamento…»

«Per due motivi.» la interruppe il ragazzo cogliendo l’occasione per esibire il suo simbolo del medio e dell’anulare «Primo: perché mi piacciono gli acquari e nella villa non ce n’era nessuno; secondo: perché la base ha un pratico doppio fondo nascosto grande praticamente come la vasca.»

La cameriera si fece pensierosa. «E vuole metterci quello che penso?»

L’elfo sorrise. «Dipende. Se stai pensando al contenuto di una poltrona sacco, allora direi di sì.»

«Ma non è rischioso? Forse sarebbe più indicato un luogo meno in vista…»

«Non ti preoccupare, è talmente in evidenza che nessuno penserebbe mai che sono lì.»

L’elfa assentì e nel silenzio che ne seguì, si udì il brontolio dello stomaco di Mstislav.

«Quando vuole il pranzo è pronto.» lo informò la cameriera cercando di celare un leggero sorriso.

Il ragazzo dissimulò il proprio imbarazzo. «Mi lavo le mani e arrivo.»


***


Una volta finito di mangiare, Mstislav andò a prendere le cose necessarie per allestire l’acquario che aveva comprato nei giorni precedenti e le portò tutte nell’ala di ferro e vetro nell’attesa che Anastasia finisse di sparecchiare.

Una volta che l’elfa l’ebbe raggiunto, cominciò finalmente a mettersi al lavoro.

«Hai mai avuto un acquario?» le domandò mentre stendeva uno strato di sabbia sul fondale.

Anastasia scosse il capo. «No, mai. Però li ho sempre trovati molto piacevoli.»

«A me piacciono tantissimo.» le rivelò il ragazzo tutto contento «Mi rilassano e poi sono anche decorativi. L’unico problema è che ci vuole una vita per farli partire…»

«Perché? Quanto ci vuole?»

«Beh, fai conto che alcuni dicono che ci vuole un mese da quando l’hai preparato a quando puoi mettere i pesci, altri consigliano di aspettare almeno un paio di mesi, poi ci sono quelli che dicono addirittura sei mesi, ma secondo me esagerano.»

Una volta che ebbe disposto ogni cosa all’interno dell’acquario, uscì dalla porta di vetro che conduceva sul giardino posteriore e tornò poco dopo con un lungo tubo.

«Lo potresti tenere nell’acquario.»

La ragazza annuì e fece come richiesto.

Il giovane tornò indietro e poco dopo un rivolo d’acqua cominciò a fluire attraverso il tubo e si riversò con delicatezza all’interno della vasca.

«Come va?» chiese Mstislav da fuori.

«Esce piano.»

Passarono pochi istanti e la pressione dell’acqua aumentò leggermente.

«Adesso?»

«Va bene. Può bastare.»

«Ok!»

L’elfo tornò indietro e diede il cambio ad Anastasia nel reggere il tubo. «Temevo che l’acqua della piscina non andasse bene per un acquario marino, invece ho controllato e non dovrebbe dare troppi problemi. Certo, dovrò aggiungere un po’ di sostanze per sistemare il pH, la salinità e cose varie, però quelle non sono un problema.»

Anastasia annuì. Dunque Mstislav stava controllando le caratteristiche dell’acqua quando l’aveva visto della finestra con il secchio e quegli strani oggetti. «Posso esserle d’aiuto in qualche modo?»

«Per adesso me la posso cavare da solo, grazie, però dopo se mi vai a chiudere il rubinetto mi faresti un favore.»

La ragazza annuì e si sedette su una delle poltrone per osservare la vasca che si riempiva. Nell’attesa i due chiacchierarono del più e del meno e, quando il livello dell’acqua cominciò ad avvicinarsi alla tacca che indicava la quantità consigliata, la giovane raggiunse il rubinetto a cui Mstislav aveva collegato il tubo.

«Chiudi un po’!»

La ragazza mosse il rubinetto in modo da ridurre il flusso dell’acqua.

Dopo alcuni secondi di nuovo l’elfo le chiese di ridurre la portata e lei eseguì.

«Ok, chiudi tutto!»

Anastasia girò a fondo il rubinetto e dall’altra parte Mstislav sollevò il tubo per evitare che l’acqua in eccesso uscisse. Facendo attenzione a non bagnare in giro, uscì nel giardino e poi svuotò il tubo all’interno della piscina.

Lasciò cadere la canna e poi tornò indietro insieme alla sua cameriera per osservare il risultato. Aggiunse i vari componenti chimici nelle quantità indicate e poi gli bastò attaccare la spina per far partire le pompe e lo schiumatoio. Mancavano ancora le rocce vive e ovviamente i pesci, ma quelli sarebbero venuti dopo.

«E anche questa è fatta!» commentò l’elfo in tono soddisfatto «Hai visto, Anastasia? Sono riuscito a fare tutto senza bagnare in giro!»

«Non avevo nessun dubbio a proposito.» rispose la ragazza.

Mstislav la osservò a metà fra l’ironico e il sospettoso. «Non riesco a capire se sei sincera, o se sei una bravissima bugiarda…»

L’elfa lasciò trapelare un lieve sorriso. «Mi scusi, ma adesso devo andare a controllare se la lavastoviglie ha finito.»

   
 
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