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Autore: sonsimo    22/08/2008    6 recensioni
L'ultimo incontro, a Diagon Alley e per puro caso, tra Lily e Severus, prima del giorno fatidico in cui quest'ultimo ascolterà parte della profezia per riferirla al suo Signore Oscuro. Con la guerra che pesa già sulle loro teste, i due giovani assistono impotenti allo sgretolarsi di quel poco che rimane della loro amicizia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ultimo incontro, prima della fine

L’ultimo incontro, prima della fine

 

Severus attraversava velocemente le vie di Diagon Alley, senza curarsi nemmeno dei passanti che incrociava. Non voleva perder tempo. Nessuno, in quei giorni colmi di paura e d’angoscia, voleva perder tempo.

Recarsi al negozio di ingredienti per Pozioni, comprare ciò che gli occorreva, ritirarsi immediatamente nella sua casa di Spinner’s End. Missione compiuta.

Se non fosse stato strettamente necessario, avrebbe volentieri evitato quella breve escursione per le vie brulicanti di maghi e streghe, ma purtroppo non poteva proprio farne a meno. Le sue scorte di ingredienti scarseggiavano, quella sera c’era un incontro di Mangiamorte e… chi poteva prevedere che cosa il Signore Oscuro avrebbe avuto in serbo per loro? Con ogni probabilità avrebbe ordinato l’attacco ad un’altra famiglia di Auror, a quegli sciocchi che continuavano a opporsi al dominio di Lord Voldemort, firmando la loro condanna a morte con il sorriso sulle labbra e uno sguardo tanto fiero e orgoglioso quanto stupido e fine a se stesso.

Severus li disprezzava tutti, uno per uno. Meritavano la sorte che toccava loro, se l’erano cercata.

Non certo come lui. No, lui, per una volta nella sua vita, aveva fatto la scelta giusta. La scelta che gli avrebbe dato solo vantaggi. Si era schierato dalla parte di coloro che avrebbero vinto. E di conseguenza, finalmente, lui stesso sarebbe stato un vincitore. 

Eppure anche i vincitori, in battaglia, riportavano delle ferite, perciò Severus si era recato a Diagon Alley. Era necessario avere alcune pozioni a portata di mano, in circostanze come quelle, in tempi come quelli, e il giovane Mangiamorte aveva sempre preferito distillarsele da solo, piuttosto che acquistarne da altri maghi dalle dubbie capacità.

Il Serpeverde era immerso nei propri pensieri quando, improvvisamente, riprese il contatto con la realtà. All’uscita dal negozio di ingredienti, proprio di fronte a dove si trovava lui, una ragazza dai lunghi capelli rosso scuro gli dava le spalle. La giovane donna chiacchierava allegramente con un’altra strega, ridendo di gusto.

Severus avrebbe riconosciuto tra mille quella risata fresca e cristallina, quella risata che, in passato, più di una volta gli aveva strappato un sorriso di tenerezza.

Non così da alcuni anni, non così in quel momento. Oramai, quello che prima era stato un canto soave, in grado di consolarlo e fargli dimenticare qualsiasi sofferenza, sia che si trattasse degli stupidi scherzi di qualche bulletto che delle furiose liti di due adulti che avrebbero dovuto prendersi cura di lui, ma che erano troppo impegnati a combattere la loro guerra l’uno contro l’altro, quei suoni dolci che tante volte avevano allietato il suo spirito, gli procuravano solo sofferenza, rinnovando un dolore antico ma mai dimenticato.

E poi quella sciocca non avrebbe mai dovuto essere lì! Non sapeva che rischiava tantissimo? E tra l’altro pareva non si fosse nemmeno fatta accompagnare da quell’idiota di suo marito! Cosa sarebbe successo se fosse stata vista da altri Mangiamorte? Era risaputo che faceva parte della resistenza contro il Signore Oscuro! Piccola, stupida Grifondoro!

Severus non aveva comunque alcuna intenzione di farsi vedere da lei. Il Mangiamorte che, quasi ogni notte, partecipava attivamente a combattimenti cruenti macchiando le proprie mani di sangue non aveva il coraggio di trovarsi davanti lo sguardo della Signora Potter, perciò affrettò il passo. Sperava di riuscire a girare l’angolo e allontanarsi prima che la giovane donna si accorgesse della sua presenza.

Ma non fu così fortunato, perché la suddetta donna scelse proprio quel momento per salutare l’amica, incontrata per caso pochi minuti prima, e voltarsi nella direzione lungo la quale Severus si era incamminato. Scorse l’uomo dai capelli neri e unticci, quell’uomo che avrebbe riconosciuto tra mille, la versione adulta del ragazzo con cui aveva trascorso gran parte dell’infanzia e dell’adolescenza, e nonostante non si vedessero da moltissimo tempo e ormai non avessero più alcun rapporto, non riuscì a trattenersi. La verità era che desiderava incontrarlo e sapeva che non doveva lasciarsi sfuggire quell’occasione, pur sapendo che Severus non avrebbe avuto alcuna voglia di parlare con lei, e a ragione. Lei gli aveva voltato le spalle, lo aveva abbandonato, non gli aveva concesso il perdono quando il giovane Serpeverde glielo aveva chiesto. All’epoca aveva pensato di comportarsi nel migliore dei modi, ma adesso, alla luce degli ultimi avvenimenti ed essendo venuta a conoscenza di terribili particolari sul conto del suo vecchio compagno di giochi, non riusciva a reprimere il senso di colpa. Non riusciva  a non pensare che forse, se gli fosse rimasta accanto, Severus avrebbe intrapreso altre strade e in quella guerra avrebbe combattuto dalla sua stessa parte. Non poteva non rimproverarsi, anche se un’altra voce, dentro di sé, gli diceva che in realtà Severus aveva scelto la propria strada ancora prima della fine della loro amicizia, legandosi, ad Hogwarts, a compagnie poco raccomandabili.

Ma tutto ciò non aveva importanza, in quel momento Lily desiderava soltanto raggiungere Severus, parlargli, rivedere il volto dell’amico con cui aveva condiviso così tanto. Temendo un rifiuto, un allontanamento, perché lei oramai era la moglie di James Potter. Severus aveva davvero tanti motivi per odiarla e non volerla più rivedere.

Nonostante tutto però Lily, armata della temerarietà tipicamente Grifondoro che la distingueva, seguì Severus imboccando lo stesso vicolo, e vedendo che in strada di fronte a loro non c’era nessuno, prese fiato per farsi coraggio e lo chiamò.

“Severus.”

L’uomo si bloccò. Non voleva voltarsi. Non voleva trovarsi davanti al suo sguardo. Era un Mangiamorte, non poteva concedersi un momento di debolezza. E parlare con Lily Potter sarebbe stato il peggiore momento di debolezza possibile.

E poi, Mangiamorte o no… non desiderava avere niente a che fare con lei. Lei lo aveva abbandonato.

Rimase immobile e chiuse gli occhi al rumore dei passi di lei che, imperterrita, continuava ad avvicinarsi. Il silenzio di quel vicolo vuoto, il silenzio che in quei giorni di guerra si diffondeva a macchia d’olio nel mondo magico, e che sarebbe stato spezzato soltanto di lì a circa due anni, quando grida di giubilo lo avrebbero squarciato proprio in seguito alla morte della giovane donna dagli occhi verdi, sembrava formare una barriera impenetrabile tra quelle due anime che tanto erano state affini in passato. E tra l’anima e la coscienza di Severus Piton, che nonostante tutto, nonostante il rancore e il nuovo cognome della donna, sapeva dentro di sé di non essere mai riuscito a soffocare i sentimenti che provava per lei. E di questo si rimproverava ogni giorno, rafforzando quella maschera di freddezza imperturbabile che era la sua sola arma di difesa.  

Nel frattempo Lily era già alle sue spalle, Severus poteva sentire il suo respiro in quel silenzio che li avvolgeva. E tremava.

Di nuovo quel nome, pronunciato con dolcezza:

“Severus.”

L’uomo digrignò i denti, e per un attimo si sentì sopraffatto dalla rabbia. Lei non aveva il diritto di esercitare ancora tutto quel potere su di lui, di farlo sentire così… indifeso! Se avesse potuto, sarebbe corso via, ma purtroppo non era mai stato capace di correre via da lei. Anche se, di spalle, non riusciva a vederli, sentiva gli occhi verdi puntati su di sé incatenarlo al luogo e impedirgli di fuggire.

La donna si morse le labbra. Non voleva nemmeno voltarsi a guardarla. Era terribilmente doloroso che colui che un tempo era stato il suo migliore amico, la sua spalla, il suo sostegno, come lei era stata il suo, adesso non tollerasse nemmeno la sua vista e la ignorasse in quel modo. Era passato del tempo dal loro ultimo incontro, ma era possibile che Severus fosse cambiato fino a quel punto? Che il rancore e il disprezzo che provava per James non gli permettessero nemmeno di guardare negli occhi una persona che era stata, almeno credeva e sperava, importante per lui?

Preda di un istinto improvviso, incapace di frenarsi, Lily poggiò una mano sull’avambraccio del mago davanti a sé. Non aveva idea di che cosa volesse provare con quel gesto, sapeva già esattamente che cosa avrebbe visto una volta sollevata quella manica, eppure non potè trattenersi dal farlo. Come se fosse necessario vedere il Marchio, per comprendere che colui che aveva davanti era un Mangiamorte.

Al suo tocco, Severus non ebbe la forza di ritrarsi, per quanto la sua mente gli urlasse che doveva farlo. Da così tanto tempo non avvertiva il calore di quella mano. Solo quando la mano di Lily si mosse verso l’alto, scostando la manica e scoprendo il Marchio Nero, e la ragazza non riuscì a reprimere un brivido, Severus si riscosse dallo stato di torpore. Con uno strattone liberò il braccio dalla presa di lei, si voltò e, in preda alla rabbia, la colpì sulla spalla facendola cadere a terra, tutto senza quasi rendersene conto. Quando lei, da terra, sollevò lo sguardo e puntò gli occhi verdi sfavillanti su di lui, Severus fece un passo indietro, malfermo sulle gambe, come se avesse ricevuto uno schiaffo.

E ancora una volta, lei pronunciò il suo nome, stavolta con la voce colma di rimorso e tristezza.

“Severus.”

Lui distolse lo sguardo e si costrinse a rispondere.

“Che cosa vuoi? Non avresti dovuto seguirmi.”

“Volevo solo…”

“Non avresti dovuto!” il tono di Severus era duro, crudele, affilato come una lama d’acciaio, “Io sono tuo nemico! Dovrei ucciderti adesso che ne ho la possibilità!”

Lily, con sommo stupore del Serpeverde, sorrise debolmente.

“Volevo solo vederti, Severus. Parlarti.”

Con cattiveria, Severus rispose:

“Non ne vedo il motivo, Potter. Mi hai abbandonato tanti anni fa, per lui.”

La donna si rimise in piedi e, con sguardo implorante, mentre Severus implacabile chiudeva gli occhi, allungò una mano che non venne accolta.

“Lo sai perché l’ho fatto, Severus. Io…”

“Basta!” Severus respirò a fondo e proseguì con tono più pacato, “Basta. Non voglio ascoltarti. Io ho scelto la mia strada, tu hai scelto lui. Non abbiamo niente da dirci. Hai scelto lo schieramento sbagliato in questa guerra, Lily. Lo schieramento destinato alla sconfitta.”

La donna, che difficilmente si lasciava intimorire, fece un altro passo verso di lui.

“No, Severus. Sei tu che hai scelto la parte sbagliata,” lo sguardo di Lily era adesso appassionato, la voce intrisa d’emozione, come se fosse immersa in una fervente preghiera, “E ti prego, ti prego, Severus, per la nostra vecchia amicizia, se significa ancora qualcosa per te… torna indietro. Torna indietro adesso che puoi. Prima che tu faccia qualcosa di cui potresti pentirti.”

Severus spalancò gli occhi e per qualche secondo la sua maschera di freddezza si dissolse, lasciando il posto allo sguardo confuso, sperduto, di un ragazzo di vent’anni coinvolto in avvenimenti ben più grandi di lui. E stregato da un paio di occhi verdi che, malgrado tutto, non riusciva a non amare.

Per un attimo fu sul punto di mollare tutto. Per un istante rischiò di lasciarsi convincere dalle parole della ragazza.

Ma poi si ricordò chi fosse quella ragazza che gli stava di fronte.

Non era la sua amica. Non era la sua Lily.

Era la moglie di James Potter.

Un ultimo lungo sguardo e Severus Piton trovò finalmente la forza di voltarle le spalle.

“È troppo tardi. Ho fatto la mia scelta, non torno indietro.”

Si allontanò da lei e Lily non tentò di seguirlo, limitandosi a guardare tristemente la sua figura scura che si allontanava. Era perduto per sempre, irrimediabilmente.

E ben presto, Severus avrebbe compreso fino in fondo il significato delle parole della donna che amava. Avrebbe fatto qualcosa di cui si sarebbe amaramente pentito, le sue spalle si sarebbero caricate di un rimorso che mai avrebbe potuto cancellare.

Poche parole origliate, riferite al Signore Oscuro, una condanna a morte per Lily, una sentenza peggiore della morte stessa per Severus Piton, e di quell’amicizia non sarebbe rimasto nient’altro che ricordi dolorosi e un orfano da proteggere a costo della vita.

 

FINE

Nota dell'autrice: Ah, Severus Piton, immensa fonte d' ispirazione! Spero vi sia piaciuta la mia interpretazione dell'ultimo incontro tra Severus e Lily, qualsiasi opinione è bene accetta! Inoltre, per chi fosse interessato, ho aggiornato da poco la mia long-fiction "Il Debito di un Mago" con il decimo capitolo, "Senza scelta". Alla prossima e se vi va fatemi sapere se questa storia vi è piaciuta! Un bacio. Sonsimo

  
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