Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: Mconcy    30/06/2014    7 recensioni
Sono passati due mesi.
Due mesi da quando abbiamo sparso le sue ceneri.
Due mesi da quando ho deciso che sarei andato avanti e che l'avrei fatto per lei.

Ambientazione post-Allegiant.
Dal Capitolo 3:
"Christina, ti prego."
"Quattro..." prova a dire, ma la interrompo prima che eviti di nuovo la mia domanda.
"Devo sapere. Ti prego, dimmi la verità... Era lei?" la voce mi si incrina un poco. 
Christina mi guarda in modo indecifrabile. Non so cosa stia pensando, cosa stia provando. Registro solo la sua risposta, due lettere.
"Sì"
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fragili'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fragili

Capitolo 14






Dov'è Christina?

La domanda di Zeke sembra rimbombare in quel buio scantinato, provocando brividi di consapevolezza in ognuno di noi.

Era dietro di me, sul camion. Poi però il Comandante ci ha spinti verso il vicolo e l'ho persa di vista.
Racconto quello che è successo al piccolo gruppo in penombra, ricevendo in cambio occhiate pensose.

Il Comandante Pohe prende un rumoroso respiro, poi ci guarda con stizza.
"La ragazza è rimasta nel furgone. Ho tentato di tirarla fuori, ma per poco non mi ritrovo il cervello bucherellato."

Sputa a terra, incurante della mezza dozzina di sguardi disgustati intorno a lui.
"Non ho potuto fare altro, se non tornare indietro e mettermi in salvo." continua riprendendo a fissarci.

Sembra seccato dalla situazione, infastidito dal contrattempo. 
Inutile dire che la sua voce fa sembrare il suo racconto quello di un ragazzino con troppa immaginazione.

Purtroppo però è tutto vero.

"Chi ci ha attaccato?" chiede Tris, con lo sguardo determinato che tanto la caratterizza.

"Ribelli. Di questo sono sicuro." risponde Pohe con noncuranza.

Ci guardiamo in silenzio per un minuto buono, cercando di pensare alla nostra prossima mossa.
Poi il Comandante sembra rinsavire e comincia a slacciarsi il giubbotto estraendone varie pistole. Lo stesso fa con alcune cinghie legate in vari punti delle gambe.

Ne consegna una ciascuno a Zeke e Amar. Poi viene verso di me e Tris con un'arma per mano.
Le gira dalla parte del calcio e ce le porge.

Tentenniamo entrambi.

"Vi conviene prenderle, qui non si scherza ragazzini... Sapete usarle o no?"
Sorvolo sul termine con cui ci ha chiamati e fisso l'arma con circospezione.

Sono anni che non sparo. Sono anni che non tocco una pistola.
Non volevo avere più nulla a che fare con queste cose e ora, per l'ennesima volta, sono di fronte ad una scelta forzata.

Comincio a sudare freddo e non oso muovere un muscolo per assecondare le stupide iniziative del Comandante.
Poi però vedo un movimento alla mia destra e realizzo che Tris ha appena allungato una mano e ha afferrato la pistola.

"Certo che sappiamo usarle" dice con tono sicuro, tradito soltanto dal tremore delle sue mani.
Mi guarda subito dopo e quello che leggo nel suo sguardo è rassegnazione.
Non abbiamo scelta.

Prendo anche io la mia pistola, rabbrividendo al contatto col metallo freddo e ostile, ma in qualche modo familiare. Sembra pesare tantissimo nelle mie mani. 
Deglutisco a vuoto.

"Bene, quello che dobbiamo far-" 
Il Comandante viene interrotto da un brusco botto. 
Un soldato armato fino ai denti ha spalancato con un calcio la porta di metallo alle nostre spalle, entrando come una furia nel seminterrato e puntandoci contro il fucile che tiene fra le braccia.

"Gettate le armi e buttatevi a terra!" dice mentre altri cinque o sei soldati gli si affiancano velocemente.

Istintivamente porto il dito sul grilletto e tendo i muscoli, pronto a difendermi.
Non mi aspettavo una reazione del genere, soprattutto dopo l'indecisione iniziale per prendere questa maledetta pistola.
Evidentemente aveva ragione Zeke.
Intrepido una volta, Intrepido per sempre.

Vedo con la coda dell'occhio che anche Tris è scattata sull'attenti. 
Devo proteggerla, non posso permettermi di perderla ancora.

"Soldato Swool." è l'unica cosa che dice il Comandate Pohe dalla penombra.

L'uomo che è entrato per primo si rilassa gradualmente e abbassa il fucile seguito poco alla volta dagli altri.
"Comandante? È lei, signore?"

Il Comandante non risponde e si fa largo tra di noi raggiungendo il soldato. 
"Cosa sta succedendo, soldato?"

Quello che dev'essere il soldato Swool addrizza la schiena. Ora riesco a vedere il suo viso con più chiarezza.
Non deve avere più di 25 anni.

"Signore, i Ribelli ci hanno attaccato un'ora fa. Hanno assaltato gli edifici mentre un gruppo armato ha distrutto l'accampamento."

Pohe sembra impassibile.
"Quali edifici?"

"L'ex quartier generale, signore. E hanno posizionato degli uomini sui tetti degli edifici adiacenti. Quasi tutto il battaglione si è rifugiato in questo edificio." 
Il soldato parla molto velocemente e con una certa ansia nella voce. 

"Perché quasi tutto?"
"I Ribelli ci hanno separato. Una trentina di uomini è rimasta bloccata all'ex quartier generale mentre gli insorti spingevano noi verso questo edificio."

Tutti noi rimaniamo in silenzio mentre Pohe si passa una mano sul mento, pensando ad una strategia.
"Va a chiamare il sottotenente Walt. Riunione straordinaria tra 2 minuti."

Swool abbassa il capo.
"Sì, Comandante"

I soldati ci fanno cenno di seguirli su per delle strette scale fino ad una stanza piuttosto grande. Le finestre presenti su un solo lato sono state coperte con delle lastre spesse di metallo. La luce proviene unicamente da alcune fioche lampade a led sul soffitto.

Aspettiamo un minuto scarso nel silenzio della sala, interrotto solamente dai regolari scoppiettii provenienti dall'esterno.
Poi Swool ricompare, seguito da una donna di circa quarantanni, piuttosto magra. Sembra troppo esile per essere una sottotenente dell'esercito. 
Il lineamenti delicati del viso ispirano serenità, non timore come ci si aspetta da un soldato.

"Questa è Carol Walt, il mio sottotenente." la presenta Pohe rimanendo appoggiato al muro.

La donna ci rivolge un sorriso, poi si gira a guardare il Comandante, in attesa di ordini probabilmente.
Pohe comincia a dare istruzioni riguardo alle varie squadre. Da quello che ho capito l'obiettivo è raggiungere il quartier generale e respingere l'attacco da lì.

"Questo è tutto." conclude Pohe accompagnando la frase con un gesto.
"Voi resterete qui fino al mio ritorno." aggiunge girandosi verso di noi.
Il sottotenente Walt annuisce e fa per uscire dalla stanza, ma Tris la ferma.

"Dobbiamo trovare Christina. Era con noi sul camion ed è probabile che sia rimasta lì." dice guardando prima il sottotenente, poi il Comandante.

La donna lancia un'occhiata a quest'ultimo, che rimane impassibile, poi si gira verso il soldato Swool.
"Soldato, prendi cinque uomini e scorta questi due ragazzi al furgone. Affido a te il comando della spedizione."
Anche la sua voce è delicata, totalmente inadeguata per un sottotenente.

Il soldato Swool annuisce rapidamente e ci dice di seguirlo. 
Saluto con un cenno la Walt, ma non mi curo del Comandante che, sempre più indifferente alla questione, controlla il caricatore della sua pistola, appoggiato con la schiena al muro.

Swool ci conduce in un'altra stanza dove cinque soldati stanno lucidando le loro armi. L'unica fonte di luce è una lampadina quasi esaurita che non mi permette di vedere bene in faccia i nostri accompagnatori.

Mi sento sempre più agitato per questa cosa. L'attacco, le armi, Christina che rimane indietro: è tutto così veloce.
Non ero pronto.
Mi sento la testa pesante e lo stomaco in subbuglio.

Tris invece sembra avere i piedi per terra. Ha quello sguardo.
Quello che aveva quando si allenava alla residenza degli Intrepidi. 
Quello che aveva quando se n'è andata, tre anni fa, al Dipartimento.
E mi spaventa. Perché nulla ferma quello sguardo.

Swool informa gli altri delle nuove direttive e dopo pochi minuti siamo di nuovo nello scantinato, pronti ad uscire allo scoperto e a recuperare Christina. Ci hanno dato dei giubbotti antiproiettile per sicurezza.

Mentre un soldato apre la porta che dà sul vicolo, fermo Tris e la trascino in un angolo del seminterrato.
Ho bisogno di mettere in chiaro delle cose.

"Tris, ti prego, non agire d'impulso. Non c'è bisogno di mettere la tua vita in pericolo." 
Il mio sguardo preoccupato deve averla convinta della serietà della richiesta, ma ciò non le impedisce di innervosirsi.

"Non ho intenzione di morire, se è questo che pensi. Non di nuovo. Mi rendo conto da sola dei pericoli che stiamo correndo." mi dice piccata.

Io sospiro frustrato. 
"Non voglio dire questo. Voglio solo... Cioè... Io..."
Non riesco a trovare le parole giuste per far sembrare la cosa meno patetica, così sospiro di nuovo e vado dritto al punto.
"Non voglio perderti di nuovo Tris, non ora che ti ho appena ritrovato. Io ho bisogno di te..."

Lei rimane in silenzio a guardarmi per una manciata di secondi. Il suo sguardo mi dà un'energia nuova.
"Tobias." dice improvvisamente poggiando una mano sulla mia guancia. "Non andrò da nessuna parte." 

Mi abbraccia piano, lasciandomi un bacio dietro l'orecchio. La stringo anche io.
"Non ti lascio." ripete.

Swool ci interrompe bruscamente, facendoci cenno di uscire. Siamo rimasti solo noi. 
Tris annuisce e mi precede.

Fuori l'aria è pesante. Fumo, polvere, metallo fuso.
Sento distintamente i colpi di arma da fuoco non così lontani. Il Comandante Pohe deve aver dato inizio al contrattacco.
Ci servirà da diversivo almeno.

Ci avviciniamo ad armi spianate alla carcassa bruciata del furgone, ma non sembra esserci nessun Ribelle nei paraggi.
"Chris" chiamo io a bassa voce.

Non ricevo risposta e salgo sul retro del camion, trattenendo il respiro per evitare di annusare l'odore di metallo bruciato.
"Chris" ripeto un po' più forte.
Niente.
Non c'è nessuno qui dentro.

Un brivido di terrore percorre la mia spina dorsale.
È morta, penso.
È morta qui dentro.

Mi blocco lì, in mezzo ai resti bruciacchiati del veicolo. Un dolore in pieno petto mi scuote facendomi perdere l'equilibrio per un attimo.

"Tobias!" 
È la voce di Tris. Ma è così lontana.

Chris è morta.

"Tobias!" 
Ancora Tris. 
Stavolta mi sento scuotere un braccio. La guardo non mettendola a fuoco.

"L'abbiamo trovata!"
La recepisco in ritardo, ma quella frase mi risveglia. 

"C-che...?" 
"Christina, l'abbiamo trovata! Che ti prende? Stai male?" 
Il suo tono agitato mi riporta definitivamente alla realtà.

Chris è viva. L'hanno trovata, è viva.

Scuoto la testa in risposta a Tris, ma lei mi guarda per niente convinta. Sospira e mi trascina giù dal camion.

Ad una decina di metri da noi Swool cerca di sollevare un corpo da dietro un cassonetto della spazzatura. Riconosco i capelli di Chris.

Corro incontro al soldato mettendo la sicura alla pistola e infilandomela nei pantaloni. Prendo cautamente Chris tra le braccia e tento di parlarle.
"Chris, mi senti. Chris..."
È messa male. Ha alcune bruciature profonde che sanguinano ancora, una gamba sulla quale spicca un livido viola scuro. Del sangue le cola dal naso.

In risposta ricevo solo un mugolio indistinto, ma mi basta. Sorrido riprendendo a respirare.
"Tieni duro Chris."

Swool riprende a correre verso il vicolo e noi altri lo seguiamo in silenzio.
Quando finalmente arriviamo al seminterrato Chris riprende conoscenza.

"Quattro..." biascica mentre la adagio sul materasso consunto che ci hanno appena portato.

"Sta arrivando un medico, Chris, stai giù." dico deciso. 
Sembra seguire le mie indicazioni, infatti si sdraia sul materasso e chiude gli occhi, gemendo ogni tanto dal dolore. 

Poco dopo arriva un medico. Io e Tris ci allontaniamo di qualche passo e lasciamo lavorare l'equipe che si è portato dietro.

Passano i minuti, forze una mezz'ora. Chris si addormenta subito dopo le prime cure. 
Io e Tris rimaniamo qui, seduti contro il muro, aspettando qualche novità sull'esito della battaglia.

Non penso a niente.
Solo che questa guerra mi fa schifo.


Ad un certo punto la porta si apre di scatto e un malconcio Comandante Pohe fa il suo ingresso nel buio stanzino.
Zoppica leggermente sulla gamba sinistra e ha i pantaloni sporchi di sangue all'altezza del polpaccio.
"È finita. Li abbiamo respinti e ora stanno battendo in ritirata."

Tris si alza immediatamente in piedi.
"Cosa volevano? Perché l'attacco?" chiede con urgenza.

Pohe la squadra circospetto. Solo dopo un po' si decide a parlare.
"Volevano recuperare dei nastri. Avevano un sistema di telecamere a circuito chiuso all'ex quartier generale. Noi non ci eravamo accorti delle microcamere, ma evidentemente avevano registrato cose compromettenti se sono venuti a riprendersele."

Tris si mordicchia il labbro. Sta macchinando qualcosa nel suo cervello, ne sono sicuro.
"Li seguirete?" chiede infatti con aria di sfida.

"Sì, stiamo organizzando una squadra di ricognizione. Una volta che avranno seguito i Ribelli e avranno scoperto il nuovo quartier generale, i miei uomini ci manderanno le coordinate e saremo pronti ad attaccare."  

Sul viso del Comandante si fa strada un sorrisetto irritante.
"Perché me lo chiedi, ragazzina?"

Guardo Tris pensando alla stessa domanda.
Ma purtroppo, dentro di me, so già la risposta.

E infatti, quando Tris risponde, il mio cuore si ferma.

"Voglio venire con voi."





NOTE FINALI:
Eccoci di nuovo! Questo capitolo volevo renderlo diversamente, ma sembra che ultimamente non me ne vada bene una -.-"
Comunque volevo ringraziare tantissimo tutti voi lettori ** ho superato le 550 visite con il primo capitolo e sono stabile nelle storie popolari! **
Il merito è tutto vostro, quindi GRAZIE A TUTTI **
Bene, detto questo vi saluto!

Mconcy
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: Mconcy