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Autore: Black Iris    30/06/2014    1 recensioni
I Nephilim sono sia angeli che umani, sono tra le razze più ripudiate dal mondo, ma dalla loro esistenza dipende il destino del mondo. Il mondo è sull'orlo dell'apocalisse, l'inferno sta per riversarsi sulla terra, ma loro possono fermarlo, loro e gli angeli che si sono ribellati al paradiso.
Una famiglia stana e particolare: sei Nephilim fratelli, un padre angelo e una madre... magari meglio lasciare la sorpresa.
Buona lettura a tutti!
^_^
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli angeli vivevano a casa dei fratelli e di Aidan. La maggior parte di loro non vedeva la terra da centenni e facevano difficoltà ad integrarsi.
-quindi, se non ho capito male, lui va su un’isola disabitata, e cerca di sopravvivere- disse Omar, un angelo dalla pelle olivatta, che viveva a casa di Paride.
-si, esatto finalmente l’hai capito!- esultò Chris.
-ma perché lo fa? Perché non si porta dietro del cibo?- chiese.
-perché deve illustrarci come sopravvivere- spiegò Chris cercando di mantenere la calma. Era da quando era cominciato il programma di Bear Grylls che faceva domande, impedendo al giovane di seguire le vicende.
-ma perché non si teletrasporta via dall’isola con un sigillo?-
-Perché lui non è un angelo!- disse più forte di quanto avrebbe voluto.
Diana, che si era ripresa, stava in piedi in cucina con Nicole e Claire e cercava di capire come si facessero i Braunis.
-ok, ascolta, è semplice, basta seguire la ricetta alla lettera- disse Nicole, -guarda si comincia preparando l’impasto- e iniziò a miscelare tutti i vari ingredienti. Intanto Claire guardava concentrata il libro di cucina. Alzò la mano, scocchiò le dita e fece apparire un piatto di Braunis uguale a quello dell’immagine sul libro di cucina.
-ma così è sleale- si lamentò Nicole.
-no, non è sleale, è solo un metodo più veloce- disse lei sorridendole.
Keiran e Paride erano in giardino ad allenarsi, mentre Kevin li guardava divertiti, poche volte aveva visto anzi combattere. Keiran però sembrava in difficoltà, forse perché aveva l’ala ferita. Bastò un attimo di esitazione perché Paride lo buttasse a terra con il bastone e gridasse ‘vittoria’.
Heather stava facendo i lavori di casa con Belle, gentilmente aiutata, da alcuni angeli. In camera di Kaleb la finestra spalancata, nonché unica della casa (presto ne avrebbero fatte aprire altre), faceva entrare una piacevole brezza. Belle la chiamò per spostare dei mobili.
-aspetta, lascia fare a me!- si offrì uno degli angeli. Allungò la mano verso il sofà del salotto e con la forza della mente lo alzò da terra.
All’incirca tutti si stavano rendendo utili, in attesa che qualche indizio sul quando venisse fuori.
Mentre a casa di Aidan, gli angeli erano già all’opera e stavano dando la caccia a qualcosa, probabilmente un demone, che la notte prima aveva ucciso un barbone di una cittadina adiacente. Forse era lo stesso che aveva preso tutte le persone del canile.
Una parte di loro analizzava invece la lettera misteriosa, ma senza buoni risultati. Che quella fosse la lingua dei demoni, non c’era dubbio, ma nessuno la conosceva. Forse Aidan, ma era andato a dormire presto per la stanchezza e la mattina era uscito presto per andare a lavoro. Anche Paride conosceva la lingua, ma non aveva ancora letto la lettera. Aveva avuto solo l’opportunità di vederla in mano a Heather riconoscendone la calligrafia: quella di sua moglie, ma gli altri angeli non sarebbero mai riusciti a tradurla e quindi poteva stare sicuro.
 
-ehi, ragazzi, ho scoperto una cosa incredibile!- disse Omar -c’è quella cosa, in salotto, quella scatola con le immagini e stanno parlando di noi!-
Tutti si precipitarono a vedere. In tv, c’era un documentario sugli angeli. Loro lo guardavano incantati e ridevano quando le voci fuori scena facevano delle gaffe, perché ovviamente non tutto quello che si sapeva sugli angeli era vero.
Per pranzo erano tutti a casa dei fratelli, seduti sull’ampio tavolone della cucina. Ridevano e scherzavano su cose insensate che i fratelli non capivano. Il cibo si alzava in aria e lo stesso facevano le posate. Usare la telecinesi era un abitudine. Aidan li guardava divertito e invidioso, visto che a lui i poteri erano stati tolti.
-non puoi ancora usare i tuoi poteri, Diana, sei ancora troppo debole- la sgridava Keiran.
-lasciami in pace, non farmi da mammina- replicava lei ad ogni sua premura.
Il pomeriggio fu un totale disastro.
 
-che bello! Non ci sono libri del genere in paradiso- disse Malcolm facendo librare il libro sopra di lui, mentre era sdraiato sul divano.
-quello è di Chris, e si arrabbia se tocchi i suoi libri- lo apostrofò Claire prendendogli il libro di mano.
-ti prego, Heather riporta ‘Siddharta’ dov’era prima che Chris se ne accorga- supplicò alla sorella.
Salendo le scale incontrò Fleano che scendeva di corsa le scale e la urtò facendola quasi cadere.
-Fleano, sta più attento!- gridò Heather. Al piano di sopra sembrava fosse scoppiata una guerra. E pensare che aveva pulito solo quella mattina. Beccò Ireneo che stava uscendo dalla stanza di Chris.
-cos’è successo qui?- domandò arrabbiata.
-non saprei, io stavo dormendo- si giustificò lui.
La sua versione dei fatti fu fatta a pezzi quando dalle scale salì Lia.
-vai, Ireneo!- esultò –li hai stracciati tutti!- e andò in balcone.
-che cosa sta dicendo Lia?- chiese lei facendosi avanti.
  -può darsi- cominciò cercando un’altra giustificazione -che forse, e dico forse abbiamo giocato a quello che voi umani comunemente chiamate ‘Paintball’….-
-cosa avete fatto?- gridò Heather fuori di sé dalla rabbia. Ireneo corse via salutandola velocemente e chiedendo mille volte scusa. Lei ripose il libro nello scaffale dei libri della stanza e uscì fuori furibonda.
Andò in balcone per prendere un po’ d’aria e rilassarsi. C’erano Diana, Claire, Lia e Nicole che stavano curando delle piante.
-ciao, ragazze, cosa state facendo?- chiese esausta.
-curiamo delle piante- disse Nicole, -guarda questa è estinta e anche questa lo è, ma Claire le ha fatte comparire e…-
-non possiamo tenere piante estinte, immaginate cosa succederebbe se i vicini ci scoprissero?- disse lei preoccupata.
-non temere, la signora Müller non sente niente ed è tanto vecchia che non vedrà a più di due metri dal suo naso, non c’è alcunissimo rischio!- la rassicurò lei.
Dal balcone si vedevano Paride, Kevin e Keiran che si allenavano. Kevin impugnava quello una specie di pugnale la cui lama era nera e viola e rifletteva molto la luce del sole, Paride aveva di nuovo il bastone e Keiran usava due pugnali simili a quelli di Kevin. Era un tutti contro tutti e non si capiva chi stava avendo la meglio, quasi sicuramente però suo padre. Decise di portargli qualcosa da bere.
Andò in cucina. Abominio non era abbastanza per descrivere quello che vide. Belle e Chris erano stesi a terra, sanguinanti e con gli occhi girati all’indietro. Si avvicinò tremando e tocco il polso della sorella. Era freddo, ma soprattutto non c’era battito, lo stesso valeva anche per il fratello. Fu pervasa dal terrore e lanciò un grido fortissimo.
-aiuto, vi prego aiutatemi!- gridò, ma la porta della cucina dietro di lei si chiuse. Lei corse per aprirla, ma la maniglia era bloccata. Elia si materializzò dietro di lei. Si voltò di scatto spaventata.
-E…E…Elia…- farfugliò.
-si, sono stato io. Mi dispiace, ma il mio signore voleva le loro anime- disse.
-cosa? Sei un traditore! Perché l’hai fatto?- e prese il primo oggetto che trovò, vale a dire una pentole. Con quella cercò di colpire Elia in testa, l’angelo scansò non poco facilmente il colpo, cadendo a terra.
-fermati! Era solo uno scherzo!- disse -non li ho uccisi!-
Chris e Belle si alzarono dal terra  immacolati.
-fermati! Non siamo morti!- disse Belle -era solo uno scherzo! Elia, sa creare l’illusione della morte-
-si, ma lo uso solo come fanno gli opossum- disse fiero di se.
-non è stato divertente, mi avete quasi fatta morire di paura! E tu- disse indicando l’angelo -non c’è niente di cui esseri fieri, hai capito?- appoggiò la pentola e uscì fuori dimenticandosi il motivo per cui era entata.
Fu un pomeriggio infernale.
 
-Vivian, sono tanto triste- si lamentò Adele; era sempre nella stanza buia, stesa sul divano, -voglio vedere i miei piccoli- continuò.
-manca poco- rispose lei, -andremo a trovarli il prima possibile- e le sorrise.
La stanza buia, era a dire il vero, solo una baita abbandonata, nella foresta nera. L’unico nascondiglio sicuro e insospettabile, vicino a Friburgo. Meno di un chilometro da quella baita si innalzava una barriera azzurrognola, invisibile agli umani che impediva l’accesso ai demoni, tutta la città ne era circondata.
-mia signora, non crede che dovremmo fare qualcosa riguardo a Octavian?-  chiese Vivian.
-e anche se fosse? Finché non cade non possiamo fare niente. E poi è nelle grazie di Lucifero, non possiamo torcergli un capello. Cosa credi? Anche io sono stanca di fargli dei favori, senza avere in cambio niente!- disse mettendosi a sedere.
-Vivian, chiama a raccolta tutti i miei uomini, ho un piano- le ordinò. La donna rimase un po’ interdetta.
-ma mia signora, sono io il vostro unico uomo, anzi donna- .
-ah, già, è vero, allora vai a chiamare Vivian che devo parlarle- disse.
-mia signora, Vivian sono io- disse confusa. Adele si risdraiò e si mise un cuscino sull’orecchio
-Dio, quanto sei pignola, vai a chiamarla e basta!-
Vivian uscì dalla porta per entrare un paio di minuti dopo
-mi avete fatta chiamare, mia signora?- e si inchinò.
-si, ho un piano- disse restando sdraiata e con il cuscino sull’orecchio  -pensavo che potevo usare i miei nuovi poteri per collegarmi con loro telepaticamente, come fece Paride con Heather, ma in scala più grande-
-penso che sia una pessima idea, mia signora- disse, -la potrebbero scoprire.
-va, bene ti congedo- Vivian uscì e non sapeva se rientrare o meno e così rimase fuori. Non capiva che cos’era successo ad Adele, forse i nuovi poteri le stavano mandando in tilt il cervello. “pregherò per voi, mia signora” pensò. 
  
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