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Autore: nihaltali99    30/06/2014    3 recensioni
La ragazza era distesa sul freddo tavolo metallico, gli occhi chiusi, il corpo immobile. Era molto pallida, sembrava morta.
Il Guaritore la guardò soddisfatto del proprio lavoro, la Cercatrice con impazienza. L'inserzione era avvenuta con successo, tra pochi secondi si sarebbe svegliata.
All'improvviso Beatrice Prior apri' gli occhi
...solo che non era più Beatrice Prior.
NB: fanfiction crossover Divergent/The Host
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb Prior, Christina, Four/Quattro (Tobias), Tris, Will
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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(POV. Viandante)
< Siediti, prego > dice con un sorriso la Cercatrice invitandomi ad accomodarmi sulla sedia di metallo. Mi siedo immediatamente.
< Esattamente come per gli altri pianeti in cui sei stata, non vogliamo cambiarlo, ma conoscerlo e renderlo perfetto... > comincia lei
< La nostra missione si è conclusa con successo; abitiamo ormai quasi tutti i corpi degli umani, ma purtroppo alcuni Ribelli si ostinano a fare resistenza... > continua < La tua ospite non faceva parte di loro, ma sappiamo che potrebbe essere molto utile per localizzare la maggior parte degli umani rimasti... >
< Vuoi che localizzi i suoi ricordi? > la interrompo e lei, se pur innervosendosi per la mia maleducazione, annuisce.
< Bene, cominciamo > dice. Lancio un rapido sguardo a Piro che rimane immobile davanti alla porta, mi sorride ed io arrossisco. Mi schiarisco la voce
< Si chiamava Beatrice Prior, è nata nella ex città sperimentale di Chicago. È cresciuta con i suoi genitori e suo... >
< No! Non dirlo! Ti prego! Non devono sapere che esiste! > mi supplica Beatrice. Prendo coraggio
< E suo fratello Caleb tra gli Abneganti > dico
< Ti odio! > sibila lei, ma io la ignoro.
< Alla cerimonia della scelta cambiò fazione diventando Intrepida... > continuo il mio discorso ma non ho molti dettagli, perché Beatrice continua ad oscurare ogni cosa. Non vuole che dica di più.
< Sapevo praticamente tutto di quello che mi hai raccontato. La mia ospite l'ha conosciuta in vita, ma da dopo la sua morte non so più nulla di cosa sia successo a Beatrice, solo come l'abbiamo catturata > dice interrompendomi la Cercatrice.
< Be'... dopo la morte di Jeanine... lei... > cerco di andare avanti, ma non ci riesco. Beatrice mi impedisce di vedere oltre. Ho solo l'immagine di Jeanine con un pugnale piantato molto vicino al cuore, il sangue che le sporca il vestito blu, il corpo inerme e disteso sul pavimento in una pozza di sangue.
Scuoto la testa. La Cercatrice mi guarda in modo strano, con uno sguardo sorpreso, a tratti compiaciuto, mi chiedo come possa esserlo.
< Fa resistenza? > chiede. Io la guardo sconvolta. Come lo ha capito!? Mi sento confusa e spaventata. Farei bene se glielo dicessi? Senza pensare annuisco
< Lo immaginavo > sospira < Da una Divergente me lo aspettavo...riesci a proseguire? > domanda. Scuoto la testa
< Per il momento è tutto > dico. Noto che la Cercatrice sta stringendo i pugni, ma cerca di controllarsi. Il suo comportamento è strano, non sembra una di noi.
< Non importa...riproverai domani >
< Certamente > annuisco un po' in ansia. Non ho molta voglia di rivederla domani
< Dimmi che non dovremo rivederla domani! Ti prego! > dice Beatrice sbuffando
< Piro ti verrà a prendere domani...fino a quel momento potrebbe anche accompagnarti a fare un giro in città > dice la Cercatrice rivolgendosi al ragazzo che arrossisce di colpo e si mette sull'attenti come se lo avessero appena svegliato da un sogno. Involontariamente sorrido.
< Certo, posso farlo anche subito > dice un po' imbarazzato.

Finalmente esco da quel posto grigio e monotono. Mi sento più rilassata adesso e cerco di non pensare che dovrò tornarci domani.
< Allora dove vogliamo andare? > chiede con un sorriso un po' sbruffone Piro
< Non saprei, non conosco questa città > dico con un sorriso
< Ah davvero!? > chiede alzando un sopracciglio facendo finta di non sapere davvero quale sia la risposta
< Si a quanto pare > rispondo facendogli una linguaccia.
< Allora bisogna proprio rimediare >
< Sicuramente > ridiamo entrambi

Dopo aver girato per ore ci sediamo esausti su una panchina di un parco. Lì vicino c'è un piccolo chiosco di gelati. Ne prendiamo uno a testa e Piro mi aggiorna su questa "prelibatezza" che non ho mai visto prima. Non paghiamo neanche un soldo; da noi non esistono le monete, tutto è gratuito.
< Allora, perché hai scelto di chiamarti Viandante? > chiede il mio nuovo amico
< Perché è quello che sono, io non amo vivere sempre nello stesso pianeta > rispondo sorridendo
< Lo so bene, insomma hai vissuto nove vite su nove pianeti diversi! Deve essere stato molto bello! > dice con entusiasmo ed io arrossisco
< Si lo è stato > dico, poi mi rivolgo a lui < E tu? Perché ti chiami Piro? >
< Be' è un po' complicato > comincia
< Sono tutta orecchie > sorrido
< Allora, il mio nome deriva dal greco antico. I greci erano un popolo che abitò la Terra molto tempo fa, i tuoi ricordi non possono dirti nulla perché i nostri ospiti non hanno mai studiato quella civiltà. >
< E tu come fai a conoscerla? > chiedo
< L'ho studiata per conto mio > dice sorridendo < Comunque, il mio nome deriva dalla parola πιρ, πιροσ (pir, piros) che significa fuoco >
< È molto interessante, ma come mai proprio quella parola? > domando. Lo vedo leggermente in imbarazzo.
< Sai in realtà riguarda il mio ospite, so che non dovremmo più pensare a loro, ma non mi sembrava giusto fare finta che Will non fosse mai esistito. Perciò visto che era un intrepido ed il simbolo degli intrepidi era, oltre ai carboni ardenti, una fiamma, ho deciso di chiamarmi Piro > conclude con lo sguardo basso. Mi sorprende che la scelta del suo nome sia collegata al suo ospite, ma è comprensibile che i sentimenti umani lo abbiano condizionato. Gli umani sono molto forti. Ho sentito dire che un'anima di nome Sara, prese lo stesso nome della sua ospite e ogni tanto mostrava strani comportamenti...umani...alla fine la trovarono in una pozza di sangue, svenuta; l'umana aveva cercato di estrarre l'anima con forza. Adesso Sara è in riabilitazione nel corpo di una bambina, sorvegliata da medici su medici e da vari psicologi, mentre l'umana è stata giustiziata.
< Non preoccuparti. È una cosa bella portare rispetto per chi non c'è più > gli dico sorridendo. Lui abbozza un sorriso forzato
< Già, non c'è più > dice con amarezza. Quella frase mi ha spiazzata. Che cosa voleva dire? E se, come Beatrice, Will fosse ancora vivo?
< Cosa intendi? Vuoi dire che... come la mia ospite... > dico sorpresa
< Che cosa!? No, affatto, mi spiace per la tua situazione, ma per me non è affatto così! > si mette a ridere, anche se mi sembra piuttosto nervoso.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao! :) Vi piace questo nuovo capitolo!? E la rivelazione finale? Anche se ancora non si sa se sia vera! ;)
Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite o tra le seguite e chi recensisce sempre!
Bacioni e al prossimo aggiornamento! :)
  
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