Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Lurilala    01/07/2014    6 recensioni
[Storia a Oc] [Iscrizioni chiuse] [Ispirato ad Hunger Games]
Dal Trattato del Tradimento
Come punizione per la rivolta, ogni Distretto offrirà in tributo un ragazzo e una ragazza fra i 12 e i 18 anni in una pubblica "Mietitura".
Quei tributi saranno tutti presi in consegna da Capitol City, quindi trasferiti in una pubblica arena dove si sfideranno in un combattimento mortale finchè rimarrà un unico vincitore.
D'ora in avanti e per sempre questo spettacolo sarà conosciuto come:
Hunger Games
____
Il presidente Snow si aprì in un sorriso al gusto di sangue.
-Felici Settantaseiesimi Hunger Games a tutti.- un lampo negli occhi. -Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!-
____
Si avviarono sotto la pioggia nelle strade cupe del Distretto 3, verso l'imminente Mietitura; solo una luce rimase e rimarrà accesa, adesso e nei giorni che verranno.
La luce della speranza.
____
...Che gli Hunger Games abbiano inizio.
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Distretto 1

Marina rimse immobile, lo sguardo fisso davanti a sè.
Eppure tutto intorno esplodeva, urlava, gridava.
Fiori volavano sul loro carro e c'erano solo i loro nomi che le vorticavano intorno.
Sentiva una strana euforia che le sobbalzava nel petto, ma che riuscì a contenere.
Non doveva voltarsi verso il pubblico. Lei non avrebbe avuto pietà per nessuno, lei, un gelido diamante, non si sarebbe abbassata a ricambiare quelle acclamazioni.
Finalmente una cosa che le riusciva bene; era soddisfacente.
Sentiva il vento caldo del pomeriggio scuoterle i capelli e i lembi del vestito, ma non se ne curò.
Avrebbe potuto continuare per ore quel giro; la musica incalzante e le grida di giubilio del pubblico le stavano entrando nel sangue, tanto era potenti e luminose.
Si sentì una stella, una bellissima stella.
Era piacevole come sensazione, e dovette ricordarsi che quella gente che li acclamava era la stessa che li avrebbe mandati a morire.
Purtroppo tutto finì in fretta. La musica si dissolse quando completarono il giro.
Ormai era sera: il tramonto si stava gentilmente spegnendo, lasciando spazio all'oscurità che divorava delicatamente tutto l'arancione del cielo.
I dodici carri riempivano l'anello dell'anfiteatro e Marina prese un respiro profondo.
Le tremavano un po' le gambe, ma riuscì a controllarsi.
E mentre l'ultime occhiate di sole facevano risplendere il suo costume di luce preziosa, il presidente Snow si affacciò dal balcone che sovrastava l'anfiteatro.

Distretto 2

Hikari rimase paralizzata per un attimo.
C'era troppo rumore, attorno. Troppe grida, troppe luci, troppo.
Strinse la mano di Desarm più forte che potè, trattenendo il fiato.
Poi, pian piano, sorrise. Sentì una sensazione dolce sciogliersi nel petto quando finalmente lasciò che le labbra si incurvassero verso l'alto.
Alzò una mano, salutando il pubblico; i capitoliani andarono fuori di testa, iniziarono ad urlare e saltare e lanciare fiori.
Più il tempo passava più Hikari si sentiva elettrizzata: tutti la chiamavano, tutti volevano i suoi saluti.
Sussultò quando sentì la mano di Desarm scivolare via dalla sua e il suo braccio circondargli le spalle.
Il pubblico andò in delirio a quel gesto; Hikari ridacchiò, continuando a salutare e sorridere, perchè era tutto troppo entusiasmante.
Il ragazzo non salutava, si limitava a stringerla un po' più forte quando le acclamazioni si facevano più rumorose, come a volerla proteggere.
La mora rimase a crogiolarsi nella deliziosa sensazione dell'abbraccio di Desarm e di quelle grida di gioia che le riempivano il viso di felicità.
Forse sarebbe riuscita a conquistare i capitoliani. Forse avrebbe vinto.
E cercò di non pensare che dall'Arena sarebbe uscito uno solo. Cercò di non pensare che se avesse vinto non ci sarebbe stato Desarm ad accoglierla in un abbraccio.
Voleva solo godersi quella soddisfazione fittizia, voleva accarezzare ancora quella sensazione di euforia così calda da mozzare il fiato.
E--
-Ti amo.- mormorò voltandosi verso Desarm, che le sorrise, stringendola di più e posandole un bacio all'angolo della bocca, al che tutto il pubblico parve esplodere in grida ancora più forti.
Il giro terminò e i carri si posizionarono in un anello che riempiva l'anfiteatro.
Desarm non sciolse l'abbraccio, continuò a tenerla stretta e Hikari non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Perchè adesso quella felicità stava evaporando. Adesso aveva solo paura.
Dal balcone che sovrastava l'anfiteatro, il presidente Snow si affacciò.

Distretto 3
Kiara trattenne il fiato, mentre il carro prendeva velocità.
Serrò la mano intorno a quella di Midorikawa, il pubblico intorno ruggiva.
All'inizio rimase rigida, gli occhi spalancati, inghiottita da tutto quel rumore che si mischiava alla musica incalzante.
Poi, pian piano, la paura si sciolse, lasciando spazio a un'euforia che bruciava tutto il resto, e la ragazza si lasciò andare in un sorriso caldo, che colorò la sua espressione di felicità.
L'eccitazione le scorreva nelle vene facendo battere il suo cuore all'impazzata; e forse fu proprio quella sensazione a spingerla ad alzare la mano e salutare con imbarazzata indecisione.
Le grida la investirono; Kiara si lasciò travolgere dall'emozione, e iniziò a lanciare saluti e baci in mezzo al pubblico.
Anche Ryuuji stava salutando, e sorrideva tanto; la ragazza si girò verso di lui, sorridendo.
L'euforia bruciava tutto il resto, tutte le altre emozioni, ma nulla, nemmeno il suo nome urlato dai capitoliani, riuscì a distoglierla dagli occhi di Ryuuji.
Erano così... brillanti. Solo vederli le mozzava il respiro.
Lui rise, e si voltò verso il pubblico, lanciando un bacio che tutti cercarono di prendere con le mani come se fosse una cosa concreta; la rossa rise, perchè era tutto terribilmente divertente.
Strinse ancora di più la mano di Midorikawa, mentre mostrava sorrisi luminosi ai capitoliani; chissà, magari uno di loro era ricco.
La speranza cresceva veloce dentro di lei; magari ce l'avrebbe fatta, magari avrebbe vinto. Dopotutto, perchè considerarsi persa in partenza? Con un po' di cibo in più, o l'arma giusta, avrebbe avuto qualche possibilità.
Tutto quel rumore, quella musica, quel muoversi concentrico del carro la stava mandando in confusione, ma ciò la faceva solo ridere.
In un attimo, si fece sera e le lingue arancioni del sole morente la accarezzarono; i carri, accompagnati da un virtuosismo finale della musica, si fermarono, riempendo l'anfiteatro.
Solo in quel momento Kiara si accorse di aver stretto tanto la mano di Ryuuji da avergli quasi bloccato la circolazione; sciolse la stretta, imbarazzata, ma il verde le riprese subito la mano.
-Ti prego, non lasciarmi andare. Sento che cado giù da questo coso se mi lasci.- esclamò Midorikawa, senza smettere di sorridere con una luce bella negli occhi.
Kiara gli sorrise di rimando, annuendo.
La ragazza prese un respiro, mentre tutto si feceva terribilmente silenzioso.
Il presidente Snow era apparso sul balcone che sovrastava l'anfiteatro.

Distretto 4

Zoey rimase a bocca aperta.
I capitoliani erano tanti: folleggiavano, impazzavano, urlavano, ruggivano.
Luci colorate, musica incalzante, tutti gli occhi puntanti su di lei; fu come essere travolti da un'onda troppo forte.
La mora si soffermò un poco su quel pensiero, e dovette ammettere che stare sopra quel carro era come essere in apnea nel mare.
Era rilassante ed eccitante al tempo stesso; sentiva l'adrenalina scorrerle nelle vene, ma si limitò a sorridere con forza, fiera.
Il suo sogno si era finalmente realizzato e la ragazza era decisa a viverlo al meglio.
Tutto quello che aveva intorno, tutte quelle grida, quella musica, non erano un sogno; anche la mano di Mac stretta alla sua era reale, e la fece arrossire.
Nonostante tutto, presa da un momento di coraggio, non interruppe il contatto come normalmente avrebbe fatto.
Era piacevole; sentiva un calore soffice partire dalla mano del castano e pervaderle il corpo, mischiandosi con l'esaltazione della sfilata.
Tutto si intrecciava splendidamente, in un groviglio di sentimenti esplosivi, adrenalina, felicità, un pizzico di paura, unite alla musica e alle grida di giubilio del pubblico, e alla mano stretta a quella di Rionejo.
Zoey si sentiva inebriata da quella sensazione del tutto nuova e inaspettata; si sentiva avvolta da un sogno, un sogno dannatamente bello da cui non voleva svegliarsi.
La sera rubò la luce del pomeriggio, sporcando il cielo di arancione. In quel momento, il suo abito sembrò volersi confondere col firmamento.
La mora era stanca, ma felice. Le facevano male le guance perchè aveva sorriso per ore intere, ma non aveva affatto intenzione di smettere.
Non fece nemmeno caso allo sguardo curioso di Mac.
I suoi occhi verdi salirono più su, sul balcone che sovrastava l'anfiteatro.
Eccolo, il presidente Snow. Era diverso, visto dal vivo.
Un brivido le percorse la schiena, ma non smise di sorridere.

Distretto 5

Hakai trattenne il respiro.
Troppe urla. Il panico le esplodeva nel petto come fuochi d'artificio.
Si costrinse a sorridere; dopo qualche attimo di smarrimento, però, riuscì ad abituarsi a quel frastuono e il sorriso si allargò sulle sue labbra.
Era entusiasmante: non aveva mai provato una sensazione simile. Si sentiva fiera, brillante, felice di essere lì.
Una rosa bianca venne lanciata sul carro e Hakai la afferrò al volo; studiò i petali per qualche istante, e poi alzò la mano, come in segno di ringraziamento.
Il pubblico ruggì festoso, e la bionda ridacchiò, nervosa ed eccitata.
Si dimenticò di tutto: degli Hunger Games, di Hiroto, di Capitol. Tutto sembrava essersi ridotto a urla di gioia e fiori e luci colorate.
Il viso di Riku riaffiorò nella sua mente e Hakai sorrise di più.
"Mi vedi, Riku? Sono qui, e sto brillando. Stanno chiamando me, lo senti Riku? Sono bellissima. Posso vincere, ma solo se tu mi guardi. Non distogliere lo sguardo dalla televisione Riku, e sarà come averti con me."
Hakai prese un respiro profondo, annegando in un fiotto di malinconia; a destarla da quel torpore in cui era entrata fu Hiroto, che allungò un braccio e le circondò la vita, stringendola a sè con un sorrisetto malizioso.
La bionda arrossì, voltandosi verso Kiyama senza capire; il rosso sorrise di più, e lanciò un bacio in mezzo al pubblico, ormai in delirio.
Solo quando venne sera e il tramonto divorò con la sua dolce malinconia l'anfiteatro, Hakai ebbe il coraggio di parlargli.
-Sei pazzo.- sbuffò a bassa voce, ma poi dovette considerare che stare fra le braccia di Hiroto non era poi così male.
Lui rise. -Come se non ti piacesse.- ribattè, senza smettere di sorridere con luce bella negli occhi.
La bionda non seppe cosa rispondere, quindi si limitò ad arrossire e sospirare.
Intanto i carri avevano terminato il loro giro e riempivano l'anello dell'anfiteatro.
Il presidente Snow si affacciò dal balcone che sovrastava tutti, e Hakai rimase immobile, senza respirare, senza distogliere lo sguardo dall'uomo.
Rabbrividì e si strinse di più a Hiroto.

Distretto 6

Hakaikuro non si mosse.
Tutta la frenesia intorno a lei non la intaccò minimamente; sentiva solo il battito del suo cuore, sempre più forte.
Era divertente. Molto più di quanto si sarebbe aspettata.
Si intravide nei megaschermi situati durante il percorso: gelida, crudele, invincibile.
Una vera combattente.
Si lasciò sfuggire un sorriso compiaciuto.
Non avrebbe mai pensato di sentirsi così bene: il cuore le rimbalzava nel petto, pericolosamente vicino alla gola, e un calore seducente le pizzicava il viso, facendola sorridere.
Sentiva l'euforia scorrere nelle vene, come veleno, impossibile da fermare, che si diffonde in tutto il corpo.
E che la faceva sentire dannatamente forte.
Rivolse di sfuggita uno sguardo a Fudou: sorrideva, arrogante come sempre, gli occhi affilati e letali che vagavano fieri sul pubblico.
Occhi in cui per un attimo si perse, temporeggiando su quel colore speciale e brillante: si riscosse subito, e riportò lo sguardo sul pubblico, turbata.
Improvvisamente, tutta l'euforia era scomparsa, lasciando spazio a uno strano amaro in bocca.
Non capiva perchè Akio la attraesse così tanto. Non le era mai successo prima, di sentirsi così confusa davanti a un ragazzo.
Non voleva innamorarsi. Non ora, non in quella situazione.
Era terribilmente insensato.
Cercò di non pensarci, mentre l'azzurro del pomeriggio sfumava in arancione, dando vita a un tramonto colorato.
La musica terminò, trionfale, e i carri si posizionarono in cerchio che riempiva l'anfiteatro.
Prese un respiro profondo, tentando disperatamente di restare fredda.
Spostò gli occhi neri sul balcone che sovrastava l'anfiteatro: il presidente Snow si affacciò in quel momento, apparendo davanti a tutti.
Hakaikuro trattenne il fiato. Era arrivato il momento X.

Distretto 7

Annalisa sorrise.
Semplicemente, spontaneamente.
Entrare nell'anfiteatro fu come affacciarsi su un mondo tutto nuovo, fatto di urla festose e musica incalzante e luci accecanti.
Si sentiva solamente felice, come se tutto il nervosismo che aveva accumulato prima si fosse volatilizzato.
Strinse di più le dita intorno a quelle di Gouenji, ma non aveva più paura.
Accanto a lui, con quel calore dolce che le attanagliava il petto, avrebbe potuto sfidare tutto il mondo senza esitare.
Era un'idea folle, ma non le costava niente crederci.
Tenne il viso alto, senza smettere di sorridere, come le aveva detto di fare Samanta.
Alzò la mano, salutando esaltata il pubblico, che andò in delirio, urlando e saltando.
L'eccitazione la invase, troppo improvvisa, troppo violenta, troppo forte.
Si lasciò scivolare in un sorrisi sempre più ampi e saluti e baci lanciati in mezzo alla folla; non riusciva a smettere, ero tutto troppo intenso.
Annalisa non riusciva a credere che tutte quelle acclamazioni fossero per lei, che avesse davvero attirato tutta quella attenzione.
Una speranza timida germogliò dentro di lei, luminosa: forse avrebbe avuto qualche possibilità di vincere, forse non sarebbe morta.
Voleva riuscirci, provarci almeno, a sopravvivere.
In quel momento, però, non riusciva a pensarci seriamente, circondata da tutte quelle urla festose e acclamazioni e il suo nome e quello di Gouenji intrecciati splendidamente.
Passarono le ore, circondate deliziosamente da tutta quella euforia, e la sera arrivò così in fretta che Annalisa quasi non se ne accorse.
I carri riempirono l'anello dell'anfiteatro e la musica terminò con un virtuosismo, in un finale grandioso.
Per la ragazza fu come uscire da una specie di incoscienza: tornò in sè solo quando il loro carro si fermò.
Il suo sorriso si fece più timido, più contenuto, ma non svanì. Gli ultimi residui di euforia la attraversavano ancora come scariche elettriche.
Lanciò uno sguardo a Shuuya e lo scoprì ad osservarla; appena il biondo incontrò i suoi occhi, scostò lo sguardo.
Annalisa rimase a fissarlo per qualche attimo, incuriosita da quella reazione; ma non ebbe tempo per pensarci seriamente.
L'apparizione del presidente Snow sul balcone le fece spostare lo sguardo: i suoi occhi verdi fissarono la figura dell'uomo, e il suo sorriso si smontò.
La sfilata era finita.

Distretto 8

Misaka fece girare lo sguardo sul pubblico.
Non riusciva quasi a distinguere le persone: tutto sembrava un'infinito fiume di colori e grida; quel frastuono le rimbalzava nel petto, facendola sussultare.
L'euforia nell'aria era palpabile e alla bruna non era mai capitato di sentirla così tangibile, così afferrabile.
Le sembrava quasi di respirarla, quell'allegria rumorosa.
Inaspettatamente, però, era piacevole: era tutto dannatamente eccitante, e davvero la ragazza non capiva perchè improvvisamente avesse voglia di sorridere.
Cercò di trattenersi: dopotutto, lei era un lupo, un lupo spietato che corre nella notte e divora tutto quello che trova nel suo cammino.
Come metafora, era interessante.
Misaka non riuscì però a non abbozzare un sorrisetto brioso, stringendo furiosamente la mano di Nagumo.
Il ragazzo, dal canto proprio, disperdeva sorrisi maliziosi a destra e manca, accettando di buon grado tutte quelle acclamazioni.
La bruna non ci fece troppo caso, però; si limitò a guardare diritto davanti a sè, decisa ma sorridente, in un bel contrasto di euforia e determinazione.
Perchè lei avrebbe vinto. O almeno ci avrebbe provato.
Non che facesse molta differenza, in effetti. Se il suo destino era di morire, sarebbe morta. E questo non sarebbe cambiato, qualunque cosa lei avrebbe fatto.
La fortuna non era mai stata dalla sua parte, ma era riuscita ad andare avanti comunque, e anche questa volta ce l'avrebbe fatta senza l'aiuto di una stupida dea bendata.
Racchiusa nei suoi pensieri, con un sorriso accennato e potente sul volto, quasi Misaka non si accorse che il pomeriggio era volato via sulla scia del vento, lasciando spazio a un tramonto infuocato che andava spegnendosi pian piano nelle turbinose acque della notte.
I carri terminarono il loro giro, riempendo l'anello dell'anfiteatro; la musica si spense con un virtuosismo, lasciandola senza fiato.
La bruna sospirò. Aveva superato questa sfilata, ce l'aveva fatta.
Il presidente Snow si affacciò dal balcone che sovrastava tutti e istintivamente la mano di Misaka corse al manico della katana. Si fermò in quel momento, rimanendo in allerta, pronta a tirare fuori l'arma dal fodero.
Ma in cuor suo sapeva che qualunque cosa avesse fatto non sarebbe mai riuscita a ferire il presidente.
Strinse i denti, e rimase immobile.

Distretto 9

Natsumi trasalì, quando avvertì la luce scontrarsi con il suo abito.
Il vestito pareva essersi illuminato improvvisamente, di una luce calda e reale, che ricordava il grano illuminato dal sole.
Abbozzò insicura un sorriso, alzando la testa, fiera.
I capitoliani folleggiavano, sciocchi e bizzarri, ricamando di euforia l'aria; le grida di giubilio si mischiavano alla potenza della musica, mandandola in confusione.
Era bello, però; dannatamente imbarazzante, ma bello.
Sorrise un po' insicura, sulla lingua ancora il dolce retrogusto di miele, mentre un'eccitazione calda le scuoteva il petto.
Il vento le faceva ondeggiare la coda sulle spalle e scuoteva i fili che partivano dalle spalline del vestito, portando calore e profumo con sè.
Un'occhiata di sole fece brillare i suoi occhi castani di sfumature verdi, e Natsumi trovò il coraggio di alzare una mano, sorridendo spumeggiante.
Era terribilmente imbarazzata, tutti la stavano guardando, ma non poteva restare ferma come una statua di sale; gli altri Tributi attiravano l'attenzione e lei non poteva permettersi di essere da meno.
Natsumi non avrebbe perso gli Hunger Games: doveva giocare? E allora avrebbe giocato, con tutte le carte che possedeva.
E per farlo avrebbe dovuto mettere da parte l'imbarazzo, cercando di risultare più attraente possibile.
Non poteva deludere sua madre, che l'aveva allenata con tanto impegno e dedizione. Doveva renderla fiera, e tornare a casa. E poi lei non voleva morire.
Furono queste convinzioni a spingerla a salutare con un sorriso sempre più grande sul volto, un sorriso che mischiava euforia e imbarazzo e un pizzico di insicurezza.
Tutta quell'esplosione di colori e grida andò a sfumare quando il tramonto giuse al termine; la musica si spense trionfalmente, e pian piano tutte le voci si zittirono.
I carri riempivano l'anello dell'anfiteatro, e Natsumi sospirò, tesa.
Kazemaru le rivolse un sorriso e la rossa distolse lo sguardo, arrossendo leggermente.
Non era il momento di farsi prendere dall'imbarazzo, la ragazza se lo ripetè come una mantra.
In quel momento, il presidente Snow si affacciò dal balcone che sovrastava l'anfiteatro; Natsumi lo guardò e per la prima volta in quella giornata si sentì del tutto impotente.
Si sentì solo una debole, piccola, stupida ragazzina che tentava di essere forte.
"Non finirò nelle tue mani, serpente. Non mi arrenderò alla tua potenza come mia madre. Io ti dimostrerò che sono più forte." La sua espressione si indurì e pensò che quella era l'unica promessa che le era rimasta.
E si sarebbe impegnata a mantenerla.

Distretto 10

Il rumoreggiare del pubblico investì Roxie appena si affacciò su Capitol.
Rimase un attimo scombussolata da quelle acclamazioni, mischiate con la musica incalzante e i fiori che volavano sui carri; respirò una boccata di euforia e sorrise, alzando una mano e salutando energica i capitoliani che impazzavano ai lati del percorso.
L'eccitazione si impossessò delle sue labbra, facendola sorridere tanto, forse troppo, con entusiasmo.
Tutto quel rumore e quella musica la divertivano, si sentiva incredibilmente a suo agio circondata da tutte quelle acclamazioni.
C'era aria di festa e Roxie sentì quella sensazione di brio entrare nel sangue, scorrere nelle vene, diventare una parte di lei.
Rise, cristallina e sincera, inspiegabilmente felice, e per la prima volta da quando era stata portata a Capitol si sentì libera.
Sentì che in fondo stava andando tutto bene, che non c'era niente da temere.
Fu come se tutto fosse scomparso, lasciando spazio a euforia e grida di gioia, un qualcosa di frizzante che la inebriava.
La rossa mandò un bacio in mezzo al pubblico, mentre il vento scuoteva i suoi capelli e un'occhiata di sole fece risplendere i suoi occhi smeraldini di paiuzze arancioni.
In quel momento, percepì chiaro il senso di potenza e forza che le invase il petto, facendo battere il suo cuore all'impazzata.
Fece vagare incuriosita lo sguardo fra i capitoliani che folleggiavano; uno di loro sarebbe stato disposto a sponsorizzarla?
Le sarebbe bastato poco, in fondo, un po' di acqua o cibo, una medicina, qualche arma.
Roxie sapeva benissimo che c'erano Tributi molto più forti di lei, ma era altrettanto certa delle sue possibilità.
Sorrise; Kidou aveva detto che aveva alte probabilità di vittoria, e lei si fidava.
Il pomeriggio passò in fretta e le tinte calde del tramonto andarono a spegnersi nella cenere della sera, sfumando nel buio.
I carri si posizionarono riempendo l'anello dell'anfiteatro, e la musica terminò con un virtuosismo.
Improvvisamente, tutti i rumori si spensero, e crebbe un silenzio irreale; Roxie prese un respiro profondo, e un brivido l'attraversò.
Il presidente Snow si affacciò dal balcone che sovrastava l'anfiteatro e la rossa avvertì il gelo penetrare nel suo petto appena incrociò quegli occhi affilati.
Istintivamente, cercò la mano di Yuuto di fianco a sè e la strinse forte.
Il ragazzo le lanciò un'occhiata stupita, ma ricambiò la stretta, e Roxie si sentì improvvisamente e stupidamente al sicuro.
Per il momento, bastava così.
Ma tenersi per mano non li avrebbe salvati dalla morte.
Lo avrebbero capito molto presto.

Distretto 11

Skylin sorrise, respirando quell'aria calda e densa sporca di tramonto.
Il fresco della sera stava lentamente sostituendo il calore del sole, creando un contrasto curioso fra il freddo e il caldo, mischiati al tramonto che si stagliava a perdita d'occhio nel cielo.
Fu in quel momento che la ragazza fiorì; pian piano, le corolle dei fiori iniziarono a tremare, illuminate leggermente, e ad aprirsi pian piano, suscitando la meraviglia dei capitoliani.
Anche Skylin si sentì fiorire: lo sconforto e la felicità che l'avevano attraversata prima non avevano più importanza, ora c'era solo quell'euforia che cresceva, sbocciando nel suo petto.
Increspò le labbra in un sorriso bello e inafferrabile, e le sembrò quasi di percepire davvero il dolce profumo dei fiori e i frutti maturi. Le sembrò quasi di essere tornata a casa.
Alzò la mano, salutando senza smettere di sorridere il pubblico, un'eccitazione che sapeva di casa che la scuoteva da capo a piedi.
Tutto vorticò spaventosamente, in un miscuglio indefinito di felicità, e acclamazioni, e musica, e luce, e poi fiori e frutti.
Primavera, solo quello fu il pensiero di Skylin.
Ma la primavera non fiorisce per nessuno. La primavera fiorisce solo per se stessa.
Invece lei stava sbocciando per conquistare i capitoliani. L'incanto si spezzò.
Una rabbia muta la colpì come la folgore, ma continuò a sorridere pur odiando tutto quello che la circondava.
E a niente servirono le grida di gioia e le rose che venivano lanciate sul carro.
Conservò questa collera dentro al petto, in fondo, schiacciandola fra l'euforia e la debolezza, cercando di farla diventare meno aggressiva.
In quel momento, avrebbe potuto insultare il presidente Snow in persona senza pensarci due volte.
La musica terminò quando ormai il tramonto andava spegnendosi, colorando di grigio le sue ultime sfumature; i carri riempivano l'anello dell'anfiteatro e Skylin strinse i pugni, digrignando i denti, rabbiosa.
-Uccellino, ti senti bene? Quell'espressione arrabbiata non si addice al tuo visetto dolce.- sogghignò Atsuya, ridacchiando.
Lei gli scoccò un'occhiata di fuoco. -Non sono dell'umore giusto per litigare. Potresti seriamente rischiare di essere picchiato, quindi taci.- sentenziò lapidaria, senza guardarlo, a denti stretti.
-Umpf.- lui incrociò le braccia al petto e distolse lo sguardo a sua volta, diventando improvvisamente serio.
Lo sguardo di entrambi era sul balcone che sovrastava l'anfiteatro: il presidente Snow si era affacciato e guardava tutti dall'alto.
Skylin avvertì l'odio che aveva faticosamente represso durante la sfilata pervaderla di colpo, e i suoi occhi dorati brillarono di rabbia.
E fu in quel luccichio spietato che crebbe il silenzio.

Distretto 12

Amelia non riuscì a pensare a niente per una manciata di secondi.
Avvertiva solo la stretta calda della mano di Fideo sulla sua e le urla del pubblico; per una attimo rimase rigida, guardandosi intorno guardinga.
Prese un respiro profondo e guardò davanti a sè, senza più fissare la folla.
Un'agitazione ingiustificata, mischiata a un senso di potenza e forza, le fece battere il cuore talmente tanto forte che lo sentì rimbombare nelle orecchie.
Il rumoreggiare della folla la inghiottì, mentre il sole andava morendo all'orizzonte, sporcando il cielo del suo sangue arancione e delle lingue dorate della sua disperazione.
Amelia non chiuse gli occhi.
La gente del Giacimento doveva sempre avere gli occhi aperti, perchè bastava una distrazione per condurre a settimane di fame.
La gente del Giacimento doveva sempre avere gli occhi aperti, era quello che suo padre le aveva sempre ripetuto.
La gente del Giacimento doveva sempre avere gli occhi aperti, e Amelia questo lo sapeva.
Sapeva che, adesso più che mai, non poteva distrarsi. Doveva tornare a casa e sarebbe tornata.
Era una promessa, e lei mantiene sempre le promesse.
Rimase impassabile, persa nelle proprie riflessioni, mentre intorno il rumoreggiare della folla esplodeva.
Il tramonto iniziò a sfumare quando la musica si spense con un virtuosismo, e i carri andarono a posizionarsi in un anello che riempiva l'anfiteatro.
Il presidente Snow si affacciò dal balcone che sovrastava l'anfiteatro e Amelia non si rilassò; il vero nemico era appena giunto e lei lo sapeva benissimo.
Strinse forte la mano di Fideo, senza spostare lo sguardo azzurro, trattenendo il fiato.
Improvvisamente, tutta la potenza che l'aveva persava scomparve, lasciando posto a un amaro senso di debolezza. Una debolezza che la fece infuriare.
Il suo sguardo si tinse d'odio e strinse i denti, rabbiosa. Ormai non c'era più tempo per scherzare.
La sfilata era finita. Si iniziava a giocare sul serio.

Il presidente Snow salutò il pubblico, che dopo qualche ultimo grido si zittì.
Tutti gli occhi erano puntati su di lui.
Tutti gli occhi dei Tributi, coloro che vedevano nel suo volto da serpente l'artefice della loro morte.
-Benvenuti.- disse con voce potente.
-Tributi, vi diamo il benvenuto.- fece una piccola pausa, osservando il pubblico.
-Rendiamo onore al vostro coraggio e al vostro sacrificio.
Vi auguriamo felici Hunger Games. Che possa la fortuna essere a vostro favore.-
















Ehilà Tributi!
Vi sono mancata? :3
Sì, è un mese che non aggiorno, lo so.
Ma ormai dovreste aver capito i miei tempi lunghissimi. uu
Allora, come avrete notato questo capitolo è più breve degli altri; è un capitolo di passaggio, dal prossimo finiranno i capitoli di questo genere.
Non si inizia a combattere dal prossimo capitolo, quindi non fatevi illusioni.
Ci vorrà ancora un po' prima di entrare nell'Arena. **
Ora.
Ringrazio MarinaDust99, perchè mi ha sostenuto nella scrittura di questo capitolo e perchè se lo merita. <3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, come al solito sono molto insicura. >.<
Va boh, vi lascio.
Ciao ciao <3
Lucchan
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Lurilala