Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: Tigre Rossa    01/07/2014    4 recensioni
"Il giovane sospirò e si passò una mano sugli occhi.
Quanto avrebbe desiderato avere un po’ di luce.
Gli sarebbe bastato il fievole bagliore della stella più piccola e lontana.
Era tutto ciò che desiderava.
Solo un po’ di luce.
Quel poco che bastava per illuminare l’oscurità in cui viveva da quando, due settimane prima, si era risvegliato senza ricordare nulla di sé stesso e del proprio passato.
Già, lui non ricordava più nulla.
Assolutamente nulla.
Della tartaruga una volta chiamata Leonardo non restava che una creatura sperduta e senza memoria, una creatura facile da ingannare e da manovrare.
Un creatura che, pian piano, avrebbe smarrito sé stessa e la propria luce."
Leonardo ha perso la memoria e non ricorda più nulla di sè o del proprio passato, così Shredder decide di approfittarne e lo trasforma in uno dei suoi più fidati ninja. Ma Splinter, Raffaello, Michelangelo, Donatello, April, Casey e il resto della banda faranno di tutto per riavere indietro il loro leader, il quale dovrà combattere la più dura delle battaglie: quella della ricerca della verità.
Universo 2003
Genere: Azione, Dark, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karai, Leonardo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Shredder/Shrell/ Oroku Saki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando l’oscurità inghiotte la luce
 


Grazie
 
 



 
Splinter, seduto di fronte alla propria camera con gli occhi chiusi e nell’oscurità più assoluta, cercava di liberare la mente da ogni pensiero e di meditare.
 
Erano le sei di mattina e il vecchio sensei aveva assunto quella posizione due ore prima, subito dopo essere tornato alla tana ed aver spedito i figli, stanchi e sconfortati, a letto.
Le tartarughe, come ogni sera, avevano insistito per rimanere ancora alzate e mettere a punto un nuovo piano per le loro ricerche notturne, ma lui non aveva voluto sentire ragioni.
Donatello, Michelangelo e Raffaello erano dei ninja molto forti ed abili, certo, ma erano pur sempre ragazzi, ed i ragazzi hanno bisogno di riposare e di recuperare forze ed energie. E loro ne avevano davvero bisogno, con tutto quello che stavano passando.
 
A dire la verità, anche lui avrebbe dovuto dormire. I danni che la mancanza di sonno può causare al corpo, soprattutto se vecchio come il suo, non sono affatto roba da nulla.
Ma lui non ci riusciva. Aveva tentato, ma era impossibile per lui dormire col pensiero di Leonardo, solo e ferito, nelle mani del Clan del Piede e del suo terribile capo, Shredder.
 
L’anziano sensei posò una zampa sugli occhi già chiusi, stancamente e con dolore, mentre il suo pensiero tornava a rivolgersi al figlio scomparso ed agli eventi dei giorni passati.
 
Quando, due settimane addietro, i ragazzi erano usciti per andare al cinema, non aveva neanche lontanamente sospettato ciò che sarebbe accaduto da lì a poche ore.
 
Li aveva aspettati come faceva ogni volta, vicino alla porta e meditando, tenendo sempre d’occhio l’orologio.
Benché ormai fosse abituato alle loro uscite notturne, non si sentiva mai completamente tranquillo. La paura che fossero attaccati dai ninja del Piede, e dagli uomini di Bishop oppure semplicemente visti dagli esseri umani era sempre presente nel suo cuore, anche se conosceva le grandi abilità dei suoi ragazzi. Dopotutto preoccuparsi per i propri figli non è il principale compito di un padre?
Comunque, quando quella sera aveva notato che i suoi figli tardavano, aveva cercato di mantenere la calma e di non preoccuparsi. Magari si era detto si sono fermati dal signor Jones e dalla signorina O’Neil, come l’ultima volta, oppure si sono scordati delle mie raccomandazioni e si sono attardati a correre sui tetti.
Li aveva aspettati per un bel po’, poi aveva sospirato e aveva preso il suo Tarta-cellulare.
Odiava quell’aggeggio, ma sapeva che era l’unico modo per contattare le tartarughe quando uscivano e di conseguenza aveva chiesto a Donatello di insegnargli ad usarlo. Non ci aveva capito granché, ma aveva imparato come telefonare e questo gli bastava e avanzava.
Così, preso il cellulare, aveva fatto il numero di Leonardo.
Risultava irraggiungibile.
 
Iniziando seriamente a preoccuparsi, aveva provato più volte a telefonare gli altri, ma non aveva ricevuto risposta da nessuno dei tre.
Allora aveva composto il numero di April per chiederle se sapesse dove fossero i ragazzi.
April aveva risposto subito, ma non era riuscita ad aiutarlo “Sono passati da me prima di andare al cinema, ma poi non li ho più sentiti né visti.” gli aveva risposto preoccupata “Non credo che siano andati da Casey, visto che ha un po’ di influenza. Ma se vuoi posso provare a chiamarlo e a chiedergli se sono da lui.”.
L’anziano topo l’aveva ringraziata ed aveva atteso che lo richiamasse, ma prima che April potesse farlo, la porta della tana si era aperta ed erano apparsi Michelangelo pieno di lividi e tagli, Donatello che camminava con l’ausilio del suo bo e, poco dopo di loro, Raffaello ricoperto di sangue e ferite varie.
Appena li aveva visti la preoccupazione e il successivo momentaneo sollievo era scomparso, lasciando posto alla più viva e profonda paura.
“Cosa è successo? Dov’è Leonardo?” aveva chiesto, mentre gli si avvicinava e osservava sconvolto le loro ferite e i loro visi stanchi.
I due fratelli più giovani si erano guardati, insicuri su cosa dire, ed erano rimasti in silenzio, senza incontrare il suo sguardo nemmeno per un attimo.
Alla fine il focoso si era fatto avanti, stringendo con rabbia uno solo dei suoi Sai, ed aveva sussurrato con una voce che non gli apparteneva “Siamo stati attaccati dall’elité di Shredder e da Karai. Abbiamo combattuto, ma alla fine abbiamo tutti perso i sensi. E quando ci siamo risvegliati Leo . . . Leonardo era scomparso.”.
In quel momento, Splinter ne era certo, aveva sentito il proprio cuore smettere di battere.
 
 
Il maestro di arti marziali, dopo essere rimasto a lungo immobile e con lo sguardo perso, si era fatto forza, aveva fatto sedere i ragazzi e, senza dire una parola o chiedere ulteriori spiegazioni, si era occupato delle loro ferite.
 
In realtà lui sarebbe voluto andare immediatamente alla ricerca di suo figlio Leonardo, ma non poteva farlo. Avrebbe causato solo altri guai. E poi, anche i suoi altri tre figli avevano bisogno di lui.
 
 
Quando April l’aveva richiamato per dirgli che Casey non sentiva le tartarughe da ore, le aveva riferito ciò che era avvenuto e lei, preoccupata quanto lui, si era recata sul luogo dell’aggressione e aveva cercato di trovare tracce dei ninja che potessero indicarle la direzione presa dai rapitori dell’azzurro.
Poco dopo l’aveva raggiunta anche Casey che, saputo del fatto da Splinter, si era preso un’aspirina ed era uscito per darle una mano. Non avevano trovato niente, però, e così avevano deciso di andare nella zona della residenza di Oroku Saki e di tenere gli occhi aperti per individuare possibili movimenti sospetti. Ma non avevano visto neanche un ninja del Piede per tutta la notte.
 
 
Nessuno aveva idea di dove Leonardo fosse stato portato. La casa di Shredder era l’opzione più ovvia, ma non erano sicuri che fosse quello il posto giusto.
La settimana prima, infatti, avevano scoperto, grazie a una cimice, che i prigionieri, le armi e i materiali più importanti per il Clan erano stati spostati altrove, in un angolo ben nascosto e protetto di New York, la cui collocazione era nota solo ai più stretti collaboratori di Shredder.
Probabilmente la tartaruga era stata portata lì. Ma finché non avrebbero trovato qualche indizio non avrebbero potuto fare nulla.
 
Così, il giorno seguente tutta la famiglia si era impegnata a fondo per scoprire dove i ninja avessero portato l’azzurro.
April e Casey, con l’aiuto di Angel e qualche altro amico, avevano pattugliato la città alla ricerca di indizi.
Anche le tartarughe avrebbero voluto subito unirsi a loro nella ricerca, ma il vecchio topo non glielo aveva permesso. Per quanto gli facesse male il pensiero di Leonardo catturato dal Clan, non poteva permettere che i suoi tre figli andassero in giro in quelle condizioni. Era troppo pericoloso, viste le loro condizioni. Erano facili prede per i ninja del Piede e avrebbero solo rischiato di peggiorare la situazione. Avevano bisogno almeno di un intero giorno assoluto prima di poter uscire.
Ma loro, anche se confinati nella tana, non erano rimasti con le mani in mano, anzi.
Michelangelo aveva contattato i suoi amici supereroi della Justice Forze e gli aveva chiesto aiuto per le ricerche, Raffaello, dopo aveva raccontato al padre dell’attacco, aveva cercato di uscire di nascosto per continuare le ricerche, fallendo miseramente, mentre Donatello aveva cercato di rintracciare il fratello tramite il localizzatore del suo Tarta-cellulare.
Il telefonino, però, risultava totalmente inesistente. Probabilmente i ninja del Piede aveva provveduto a distruggerlo, come aveva fatto Hun quando aveva interrogato Raffaello, all’inizio del loro scontro con il Clan.
La tartaruga in viola, però, non si era arresa, e con l’aiuto di Lederhead aveva cercato di attivare a distanza alcune dei tarta-segnalatori che Leonardo portava sempre con sé, ma a quanto pare i ninja avevano distrutto anche quelli, perché non erano riusciti a ottenere nulla.
 
Passato il giorno di ‘riposo’ forzato, le tartarughe avevano dato il vero e proprio via alle ricerche.
 
Per le due settimane seguenti, ogni mattina Donatello, Splinter e Lederhead avevano ascoltato le indiscrezioni che riuscivano a cogliere dalla manciata di cimici che erano riusciti ad introdurre nella residenza di Shredder la sera dopo la scomparsa di Leo.
 
April invece, durante i momenti liberi al negozio, aveva controllato tutte le notizie riguardanti la città e Casey aveva esplorato le strade della città, aveva controllato ogni movimento delle bande legate al Piede e aveva teso le orecchie ad ogni indiscrezione collegata alla malavita.
Spesso Raffaello, accuratamente travestito, aveva infranto il divieto del suo maestro ed era uscito a dare una mano al suo amico, cercando sempre di tornare prima che il vecchio topo si accorgesse della sua assenza.
 
Ogni pomeriggio il giustiziere veniva raggiunto da Angel e ogni sera April e Casey si erano incontrati con i mutanti alla vecchia biblioteca abbandonata vicino al negozio d’antiquariato, avevano fatto il punto della situazione e poi tutto il gruppo si era nuovamente separato.
 
Donatello si era occupato di sorvolare tutta la città con il tarta-plano e i suoi occhiali infrarossi, Michelangelo, dopo aver incontrato la Justice Force per informarsi sulle eventuali novità, aveva affiancato Casey nel controllo di vicoli e zone d’incontro dei maggiori gruppi malavitosi, Splinter e April avevano controllato le strade con il Tarta-corazzato e Raffaello li aveva affiancati con la Tarta-cicletta ogni sera per un paio d’ore, per poi dedicarsi totalmente ai tetti.
 
Il loro unico e disperato scopo era trovare qualche indizio, o, nel caso più fortunato, riuscire a catturare un ninja del Piede per interrogarlo e sapere di più sul rapimento di Leonardo e su dove fosse nascosto. Cosa che sembrava impossibile, visto che dalla sera dell’attacco le pattuglie dei soldati ninja sembravano essere scomparse nel nulla.
 
Erano stati giorni tremendi, assolutamente tremendi.
 
Avevano impiegato tutte le loro forze in quella disperata ricerca, combattendo costantemente contro il pensiero che ogni giorno che passava, ogni ora, ogni singolo minuto, rendevano le possibilità di ritrovare Leonardo e riportarlo a casa si facevano sempre più rare e fragili.
Quando Casey e Michelangelo avevano detto di essere riusciti a catturare un ninja del Piede, il vecchio sensei si era illuso di essere più vicino al momento in cui avrebbe potuto rincontrare gli occhi del suo amato ragazzo, ma poi, quando aveva sentito le scarse informazioni del prigioniero, aveva sentito il proprio cuore precipitare nello sconforto più totale.
 
Non voleva neanche immaginare cosa avesse passato in quei giorni e cosa stava ancora passando il suo povero figliolo, prigioniero di quei nemici crudeli e senza scrupoli! Poteva quasi sentirne le urla strazianti e vederne il corpo martoriato da numerose ferite, una più dolorosa dell’altra!
Non riusciva a sopportare tutto questo!
Non riusciva a sopportare il pensiero di suo figlio prigioniero e sofferente e il fatto di non poter fare nulla per aiutarlo!
Perché era quello che stava facendo in quel momento, nulla, assolutamente nu. . . .
 
Un lieve scricchiolio distrasse Splinter dai suoi angoscianti pensieri.
Aprì gli occhi e tese le orecchie, preso un po’ di sorpresa, prima di capire cosa, o meglio, chi avesse causato quel rumore.
Sospirò stancamente prima di dire a voce bassa, ma abbastanza alta da essere udita “Non dovresti essere a letto, Raffaello?”.
La tartaruga, che stava cercando di uscire di nascosto, si immobilizzò dalla sorpresa, ma poi riprese il controllo di sé e, spostando lo sguardo nella direzione dalla quale veniva la voce, sbruffò infastidita “Come sapevi che ero io?”.
Il vecchio topo prese uno dei fiammiferi poggiati accanto a sé e accese una delle sue candele per poter guardare il giovane in faccia “Credi che non sia a conoscenza delle tue uscite clandestine? Da due settimane, ormai, scompari per ore e ore. Eppure sai bene che non voglio che tu o i tuoi fratelli andiate in superficie, non durante il giorno e dopo quello che è successo.” gli rispose piano.
Raffaello sembrò confuso da quella risposta “Allora perché non mi avete mai detto nulla prima d’ora?” domandò stringendo gli occhi.
Splinter sospirò “Perché capisco quello che provi, Raffaello. Sei preoccupato per la sorte di tuo fratello. Ti manca, e vuoi ritrovarlo il prima possibile. E io lo capisco, figlio mio. Lo capisco benissimo. Anche io provo la stessa identica cosa. Ma devi capire che, comportandoti in maniera avventata e pericolosa, non fai altro che allontanare il momento in cui potremo avere indietro Leonardo. Quante ore avrai dormito, in queste quattordici giorni? Trenta in tutto? Come credi di riuscire a sostenere un combattimento contro l’elité di Shredder, contro Karai o addirittura contro Oroku Saki per liberare tuo fratello, con così poco riposo ed energie? Così non metti solo in pericolo te stesso, ma anche tutti noi.”
Il ninja dei Sai strinse i pungi e scosse il capo“Tu non capisci, maestro. Io non posso restare qui a dormire od oziare! Non posso! Leonardo è prigioniero di Shredder! E da due settimane ormai! Chissà cosa gli hanno fatto e cosa gli stanno facendo in questo preciso momento! No, non posso restare qui a non far nulla! Non posso! È . . .” a questo punto abbassò la testa e la sua voce si alzò “ . . . è colpa mia se è stato preso. Se fossi stato più attento, la guardia giurata non mi avrebbe atterrato e Leo non sarebbe intervenuto per salvarmi e non sarebbe stato colpito. E poi, non posso fare a meno di pensare che se io non mi fossi immobilizzato forse . . . forse sarei riuscito ad impedire che lo portassero via . . .” una lacrima solitaria scese silenziosamente lungo la sua guancia sinistra, simile a una preghiera mai ascoltata. 
Il sensei si alzò piano e, una volta di fronte a lui, gli prese i pungi chiusi e li strinse nelle sue zampe ossute “Tu non hai alcuna colpa, Raffaello. Mi hai sentito? Nessuna colpa. Smettila di tormentarti così. Smettila. È stato Shredder a causare il rapimento di Leonardo. È sua la colpa di tutto questo. Solamente sua. E io ti giuro, figlio mio, che farò l’impossibile per riportare qui con noi tuo fratello. Te lo giuro.”
Raffaello alzò esitante lo sguardo su suo padre, con il cuore un po’ rincuorato da quelle parole, e poi lo strinse in uno dei suoi rari abbracci, lasciandolo un po’ stupito.
“Grazie . . . padre.”
 
 


 
La tana dell’autrice
 
Ok, adesso Ladyzaphira mi ucciderà!
Si, lo so, ti avevo promesso un capitolo incentrato quasi interamente su Leo, come avevo in realtà progettato, ma poi la parte iniziale, che era incentrata su Raph e Splinter e doveva essere giusto una parentesi tenera e triste, è diventata un intero capitolo! Chiedo umilmente perdono! Giuro solennemente che il prossimo capitolo sarà solo ed esclusivamente su il nostro Leonardo, e questa volta sarà così!
 
Cosa dire di più? Ecco, con questo capitolo un po’ lento ho cercato di descrivere il dolore di Splinter e tutto ciò che è successo alle tartarughe nelle due settimane successive alla scomparsa di Leo . . . ma anche il legame tra padre e figli, a volte un po’ trascurato, diciamolo . . .
 
Beh, il capitolo è questo, spero nonostante tutto che vi sia piaciuto!
 
Cowabunga!
 
T.r.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: Tigre Rossa