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Autore: cristal_93    01/07/2014    2 recensioni
[Prequel alla storia Una speranza per il futuro, prende spunto sia dal videogioco che dai brevi episodi della serie animata] Leah, una giovane apprendista sensitiva, è in viaggio nel mondo dei Pokémon. Arriva a Borgo Tesoro, e appena scopre che quella è una comunità di soli Pokémon, decide di esplorarla sotto le mentite spoglie di un Espeon di passaggio. Le sue capacità psichiche, però, sono notevoli anche per il Pokémon che ha scelto di impersonare, difatti attirano l’attenzione di un team di giovani esploratori...
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: N, Nuovo personaggio, Piplup
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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E' passato un pò di tempo, ma finalmente sono riuscita a terminare l'ultimo capitolo di  questa sezione!
Mi prenderò un periodo di pausa per via degli esami, ma ritornerò presto con il seguito di questa storia. Spero che vi piaccia, buona lettura! 
 


Il vento fischiava forte sulla cima della montagna. Azurill trotterellava tranquillo, incurante dell’ambiente desolato intorno a lui. Alle sue spalle, Drowzee lo seguiva passo a passo. Ad un tratto Azurill si fermò, e si guardò intorno.
<< E’ un vicolo cieco. Signor Drowzee, dov'è lo strumento che ho perso? Potrebbe mostrarmi dov'è, per favore? >>
disse, voltandosi verso il suo accompagnatore. Il Pokémon gli rispose con un ghigno maligno sul volto.
<< Il tuo strumento? Spiacente ragazzo, non è qui poco ma sicuro >> disse con una voce tutt'altro che rassicurante.
<< C-Cosa? >> disse Azurill, e guardò a destra e sinistra, spaventato. << Il mio fratellone… il mio fratellone è dietro di noi, giusto? Ci raggiungerà presto? >>. Drowzee scoppiò a ridere.
<< Tuo fratello non verrà. Ti rivelerò un piccolo segreto: è stato tutto un trucco. Ti ho ingannato. Ma non fermiamoci su questa cosa. Ho un piccolo favore da chiederti. Vedi quel buco dietro di te? >>.
Tremando, il piccolo Pokémon si voltò appena per vedere alle proprie spalle, dove effettivamente c'era una piccola apertura nella roccia.
<< Si dice che dentro ci sia il tesoro di un ladro. Ma come puoi vedere, io sono troppo grande per infilarmici dentro. Ed è qui che entri in gioco tu. Non preoccuparti e fai come ti dico. Fallo e ti aiuterò a uscire di qui >>.
<< M-Ma… >> cercò di protestare Azurill.
<< Forza, datti una mossa. Infilati in quel buco. E non dimenticarti di portare fuori  il tesoro! >> gli ordinò con impazienza Drowzee.
<< N-No! V-Voglio mio fratello! >> e provò a scappare via, ma Drowzee gli si parò davanti e gli bloccò il passo.
<< Ehi, smettila di piagnucolare! Ho detto che ti porterò a casa quando avrai finito.  Ma se continui a fare storie … >>,
aggiunse minaccioso << … dovrò passare alle maniere forti! >>
<< A-A-AIUTO!! >> urlò Azurill.
<< FERMO DOVE SEI, DROWZEE!! >>. Drowzee si voltò di scatto per vedere chi avesse parlato, e si ritrovò davanti i tre ragazzi che aveva incontrato a Borgo Tesoro. Erano tutti senza fiato e ansanti per la corsa, ma avevano anche uno strano sguardo omicida, che lo inquietò.
<< Lascia andare Azurill, furfante!! >> urlò Chimchar facendosi avanti.
<< C-Come avete fatto ad arrivare qui?! >>
<< Siamo il Team Pokèpals, una squadra d'esplorazione! Nessun criminale ci può sfuggire ! >>
<< U-Una squadra d'esplorazione?! Siete qui per arrestare…Eh? Aspetta un attimo: ma stai tremando? >>. Chimchar, infatti, pur avendo fatto la voce grossa, aveva iniziato a tremare violentemente.
<< Ahah, ora capisco >> rise Drowzee. << Dite di essere una squadra d'esplorazione, ma siete  ancora alle primi armi! Mi sono spaventato inutilmente! Molto bene: siete davvero convinti  di potermi sconfiggere, pivellini? >> disse, strafottente.
<< Urgh! >> disse Chimchar, poi però cercò di farsi coraggio. << S-Sì! Sì, possiamo! Non perderemo contro un fuorilegge come te! >>. Drowzee scoppiò di nuovo a ridere.
<< Molte squadre di esplorazione mi hanno dato la caccia, ma nessuno era ridicola come la vostra!  Sarà un piacere eliminarvi, principianti! >>, e veloce come un fulmine lanciò un attacco Palla Ombra contro di loro.Chimchar si preparò a difendersi, ma Leah gli arrivò davanti così velocemente che lui non se ne accorse nemmeno,  afferrò la sfera con la coda  e la strinse con forza finché questa non si disintegrò in una nuvola di scintille.Drowzee la guardò allibito.
<< Ero proprio di ottimo umore stamattina >> disse lei con voce inespressiva . << Poi però è arrivato un furfante da quattro soldi come te ha ben pensato di rovinare tutto mettendosi a fare il prepotente con due poveri cuccioli! Ma chi ti credi di essere?! >> .  Alzò la voce, e anche la sua energia si intensificò, così tanto che il pavimento intorno a lei  iniziò a frantumarsi, e le pietre si sollevarono per aria.
<< E-Ehi, calmati, ragazzina! >> cercò di ammonirla Drowzee.
<< CALMARMI?! Non posso assolutamente perdonare i bastardi come te che si approfittano così di  esseri deboli e innocenti!! >> urlò Leah, e alzò di scatto lo sguardo: era infuriato, cattivo,  sembrava lo sguardo di un demone. La sua energia era così intensa che permeava l’aria come una  foschia luminosa e densa. Drowzee arretrò spaventato,ma Leah non gli diede tempo per agire: con ampio movimento del braccio lo mandò a sbattere contro la parete di roccia.
Piplup e Chimchar osservarono la scena ammutoliti, ma non si mossero di un millimetro.
Erano ormai abituati alle manifestazioni del potere della ragazza, e avevano capito che, in quei casi, era meglio tenersi a distanza.
In ogni caso si tenevano pronti ad agire quando  sarebbe stato il momento, o meglio, quando Leah glielo avrebbe concesso. Il furfante si rialzò e si tolse i calcinacci di dosso.

<< Devo ricredermi, forse vi ho sottovalutato. Va bene, non succederà più. E ora fatevi sotto! >> e scagliò un altro attacco Palla Ombra contro Chimchar, che però stavolta lui evitò.  Drowzee non si arrese: si concentrò e poi cominciò a muovere le mani davanti a sé in un ritmo  prima lento e calcolato, poi sempre più veloce, tenendo gli occhi spalancati. Leah capì subito le sue intenzioni.
<< Non guardate! >> urlò, e allo stesso tempo eresse la sua barriera intorno a tutti loro. Lei però tenne gli occhi socchiusi, perchè voleva tenere d'occhio il nemico. Quello, accortosi della protezione, smise subito il suo strano attacco.
<< Umph, non sei solo forte, sei pure intelligente, vedo >> si complimentò.
<< Leah, possiamo aprire gli occhi adesso? >> disse Chimchar muovendosi a tentoni.
<< Sì, ora potete guardare >> rispose lei, senza però abbassare le difese.
<< Cosa stava facendo?... >> chiese Piplup stordito.
<< Stava per usare l'attacco Ipnosi >> rispose la ragazza, e senza aspettare incoraggiamenti proseguì nella sua spiegazione . << Con quello ci avrebbe addormentati tutti, e poi avrebbe  usato le sue capacità per mangiare i nostri sogni e indebolirci >>.
<< M-Mangiare i nostri sogni?! C-Com'è possibile?! >> esclamò Chimchar.
<< E' l'abilità speciale dei Drowzee: addormentano gli avversari e si cibano dei loro sogni, sono il loro nutrimento
principale >>.
<< Spregevole vigliacco!! >> sbottò Chimchar agitando i pugni verso Drowzee. Leah lo tenne fermo con la coda, e dentro di sé sospirò di sollievo. Questa volta aveva veramente rischiato grosso: se si fosse addormentata il suo segreto sarebbe stato scoperto, e per lei sarebbe stata la fine. Non aveva mai visto di persona un attacco Ipnosi, ma aveva sentito dire che veniva manifestata in maniera diversa a seconda del Pokémon da cui veniva usata. 
Era riuscita a indovinare quella di Drowzee perché sapeva che quelli della sua razza, per quel tipo di attacco, compivano sempre un certo movimento delle braccia. Lei stessa comunque aveva provato più di una volta ad
emulare quella mossa, ed aveva scoperto che effettivamente risultava molto più efficacie se accompagnato da quel movimento ipnotico. Era una vera fortuna che lei conoscesse i Pokémon così bene, ma non avrebbe mai pensato che un giorno questo tipo di conoscenze le avrebbe salvato la vita. Il furfante incrociò le braccia e fece una smorfia.
<< Forte, intelligente, e pure secchiona. E' raro trovare tutte queste qualità in una volta sola  dentro una mocciosa >>
disse beffardo. Leah digrignò i denti, ma Chimchar reagì pesantemente.
<< Come ti permetti, brutto bastardo!! >> urlò a pieni polmoni e si gettò contro la barriera. Piplup riuscì ad afferrarlo prima che si schiantasse contro quel campo energetico.
<< C-Chimchar, calmati per favore! >> disse lottando per non lasciarlo andare, ma  lui si agitò così tanto che alla fine Piplup mollò la presa, e tutti e due finirono col sedere per terra.
<< Non ha alcun diritto di parlarle in questo modo!! >> esclamò di nuovo Chimchar scattando in piedi. Drowzee inarcò un sopracciglio.
<< Perchè ti agiti tanto? Ho forse offeso la tua ragazza? >>. Chimchar arrossì di botto.
<< L-Lei n-non è la mia r-ragazza! >> balbettò, alternando lo sguardo da Leah a Drowzee. 
<< L-Lei è...è.... >>. Respirò profondamente e urlò tutto d'un fiato:
<< ...è il nostro Leader, ecco chi è! >>. Il suo urlo riecheggiò per montagna, e qualche sasso si staccò dalla parete e rotolò a valle. Nello spiazzo roccioso, però, il tempo parve  essersi fermato: Drowzee guardava Chimchar perplesso, Piplup osservava l'amico con la bocca  semi-aperta ma senza osare nemmeno respirare, Leah invece lo fissava con gli occhi spalancati. Chimchar ansimò, poi si ricompose e continuò:
<< Leah è il nostro Leader, e ci ha salvato un sacco di volte la vita. Lei è un Pokémon forte e coraggioso, e più che degno di ammirazione. Io sono pronto a seguirla ovunque vada e  sono disposto a fare qualunque cosa per lei! E chiunque provi a insultarla dovrà vedersela  con me! >> esclamò puntando il dito contro Drowzee.
Leah lo guardò incapace di dire o fare qualsiasi cosa, e presto gli occhi le divennero lucidi. Forse non era il momento
migliore per quel tipo di debolezza, ma non le importava, era confusa e commossa al tempo stesso da quello che aveva detto Chimchar. Anche Piplup era confuso dall'atteggiamento dell'amico. Drowzee invece proruppe in una risata sguainata.
<< Whahaha, ho capito, mi vuoi far morire dal ridere! Bè, ci stai riuscendo benissimo, ragazzino.Davvero pensi di poter farmela pagare? Molto bene: esci da quella barriera e affrontami! >>.Chimchar non rispose subito: lentamente diede le spalle al Pokémon e si volse verso Leah. Guardò sia lei che Piplup e cercò di apparire sicuro di sé.
<< Per favore, fatemi combattere da solo >>.
<< Non se ne parla neanche! >> sbottò Piplup, infuriato.
<< Piplup, il mio non è uno stupido capriccio. Credimi, non so come spiegarlo a parole,  ma...sento che devo farlo, io solo e nessun' altro >> ribattè deciso Chimchar.
<< Ma...Chimchar, non... >> cercò di protestare Piplup, ma lui lo interruppe.
<< Lo so >> disse. << E vi chiedo scusa per questo. I membri di una squadra dovrebbero cooperare tra di loro e agire come una cosa sola, però..... >> e guardò Leah. << Ci sono anche momenti in cui è necessario provare a cavarsela da soli senza fare  affidamento sugli altri. E questo, per me, è uno di quelli! >>
<< Chimchar.... >> tentò ancora Piplup , ma senza successo, perchè Chimchar lo interruppe di nuovo e stavolta lo guardò serio.
<< Tu più di una volta mi hai fatto notare quanto io sia impulsivo e frettoloso, e come  non pensi prima di agire. E hai ragione, questo non posso negarlo >>.
<< S-Sì, l'ho detto, ma... tu non devi rischiare così tanto per via di stupide critiche, Chimchar... >> lo supplicò il piccolo pinguino, ormai sull'orlo delle lacrime. Chimchar sorrise dolcemente e gli mise una mano sulla spalla.
<< Si tatta di provare a correggere dei difetti, Piplup, non di prendersela per un dispetto. Vi prometto che non vi deluderò. Fidatevi di me >>. Piplup guardò Leah.
“Non… non sono sicuro che sia una buona idea” disse mentalmente.
“Neanch’io…. però… forse ha ragione lui. Diamogli questa possibilità, Piplup” disse la ragazza.Piplup allora si voltò verso l’amico, tirò su con il naso e annuì. Chimchar allora si voltò verso Leah, che sorrise a sua volta e annuì, dopodichè, molto lentamente, disperse la barriera.
<< Molto bene, allora. Sono pronto! >> disse Chimchar.
<< Chimchar…. >> disse Leah.
<< Sì? >>. Lei gli si avvicinò e abbassò il muso fino ad essergli davanti agli occhi.
<<  Vai pure… ma ricordati che noi saremmo pronti a darti una mano in qualunque momento >>.
<<  C-Certo, lo so…grazie >> balbettò lui, imbarazzato. Lei sorrise, poi allungò la zampa e lo accarezzò.
<< Ti prego, fai attenzione >>. Chimchar si sentì bollente e in iperventilazione, ma scosse  forte la testa per riprendersi, sorrise trionfo alla ragazza e le mostrò il pollice alzato.Piplup si tormentò nervoso le braccia, e prima che Chimchar si avviasse verso la sua battaglia gli toccò la spalla.
<< Chimchar, io… >>. Lo scimmiotto gli chiuse il becco con la mano.
<< Ora non è il momento, Piplup: ne parleremo dopo >>. Dopo potrebbe essere troppo tardi! pensò Piplup, ma si limitò ad annuire debolmente. Chimchar allora si volse e si piazzò al centro della vallata, a poca distanza da Drowzee. Lui lo fissava impassibile, sicuro di avere la vittoria in tasca. E a ragion veduta  pensò Chimchar guardandosi le mani: tremavano, e anche le ginocchia stavano subendo lo stesso effetto. Si morse le labbra e scosse furioso la testa.
Non poteva tirarsi indietro, non se lo sarebbe mai  perdonato per tutta la vita. Era ora di compiere il passo decisivo: se fosse riuscito a sconfiggere Drowzee avrebbe dimostrato una volta per tutte che non era un inetto, e che anche lui era  perfettamente in grado di cavarsela da solo.
Di sfuggita però gli cadde lo sguardo su Leah, e non poté trattenere una smorfia. Chi credeva di prendere in giro? Era soprattutto per lei che lo voleva fare. Voleva darle prova delle sue capacità, non voleva che lo vedesse come un bamboccio, uno sempre bisognoso della balia perchè incapace addirittura di camminare da solo. Doveva vincere a tutti i costi. Per lei. Per Piplup. Ma soprattutto per sé stesso. Si voltò verso il suo avversario, prese un respiro profondo e si lanciò alla carica.
<< Assaggia le mie Sfuriate! >> urlò, ma Drowzee alzò le braccia, e gli occhi gli si illuminarono di blu. Chimchar fu fermato a mezz’aria e sollevato in alto. Subito prese ad agitarsi e a scalciare come un matto.
<< METTIMI GIU’ !!! >> sbraitò. Drowzee fece una smorfia e lo scaraventò contro la parete.
<< Tutto qui quello che sai fare? >> lo insultò. Chimchar si rialzò di scatto, sbuffando furioso, e ripartì alla carica.
<< RUOTAFUOCO!! >>, e come una piccola palla infuocata rotolò sul terreno a velocità incredibile, puntando Drowzee, che però scartò di lato, e strusciando con i piedi sul terreno prese la mira e lo colpì con Psicoraggio.Chimchar venne colpito in pieno e ruzzolò per terra, andando a sbattere contro una roccia.
<< CHIMCHAR!! >> urlò Piplup, e scattò per andare da lui, ma Leah lo fermò.
<< Lasciami andare!! >> urlò , ma lei lo guardò negli occhi intensamente. Piplup smise di lottare e si arrese: aveva capito. Quella era la battaglia di Chimchar, e se loro si fossero intromessi probabilmente il Pokémon li avrebbe odiati a morte. Aveva capito, sì, ma questo non impedì alle sue gambe di lottare per muoversi e andare dal compagno, che non si era ancora rialzato.
<< Sei davvero una delusione, fattelo dire >> disse Drowzee. Alzò le mani e di nuovo gli si illuminarono gli occhi, e ad un suo gesto dal cumulo di macerie Chimchar fu tirato su, e lasciato lì a galleggiare a mezz’aria.
Era pieno di ferite, il respiro affannoso e il labbro inferiore spaccato.
<< E tu volevi farmela pagare? >> lo provocò Drowzee, e con violenza lo risbattè a terra.
<< Signor “non- toccare-la-mia-Leader-o-ti-mangio”? >>. Di nuovo lo rialzò da terra e ancora ce lo risbattè contro.
<< Dov'è finita tutta la tua spavalderia, moccioso? >>. Ancora in aria, e poi di nuovo contro le rocce.
Malgrado stesse lottando per trattenere Piplup dal gettarsi contro Drowzee, anche Leah non sapeva per quanto sarebbe riuscita a restare ferma al suo posto.
Ad ogni colpo inferto a Chimchar, il suo cuore accelerava i battiti, così tanto che faticava a respirare, mentre la paura e il senso di colpa iniziavano a divorare ogni millimetro del suo corpo, e lei si sentiva sempre più come se l’avessero buttata in mezzo alle fiamme e la stessero bruciando completamente, in una lenta e inesorabile agonia.
Era solo colpa sua. Lei e i suoi stupidi discorsi, detti forse in un attimo di debolezza, perché aveva osato troppo e alla fine aveva abbassato la guardia.
Non avrebbe pensato che avrebbero portato un ragazzino, un moccioso a malapena consapevole del mondo, a buttare via la sua vita in quel modo, nella maniera più stupida che si potesse pensare: per riscattare un torto subito, un insulto neanche troppo grave per la verità, fatto a lei, lei che conosceva a malapena, lei che però aveva ammirato fin dal primo istante che era entrata nella sua vita; lei che stimava così tanto da voler affrontare un criminale pericoloso tutto da solo, senza il benchè minimo aiuto da parte di nessuno, senza nemmeno chiedersi prima se le sue sole forze sarebbero bastate.
Non poteva finire così, non doveva finire così! Era stata una pazzia, non avrebbe mai dovuto permettergli di fare una cosa del genere! Era stata lei a scatenare quella follia in  Chimchar, quindi sarebbe stata lei a fermarla.
<< BASTA!!! >> urlò con tutto il fiato che aveva. Drowzee fermò il suo ennesimo attacco Psichico e si voltò a guardare
la ragazza.
<< Hai detto qualcosa, mocciosa? >>. Lei respirò affannosamente e cercò di controllare il tremito del proprio corpo,ma non lasciò la presa su Piplup, che pure si era voltato a guardarla.
<< Ti prego… basta così…lascialo stare, ti prego… >> lo supplicò con gli occhi lucidi. Drowzee inarcò un sopracciglio e scoppiò in una risata fragorosa.
<< Ma dai, è davvero incredibile! Prima quel ragazzino e ora tu: vi comportate tutti da duri, ma basta poco per rivelarvi per ciò che siete: delle vere pappemolli! >> disse continuando a ridere sguaiatamente. Leah smise all’istante di gemere e indurì i lineamenti del suo volto.Piplup ne ebbe paura e riuscì finalmente a liberarsi dalla sua presa, osservando ora lei ora Drowzee, i nervi tesi al massimo.
<< Se essere pappemolli vuol dire essere in grado di provare dei sentimenti, allora sono felice di esserlo, e ringrazio il cielo per questo, perché vuol dire anche che non sono come te >> disse Leah improvvisamente gelida. Il Pokémon Psico smise  di ridere  e guardò la ragazza con circospezione.
<< Attenta a quello che dici, ragazzina: potresti pentirtene amaramente >> la minacciò, mettendo le braccia sui fianchi. Stavolta, però, fu Leah a ridacchiare.
<< Come osi prenderti gioco di me?! >> scattò Drowzee.
<<  Tu... tu stai minacciando… ME?! Tu speri davvero che bastino due paroline pronunciate in tono minaccioso a incutermi paura? Sei completamente fuori strada, Drowzee >> rispose la ragazza sprezzante.
<< Come sarebbe a dire? >> esclamò il Pokémon Ipnosi.
<< Sarebbe a dire, che è tutta la vita che mi sento rivolgere minacce di ogni genere e sorta. E con il tempo ho imparato a distinguerle e a classificarle. E la tua… beh… forse agli orecchi di qualcun altro potrebbe sembrare l’equivalente di una minaccia di morte, ma ai miei….ai miei sembra solo il tentativo patetico di un furfante che cerca di fare il duro per intimorire il suo avversario, anche se in realtà se la sta facendo sotto perché ha paura e non vuole ammetterlo >> ribadì Leah in modo molto provocante, sferzando l'aria con la coda. Drowzee sbatté le palpebre, ma invece di infuriarsi, cominciò ad agitarsi e a sudare freddo.
<< C-Cosa ti ha dato quest'impressione? Tu non sai quello che dici! >>. Cercò di non far trapelare il suo nervosismo, ma Leah se ne accorse e rincarò la dose.
<< Ho visto come hai reagito quando ho respinto i tuoi attacchi: non hai avuto strane reazioni, ma i tuoi occhi esprimevano chiaramente il tuo stato d'animo. Eri terrorizzato, Drowzee, e l'ho visto benissimo! Ma quando Chimchar si è fatto avanti e hai combattuto contro di lui,  la tua paura si è immediatamente tramutata in sollievo. Osi negarlo, Drowzee?! >>. Il criminale cercò di ribattere, ma lo sguardo di Leah era talmente gelido e furioso che si
sentì morire. Ci aveva azzeccato in pieno, purtroppo. Lui aveva avuto una paura matta di quella ragazza, e ne aveva
ancora tuttora. Non era un Pokémon comune, ne era certo. Aveva combattuto contro molti avversari durante la sua vita, ma mai nessuno lo aveva impressionato tanto come quell' Espeon che ora lo stava trafiggendo con lo sguardo.
Drowzee aveva capito che non era normale già dal suo primo attacco, quando era stato spedito contro il muro. 
Non era per niente ordinario che una ragazzina come quella fosse così potente, c'era qualcosa che non andava. Tuttavia, non aveva alcuna intenzione di dargliela vinta così facilmente.
<< Ehi, ehi,  stai buona >> disse alzando le braccia come per arrendersi. 
<< Cerchiamo di parlarne da persone civili, vuoi? >>. Leah storse il naso alla parola “ civili”, ma non protestò .Piplup, dietro di lei, si tenne pronto a cogliere la prima distrazione di Drowzee per filare da Chimchar.Dal canto suo, Drowzee cercò di prendere tempo, per poi attaccare la ragazza appena avesse abbassato lo guardia.
<< Ringrazi di essere una pappamolla perchè è meglio che essere me, hai detto. Non ti sembra di essere stata maleducata? >> disse assumendo un atteggiamento strafottente.
<< Maleducata io?! Chi è quello che ha ingannato due poveri cuccioli e che stava obbligando il più piccolo ad eseguire
i suoi ordini?! Eh?! >> urlò Leah. Drowzee sospirò spazientito.
<< Sei crudele a pensarla così. E' vero che ho mentito a quei due, ma non avevo intenzione di far niente di male.
Vedi quel buco laggiù? Mi serviva solo qualcuno di abbastanza piccolo che potesse entrarci dentro e tirare fuori ciò che
c'era nascosto >>.
<< E non potevi semplicemente chiederlo gentilmente, invece di spingerti a tanto?! >>
<< Non avevo altra scelta: non credo che avrebbero capito >>. Leah digrignò i denti  dalla rabbia. Con la coda dell'occhio vide Piplup arretrare lentissimamente verso il punto in cui giaceva Chimchar, e gli venne in aiuto.
<< Resta comunque il fatto che tu sia un furfante spietato e senza scrupoli, o la tua foto non sarebbe mai apparsa su una bacheca di ricercati! >>
<< E tu, allora? Chi sei per farmi la predica? Sei forse una cacciatrice di taglie, una di quelli che sbattono in galera quelli
come me solo per fare quattrini? >> sbottò Drowzee.
<< Per chi mi hai preso? >> ribatté lei ,schifata.<< Non mi sono mai attaccata ai soldi in tutta la mia vita; ciò non toglie
però che io abbia disgusto di quelli come te che si approfittano degli altri solo per il proprio tornaconto personale! >>.
Mentre parlava, Drowzee iniziò a muoversi impercepibilmente verso la parete di roccia, e intanto iniziò a elaborare una 
strategia. Forse avrebbe potuto attaccarla di sorpresa quando meno se lo aspettava, ma il suo sguardo attento non sembrava quello di chi si lascia sorprendere facilmente.
Leah sembrava anche molto sveglia, e di sicuro aveva già intuito le sue intenzioni, visto che lo guardava come se non avesse voluto perdere di vista nemmeno il più piccolo battito di ciglia. Inghiottì forte e si sforzò di ragionare con lucidità: odiava ammetterlo, ma ad  ogni secondo che passava si sentiva sempre più in trappola, braccato dallo sguardo intenso di quella ragazzina che lo  inquietava non poco.
Se non elaborava qualcosa alla svelta non era certo che se la sarebbe cavata. La cosa migliore che poteva fare, per il momento, era continuare a parlare: in questo modo forse sarebbe riuscito a  trovare un punto debole nella difesa di Leah, da poter usare a suo vantaggio.
Fece rapidamente il punto della situazione: di primo acchito lei gli era sembrata tranquilla, persino sensibile, come aveva avuto modo di constatare dalla sua reazione alla vista del compagno maltrattato. Prima ancora di questo, però, quando era appena arrivata lì, era stata furente, sembrava  quasi essersi incattivita tutto d'un colpo.
Forse era per questo che i suoi poteri erano stati così forti: probabilmente si erano sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda dei suoi sentimenti, e da ciò avevano tratto una forza notevole. Doveva essere  così : il pensiero che Leah potesse essere così potente anche quando era calma gli faceva venire i brividi. 
Fu mentre rabbrividiva che ebbe come una folgorazione. I poteri della ragazza in linea con i suoi sentimenti. Poteri... sentimenti! Ma certo, era quella la soluzione al problema. Tutto quello che doveva fare era continuare a parlarle, persuaderla con le sue parole fallaci cercando di farle perdere la fiducia in sé stessa.
E mentre lei ascoltava,  lui avrebbe cercato lentamente di ipnotizzarla... per poi eliminarla definitivamente non appena fossero cadute  completamente le sue difese. Bastava solo cercare qualcosa su cui premere e che non la portasse a reagire pesantemente. Non era una cosa facile da fare, però. Non sapeva niente di Leah, e avrebbe dovuto fare attenzione a non farla arrabbiare ulteriormente. Un momento... forse qualcosa ce l'aveva.
Un ghigno si delineò sul suo volto, e subito Leah scattò sulla difensiva. La cosa lo fece ghignare ancora di più.
<< Maledetto, cosa stai architettando?! >> urlò la giovane, acquattandosi a terra come una leonessa pronta  per l'agguato. Drowzee fece una smorfia e agitò una mano come se stesse scacciando un moscerino.
<< Ritira i tuoi artigli micetta: qualcuno potrebbe farsi male >>. Leah emise un leggero ringhio e strinse i pugni. Quella di Drowzee era solo una scusa per irritarla ancora di più, lo sapeva bene, ma era anche vero che era in momenti come quello che avrebbe preferito avere assunto le sembianze di un Persian o di un Glameow. Le sarebbe enormemente piaciuto far sparire l'espressione odiosa sulla faccia di Drowzee con un'artigliata. Il Pokémon Ipnosi guardò la sua reazione divertito.
<< Se proprio lo vuoi sapere, sei tu che mi stai divertendo >> disse sprezzante. Leah fece una smorfia.
<< Lo aveva immaginato, cosa credi? Speri di aver risolto qualcosa, dicendomelo? >> ribatté seccata. Drowzee sogghignò ancora di più.
<< Ho risolto molto, invece. Perchè la tua reazione mi ha dato una conferma >>. Stavolta le sue parole  catturarono  l'attenzione di Leah, e se ne accorse con soddisfazione.
<< Conferma di cosa? >> chiese la ragazza, cercando di non far vedere quanto effettivamente la cosa  la interessasse. Drowzee incrociò le braccia e sorrise perfido.
<< Conferma di quanto tu sia più incapace di quanto non vuoi far intendere >> disse tranquillamente dopo qualche istante di silenzio. Se Leah fosse stata un altro tipo di persona gli avrebbe ringhiato e gli sarebbe saltata addosso, minacciando di strangolarlo finchè non si fosse rimangiato la parola, e forse sarebbe addirittura arrivata a fargli del male serio.Lei però non era così. Non era una tipa permalosa, per fortuna, e dopo tutti quegli anni era diventata quasi refrattaria a qualsiasi tipo di insulto. A parte questo, non provava alcun tipo di piacere a far del male o a ridere del dolore altrui. Dopo ciò che era successo la notte in cui aveva perso il controllo la prima volta, poi, ogni volta che suo malgrado si ritrovava a combattere tendeva sempre a limitare le sue capacità, in maniera molto serrata, anche. 
Ma pure così, malgrado tutta la buona volontà, finiva comunque per apparire troppo forte ai suoi avversari. 
E poi, le capitavano lo stesso casi in cui i suoi sentimenti finivano con prevalere sulla prudenza, e di conseguenza 
alla fine non riusciva a trattenere poi molto del suo vero potenziale. Come era successo poco prima con Drowzee  e come temeva sarebbe successo a breve, tra l'altro. Aveva il sospetto che i suoi insulti fossero solo una copertura  per mascherare le sue vere intenzioni, ovvero spingerla ad abbassare la guardia per ritagliarsi una via di fuga. 
Non aveva nessuna intenzione di cascare nel suo tranello così facilmente, tuttavia le sue parole non le impedirono di confondersi, e per questo sollevò la testa di pochi centimetri.
<< Io sarei un incapace? E perchè? >> osò chiedere, i nervi tesi al massimo, pronta a reagire al minimo segnale di pericolo. Drowzee la guardò spavaldo e indicò con un cenno del capo il mucchietto di macerie generato dopo aver sbattuto a terra Chimchar più e più volte.
<< Per quel moccioso laggiù >> disse come se fosse una cosa ovvia. Leah sgranò gli occhi. Drowzee proseguì tranquillamente nella sua spiegazione:
<< Ha affermato lui stesso che tu sei il suo Leader, ed è arrivato quasi ad ammazzarsi per questo perché io ti ho provocato. Ma se sei davvero chi ha detto lui, allora perchè hai avuto l'incoscienza di permettergli di affrontarmi da solo in una sfida al di là delle sue capacità? >>. Ecco dove voleva andare a parare. Leah fu presa alla sprovvista, perchè non sapeva cosa rispondere. Voleva provare a spiegargli che aveva frainteso tutto, che lei non era il Leader e che anche per lei era stata una sorpresa quanto lui quando Chimchar l'aveva etichettata in quel modo, ma si scoprì incapace di ribattere.
<< I-Io... >> provò a dire ,ma Drowzee la  interruppe con veemenza.
<< Un vero Leader mette la sicurezza dei propri compagni sopra ogni altra cosa, e non li abbandona certa di fronte al nemico! Tu hai lasciato che il tuo amico mi affrontasse da solo, e guarda quali sono state le conseguenze! >> sbottò, d'improvviso adirato. Leah volse debolmente lo sguardo verso Chimchar, incapace di rispondere.
<< Se vuoi essere chiamata “Leader”, allora devi imparare a pensare prima alla sicurezza dei tuoi subordinati, in  qualunque decisione tu voglia prendere! >>. La ragazza abbassò il capo mortificata. Era vero: la sola cosa che aveva avuto in mente era solo quello di farla pagare il più presto possibile a Drowzee e riportare a casa il piccolo Azurill. Ma Chimchar aveva voluto essere coraggioso, e dimostrare che poteva farcela, ed era per questo che le aveva chiesto di lasciar fare a lui, citando pure le sue stupide parole che una volta di più Leah si pentì di aver pronunciato. 
E per la sua presunzione era stato Chimchar a pagare il prezzo più alto, lui che non c'entrava  niente. Avrebbe dovuto esserci lei stesa a terra, non Chimchar! Brividi di terrore le attraversarono il corpo, ma lei non mosse un muscolo e non fu in grado nemmeno di alzare lo sguardo da terra: la vergogna e l'umiliazione che Drowzee le stava causando erano inesorabili, ma purtroppo ben meritate. Lei però non era più il tipo di  persona che sta a piangersi addosso troppo a lungo: forse più tardi se la sarebbe filata con una scusa e allora avrebbe dato sfogo a tutta la sua frustrazione, ma ora non era proprio il caso.
Mosse lentamente lo sguardo  alla sua sinistra e si costrinse a reggersi in piedi e a muovere dei passi in quella direzione.Forse non era ancora troppo tardi, forse aveva ancora una possibilità di rimediare alla sua inettitudine.
Fu un attimo: nell'istante stesso in cui si voltò completamente verso Chimchar, tutte le rocce e i detriti sparsi per la valle si sollevarono in aria e lei se li vide arrivare addosso ad una velocità impressionante.Riuscì a malapena a sentire la voce di Drowzee traboccante di ilarità:
<< Sei tanto forte quanto ingenua, ragazzina! >> e chiuse gli occhi. Accidenti a lei, eppure lo aveva anche detto che
non sarebbe caduta nel suo tranello, e invece ci era cascata come una stupida. Con le sue parole era riuscito a individuare l'anello debole della sua catena difensiva, e ora che questa era stata spezzata era troppo tardi per provare a fare qualsiasi cosa. Chiese perdono a Piplup e a Chimchar, per averli messi in quella situazione, poi aspettò di venire travolta da un momento all'altro dalle macerie. Ma non arrivarono mai: al loro posto, una potente fiammata le colpì, allontanandole da Leah e distruggendone la maggior parte. Dovette passare qualche minuto prima che lei fosse in  grado di capacitarsi di ciò che era successo.
Q-quello era un Lanciafiamme di prima categoria! Ma chi... pensò, ma quasi subito sorrise: conosceva già la risposta. Anche Drowzee, seppur sbalordito, non ci mise molto a fare i calcoli.
<< Non... permetterti... mai più! >> disse una voce soffocata. I due Pokémon Psico si voltarono, e Leah si sentì sopraffare dalla gioia: Chimchar era in piedi, sorretto da Piplup. Ansimava, ed era ferito gravemente, ma non
sembrava importargliene. I suoi occhi erano accesi, pieni di quel fuoco che era stato riversato poco prima sui macigni, e
che avrebbe sicuramente colpito di nuovo, a breve. Benchè stupito dalla sua ripresa, Drowzee ostentò arroganza.
<< Bene bene, sei ancora in piedi, vedo >>
<< Chiudi... il becco >> articolò a fatica Chimchar. Leah gli corse incontro con le lacrime agli occhi e gli diede subito una Baccarancia. Chimchar dovette fare uno sforzo incredibile per prendere il frutto e mangiarlo, ma alla fine fu di nuovo in grado di stare in piedi da solo. Piplup sospirò di sollievo.
<< Chimchar... >> disse Leah, ma lui le mise una mano sulla bocca.
<< Più tardi, Leah. Ora dobbiamo concludere le cose qui >>. Lei sorrise e annuì. Chimchar allora si voltò verso Drowzee e ridivenne serio. Quello continuò a guardarlo spavaldo.
<< Ammiro la tua tenacia, ma penso che avresti fatto meglio a restare a terra. Non ti è bastata la batosta di prima ?>>.Chimchar si guardò il pugno destro.
<< Sono caduto, è vero, ma dovevo trovare la forza per rialzarmi >>. Drowzee rimase intimidito dal bagliore emanato
dai suoi occhi.
<< Bisogna aver sempre il coraggio di continuare ad alzarsi, anche quando la situazione sembra disperata. Non mollare mai e tener duro fino alla fine... se ci credo, niente sarà impossibile! >> disse Chimchar con fierezza. Leah si lasciò scappare un sorrisetto. Piplup paragonò dentro di sé il Chimchar ingenuo e impulsivo di sempre e quello sicuro di sé che gli stava davanti, e non potè fare a meno di sorridere.
Malgrado le ferite, appena aveva visto Leah in pericolo, Chimchar aveva usato tutte le sue forze per salvarla, ed era riuscito addirittura ad imparare una nuova mossa, una che raccoglieva in sé tutta la forza e la volontà di voler proteggere quella ragazza. Si sentì orgoglioso di lui.
<< Se hai tutta quest'energia per montarti la testa allora faresti bene a pensare ad una strategia, moccioso, perchè io
sono ancora qui, e non me ne andrò finchè non vi avrò tolto di mezzo! >> urlò Drowzee. Chimchar sorrise.
<< Non credo che mi servirà >> disse, allargando le braccia. Leah e Piplup gli presero ciascuno una mano, e guardarono Drowzee con aria di sfida.
<< Ho provato a superare i miei limiti e ho fallito, ma non sono così orgoglioso da rifiutare aiuto quando mi serve >>.
Era vero, e non provava alcuna vergogna ad ammetterlo. I suoi compagni erano lì con lui, era un motivo più che sufficiente per alzarsi in piedi e continuare a lottare. Si rese conto che era quello che avrebbe dovuto fare fin  dall'inizio, invece di rischiare in quel modo. Ora però aveva imparato la lezione, e non ci sarebbe ricascato un'altra volta. Il furfante guardò preoccupato i tre ragazzi. Non era andata per niente come aveva pianificato, e ora si stava ritrovando di nuovo con le spalle al muro. Cercò di calmarsi dicendo che l'unica a cui avrebbe dovuto fare attenzione era Leah, ma
ormai non ne era più tanto convinto. Non c'era alternativa, ormai.
<< E va bene, visto che con le buone non riuscite a capire... >> e intanto il suo corpo si illuminò di blu <<... allora mi vedo costretto a ricorrere alle maniere forti >> e con un ampio movimento delle braccia scagliò contro di loro i detriti sparsi lì intorno. Stavolta Leah non si fece cogliere alla sprovvista.
<< Piplup, ruota su te stesso e usa Bollaraggio! >>. Piplup eseguì all'istante, e i tre amici si ritrovarono circondati da un turbine di bolle blu, contro cui i massi si distrussero . Veloce come un fulmine, Leah li sollevò di nuovo in aria, e aumentò la pressione su di loro, finchè non si sbriciolarono completamente. Ma non si fermò lì: unì le braccia e disegnò una parabola continua nell'aria . La polvere rimasta sospesa si addensò sempre più, generando così un potente turbine che la ragazza spedì contro Drowzee.
Il Pokémon venne investito in pieno, e cercò invano di proteggersi,  era troppo forte per lui. Come se non bastasse, in lontananza vide a malapena diffondersi una tenue luce, e in men che non si dica  fu colpito da un potente attacco Lanciafiamme, che unito ai detriti gli ricoprì il corpo di innumerevoli ferite e lo fece gridare dal dolore. Mordendosi le labbra , generò una Palla Ombra e la scagliò completamente a caso davanti a sé.
Subito il turbine si disperse, e Drowzee boccheggiò come se fosse stato troppo a lungo in apnea, tossendo e spuntando la polvere che gli era entrata in bocca. Il suo attacco però aveva solo distratto Leah, non aveva colpito nessuno in particolare.  Ansante, si morse la lingua per non lasciarsi scappare neppure un gemito, ma divenne furioso. Lui, un ladro professionista, un ricercato di categoria A, stava avendo la peggio contro un branco di mocciosi  alle prime armi.
Si sentì umiliato come mai in vita sua, e la sua furia crebbe al tal punto che lui non ci vide più: caricò le braccia di energia e la trasformò in un unico e potente Psicoraggio. I ragazzo non restarono impassibili: Piplup usò il Bollaraggio, Chimchar il Lanciafiamme, Leah generò una piccola sfera di energia luminosa, e i loro attacchi si scontrarono contro l'offensiva del nemico, provocando una grande esplosione.
In un disperato tentativo per rifiutarsi di gettare la spugna, Drowzee provò a concentrare le ultime energie che gli rimanevano in un attacco Psichico, ma Leah fu più veloce, e gli rivoltò contro la sua medesima strategia. Il Pokémon Ipnosi si ritrovò in aria, stretto da un'incredibile forza psichica come mai aveva sperimentato. Ormai non aveva alcun dubbio: quella ragazza doveva essere un genio, un genio che forse sarebbe stato in grado di superare persino il più potente Pokémon Psico che esisteva al mondo. Malgrado la sincera ammirazione per le doti di Leah, però, non era ancora incline ad arrendersi .
<< E-ehi, fermi ! >> proruppe all'improvviso.<< D-deve per forza finire così? Che ne direste di ascoltarmi? >>
<< Ti abbiamo sentito abbastanza, Drowzee! >> rispose Chimchar, ma Leah lo ammonì con la coda, poi si rivolse
al Pokémon.
<< Cosa vuoi ancora da noi? >> disse gelida. Drowzee inghiottì forte e guardò a destra e sinistra, poi gli venne un'idea.
<< V-vi ricordate che ho detto che sotto quella parete c'era qualcosa? Ecco.. è il tesoro di un ladro, abbandonato tempo fa e mai più ritrovato >>. Nessuno dei tre mutò espressione. Drowzee iniziò a spazientirsi.
<< Con quel tesoro potreste guadagnare molto di più di quanto potreste ricevere come  ricompensa in questa missione. Potremmo dividercelo equamente: tre quarti a voi e uno a me, eh, che ne dite? Non vi pare un'offerta vantaggiosa?! >> esclamò infervorato, e se non fosse stato bloccato avrebbe agitato anche le braccia. Leah, Piplup e Chimchar divennero pensierosi, e Drowzee immaginò che ci stessero riflettendo su, ma in realtà stavano comunicando telepaticamente tra di loro. Alla fine Leah parlò:
<< Non siamo per niente interessati >>.
<< Un tesoro che un bandito ha rubato a qualcun'altro? Nemmeno tra un milione di anni! >> le fece eco Chimchar.
<< Noi conquisteremo le nostre ricompense onestamente, non cederemo alle promesse di un furfante ! >> aggiunse
Piplup. Drowzee allora smise di sembrare cordiale e iniziò a sbraitare.
<< Siete solo un branco di stupidi! >>. Leah lo ignorò completamente e disse:
<< Invece di agitarti come un Mankey infuriato, rispondi a questo: hai finto di essere magnanimo e hai portato qui Azurill solo perchè ti aiutasse a recuperare quel tesoro, giusto? >>
<< Sì, quante volte ancora dovrò ripetertelo?? >> urlò quello. Leah sospirò.
<< In questo caso, ho una brutta notizia per te: sei stato tu l'unico vero idiota di questa storia >> e mentre con una zampa continuò a tenerlo sollevato , si voltò, alzò l'altra e la chiuse a pugno, poi abbassò lentamente il braccio. Contemporaneamente, la parete di roccia si crepò sulla cima, poi giù, sempre di più, finchè Leah aprì di scatto il la zampa, e il muro si spaccò in due gigantesche metà, ed enormi frammenti di roccia crollarono a terra con un gran fracasso. Quando il polverone si dissolse, tutti videro, a malapena visibile sotto le scorie, una gemma verde  smeraldo, grossa quanto un pugno. Chimchar la prese e ci soffiò sopra, e questa brillò in tutto il suo splendore.
<< Ci voleva così tanto? >> chiese annoiata la ragazza. Drowzee la guardò con gli occhi spalancati, troppo sconvolto per  formulare una qualsiasi tipo di risposta. Chimchar toccò la spalla di Leah e le sussurrò qualcosa nell'orecchio. 
Lei approvò e lentamente fece scendere Drowzee. Neanche il tempo di sfiorare il suolo, però, che Piplup e Chimchar gli saltarono addosso e lo colpirono alla testa con un pugno. Drowzee stramazzò a terra. I due ragazzi lo guardarono soddisfatti e si diedero il cinque. 

<< Idiota, si è fregato con le sue mani >> commentò Piplup.
<< Tutto fumo e niente arrosto ! >> aggiunse Chimchar strizzando l’occhio a Leah. Lei ridacchiò.
<< Imparate fin da subito, ragazzi: la fretta è cattiva consigliera, e anche se programmiamo tutto nei minimi dettagli, nove volte su dieci le cose non vanno mai come avevamo stabilito >> disse. Chimchar contemplò il povero Drowzee tramortito per terra e sorrise. Solo allora Azurill osò uscire dal suo nascondiglio. La ragazza lo vide e gli fece cenno di avvicinarsi.
<< Vieni, piccolo. Non aver paura: è tutto finito >>.  Azurill si guardò intorno terrorizzato e si mise a piangere.
Leah gli si avvicinò e lo strinse a sé.
<<< Shh, va tutto bene. E' finita, su... >> disse dolcemente accarezzandolo. Azurill  tirò su con il naso e smise di piangere.
<< Bravo >> disse Leah sorridendo. Il piccolo gemette ancora, poi guardò verso Drowzee e si ritirò contro il petto di Leah.
<< Tranquillo, Azurill, non ti farà più niente. Ora ti riportiamo dal tuo fratellone >> disse Chimchar.
<< S-sì, per favore >> disse il cucciolo. Leah capì che era ancora sotto shock, e che forse non sarebbe stato in grado di muovere un passo. Lo prese delicatamente tra i denti e o lo posò sulla propria schiena. Azurill avvolse subito la coda intorno al corpo della ragazza, e si tenne ben stretto. Chimchar ridacchiò, e con Piplup afferrò Drowzee per le braccia e  iniziarono a trascinarlo.


Arrivati all'ingresso del monte, trovarono ad attenderli Marill, accompagnato da un Magnezone e da uno squadrone di
Magnemite. Leah esitò quando li vide, ma Chimchar la tranquillizzò.
<< E' tutto a posto. Quelli sono il Commissario Magnezone con i suoi agenti, sono la Polizia di Borgo Tesoro >>. Leah tirò un sospiro di sollievo. Azurill, rimasto ancorato al suo corpo fino a quel momento, appena vide il fratello saltò giù e gli corse incontro, scoppiando di nuovo a piangere.
<< Marill!! Ho avuto tanta paura!! >>
<< Azurill...grazie al cielo stai bene! >> disse Marill abbracciandolo commosso. I tre ragazzi li guardarono con tenerezza. Magnezone si fece avanti.
<< ZZZT! Sono Magnezone, il Commissario di questa regione! ZZZT! Grazie al vostro contributo possiamo finalmente
sbattere in cella questo pericoloso furfante. ZZZT! Magnemite, prendetelo! >>. I Pokémon eseguirono l'ordine e circondarono Drowzee, che nel frattempo aveva ripreso i sensi.
<< ZZZT! Grazie ancora per la vostra collaborazione. ZZZT! Manderemo la ricompensa alla Gilda. ZZZT! Adesso vieni
con noi! ZZZT! >> disse poi rivolto a Drowzee.
<< Awww >> si lamentò quello, e iniziarono a incamminarsi.
<< Commissario, aspetti! >> li richiamò Leah. Magnezone si fermò e fece marcia indietro.
<< ZZZT! Sì? ZZZT! Che cosa c'è? ZZZT! >>
<< Drowzee voleva mettere le mani su questo tesoro >> e mostrò la gemma al Pokémon. Lui lo prese e lo osservò controluce.
<< ZZZT! Mi ricordo di questo gioiello! ZZZT! Fu rubato ad alcuni Pokémon della foresta tanti anni fa.ZZZT! Se n'erano ormai perse le tracce. ZZZT! >>
<< Può pensarci lei a restituirlo ai legittimi proprietari, per favore? >> 
<< ZZZT! Ma certo! ZZZT! Grazie ancora di tutto. ZZZT! >> e raggiunse il suo gruppo. Leah sorrise soddisfatta e si apprestò a fare altrettanto.
Leah” . La voce di Drowzee risuonò nella sua testa e la fece sussultare ma non si voltò. “Hai un talento degno di un genio. Diventerai un eccellente Leader, un giorno”. La ragazza restò ferma finchè non sentì i passi del Pokémon scomparire, poi si voltò e sorrise: sarà stato pure un furfante, ma in fondo forse non era così cattivo come sembrava.
<< Team Pokèpals! >> disse Marill.
<< Sì, Marill? >> ripose Leah. Lui  si chinò più e più volte davanti a loro.
<< Grazie, grazie infinite! Avete fatto tutto questo per noi, non lo dimenticheremo mai! Forza, Azurill, ringrazia anche tu >>.
<< Sì. Grazie, grazie per avermi salvato! >>
<< Non c'è di che. D'ora in poi però state sempre insieme e non separatevi mai più, va bene? >> disse Leah.
<< Certo! >> promisero i due piccoli. I tre ragazzi sorrisero.
<< Bè, direi che è ora di tornare a casa, che ne dite? >> propose Chimchar.
<< Io ci sto. Però stavolta andiamo con calma... >> disse Piplup.
<< E' vero, per venire fin qua abbiamo corso come dei matti >> disse Leah sorridendo, e  tornarono a Borgo Tesoro.


<< Davvero bravi, ottimo, ottimo lavoro veramente, Team Pokèpals! >> si congratulò Chatot più tardi. Loro si sforzarono di sorridere. Non avevano avuto la possibilità di spiegargli per filo e per segno com'erano andate veramente le cose, perchè, appena arrivati, lui aveva subito voluto sapere se avevano completato meno la missione, e tanto gli era bastato.
Con il senno di poi, però, i ragazzi erano arrivati alla conclusione che era stato un bene che Chatot non avesse fatto domande. Se ciò fosse accaduto, avrebbero dovuto spiegare gli strani sogni di Piplup, e visto che neanche loro erano ancora riusciti a darci un senso, non potevano sapere se era una cosa normale oppure anomala. In entrambi i casi, finchè non avessero approfondito ulteriormente la questione, avrebbero tenuto la bocca chiusa e fatto finta di niente.
<< Ho ricevuto dal Commissario la taglia per la cattura di Drowzee. Ecco qua: potete farne quel che volete >> e consegnò loro la misera somma di 300p.
<< Eh?! Solo 300p?! >> esclamò Chimchar.
<< Per la verità la quota totale sarebbe 3000, ma visto che 2700 spettano al fondo della Gilda, beh... questo è quello che rimane >> disse Chatot laconico. Chimchar, Piplup e Leah sospirarono sconfortati: 300p per essersi fatti tutte quelle  corse, aver rischiato la vita e buttato in gattabuia un pericoloso furfante... non c'era proprio giustizia in quella Gilda!  Leah si chiese se avrebbero ricevuto una ricompensa così bassa anche se la missione fosse stata quella di 
salvare il mondo. Magari in quell'occasione un piccolo extra ci sarebbe anche rientrato...
<< Tuttavia, >> disse Chatot a sorpresa << il Commissario mi ha riferito anche che avete ritrovato un tesoro che era andato smarrito tempo fa. Lo ha riconsegnato ai suoi proprietari, e loro hanno mandato una ricompensa. Quella non era contemplata dalla missione, quindi.... è tutta vostra >> e mise nelle mani di un'incredula Leah la bellezza di 1000p. I tre amici guardarono quei soldi come un sogno.
<< D-Davvero sono nostri? Sono TUTTI nostri, Chatot? >> chiese Chimchar con la voce rotta dall'emozione.
<< Certo ! >> rispose il Pokémon sorridendo. << E vi faccio ancora le mie congratulazioni. Continuate così e presto
diventerete una squadra d’esplorazione eccezionale! >>.I ragazzi ascoltarono a malapena le sue parole, persi com'erano a fissare a bocca aperta quell'inaspettata ricompensa aggiuntiva .Chimchar in particolare guardò intensamente quei soldi con una strana luce negli occhi. All'improvviso li strappò dalle zampe di Leah e corse verso l’uscita.
<< Chimchar !! >> urlarono i suoi compagni, ma non fecero in tempo a inseguirlo che lui raggiunse la cima delle scale e urlò:
<< Torno subito, non muovetevi da lì ! >> e scomparve dalla vista. Piplup e Leah si guardarono sconcertati, entrambi chiedendosi se Chimchar fosse impazzito o cosa. Anche Chatot sembrò piuttosto sorpreso dal suo comportamento.
<< Ma che gli è preso al vostro compagno? >> 
<< Non saprei, Chatot. Forse oggi ha preso troppe botte in testa … >> mormorò Piplup. Chatot arruffò le penne infastidito e incrociò le ali sul petto. Leah guardò in su verso l’uscita, ma si sedette e cercò di calmare la sua ansia.
Tutti rimasero a fissare la scala sforzandosi di avere pazienza, anche se avrebbero preferito correre fuori e cercare Chimchar. Lui ritornò dopo un tempo che parve a tutti lunghissimo, e praticamente saltò giù dalla scala, col fiatone e una mano dietro la schiena. Al suo ingresso scattarono tutti in piedi, ma dovettero aspettare ulteriormente che riprendesse fiato prima di potergli chiedere qualsiasi cosa.
Finalmente Chimchar fece un respiro profondo e cercò di darsi un tono, pur continuando a tenere la mano dietro la schiena. Subito però venne aggredito senza pietà:
<< Che diavolo ti è saltato in mente, Chimchar?! Prendere i soldi e scappare così, come un criminale! Spero che tu abbia una spiegazione decente per questo! >> esclamò furioso Piplup, agitando le braccia. Chimchar arretrò tenendo un braccio davanti a sé come a voler bloccare il compagno, che sembrava intenzionato a saltargli addosso da un momento all'altro e mangiarselo vivo.
<< Mi dispiace, scusa, volevo solo essere sicuro di arrivare in tempo >> disse, tenendosi a debita distanza da chiunque nel raggio di tre metri.
<< In tempo per cosa?! >> insistette Piplup. Chimchar sorrise timidamente e guardò Leah.
<< Per prendere questo >> e da dietro la schiena tirò fuori quella che sembrava una bandana violacea, che tenne in alto come se fosse un trofeo. Piplup e Leah lo guardarono senza capire, ma Chatot, appena vide quell'oggetto, scattò in piedi.
<< Non è possibile! Quello è davvero…. >>. Chimchar lo fulminò con un’occhiata assassina, al che Chatot si ritirò in un
angolino e non parlò più. La sua reazione, però, stuzzicò ancora di più la curiosità degli altri due. 
<< Chimchar, cos’è questa roba? >> chiese Piplup, guardingo. Chimchar abbassò le braccia per permettere al compagno di vederlo meglio.
<< Questo, amico mio, è un Veloviola! >> annunciò solenne. Sia Piplup che Leah lo guardarono perplessi.
Chimchar si godette le loro facce confuse e lasciò passare qualche secondo per creare un po’ di suspense. Alla fine, con grande maestosità, rivelò :
<< E’ uno strumento esclusivo per Pokémon Psico >>. Le sue parole ruppero l’atmosfera di stallo creatasi nella stanza.
<< E perché ti sei precipitato a comprarlo, fuggendo di corsa come un ladro?! Hai idea di cosa ci hai portato a pensare?! >> lo rimproverò ancora Piplup.
<< Hai ragione, ma non volevo arrivare e non trovarlo più, temevo che l’avessero già venduto. E poi… >> aggiunse,
arrossendo << volevo che fosse una sorpresa >>.
<< Fatti dire che hai sbagliato alla grande il modo di prepararla, allora >>.  Chimchar ignorò il compagno,  e tenendo lo sguardo a terra, si rivolse alla ragazza :
<< L’ho preso per te. Spero che ti piaccia …. >> e le porse la fascia, evitando il suo sguardo. Leah non si scompose minimamente, e seguitò a guardare quel pezzo di stoffa come se stesse per animarsi all'improvviso e saltarle addosso.  Alzò lentamente lo sguardo su Chimchar, che non osava incrociare i suoi occhi, poi li riabbassò sul foulard, e infine pose la fatidica che le premeva più di tutte:
<< Quanto ti è costato? >>. Chimchar sembrò riscuotersi di botto, e arrossì imbarazzato.
<< Io, ehm… >> disse grattandosi la testa. << Preferirei non dirtelo >>.
<< Chimchar! >> lo riprese Leah, in un tono che non ammetteva repliche.
 << E va bene >> si arrese lui, poi, con un filo di voce, ammise:
<< 800p >>. Leah sgranò gli occhi a sentire quella cifra, e arretrò. E così ha fatto fuori tutta la ricompensa pensò amareggiata. Con sua sorpresa, non si sentì furiosa o altro verso Chimchar. Forse avrebbe dovuto esserlo. 
Forse avrebbe dovuto fargli un discorsetto su quanto fosse stato sciocco spendere tutti quei soldi in quel modo, ma non si sentiva per niente motivata a farlo. Anche Piplup non sembrava adirato, anzi, ora che conosceva il vero motivo della corsa pazza di Chimchar sembrava approvare quella piccola spesa folle. Lei però non era ancora così propensa a dimostrarsi d’accordo, anche se ormai il danno era fatto.  
<< Chimchar… sono un sacco di soldi. Proprio tu ti sei lamentato che ce ne sono rimasti pochi, e per questo speravi molto nella taglia che avremmo ricevuto- >>
<< Lo so >> la interruppe Chimchar tormentandosi le mani. << Però… stamattina, quando l’ho visto, ho subito pensato  a te: sarebbe stata un’accoppiata perfetta con i tuoi splendidi occhi ..>>. Arrossì violentemente dopo averlo detto, tanto che Leah temeva che sarebbe collassato. Piplup lo guardò con le braccia incrociate e un’espressione di stupore, come chi ha appena colto un ladro con le mani nel sacco.
Finalmente comprese quali fossero state le vere motivazioni di Chimchar nascoste dietro a tutti quei folli gesti che aveva compiuto anche in missione, da quando aveva urlato a Drowzee fino a quel momento. Anche Chatot sembrava aver intuito qualcosa. Piplup, però, non si voltò verso di lui. Se l’avesse fatto, sicuramente Chatot avrebbe iniziato a bisbigliare, e allora forse sarebbero partiti i pettegolezzi, e  non sarebbe stato per niente carino diffondere voci infondate senza aver prima chiarito meglio la situazione.  In fondo non aveva ancora nessuna certezza, anche se, già dagli evidenti segnali lasciati da Chimchar, era possibile ricavare un’interpretazione plausibile.
Sembrava però che proprio Leah fosse l’unica a non essersi accorta di niente: non era arrossita al complimento, non aveva reagito di fronte all'imbarazzo di Chimchar, non aveva preso in mano  la bandana. Si era semplicemente limitata a sorridergli. 
<< Non avresti dovuto >> rimproverò dolcemente Chimchar. Anche lui forse si era aspettato una reazione diversa,  perché abbassò lo sguardo, deluso. Cercò di mascherare il suo disagio.
<< In ogni caso, >> disse, stranamente reattivo << io ho la mia fascia e Piplup ha il suo fiocco. Con questa anche tu
avresti il tuo accessorio, e la nostra squadra sarebbe perfettamente coordinata >>. Parlò velocemente, gesticolando  con le braccia. Leah scosse la testa e guardò il Veloviola: Chimchar aveva agito secondo ottimi propositi, e non sarebbe
stato per niente carino da parte sua dargli quella delusione. Allungò una zampa per prendere quel regalo, ma  si fermò  a metà strada. Rimase lì, con la zampa tremante a mezz'aria, incapace di muoverla un millimetro di più. 
Non sapeva perché non riuscisse a colmare quella così misera distanza, ma era più forte di lei, non si sentiva pronta a prendere quel pezzo di stoffa come se niente fosse. Chimchar male interpretò la sua incertezza, e quasi con rabbia, le venne appresso e svelto glielo legò come una sciarpa. Fu così veloce che Leah quasi non se ne accorse, e fu con  sorpresa che avvertì quella stoffa contro il proprio collo. Lo sfiorò delicatamente, come se fosse un miraggio.Non lo strinse, non cercò di toglierselo di dosso, non si avvicinò nemmeno  al nodo. Guardò invece Chimchar con gli occhi pieni di gratitudine.
<< Grazie >> disse, commossa. Accarezzò il fazzoletto soprappensiero e aggiunse:
<< Prometto che non me lo toglierò mai ! >>
<< Bene! >> disse Chimchar, e alzò una mano. Leah alzò la propria e gli diede il cinque. Chimchar indugiò un po’ a lasciarle la zampa, ma la ragazza la tolse quasi subito, decisamente troppo in fretta per i suoi gusti, e anche se gli sorrise con dolcezza, lui avvertì un retrogusto amaro in bocca.
<< Bè, direi che a questo punto ci rimane ancora una cosa da fare >> e tirò fuori il proprio distintivo, subito imitato dai compagni, e tutti e tre li sollevarono in aria. Leah non ebbe bisogno di guardare Chimchar per ricevere conferme: sapeva che sarebbe toccato a lei d’ora in poi. Fece una smorfia: più tardi avrebbe preferito approfondire di più la questione.
<< Team Pokèpals, missione compiuta! >> esclamò a gran voce. Piplup e Chimchar esultarono di rimando, e insieme i tre batterono le targhette . Chatot osservò la scena con soddisfazione.
<< Molto bene, Team Pokèpals. Ci aspettiamo che lavoriate altrettanto duramente anche domani! EhEhEh >> e sparì 
al piano di sotto. I tre amici guardarono le scale con apprensione.
<< Siamo sicuri che quello dell’addestramento non sia solo una scusa per far fare soldi alla Gilda, eh? >> chiese Leah.
<< So che non dovrei pensare certe cose, però… >>
<< Tranquilla, lo abbiamo pensato tutti >> disse Chimchar agitando distrattamente una mano.
<< Comunque, spero di no. Certo, sarei più felice se la quota fosse più alta… ma va bene così, abbiamo salvato la vita
ad Azurill. E tutto grazie a Piplup! >> e diede delle pacche sulle spalle del compagno Quello arrossì. 
<< Non esagerare… >>
<< Ma è vero! Grazie al tuo sogno abbiamo saputo che Azurill era in pericolo, è merito tuo se siamo potuti andare a soccorrerlo! >>. Già, il sogno che ho fatto… è qualcosa che è avvenuto nel futuro. Come si spiega ciò? E perché ho come l’impressione che mi stia sfuggendo qualcosa? pensò Piplup.
<< Comunque, Chimchar... >> disse Leah.
<< Sì? >> rispose quello, voltandosi verso di lei. La ragazza accarezzò il fazzoletto che aveva al collo e sorrise.
<< Grazie per avermi salvato la vita >>. Chimchar arrossì e si voltò dall'altra parte.
<< Eh…p-per quello.. n-non c’è di che, davvero >> balbettò, grattandosi la testa imbarazzato. Piplup sospirò e scosse la testa. In quel momento uno strano brontolio risuonò nell'aria.
<< Ops, il mio stomaco si sta lamentando >> si scusò Chimchar. Quasi contemporaneamente anche le pance di Piplup
e Leah iniziarono a protestare.
<< Ahah, anche i vostri! A quanti pare abbiamo tutti una fame da lupi! >>
<< Ci credo, con tutte le corse che abbiamo fatto. Cavolo, ho una fame che non ci vedo >> ammise Leah, massaggiandosi la pancia.
<< Eravamo talmente impegnati a salvare Azurill che non ce ne siamo accorti >> disse Piplup.
<< Bè, che stiamo aspettando, allora? >> aggiunse Chimchar, e partì di corsa.
<< L'ultimo che arriva salta la cena ! >> urlò dietro di sè.
<< EHI, non vale! >> protestarono gli altri due, e ridendo si precipitarono in mensa.


Un lampo squarciò il cielo notturno, mentre la pioggia cadeva inesorabile, coprendo tutt'intorno con una pesante coltre d'acqua. Fuori sembrava che si fosse scatenata la furia degli elementi, e i pochi Pokémon rimasti all'aperto si affrettarono a cercare un riparo da quel tempaccio.
E' quasi piacevole però guardarlo quando sei al sicuro e all'asciutto. Chimchar lo osservava da un po' con una certa ansia dipinta sul viso; Leah, invece, era sdraiata tranquillamente sul suo giaciglio a scrivere sul diario, per nulla turbata da quella confusione . Piplup sedeva anche lui sul letto , e sembrava immerso nei suoi pensieri. Chimchar si accorse di essere l'unico a cui quel temporale stava facendo impressione, ma cercò di non darlo a vedere, e per farlo si guardò  intorno in cerca di un qualunque argomento di conversazione che potesse distogliere l'attenzione da lampi, fulmini e saette.
<< Ehi, Leah >> disse avvicinandosi di soppiatto alla ragazza. << Che scrivi di bello? >>. Lei chiuse di scatto il diario e alzò lo sguardo.
<< Il mio diario personale >>.
<< Davvero? E cosa ci scrivi ? >> disse curioso il piccolo Pokémon. Leah sospirò e si tirò su.
<< I miei segreti >> disse mesta. << E' il mio piccolo spazio privato dove posso appuntare tutto quello che sento e provo. E' una cosa molto personale >> sottolineò molto l'ultima parola come se fosse una velata intimidazione.
<< E non hai paura che qualcuno possa sbirciarci dentro? >> disse birichino Chimchar. La ragazza lo fulminò con lo
sguardo.
<< Finora non ho avuto questo tipo di problema. Hai per caso intenzione di rischiare l'impresa, Chimchar? >> disse
minacciosa.
<< Weh, calma, non intendevo questo. Anche se... >> e guardò soprappensiero il diario << ... la tentazione è forte >>.Leah aggrottò le sopracciglia.
<< Devo ricordati una recentissima discussione sul tasto " fiducia"? >>. Chimchar impallidì e si fece piccolo piccolo.
<< Nono, non serve. Stavo solo scherzando, dai, non prenderla così alta. Non oserei mai, figuriamoci >> disse, sorridendo nervoso. La ragazza lo guardò con sospetto.
<< Lo giuri? >>
<< Su quello che vuoi. E comunque, non voglio morire giovane >> disse Chimchar, baciandosi gli indici. Leah fece una smorfia e scosse la testa. In quel momento un tuono squarciò il cielo e illuminò l'ambiente a giorno per brevissimi istanti. Chimchar fece un salto all'indietro per lo spavento e finì a gambe all'aria; Leah invece guardò appena verso la finestra e tornò ai propri affari.
<< Wow, stanotte si sta svolgendo il finimondo ! >> disse Chimchar, mettendosi a sedere.
<< Già , e meno male che non è scoppiato oggi. Sennò, chi ci arrivava più sul Monte Crespo? >> disse Leah.
Piplup guardò anche lui verso la finestra senza però osservare veramente il temporale, poi abbassò lo sguardo sui propri piedi e mugugnò qualcosa. Alla fine prese il coraggio a due mani e si alzò.
<< Chimchar >> . Lui ruotò sul sedere in modo da poter essere faccia a faccia con l'amico.
<< Io... volevo chiederti scusa >> . Il piccolo scimmiotto lo guardò perplesso.
<< E di che, scusa? >>
<< Per oggi. Quando.... davanti all'Emporio Kecleon, insomma.... quando ti ho parlato in quel modo... >> si spiegò Piplup, mortificato. Chimchar sembrò non capire, perchè lo guardò con l'espressione di chi ha appena usato un attacco Amnesia.
<< Ma di che stai parlando? >> disse, confuso. Piplup iniziò a spazientirsi.
<< Ti ho rimproverato perchè sembravi con la testa tra le nuvole, e tu te ne sei andato via bruscamente ! >>.
Finalmente Chimchar sembrò illuminarsi, e si dette un pugnetto in testa.
<< Quello, dici? Ma non ci stavo neanche pensando più ! >> esclamò sorridendo. Piplup non ricambiò.
<< Eddai, Piplup >> disse Chimchar, dandogli una pacca sulla spalla. << Non dirmi che pensavi che ti avrei tenuto il muso tutto i giorno! Cioè... insomma, abbiamo avuto cose più importanti a cui pensare oggi, no? L'ho accantonato quasi subito ! Quindi smettila di preoccuparti, ok? >>. Il pinguino lo guardò storto, poi però accennò debolmente ad un sorriso.
<< Sei insopportabile >> disse cupo.
<< Si, anch'io ti voglio bene >> ribattè Chimchar, facendogli l'occhiolino. << E comunque, non scordiamoci che oggi non meriti altro che congratulazioni, anzi, hai tutta la mia completa riconoscenza. Voglio dire, è grazie ai tuoi sogni se abbiamo potuto portare a termine la missione ! Dai, >> aggiunse, mettendogli un braccio intorno alle spalle << mettiamoci una  pietra su e dimentichiamo quello che è successo ! >>. Piplup non l'ascoltava più. Le parole di Chimchar avevano scatenato qualcosa nel suo cervello, e gli riportarono alla mente un ricordo che gli era completamente sfuggito, il tassello mancante del ragionamento su cui si era crogiolato per tutto il giorno da quando avevano terminato la missione. Si era tormentato a lungo per la fastidiosa sensazione che qualcosa gli fosse sfuggito, e solo in quel momento si rese  conto che ce lo aveva avuto sotto il naso finora, ma che non se n'era accorto.
<< Terra chiama Piplup! Rispondete Piplup! >> .Chimchar schioccò le dita davanti agli occhi di Piplup, che si riscosse
di colpo.
<< Stai di nuovo dormendo in piedi? Penso che ti convenga farlo in una posizione più comoda, non credi? >> lo prese in giro il piccolo Pokémon Fuoco.
<< C'è poco da scherzare, Chimchar. Mi hai fatto ricordare una cosa... >>
<< Qualcosa sul tuo passato, forse? >> disse Chimchar speranzoso.
<< No >> disse Piplup, scuotendo la testa. << Non ha a che fare con quello, purtroppo >>. Chimchar si rabbuiò, deluso. Piplup guardò prima lui  poi Leah negli occhi, e prese un bel respiro.
<< Quando abbiamo salvato Azurill, dopo aver avuto quelle visioni ho cominciato ad avere dei sospetti >>.
<< Ti sembrava di aver già vissuto una cosa simile? >> disse impaziente Chimchar. Leah lo fulminò con lo sguardo.
Piplup proseguì ignorandolo:
<< Sentivo che mi stava sfuggendo qualcosa, ma più ci pensavo più sentivo la soluzione sfuggirmi di mano. Ora ho capito cos'era >>.
<< Dunque? Non tenerci sulle spine, dai >> insistette il Pokémon Scimpanzè, irrequieto. Piplup si prese qualche secondo prima di rispondere:
<< E' già successo. Ieri, mentre percorrevamo la Grotta Labirinto...quando tu mi hai salvato la vita, Chimchar >>. Lui sgranò gli occhi.
<< E cosa hai visto? >> chiese, di colpo meno baldanzoso. Piplup tacque pensieroso.
<< Forse lo so io >> intervenne la ragazza. << Hai visto il crollo del ponte di pietra, non è vero? >>. I due Pokémon si voltarono verso di lei, ma Piplup non sembrò per niente sorpreso dalla sua  domanda. Al contrario, sembrava quasi che non stesse aspettando altro.
<< Non fare quella faccia, Piplup : quando Chimchar ti ha salvato mi sei sembrato molto... distratto, ecco. E subito dopo lo hai ammonito che prendere quella strada sarebbe stato pericoloso >> spiegò con sufficienza Leah.
<< Ti dirò, non mi sorprende per niente che tu l'avessi già intuito. Ad essere sinceri, ho deciso di smettere di stupirmi
quando ci sei tu di mezzo, Leah. Ogni volta mi lasci proprio senza parole >>.
<< E non hai ancora visto niente >> disse Leah, quasi più a sè stessa che a lui. Chimchar spostò lo sguardo da uno
all'altro così velocemente che sembrò una trottola.
<< Argh! >> si lamentò prendendosi la testa tra le mani. << Perchè qui sono sempre l'ultimo ad accorgersi delle cose?! >>. Sia Piplup che Leah si scambiarono un'occhiata complice, ma nessuno dei due fu così incosciente da esporre ad alta voce il pensiero comune che entrambi avevano formulato. La fanciulla però si rivolse a Piplup:
<< Ora che ci penso, mi hai fatto venire in mente una cosa importante >>. Entrambi i ragazzini concentrarono immediatamente la loro attenzione su di lei. Leah si sedette al centro della stanza.
<< La prima volta le tue visioni si sono manifestate solo dopo che avevi toccato Chimchar >>.
<< Sì, è vero >> confermò il pinguino.
<< E questa volta, hai sentito l'urlo di Azurill perchè lui ti ha sfiorato quando si è ripreso la Mela >>
<< Ora che me lo dici... sì me lo ricordo anch'io >> disse Chimchar.
<< E infine... è stato quando Drowzee ti ha urtato che  hai avuto la visione di lui e Azurill. Piplup, è successo tutto perchè hai toccato qualcosa ! >> esclamò Leah. E' vero, come ho fatto a non pensarci?! pensò Piplup, battendosi la fronte, Ogni volta sono entrato in contatto con qualcosa o qualcuno. Io...io non sapevo di avere questo potere... Si guardò le pinne come se le vedesse per la prima volta: aveva appena scoperto di avere un potere particolare, ma non avere idea di dove gli venisse non contribuiva certo a renderlo entusiasta della cosa. Malgrado si fosse rivelato di grande utilità, era pur sempre qualcosa che gli aveva appena dato ulteriori domande, e nessun tipo di informazione che potesse invece fornirgli delle risposte... di nuovo.
Cominciava ad essere stanco di quella situazione. Rispetto a quando si era svegliato su quella spiaggia non era cambiato quasi niente.  Si era sforzato di andare avanti lo stesso, coltivando la speranza che prima o poi qualche informazione sul suo passato sarebbe saltata fuori, ma non era accaduto niente, e quello che aveva appena scoperto, bè...non gli era di alcuna utilità  per aiutarlo a capire chi fosse.
Ma allora perchè andava avanti in quel modo? Per chi, soprattutto, se non stava  concludendo un accidenti, se tutto quel girare a vuoto lo faceva ritornare puntualmente al punto di partenza, senza qualcosa su cui basarsi, un nome, un indizio, uno stralcio di qualcosa? Il tocco di Leah sulla sua spalla lo fece sussultare, e alzando lo sguardo si ritrovò gli splendidi occhi della ragazza ad un niente dai suoi. Sentì uno strano nervosismo  percorrerlo tutto e distolse la visuale da lei. 
<< Sei spaventato, Piplup? >> disse la ragazza. Lui, suo malgrado, annuì, e si strinse le braccia intorno al corpo.
<< Vorrei poter dire che riconosco questo potere, ma farlo sarebbe una bugia. Non ho idea di cosa sia. Non sono nemmeno in grado di ricordare se ce lo avevo anche prima di diventare un Pokémon, o se è stata una conseguenza della trasformazione. Non so niente ! >> esclamò frustrato. Leah gli accarezzò dolcemente la testa.
<< Piplup... >> disse poi. << So che sei stanco si sentirmi dire cose del genere, e so che forse non sono le parole che
vorresti ascoltare in questo momento... ma io capisco benissimo quello che stai provando >>. Piplup si irrigidì e trattenne una smorfia. Certo che lo capiva, e come avrebbe potuto essere altrimenti? Praticamente fino a quel momento non aveva fatto altro che ripetere  frasi così. "Ci sono passata anch'io", " So come ci sente" e tutto il resto.
Sempre e comunque, in quasi ogni occasione  lei aveva tirato fuori aneddoti delle sue esperienze, esperienze di ogni genere e sorta che forse non avrebbe vissuto  nemmeno un adulto maturo in tutta una vita intera.
Povera, non è che ce l'avesse con lei, però cominciava ad essere un po' stanco di sentire quelle parole, anche se non poteva negare a sè stesso che i racconti di Leah esercitavano un fascino misterioso, e sebbene lui avesse più volte rimproverato Chimchar quando la guardava con sguardo da  Slowpoke ebete, anche a lui piaceva starla ad ascoltare, perchè bene o male imparava molte cose da lei .
In quel momento, però, l'unico effetto che le parole di Leah avevano suscitato in lui, sotto il fastidio c'era il conforto di sapere che c'era qualcuno che poteva capire benissimo i suoi sentimenti, e che forse poteva aiutarlo a sentirsi meglio.
<< Mi sono sempre chiesta da dove derivassero i miei poteri: perchè ce li avessi, e perchè fossero così forti... >> continuò la ragazza, senza aspettare una risposta. Chimchar si grattò la testa confuso: quel discorso non aveva nessun senso per lui.
<< Ma Leah, sei un Pokémon! E' assolutamente normale per noi avere capacità del genere ! E il fatto che tu ti sia trovata  così forte fin da subito.. bé, forse vuol dire solo che hai un gran talento naturale >>. Leah scosse la testa di fronte  all'ingenuità genuina di Chimchar: se solo avesse saputo con chi aveva veramente a che fare....
<< Ero sola, Chimchar! Cioè...non c'era nessuno che potesse darmi le risposte che volevo. E comunque...tu non ti sei
posto domande del genere? >>. Chimchar si guardò le mani e poi  la fanciulla, allargando le braccia e scuotendo la testa.
<< Io invece me le sono fatte spesso, ma non ho ancora trovato nessuna risposta. E allora sono arrivata all'unica conclusione possibile: che per certe domande non esiste veramente una soluzione. E se esiste, dipende solo dal  significato che vogliamo darle >> disse Leah, portandosi una zampa sul cuore. Chimchar fece lo stesso istintivamente,  e aprì e chiuse il palmo della mano come se lo stesse analizzando.
Non aveva mai pensato ad una cosa del genere.  In effetti, erano tante le cose a cui lui non pensava troppo perchè le dava per scontate. Come la sua esistenza, ad esempio. O come il sole al mattino, o la luna di notte.
Leah sembrava andare al di là di queste cose; sembrava conoscere quali fossero le cose veramente importanti a cui bisognerebbe rivolgersi, invece che le cose futili di tutti i giorni. Guardava alla vera essenza delle cose, non si limitava a osservarne solo la superficie. Chimchar cominciò a chiedersi se davvero non ci fosse una qualche ragione per cui le cose andavano in un certo modo, una sorta di grande telaio nascosto  dietro il disegno del mondo, in cui i fili si intrecciano ad altri seguendo un preciso e rigoroso ordine dettato da criteri speciali.
La sua vita attuale, tutto quello che aveva vissuto, erano stati forse guidati dal fato? Era già stato scritto da qualche parte che lui avrebbe desiderato diventare un esploratore, entrare in quella Gilda, incontrare Piplup e Leah e formare una squadra con loro? Questo non gli era mai passato per la testa. E francamente non gli importava molto arrovellarsi il cervello su questioni simili, per cui di sicuro non avrebbe mai trovato una risposta. Anche perchè, il pensiero di scoprire, per caso, di essere manovrato dall'alto affinché seguisse un percorso preciso non lo riempiva certo gioia, quindi preferiva pensarci il meno possibile, come aveva sempre fatto.
<< Bè, in ogni caso... >> borbottò. << Non ho mai sentito parlare di Piplup in grado di prevedere il futuro...nè tantomeno di umani che si trasformano in Pokémon! >>.
<< Ti sei convinto, finalmente? >> disse Piplup.
<< Ho altra scelta? >> sospirò Chimchar. << Scherzi a parte, però, forse le due cose sono davvero collegate >>.
Piplup non rispose. Chimchar vide la sua espressione afflitta e cercò di risollevargli il morale.
<< Eddai Piplup, guarda il lato positivo: hai un potere misterioso, è vero, ma forse potrebbe davvero tornarti comodo
in futuro. Insomma, oggi ci ha permesso di catturare un furfante! >>. Piplup sollevò di scatto la testa, e guardò Chimchar con occhi gelidi.
<< E' facile prenderla così sul rilassato per te che stai dall'altra parte della barricata >> disse con voce inespressiva.
<< Ti assicuro che esserci dentro non è per niente divertente. Tu come ti sentiresti se ti privassero della memoria e ti ritrovassi con dei poteri di cui non hai il benchè minimo ricordo, poteri che magari potrebbero essere visti dagli altri come qualcosa fuori dal comune e quindi pericoloso?! >>. Chimchar si spaventò per la reazione del compagno, e non riuscì a spiccar parola. Solo quando si accorse che a Piplup erano venuti gli occhi lucidi si fece coraggio e gli mise un braccio intorno alle spalle.
<< Scusami. Hai ragione, non riesco proprio ad immaginare come mi potrei sentire. Posso solo intuire quello che stai provando , sebbene tu sia così straordinario da non lamentartene troppo apertamente. Piplup... per quello che può valere, io ci sono, va bene? Puoi contare su di me in ogni momento. Puoi contare su di noi >>. Quelle parole rincuorarono Piplup dal profondo, e sorrise all'amico. Anche Leah e Chimchar sorrisero, cosa che però gli fece sfuggire una lacrimuccia.
<< Piplup...no, non fare così >> disse Chimchar dandogli delle pacche affettuose sulla spalla.
<< Mi dispiace. Io...vorrei tanto capire cosa mi è successo... sapere chi sono, o almeno chi ero prima di tutto questo. Non è che non mi faccia piacere essere qui con voi, però... non riesco ad essere felice se penso a quello che ho perduto, e che non ricordo di aver avuto... sto iniziando a temere che non lo ritroverò mai... >> disse il pinguino, ormai sull'orlo  delle lacrime. Chimchar gli battè la mano sulla spalla imbarazzato, guardando verso Leah come in cerca di aiuto. Lei non si fece pregare troppo: scostò delicatamente Chimchar e abbracciò Piplup, facendogli poggiare la testa sul petto. Lui rimase sorpreso , poi però si lasciò cullare dal calore di quell'abbraccio, così materno e protettivo, e lasciò andare tutte le sue lacrime. Leah lo accarezzò dolcemente senza dire una parola.
Cominciava  a capire come doveva essersi sentito Vaporeon ogni volta che aveva fatto lo stessa cosa con lei. Era strano che ora si stesse trovando a fare così ad un estraneo, ma non sentiva alcun fastidio: quel piccolo Pokémon aveva bisogno di conforto, e lei sapeva meglio di chiunque altro quanto fosse più facile dare sfogo al proprio dolore se c'era qualcuno vicino a te ad aiutarti, lei che aveva pianto sulla spalla di Vaporeon per anni.
Chimchar sentì uno strano fastidio all'altezza del petto mentre osservava la scena, ma non disse niente. Piplup era già abbastanza turbato, e poi forse un gesto di dolcezza come quello era proprio ciò di cui aveva bisogno in quel momento. Leah lo lasciò piangere per un po', poi, con molta delicatezza, lo allontanò da sè, continuando a tenergli le zampe sulle spalle.
<< Va meglio? >> disse. Piplup tirò su con il naso e annuì.
<< Scusami, Leah >>. Lei gli diede un colpetto con la coda.
<< Non dirlo neanche per scherzo >>. Lui la guardò con immensa gratitudine, ma arrossì quando lei gli sorrise dolcemente. Chimchar sbuffò piano per non farsi sentire.
<< E' tutto ciò che vuoi, vero Piplup? Recuperare i tuoi ricordi, la tua identità.. i tuoi sogni >>. Lui fece debolmente cenno di sì con la testa.
<< E' quello che desidero più di ogni altra cosa al mondo. Cerco di non pensarci troppo, ma ci sono momenti in cui mi prende all'improvviso ed io non riesco a combatterlo >> mormorò Piplup. Leah gli diede un fazzoletto, e lui ci si asciugò gli occhi. Chimchar gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.
<< Ti sei ripreso, Piplup? >>. Lui annuì.
<< Ottimo >> disse Chimchar, e gli diede un pugnetto sul braccio.
<< Vacci piano >> brontolò Piplup.
<< Sì, decisamente stai molto meglio >> lo prese in giro Chimchar, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
Piplup borbottò qualcos'altro ma sorrise. Leah scosse la testa divertita. 
<< A proposito! Leah, >> disse, voltandosi verso la ragazza << non ci hai ancora detto niente a proposito dei tuoi
di obiettivi. Perchè tu... ce l'hai, non è vero? Hai un sogno che ti sta a cuore? >>. La domanda prese la ragazza in fallo, e si morse le labbra perché non sapeva cosa rispondere. Se aveva un sogno? Una montagna, ne aveva. 
Così tanti che non sarebbe bastata una giornata intera per elencarli tutti. C’era solo l’imbarazzo della scelta da proporre a Chimchar: ritornare con Vaporeon? Numero uno in assoluto! Rivedere Braven? Anche, medaglia d’argento per il secondo classificato. Lì per lì pensò di mentire e dire che non ne aveva, ma poi si diede della stupida per avere anche solo osato pensarlo. Non sarebbe stato per niente gentile , e non ci avrebbe guadagnato niente a fare la figura della  bugiarda.
<< Io…ecco… è un pò complicato da spiegare >> disse, incerta.
<< Davvero? Come mai? >> disse Chimchar, curioso. Leah strinse le zampe a pugno.
<< Perchè io... ho più di un obiettivo che voglio assolutamente realizzare... e sono tutti molto significativi per me >>.
Chimchar ci pensò su un attimo, poi disse:
<< Perchè non ci dici quelli a cui tieni di più? O almeno, quelli per cui ti stai impegnando maggiormente? Se ti va, ovvio >>. La giovane si morse l’interno delle guance. Una parte di lei voleva tacere; l’altra, invece, aveva smania di parlare, 
di dire tutto quello che aveva in testa,e lei non sapeva a quale delle due cedere.Optò per una via di mezzo.
<< Ce ne sono alcuni in particolare a cui ambisco più di tutti. Uno è abbastanza semplice: esplorare. Vedere il mondo,
incontrare tutte le specie di Pokémon che esistono, conoscere tutto ciò che c'è da sapere su di loro ! >> disse entusiasta. I suoi amici la guardarono perplessi ma non commentarono.
<< E poi? >> disse Piplup. Qui Leah sembrò quasi spegnersi di colpo, e il sorriso  che aveva mantenuto enunciando il suo sogno di viaggiare si affievolì.
<< Leah? >> tentò Chimchar. Lei si passò una zampa sul gomito, come per rassicurare sè stessa.
<< Non mi deriderete? >> disse con filo di voce. Entrambi scossero la testa, confusi.
<< Voglio diventar forte >> tagliò corto la ragazza. << Forte, fortissima. Voglio diventare forte come.... >> esitò un attimo, ma poi ammise: <<...come i Pokémon Leggendari >>. Piplup e Chimchar sgranarono gli occhi.
Leah chiuse i propri pronta a sentire le risate. Passarono i secondi e l'unico rumore udibile rimase quello della pioggia torrenziale. Con cautela aprì un occhio e guardò i due: non sembravano nè sorpresi nè tantomeno impressionati.
Sembravano anzi insolitamente calmi, come se fosse stato normale sentire una ragazza affermare di voler eguagliare i Pokémon Leggenda. Aprì anche l'altro e li fissò a lungo, spostando le pupille ora dall'uno ora all'altro, mentre il nervosismo saliva. Finalmente Chimchar si schiarì la voce:
<< C'è n'è uno in particolare che vorresti emulare? >> Lei fece cenno di sì. Certo che c'era, da quando aveva saputo della sua esistenza aveva votato la sua vita anche all'incontro con quel Pokémon, considerato così raro che i pochi che avevano avuto la fortuna di vederlo avevano creduto di aver visto un miraggio.
<< Sì: è Mew, il Leggendario Pokémon Novaspecie.  Si dice che sia il progenitore di tutti i Pokémon, e che sia in grado di trasformarsi in ciascuno di essi. Pare anche... che appaia solo alle persone di cuore puro. E che abbia incredibili capacità psichiche >> spiegò in tono alquanto rispettoso.
<< Mew? Mmm...no, io non l' ho mai sentito nominare. E tu, Piplup? >> disse Chimchar.
<< No, neanch'io >> rispose il compagno.
<< Non mi sorprende: ci sono rimaste pochissime testimonianze scritte sulla sua leggenda. Comunque, anche se sono la Storia, al giorno d'oggi non si parla quasi più dei Leggendari >> disse Leah con un sospiro. Lei non ne aveva mai incontrato veramente uno, ma da tutte le leggende e dalle cose che aveva letto aveva maturato una profonda ammirazione verso tutti loro. Contava davvero di riuscire a vederne qualcuno dal vivo, prima o poi. E se qualcuno avesse osato parlar male dei Leggendari in sua presenza, probabilmente gliel'avrebbe fatta pagare, questo era poco ma sicuro. 
<< Perchè vuoi diventare forte come lui? >> intervenne Piplup.
<< Non esattamente come lui, però...ho sentito dire che è il più forte Pokémon Psico che esista sulla Terra, e mi piacerebbe tanto poter averci un confronto, un giorno >>. Chimchar si mise a riflettere per qualche secondo.
<< Leah, a parte tutto.... perchè vuoi diventare forte? Mi ricordo che ci aveva già accennato qualcosa ieri, ma... non ci hai ancora dato un vero motivo >> disse, serio. La ragazza prese a giocherellare con il ciondolo che aveva al collo, stringendolo forte.
<< Io... sono sempre stata spaventata e insicura. Guardavo i Pokémon intorno a me e talvolta mio malgrado li coinvolgevo in situazioni pericolosissime . Non... non ne potevo più di stare a guardare impotente mentre gli altri soffrivano a causa mia. Allora mi sono rimboccata le maniche e ho deciso che era ora di fare qualcosa. Guardavo i miei poteri e mi dicevo: forse non so da dove mi vengano, ma posso sempre decidere come usarli. Mi sono allenata come una pazza per anni, per questo. Tutto quello che volevo era smettere di vedere quelli intorno a me soffrire.
Non ho grandi ambizioni in quel senso, e non voglio affermarmi come la più forte di tutto, perchè è impossibile: ci sarà sempre qualcuno più forte di me là fuori, è naturale che sia così. Voglio solo avere sempre la forza per  proteggere gli altri: non chiedo e non desidero altro dai miei poteri >>. Concluse il discorso alzando lo sguardo e guardando i suoi compagni con fierezza. Chimchar, che dopo un discorso del genere di solito l'avrebbe guardata con occhi brillanti, si limitò ad annuire di fronte alla sua modestia  e al suo coraggio. Dentro di sè, però, sorrise: neanche lui aveva mai visto dal vivo un Pokémon Leggendario, ma per quello che conosceva della forza di Leah  era certo che lei non fosse poi così lontano dal raggiungimento del suo obiettivo.
Oltretutto, non si vantava per niente delle sue capacità: ce le aveva e sapeva come sfruttarle, ma niente più . Era da rispettare, per questo. Altri, al suo posto, se ne sarebbero andati in giro come fossero i padroni del mondo, comportandosi in maniera  orribile con chiunque avesse osato mettersi sulla loro strada e disprezzato la debolezza degli altri.
<< Ma tu hai mai incontrato un Leggendario? >> disse Piplup, dando voce anche ai pensieri di Chimchar.
<< No >> disse Leah, scuotendo la testa.
<< E allora come farai a stabilire se sarai o meno diventata forte come loro ? >> insistette Piplup. Leah sorrise.
<< Il bello di porsi un obiettivo è che non saprai mai quando lo porterai a termine. Forse in un giorno, un mese, un anno, o in tutta la vita. E anche se non sei in grado di stabilire un limite, ti resterà sempre la gioia di impegnarti fino in fondo per completarlo. Non è il traguardo che conta, ma la strada che percorri per raggiungerlo. Di sicuro succederanno molte cose, nel frattempo: vivrai molte esperienze, incontrerai molta gente... e tutte queste diverranno parte di te, e contribuiranno a rendere possibili i tuoi sogni, perchè giocheranno un ruolo fondamentale, anche se tu non te ne accorgerai. E' questo il bello di avere uno scopo. A me non interessa sapere quando o se il mio si avvererà o se dovrò passare tutta la vita per perseguirlo: mi basta solo avere la possibilità di viverlo fino in fondo e liberamente >>. Piplup si guardò i piedi e ripensò a pochi minuti prima, quando si era lamentato di quanto il suo obiettivo gli sembrasse irraggiungibile. Ancora una volta, invece, Leah gli aveva fornito un'altra prospettiva delle cose, e si sentì veramente rasserenato come non era stato mai in quegli ultimi giorni. Anche lui avrebbe dovuto smettere  di lamentarsi e provare a vivere seriamente, come faceva lei: chissà che, con un po' di fortuna, le risposte che cercava non sarebbero saltate fuori da sole , magari quando meno se l'aspettava.
Anche Chimchar sembrò d'accordo con  la ragazza.
<< A proposito, Chimchar >> disse Leah improvvisamente seria. Il suo cipiglio corrucciato fece subito preoccupare
la piccola scimmia.
<< S-Sì? >>
<< Spiegami un pò meglio questa storia del Leader >>  esordì Leah, mettendosi le braccia sui fianchi. Chimchar inghiottì forte e iniziò a  sudare copiosamente.
<< Ah, quello? Io...ecco.. >> balbettò, cercando inutilmente di prendere tempo. Lo sguardo ammonitore della ragazza, però, lo spinse a rinunciare ad arrampicarsi sugli specchi e dire le cose come stavano.
<< Sono stato preso alla sprovvista, scusa. Non mi è venuto in mente altro modo per far capire a Drowzee che non sei la mia ragazza >> disse, arrossendo. Leah sembrò soddisfatta, e abbassò le braccia.
<< Però... >> aggiunse Chimchar. << Al di là degli scherzi, io ci credevo davvero a quello che ho detto, Leah >>. Lei si irrigidì, ma non disse niente. Non aveva più senso prendersela ormai, anche perchè se l'avesse fatto ogni volta che Chimchar prendeva iniziative di quel genere, non sarebbe sopravvissuta a lungo.
<< Resta comunque il fatto che non potevi dire una cosa del genere. Siamo.. siamo una squadra, Chimchar. Certe decisioni andrebbero prese..insieme >>. Stupì sè stessa a sentirsi pronunciare quelle parole. Era davvero il segno che stava finalmente accettando il fatto di non essere più da sola, e di essere parte di un gruppo, di un organismo che funzionava solo se tutti i membri la pensavano allo stesso modo, e non ognuno per conto proprio. Chimchar si grattò la testa imbarazzato.
<< Hai ragione... ma possiamo rimediare subito! Cioè.. ti va bene prenderti questa responsabilità? >> disse in fretta. La giovane guardò Piplup, che disse tranquillamente:
<< Per me va più che bene >> e allora si arrese.
<< D'accordo, allora. Da questo momento in poi è ufficiale. Però ... >> disse in tono più basso.  I Pokémon allungarono
il viso in attesa del verdetto.
<< Io cercherò di fare del mio meglio per essere all'altezza delle vostre aspettative, ma non vi darò mai ordini che siano contrari alla vostra volontà. E se dovrò prendere delle decisioni importanti, lo farò solo dopo aver chiesto  il vostro parere >> annunciò a gran voce, mettendosi una mano sul petto. Piplup e Chimchar la imitarono subito, poi, per rendere la cosa più significativa, si inchinarono di fronte a lei. La ragazza li guardò storto.
<< Adesso non esageriamo, però >> li rimbeccò.
<< Non vuoi il nostro rispetto? >> disse Chimchar con gli occhi da cucciolo bastonato.
<< Solo se è sincero >> borbottò Leah, esasperata. I due ragazzi ridacchiarono, ma Chimchar, ad un tratto, proruppe
in un enorme sbadiglio.
<< Cavolo, proprio adesso deve farsi sentire la stanchezza >> brontolò.
<< Abbiamo avuto una giornata intensa, è meglio se andiamo subito a dormire. Domani dovremmo essere in forma >>
disse Leah, sorridendo. 
<< Sissignora! >> esclamarono i due ragazzi mettendosi sull'attenti. Prima che Leah potesse fargli pagare quella piccola presa in giro,  crollarono sui propri letti in un batter d'occhio. Pochi secondi ed erano già nel mondo dei sogni. Leah sospirò sconfortata, ma poi sorrise e seguì il loro esempio. Tirò fuori il diario e riprese a scrivere da dove aveva interrotto, e così trascorse un altro po' di tempo. Ormai avrebbe dovuto essere notte fonda, ma era impossibile stabilirlo con certezza, visto che non smise un attimo di piovere e tuonare.
Il tempo non accennò minimamente a diminuire, anzi, alla ragazza sembrò quasi che si fosse addirittura intensificato. Tuttavia, non era preoccupata: lo sarebbe stata se si fosse trovata là fuori, ma visto che ora aveva un tetto sopra la testa, un temporale come quello non poteva certo  metterle paura.
E comunque non era più una bambina, e non pensava più  che i fulmini fossero mostri che  ruggivano dal cielo e facevano tremare le fondamenta della terra per far avvertire a tutti la loro presenza. Prese a giocherellare con la bandana che aveva al collo: in fondo, era stato un pensiero carino. Anche se forse non sarebbe stato utile quanto aveva sperato Chimchar: lei dei Pokémon Psico aveva solo i poteri, non l'essenza.
C'era poi l'altro motivo per cui temeva che Chimchar avrebbe subito una grossa delusione. Lei non era una stupida, aveva capito il secondo fine legato a quel gesto. Sbuffò: cosa c'era di così attraente in lei? E cosa spingeva, in generale, gli esseri viventi a innamorarsi? Nemmeno lei avrebbe saputo dire com'era possibile che si fosse innamorata di Braven, sebbene ogni volta che pensava a lui le si mozzava il respiro.
Pensandoci bene, l'unica cosa che aveva in comune con lui era il fatto che erano entrambi due sensitivi, ma per il resto?
Non lo conosceva minimamente, ed essere consapevole di amare un perfetto sconosciuto era frustrante. Eppure era così, e non poteva farci niente. In ogni caso, aveva giurato che non si sarebbe mai più innamorata di nessuno: aveva già sofferto una volta, e non aveva intenzione di soffrire ancora.
Anche così, però, Braven restava una costante nei suoi  pensieri, e lei temeva che l'unico modo per riuscire a dimenticarlo sul serio fosse ricorrere al metodo estremo, ovvero farsi cancellare la memoria.Ovviamente non l'avrebbe mai fatto per nulla al mondo, anche se questo  la faceva immensamente soffrire.
Chimchar, comunque... forse era lei ad avergli offerto una buona dose di possibili motivi perchè fosse arrivato a innamorarsi di lei, ma davvero erano bastati quelli per fargli maturare dei sentimenti  nei suoi confronti?  In cuor suo sperò che quello del piccolo fosse solo un fuoco di paglia: non si sarebbe mai perdonata l'idea di dovergli causare  sofferenza, il giorno che le sarebbe toccato lasciarli. Chimchar mugolò e si rigirò irrequieto  nel letto, e quando un tuono particolarmente potente squarciò il cielo, si tirò su di scatto spaventato.
Respirò affannosamente e si guardò intorno disorientato, ma appena realizzò dove si trovava si tranquillizzò. Leah gli venne vicino, ma lui si ributtò sul giaciglio e chiuse gli occhi. Ora che era sveglio, però, era abbastanza difficile riuscire a ignorare il pandemonio là fuori, quindi rinunciò a dormire e si tirò su a sedere.
<< Ma tu non dormi mai? >> disse, vedendo la ragazza sveglia come quando l'aveva vista prima di assopirsi. Lei alzò le spalle.
<< Dormire per me è più che altro un'abitudine di cui riesco a fare a meno >> disse semplicemente. Chimchar  non indagò oltre e guardò fuori dalla finestra.
<< Che tempaccio. Speriamo che domani torni il sereno >>.
<< Già >> concordò Leah. Chimchar rimase con lo sguardo perso per qualche secondo, poi si voltò verso di lei.
<< Sai, Leah... anche il giorno prima di incontrare Piplup pioveva a dirotto. E la mattina dopo Piplup era sulla spiaggia,
privo di sensi >> .
<< Pensi che i due fattori siano collegati? >>
<< Può darsi. Magari viene da molto lontano ed è naufragato su quest'isola dopo un incidente... uno non può perdere
memoria e vero aspetto così per caso! >>.
<< Hai ragione, ci deve essere qualcos'altro dietro. Qualcosa di molto più intricato >>.
<< Mi piacerebbe sapere cosa. Darei qualsiasi cosa per potergli essere d'aiuto... >> disse malinconico Chimchar, guardando verso il compagno con affetto. Leah gli accarezzò la spalla.
<< Sa che tu sarai pronto ad aiutarlo quando te lo chiederà: è già molto per lui, ne sono sicura >>. Chimchar sorrise
tristemente, e prese a tormentare la pietra che aveva al collo.
<< Non credo che fosse una cattiva persona prima. Insomma, certe volte è stressante, va bene, ma per il resto è a posto >>.
<< Proprio come te, insomma >> lo prese in giro la ragazza. Chimchar gonfiò le guance e si  imbronciò. Leah sorrise
alla sua espressione.
<< Seriamente, Leah >> disse Chimchar. << E' molto tempo che sento circolare delle voci. Secondo il parere di molti,
i Pokémon cattivi sono aumentati perchè il Tempo non è più sotto controllo >>.
<< Già, l'ho sentito anch'io. Ma ne si conosce la causa? >>
<< No, nessuno ne sa niente. Tutti, però, hanno il forte sospetto che abbia qualcosa a che fare con gli Ingranaggi del Tempo >>.
<< Ingranaggi del Tempo? E che cosa sono? >>
<< Dei manufatti mistici molto particolari. Ne esistono solo cinque al mondo, ed ognuno di loro è nascosto in un luogo
segreto, talmente segreto che quasi nessuno sa per certo dove potrebbero trovarsi. Questi Ingranaggi regolano il flusso
del Tempo, lo fanno scorrere correttamente nella regione circostante >>. Leah rimase affascinata dall'argomento.
<< Ma che succederebbe se qualcuno li trovasse? O peggio, se li trovasse e li rubasse? >>. Chimchar alzò le braccia e
scosse la testa.
<< La risposta più ovvia che mi vien da pensare è che probabilmente il flusso di Tempo in quella zona si arresterebbe.
Infatti è per questo che generalmente vengono lasciati in pace >>.
<< Immagino. Però... è mai successo che invece qualcuno se ne sia interessato? >> disse Leah, preoccupata di una
simile eventualità. Chimchar negò, inorridito.
<< Non sia mai! Tutti i Pokémon sono consapevoli del fatto che rimuoverli sarebbe disastroso per tutti quanti!
Persino il più incallito dei criminali sa che è meglio lasciarli dove sono! Sono un idiota senza il minimo accenno di cervello
potrebbe..anche solo concepire.... un'idea del genere.... >>. Il sonno troncò le ultime parole di Chimchar, e lui ricadde
sul letto, profondamente addormentato.


Nello stesso istante, in una misteriosa foresta situata a oriente, un'ombra si mosse rapida tra gli alberi. Non sembrò
preoccuparsi della pioggia, nè dei lampi che ripetutamente illuminavano a sprazzi il percorso. Aveva in mente solo il suo obiettivo, non c'era spazio per nient'altro. Si fermò in una radura nascosta tra gli alberi: poco sopra la sua testa vide un piccolo oggetto azzurrino, che riluceva di una strana luce verde e blu. Eccolo lì, dunque, proprio come aveva immaginato.
<< I miei occhi mi ingannano? Questo..sì, finalmente l'ho trovato! L'Ingranaggio del Tempo. Ma...è solo il primo.... >> e
allungò la zampa. 
   
 
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