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Autore: hiccup    02/07/2014    1 recensioni
“Anno nuovo, vita nuova, giusto?”
“Speriamo siano trecentosessantacinque giorni unici, emozionanti, miei. Non chiedo altro”
“Si inizia oggi; con questo sole aranciato e con questo sguardo stanco, ereditato dal passato.”
[365 poesie per 365 giorni]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Primo giugno: l’amplesso dell’imperfezione.
 
 
 
“And what art thou? I know, but dae not speak:
Time may interpret to his silent years
Yet in the paleness of thy thoughtful cheek,
And in the light thine ampe forehead wears.
And in thy sweetest smiles, and in thy tears,
And in thy gentle speech, a prophecy
Is whispered, to sub due my fondest fears:
And through thine eyes, even in thy soul I see
A lampo f vesral fire burning internally.”
 
Dedication XI The Revolt of Islam, P.B. Shelley.
 
 
La pelle riluce pallida e perlacea
tra i flutti, al di sotto del delicato
velo d’acqua incantata e fresca;
la carne s’immerge e s’increspa
al contatto della superficie frangibile
respirando con tenui singhiozzi muti;
non ci sono parole che percuotono
il perfetto silenzio – esiste la perfezione
nel silenzio? si domanda il giovane
ammaestrando le onde con gesti nobili,
ma fermamente decisi e concreti
- non è più un sogno, si ripete.
 
C’è lo sciacquio che accompagna
i suoi pensieri al di sotto dei riccioli
abbronzati e scottati dal sole vibrante,
la fronte imperlata di perle minuscole
e le membra tirate, stanche, in azione;
le mani dello scultore modellano e
livellano con meticolosa attenzione
ed è di nuovo la perfezione di un gesto;
le dita ghermiscono la materia sfuggente,
la dilania con boccate avide e passionali.
E l’acqua accoglie, l’acqua abbraccia, si
avvinghia con angoscia e disperazione
a quel corpo, a quella pelle, alla carne
 
Non esistono più Luogo, Ore e Perché
basta la sensazione di essere gravidi
ed empi all’unisono; gioia e tristezza;
odio e amore; euforia ed indifferenza;
debolezza e vigore; non importano più
queste cose, queste qualità. Conta solo
la perfezione del momento, l’effimero
spasmo vitale teso verso il cielo glabro,
prostrato al di sotto di sogni arguti, di
cocenti desideri. Le emozioni fanno da
divinità cordiali e supreme dalle lunghe
braccia bianche e sottili come giunchi.
 
Ma il fuoco brucia, fermenta e marchia
con indelebili macchie la scultura
plasmata dagli scrosci d’acqua; piove
sulle labbra piene, tumide e schiuse in
baci rubati alle placide costellazioni.
Sono quelle stesse labbra che suggono
l’ambrosia divina da calici intarsiati
di lucidi e vividi sogni, visioni di un
passato remoto, di un presente corroso,
di un domani affannato; e la vita non è
mai parsa così bella, così perfetta nella
sua stessa imperfezione finita e concisa.
 
 

 
*
 
 


Note:
 
Primo luglio - anche se oggi è il due e sono una brutta persona perché mi sono presa in ritardo con l’aggiornamento della raccolta, ma domani recupero tutto, promesso; è che sono stanca, non dormo moltissimo e la voglia di scrivere un po’ vacilla in giornate del genere; risponderò anche alle recensioni e ai messaggi privati domani, scusatemi, ma cerco di fare del mio meglio, davvero - e sono già passati sei mesi dall’inizio della raccolta e io non ci credo minimamente; voi tutti siete così gentili e belli bellissimi che mi commuovo ogni volta ç_ç g r a z i e.
Tornando alla poesia di oggi devo dire che mi è piaciuto scriverla; c’è un po’ di tutto dentro scultura, arte, acqua, pioggia, la persona, i desideri, le emozioni, i sogni e giusto un po’ di indecenza formale (esiste un termine simile?) quindi, sì, spero che piaccia un pochino anche a voi, che leggete.
E la citazione, bè, è presa da un poema di Shelley. E sì, preparatevi a citazioni di Shelley a destra e a manca; lo amo, lo adoro, lo venero, ha superato il mio Wordsworth e sono ancora sconvolta dalla bellezza di alcune sue poesie. <3
 
Grazie ancora,
alla prossima,
 
hiccup
  
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