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Il viaggio fino a
scuola durò una decina di minuti. Loro due erano gli ultimi
ad essere saliti.
Davanti a scuola
c’era
una marea di gente.
Bill sospirò e
Tom lo
afferrò per un polso.
“Billie…stai
tranquillo. Non succederà niente”disse
sorridendogli.
La campanella
annunciò
l’inizio delle lezioni e subito la folla entrò a
scuola.
“Dunque…noi
dobbiamo
andare in 2 A…quindi, stando a quanto dice questo
foglio…secondo piano, terza
aula a destra”disse Tom, guardando una sorta di cartina
appesa al muro.
Salirono le scale.
Bill continuava a guardarsi intorno, teso.
La porta della loro
classe era chiusa e all’interno regnava il silenzio totale.
“Bene…Kaulitz
pronti!”esclamò Tom, bussando alla porta.
Si udì un “Avanti” piuttosto scocciato e i
due ragazzini
entrarono.
“Chi
siete?”chiese il
professore. Un uomo sulla quarantina, con ispidi capelli biondi e un
forte
accento francese.
“Tom e Bill
Kaulitz…siamo nuovi”disse il rasta, porgendo un
foglio all’insegnante.
L’uomo
sospirò.
“Bene…allora
ragazzi,
loro due sono i vostri nuovi compagni di classe. Bill e Tom Kaulitz.
Ora andate
a sedervi. Io sono il professor Dessin. Sono l’insegnante di
francese. Ora
tirate fuori i libri!”esclamò.
“Primo
insegnante…già un rompi coglioni”pensò
Tom buttandosi su una sedia in seconda fila.
Bill lo
guardò,
capendo perfettamente cosa stesse pensando il gemello.
Prese un foglio dal
quaderno nuovo e cominciò a prendere appunti, mentre il
fratello tamburellava
le dita sul banco.
“Kaulitz!
Appena
arrivato cominci già a disturbare? Stai fermo con quelle
mani e vieni alla
lavagna. Vediamo quanto sei bravo”disse il professore.
Bill trasalì
nel
sentir nominare il suo cognome, poi capì che il professore
stava parlando a
Tom.
Il rasta si
alzò,
lanciando un’occhiata divertita a suo fratello.
“Kaulitz, non
mi piace
il tuo atteggiamento strafottente. Ora traduci queste
frasi!”esclamò l’uomo
porgendogli un foglio.
Tom alzò gli
occhi al
cielo, pensando che avrebbero potuto entrare un’ora in
ritardo, invece che
sorbirsi quell’uomo fastidioso. Prese un gesso e
cominciò a scrivere, pur
sapendo che le sue conoscenze di francese erano praticamente nulle.
Guardò il
gemello in cerca di aiuto.
Bill sospirò.
Suo
fratello non aveva mai prestato attenzione alle lezioni di francese, o
ad
altre. Si sporse sul banco, per leggere meglio la lavagna e nascondersi
dal
professore, poi con il labiale si fece capire.
“Quella
desinenza è
sbagliata…non si accordano i participi con il verbo
avere!”disse a bassa voce.
“Kaulitz! Certo
che
dare fastidio è un vizio di famiglia! Vieni qui pure
tu!”
Bill sospirò,
poi
arrivò di fianco al gemello e gli sorrise.
“Traduci tu. A
quanto
pare tuo fratello non sa nemmeno che con il verbo avere non si accorda
mai!”.
Tom sospirò.
Bill gli prese il
foglio dalle mani e tradusse un paio di frasi.
Non appena
poggiò il
gesso alla lavagna, sentì un leggeri brusio di sottofondo.
Il suo sguardo andò
istintivamente alle unghie, poi sospirò.
Tom guardò in
cagnesco
l’intera classe.
“Bene…ora
tornate a
sedervi e vedete di non farvi più richiamare”disse
il professore, congedandoli.
I due gemelli
tornarono ai loro posti e si guardarono. Bill aveva un’aria
terribilmente
avvilita. La campanella suonò e, una volta uscito il
professore, l’intera
classe si riversò in corridoio.
Tom si alzò in
fretta
ed uscì per tastare il terreno.
“Ciao
ragazzina…”disse
una voce, alle spalle di Bill.
Il ragazzino
rabbrividì, poi si voltò lentamente.
“Che hai,
ragazzina?”
“Io sono un
maschio…”rispose Bill, con voce tremante.
“Da queste
parti i
maschi non si truccano e non si mettono nemmeno lo
smalto”disse il ragazzino.
Tom rientrò in
quel
momento.
“Bill, va tutto
bene?”chiese avvicinandosi al gemello.
Il ragazzino si
allontanò, insoddisfatto.
“Bill…”disse
Tom.
“Tomi…è
uguale a
prima…”disse il ragazzino, sentendo gli occhi
riempiendosi di lacrime.
“Dai, non fare
così”disse Tom.
Il ragazzino
abbracciò
il fratello.
“Billie…vai
a
sciacquarti la faccia…non puoi presentarti al prof in questo
stato…”disse Tom,
accompagnando fuori il fratello.
“Che
schifo…piange
proprio come una femmina!”esclamò lo stesso
ragazzo di prima.
Tom non riuscì
a
controllarsi. Con uno scatto colpì in pieno viso.
“TOMI!”gridò
Bill.
Il sangue
cominciò a
scorrere sul pavimento, mentre il ragazzino si portava le mani al naso.
“TOMI…lo
hai
ucciso?”chiese Bill guardando il compagno steso a terra. Gli
altri ragazzini si
erano istintivamente allontanati dai due gemelli e il professor Dessin
era
accorso.
“Kaulitz! In
presidenza tutti e due! Immediatamente!”tuonò,
osservando l’alunno a terra.
I
due seguirono
l’insegnante, con il capo chino.