Film > Il Corvo
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Autore: S_a_r_a    02/07/2014    1 recensioni
Una notte qualunque, in una città qualunque, su una strada qualunque il buio si estende come una macchia d'olio. Solo una luce brilla nell'oscurità: un sorriso a 32 denti. Eterno. Immutabile. È il sorriso della morte.
La leggenda narra che quando una persona muore, un corvo trasporta la sua anima nell'aldilà. Però, se le circostanze della morte sono brutali e l'anima non ha pace, a volte capita che il corvo la riporti indietro a regolare i conti.
Al diavolo le leggende, il corvo è obsoleto. Questa partita se la gioca il quokka, il marsupiale più feroce e coccoloso che ci sia. Insieme a una versione quasi femminile di Eric Draven, molto più bionda e logorroica.
Una rivisitazione un po' particolare – forse molto particolare - del film ispirato all'opera di James O'Barr.
Genere: Comico, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: Gender Bender
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Flashback


 

 

Un pomeriggio tranquillo in spiaggia. Yogurt si godeva il sole insieme a Regina, nella calda aria di luglio. Lei sorseggiava un bicchiere d'acqua fresca mentre il suo adorato pappagallino beccava dalla ciotola di broccoli. Come andava pazzo per i broccoli! Regina gliene aveva preparati un po' quella mattina stessa come suo speciale pranzo al sacco. Quanto gli voleva bene. Erano proprio felici.

Si rilassò sulla sdraio portatile rosa shocking per un po', ma quando aprì gli occhi il suo campo visivo fu invaso da un enorme pacco dentro un paio di slippini da mare blu. Arrossì all'istante, poi scrutò meglio il proprietario di cotanta sostanza, e vide la sua futura cotta: Michael. Allora non sapeva che si sarebbero rivisti a teatro, ma già era persa di lui. Aveva anche un gran bel fisichino, ma non avrebbe mai avuto il coraggio di andare a parlargli in quel momento. Quando chiese il parere di Yogurt, lui mosse la testolina bianca in segno si approvazione, e si guadagnò un po' di grattini sulla pancia pennuta. Poi Regina tornò a guardare Michael, che stavolta era girato verso il mare. E che chiappe d'acciaio! Sicuramente..

"Ehi pronto, ci sei? Mi stai ascoltando?". Norman guardava Regina perplesso.

"Scusami tanto, ero persa nei miei ricordi". Aveva un'aria ebete e perduta in chissà quale pare dell'universo, quindi non aveva capito una parola del discorso.

"Stavo dicendo che il mio sesto senso è in allarme, vuol dire che ormai siamo vicini a dove si trova la prossima vittima!"

 

 

La polizia era accorsa alla chiamata urgente del sergente Fitzroy. Lo spettacolo che avevano davanti era qualcosa di raccapricciante. Avevano già messo il nastro sul luogo del delitto, Roy e Gibbon all'interno a osservare per trovare indizi.

"Che diavolo è questo simbolo?", esordì l'agente Gibbon.

"Non ne ho la più pallida idea", ammise il sergente. Ora che si era un po' sgonfiato dai gas infernali con la sua ronda purificatrice, era tornato operativo e vigile.

"Però se guarda bene, queste due stanghette verticali vicine possono essere un paio di occhi, e questa specie di 3 orizzontale la bocca di un gatto. Non trova che sia carino?". Gibbon aveva un sorriso idiota, come di chi anziché occuparsi di pratiche di casi in ufficio si divertiva a disegnare stupide faccine agli angoli dei fogli. Un giorno avrebbe controllato per confermare i sospetti.

"Non lo trovo carino, non ti rendi conto della gravità della situazione? Dobbiamo scoprire che vuol dire per risalire al delinquente!". In quindici anni di servizio aveva visto molte cose strane. Alcune truci. Ma questa era sicuramente la più strana e truce di tutte. Un banana boat giallo e azzurro in mezzo alla strada con uno strano simbolo disegnato sopra.

In più, la nonna di un tale Gillette – che nome insolito -, aveva da poco denunciato la scomparsa del nipote, che doveva tornare a casa presto come promesso, e il fatto che avesse già trentadue anni non lo giustificava dal fare il nottaiolo.

Che ci fosse un collegamento tra i fatti?

 

 

Regina si ricompose, doveva stare attenta per il bene della missione. Cominciava ora a ricordare stralci di vita e di conseguenza a sentire sempre più forte quel nodo in gola al pensiero di Yogurt. Ma doveva resistere, perché presto si sarebbero rivisti.

Lei e Norman giunsero nei pressi di un parco pubblico, e videro due uomini parlare e ridere con una bottiglia di birra a testa in mano dall'altra parte della strada. Norman drizzò le orecchie e il suo passo si fece più cauto. Regina rallentò di fianco a lui, e mentre osservava quello dei due più alto, un vero energumeno di quasi due metri, senti delle voci provenire alla sua destra. Erano di un uomo e una donna. Si girò e vide la coppia seduta su una panchina, vicino all'entrata del parco. Sembravano molto intimi, davvero molto molto, adesso lui la stava baciando. Quando Regina mise bene a fuoco il volto di lui, che emerse dai capelli della sua compagna fu uno shock. Michael.

Il resto fu tutto molto veloce. Norman si accorse che i due uomini avevano notato Regina e cercavano di attirare la sua attenzione, ma erano troppo ubriachi per dire cose sensate. Regina invece era tutta presa da una coppietta che pomiciava nel parco e riusciva a stento a pronunciare anche lei parole comprensibili. Cercò di riportarla nel mondo reale ma non lo ascoltava nemmeno. Dovette agire in fretta, o ci sarebbero stati testimoni! Prese fuori il libro di incantesimi e bloccò il tempo per gli intrusi, - "SIM SALA STOP!" - in modo che non potessero assistere. Tutti tranne il bersaglio. L'uomo allora, nel vedere che il suo amico non rispondeva più e che la ragazza bionda non lo degnava di attenzioni, attraversò la strada, per chiederle se voleva un po' di birra e dov'era il bagno. Ma non fece in tempo ad arrivare al marciapiede di fronte che passò una macchina a tutto gas che lo prese in pieno. Fece un discreto volo, mentre il veicolo inchiodava. Dal posto di guida scese un signore anziano, che andò subito a vedere cos'era successo. Si scusò tremendamente col cervo che aveva appena investito, d'altronde capitava spesso che si spingessero oltre i boschi folti attirati dai fari di qualche passante.

Norman guardava la scena come ipnotizzato, quel tipo era tutto matto. Parlava da solo e malediceva l'avventatezza dei cervi del Nebraska, però aveva fretta perché doveva raggiungere il più in fretta possibile Norfolk per trovare Bobby, era risaputo che l'avrebbero portato lì. Detto ciò rimontò in sella alla sua Cadillac e sparì, stirando ulteriormente Mallock, che ormai era più di là che di qua.

Prima che Norman potesse interiorizzare il tutto, cominciò a tirare i pantaloni di Regina facendole capire che dovevano fuggire. Stranamente questa volta sembrò accorgersi di lui. Gli chiese "ma che è successo? Ho sentito dei rumori, un gran trambusto, ma avevo occhi solo per il mio Michael..", e un velo di tristezza le calò sul viso.

"Dopo ti spiego, però adesso dobbiamo andare via di qui, veloce!".

Regina seguì Norman ancora confusa, con ancora negli occhi la delusione. "Ma quindi adesso a che punto siamo?". Stavano quasi correndo lungo la via, poi girarono a sinistra. "Beh, fuori due", rispose soddisfatto Norman.

Regina non capì, perse un po' di terreno su Norman mentre rifletteva. Lui studiò le prossime mosse e accelerò istintivamente per paura che qualcuno li scovasse. Nel guardarsi indietro per vedere dov'era rimasta la sua discepola, andò però a sbattere contro qualcosa di duro. Regina non era in formissima – senza sgranchirsi le ossa per un anno è comprensibile - e non riusciva a stargli dietro. Quando lo raggiunse vide che si era fermato accanto a un uomo.

Era il sergente Fitzroy.






Un po' a rilento, ma la storia continua! Le avventure di Norman e Regina non sono ancora finite. Quindi se ci speravate, mi dispiace, o se siete contenti, io lo sono di più! Un arrivederci al prossimo capitolo coi lettori, sempre graditi :)

  
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