Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: peluche    04/07/2014    4 recensioni
Il ghiaccio ha bisogno del fuoco per abbandonare il suo stato di paralisi,
il fuoco ha bisogno dell'acqua per placare le sue fiamme imponenti.
----------------------
«Hannah! - disse a un tratto Aria – Quello non è..» prima che potesse finire la frase,un tizio ci passò accanto,scioccato quanto noi.
«Harry Styles ci degna nuovamente della sua presenza,quale onore.» I brividi. Lo fissai nel suo giubbotto di pelle,nei suoi riccioli scomposti e sulla sua moto nera petrolio. Il tizio che qualche minuto prima ci era passato accanto era Zayn Malik. Zayn Malik,il ragazzo più inaffidabile su questo pianeta,dopo Harry Styles,ovviamente.
«Non era finito in riformatorio?» Mi sussurrò Aria.
«Si, - risposi io in una specie di trance – infatti.» Non riuscivo a levargli gli occhi di dosso. Zayn gli si avvcinò e si diedero un affettuoso abbraccio. Il duo-idioti era tornato. Non poteva rimanere lì dov'era? Perchè dopo cinque anni in riformatorio aveva deciso di rimettere piede qui? Perchè era tornato nella sua vecchia scuola?
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Ice on fire

capitolo 17




La neve se ne andò dalla città dopo qualche giorno, lasciando alle porte l'arrivo del nuovo anno. Tutti diventano euforici e anche tristi in questo giorno. Molti non vedevano l'ora di lasciarsi alle spalle l'anno vecchio per dare spazio e nuove esperienze, altri avevano timore che il nuovo anno potesse essere peggiore rispetto al precedente. Io onestamente non ci facevo caso. Si, era sempre un evento importante, ma non stavo lì a pensarci. Preferivo godermi il festeggiamento con i miei amici senza troppe paranoie.
«Wow! - esclamai, vedendo mio fratello in smoking – Che eleganza.»
«Come sempre.» scherzò lui, superandomi.
Stavamo andando a una festa a Oxford, in uno degli hotel più prestigiosi. Festa nella suite imperiale. Io avevo scelto un vestito lungo nero, tacchi e capelli lisci. Mio fratello mi porse il braccio e io lo accolsi. Come ogni anno i miei sarebbero andati in una di quelle stupide feste tra ricchi. Non avevo ancora avuto il tempo di parlarci dalla vigilia.
«Dove credete di andare?» ci ammonì mio padre, una volta arrivati al piano di sotto.
«A una festa, - risposi – come tutti gli anni.»
«Dobbiamo ancora parlare di quella sera Hanna.» continuò lui.
«Certo, mi piacerebbe discutere su quanto sia idiota Carson.»
«L'ha picchiato davanti ai nostri amici! - ringhiò – Siamo ancora sulla bocca di tutti!»
«Ma quali amici! - dissi – Vi leccate solo il culo a vicenda.»
Mio padre mi tirò un ceffone dritto in guancia. Non aveva mai alzato le mani con me. Ero sempre stata una figlia modello e non mi ero mai opposta.
«Non voglio mai più vederlo in questa casa, - mi disse – e non voglio mai più vederlo vicino a te.»
Mia madre rimase ancora con una mano alla bocca, senza riuscire a fare o dire niente. Louis era dietro di me, pronto a intervenire.
«Allora preparati papino, - lo anticipai – sarà un bell'anno di inferno!»
Uscii di casa prendendo Louis per mano, con mio padre che continuava a urlare il mio nome alle mie spalle.
«Hanna, - mio fratello mi fece voltare – andrà tutto bene.»
Gli sorrisi, stringendogli la mano.
«Vado a chiamare Harry, - aggiunsi – aspettaci in macchina.»
Vidi mio fratello andare verso il garage e io mi diressi verso la casa di fronte. Bussai un paio di volte, poi Harry mi aprii.
«Buonasera signor Styles! - dissi – Perchè non sei ancora pronto?»
Entrai in casa, salutai Chester che mi venne incontro scodinzolando e vidi Harry spegnere la televisione.
«Hanna ci ho pensato, - disse – è meglio che non venga.»
«Cosa?»
«E' meglio che non venga.» ripetè.
«Se sei preoccupato per l'episodio dell'altra volta stai tr...»
«Non ci voglio venire Hanna!» mi interruppe bruscamente.
«Tu non vuoi venire..» sussurrai.
«Non è posto per me, non c'entro niente con te e con tutte quelle feste.»
«E io che ho appena litigato con mio padre per difendere te!»
«Non devi..» disse.
«No, hai ragione – continuai – rimani qui a deprimerti, a dare la caccia al fantasma di tuo padre, continua a vivere così e respingere tutti, ti saluto.»
Gli voltai le spalle e sbattei la porta, rimanendo qualche secondo lì ferma, con la speranza che potesse cambiare idea. Ma Harry non cambiò idea. Rimase a casa come aveva deciso e io andai alla festa, come avevo deciso.


«Hanna se vuoi andiamo in un altro posto.» ripetè ancora Louis alla guida.
«Si possiamo andare a mangiare qualcosa..» continuò Aria.
«..o a bere.» concluse Zayn.
Liam lo ammonì con lo sguardo.
«Andiamo dove vuoi.» mi disse.
Eravamo saliti in macchina da un paio di minuti e da quando avevo raccontato ciò che era successo non avevano fatto altro che riempirmi di attenzioni.
«Siete gentili ma, - dissi – non rovinerò il Capodanno anche a voi, ci divertiremo.»
Zayn  mi sorrise affettuosamente, come per dire “il mio amico è un coglione”. Adoravo il fatto che fosse cambiato così tanto, o forse era sempre stato così ma non lo dava a vedere. Aveva iniziato a non frequentare più il gruppo di Niall e company, e io ne fui felice. Era un caro amico. Sempre con la battuta pronta, divertente e affettuoso. Certo, aveva anche lui i suoi momenti da rompi scatole ambulante, ma chi non li aveva? E poi non avrei mai dimenticato la sera in cui mi salvò da quel tale. Mai. Poteva fare quanto voleva il piacione. Io avevo conosciuto il vero Zayn. Quello con l'animo buono e caro. 
«Credo sia questo.» disse a un tratto Louis, distogliendomi dai miei pensieri. Avevamo impiegato un'ora per arrivare a Oxford e davanti a noi si presentava l'hotel più grande che abbia mai visto.
«Credete ci sia la piscina?» chiese Zayn, scendendo dalla macchina.
«Cosa vorresti fare?» lo ammonì Aria.
«Festeggiare come si deve.» rispose lui, con un sorriso beffardo.
Fece la scalinata di corsa, mentre noi gli stavamo dietro.
«Tutto bene?» mi chiese Liam, avvicinandosi.
Quella sera avevano messo lo smoking, a eccezione di Zayn che aveva optato per un jeans e una maglietta bianca. Mai elegante lui. Non potevamo chiedere troppo.
«Si.» risposi a Liam, sorridendogli.
Ero contenta che in qualche modo potessimo avere un rapporto. Da quella sera della vigilia avevamo passato molto tempo tutti e sei insieme e in poco tempo ci eravamo legati molto.
«Sono carini.» disse a un tratto, osservando Aria e mio fratello poco più avanti di noi che parlottavano e ridevano. Si erano avvicinati molto anche loro, e non solo come amici. Ne ero felice. Anuii a Liam e poi seguimmo gli altri dentro. 
La festa era già iniziata. La suite era piena di gente, di festoni, di ghirlande. Per la gioia di Zayn la piscina c'era e lo notai già in acqua, saltare a ritmo di musica insieme ad alcune ragazze. 
«Devo ricredermi sulle vostre feste da ricconi.» mormorò Aria.
«Giuro che non ho mai visto niente del genere in questo tipo di feste.» aggiunse mio fratello.
Liam prese da bere per tutti, cercai di divertirmi anche io insieme a loro vedendo la gente euforica che si lanciava con un balzo in piscina, alcuni erano in piedi sul divano, altri giocavano a streap poker, molti facevano a gara a chi beveva di più. La situazione era già degenerata alle 10 di sera e i miei amici non perdettero occasione di darci dentro. Louis incontrò dei suoi amici dell'università e parlò di continuo con loro, tra un bicchiere e l'altro. Liam andò a giocare a birra-pong e Aria si unì ad alcune ragazze per delle gare di just dance. Zayn era sparito da un pezzo con due ragazze, in una delle tante camere della stanza. Io li osservavo seduta al bancone, ridendo alle loro facce buffe. Bevevo anche io, meno di loro, però bevevo. Conoscevo la maggior parte della gente lì dentro. Erano tutti figli di famiglie come la mia che cercavano un po' di libertà e di scappare dalla monotonia di tutti i giorni. Come li capivo.
«Come mai qui tutta sola?» sentii alle mie spalle.
Mi voltai e vidi un ragazzo alto, biondo, davanti a me.
«Sto bevendo.» dissi, facendo vedere il bicchiere.
«I tuoi amici sembrano divertirsi, - aggiunse guardandoli – tu vorresti essere altrove vero?»
«Sono così prevedibile?» ammisi.
«No, - mi corresse – la tua espressione dice tutto.»
«E tu? - chiesi – Come mai non ti diverti?»
«Sono stati i miei amici a costringermi a venire, - ammise – io non ero dell'umore.»
«Come mai?»
«La mia ragazza mi ha lasciato, - disse – giusto qualche ora fa.»
«Mi dispiace, anche io ho litigato con il mio.»
«Si bè, - continuò – non è il Capodanno che mi ero immaginato.»
Lo vedi sorseggiare dal suo bicchiere e mi accorsi della sua espressione triste. Se la espressione parlava, la sua urlava, urlava di tristezza. 
«Meglio che torni a casa.» disse a un tratto.
Lo vidi alzarsi e posare il bicchiere sul bancone.
«Piacere di averti conosciuta..»
«Hanna, - dissi – mi chiamo Hanna.»
«Io sono Oliver, - mi sorrise – buon Capodanno.»
Gli sorrisi anche io e poi lo vidi piano piano allontanarsi.
«Oliver! - gli urlai, facendolo voltare – Non puoi proprio fare più niente per riprendertela?»
«Ha preferito un altro, - rispose – io non posso fare più niente, ti auguro che a te vada meglio.» mi sorrise di nuovo e poi lo vidi sparire tra la folla. Rimasi seduta ancora per qualche minuto. Sentii il piede battere nervosamente sul pavimento. Il dito battere nervosamente sul bancone. Pensieri, mille pensieri. Deciditi.
Mi alzai di scatto dallo sgabello, presi il cappotto e raggiunsi Louis.
«Devo tornare a Bristol, - gli urlai – chiamate un taxi!»
Mio fratello mi sorrise, gli occhi socchiusi. Un sorriso da ebete. Non si ubriacava da tanto. Lo pregai di stare attento e poi corsi alla macchina. Guidai più in fretta che potevo, ringraziando il Cielo che fosse Capodanno e che non ci fosse nessuno per strada. Io ero l'unica pazza. Pensai ad Oliver, al modo in cui era stato lasciato e mi ricordai di Liam. Anche io avevo preferito un altro al suo posto e mi sentii di nuovo male per questo. Non avrei mai voluto vedere in Liam la tristezza che vidi negli occhi di Oliver qualche minuto prima. In questo momento però dovevo pensare a raggiungere Harry. Lo cercai al cellulare ma era staccato. Provai a casa ma non rispondeva nessuno. Così, una volta a Bristol, andai nell'unico posto in cui lo potevo trovare. 
«Hanna, anche qui il giorno di Capodanno?» mi chiese Rose.
«Harry è qui, vero?»
«Si è dentro con..»
Non la feci neanche finire di parlare. Percorsi il corridoio e quasi arrivata alla stanza, lo vidi uscire con una bottiglia d'acqua vuota in mano.
«Hanna..» disse, in un fiato.
Senza pensarci due volte mi tuffai tra le sue braccia e lui mi strinse.
«Mi dispiace tanto, - dissi – non avrei voluto passare con nessun'altro il Capodanno se non con te.»
«E' a me che dispiace, - disse – non avrei mai dovuto dirti quelle cose.»
«No hai ragione, - insistii – non devo obbligarti a venire a quelle stupide feste.»
«Sarei venuto per voi, per te, ma mamma ha avuto un malore e sono dovuto correre qui.»
«Come sta?» chiesi, allarmata.
«Adesso ben...»
«Hanna? - Adele mi chiamò dalla stanza – Sei tu?»
Harry mi sorrise e mi prese la mano. Quando entrammo nella stanza Adele mi sembrava molto più magra dell'ultima volta che l'avevo vista, quasi sprofondava dentro quel letto.
«Ciao Adele.» la salutai, affettuosamente.
«Che gioia, - disse lei – i miei due ragazzi qui insieme.»
Adele mi strinse una mano e io le sorrisi. 
Un vecchio televisore mandava in onda i festeggiamenti che stavano avvenendo nelle varie piazze delle città più importanti. Fuochi d'artificio, balli, spettacoli. La gente ne inventava di tutti i colori per dare il benvenuto all'anno nuovo. Rimanemmo accanto a lei fino a quando si addormentò, piccola piccola e troppo magra per la sua età. Vidi Harry rimboccarle le coperte e la scena mi intenerii. Vederlo passare da ragazzo facilmente irascibile a figlio premuroso faceva sorridere. Spense la televisione e chiuse la finestra. Diede un bacio in fronte a sua madre e poi mi prese la mano e uscimmo.
«Non è il capodanno che avresti voluto..» disse poco dopo.
«Siamo insieme, - risposi – è questo l'importante.»
Arrivammo alla macchina ed Harry mi fece appoggiare sul cofano, avvicinandosi al mio viso.
«E ora che siamo soli che vorresti fare?» mi stuzzicò, mordendomi un orecchio.
«Un'idea l'avrei, - risposi con difficoltà – ma adesso dobbiamo fare qualcos'altro.»
Misi il broncio e lui mi guardò confuso.
«Dobbiamo recuperare gli altri a Oxford, sono senza macchina.»
Sorrisi colpevole e lui sbuffò.
«Forse possiamo aspettare un'altra mezz'ora..» azzardai.
«Sai quante cose si possono fare in mezz'ora?»
Harry mi sollevò da terra e, aprendo la portiera della macchina, mi portò sui sedili posteriori.
«Sai, - dissi mentre lui mi stuzzicava il collo – mi sento un po' a disagio a farlo sotto la clinica in cui c'è tua madre.»
Lo sentii ridere e mi baciò un altro po' il collo, per poi alzarsi e spostarci da un'altra parte. Magari un posto più isolato.
Non era di certo il capodanno che tutti si aspettano, ma a me interessava passarlo insieme a lui. Mi aveva fatto piacere fare compagnia ad Adele. Passava troppo tempo da sola e i dottori ci ripetevano sempre che da un momento all'altro poteva lasciarci. Mangiava sempre di meno e il suo corpo a poco a poco stava mollando. Harry temeva che da un momento all'altro l'avrebbero chiamato per dargli la triste notizia. Non lo dava a vedere ma aveva paura che ciò accadesse presto. Ogni volta che squillava un telefono sperava che non fosse la clinica, e io speravo che Adele potesse passare ancora del tempo insieme a noi.


 
---------------------------------------------------------------------
 
Perdonate il ritardo:) mi sono concessa un paio di giorni di mare per rilassarmi un pò! 
Spero che il capitolo vi piaccia e grazie per i mille complimenti:)
ps: per gli amanti di 'Amici di letto', sul mio profilo potete trovare il capitolo pov Zayn!
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: peluche