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Autore: Rugiada Cremisi    04/07/2014    2 recensioni
Lei era li. Seduta in mezzo al prato come una bambina indifesa. Accarezzò con le ciglia la luna ormai alta e tese la mano ad una strana luce pulsante rossa che brillava in celo. Guardò la sua mano, sporca di sangue e la leccò indifferente mentre la sua coda, ondeggiando, accarezzava l'erba dietro di lei.
Genere: Horror, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lei era li. Seduta in mezzo al prato come una bambina indifesa. Accarezzò con le ciglia la luna ormai alta e tese la mano ad una strana luce pulsante rossa che brillava in cielo. Guardò la sua mano, sporca di sangue e la leccò indifferente mentre la sua coda, ondeggiando, accarezzava l'erba dietro di lei. Un fruscio leggero le ricordò di trovarsi ancora sul prato dello spirito della Rosa Nera che aspettava di sentire la sua breve storia, come tutte le notti. Lei le tese sui petali il vetro che aveva precedentemente estratto dal collo del suo ex padrone. Da esso lasciò scivolare lentamente una gocciolina di quel liquido rosso ancora tiepido al centro del fiore che le stava accanto. Poi attese di vedere lo spirito ondeggiare inquieto davanti al suo volto. Ma non accadde. Era la seconda volta che la rosa non la degnava di uno sguardo. Ma allora le aveva detto una bugia. Stavolta aveva solo ucciso. Poi avevano iniziato loro! Da quando l'avevano liberata dalla piccola cella umida e rumorosa dove era stata rinchiusa, non avevano fatto altro che bucarla ovunque con oggetti appuntiti, estrarle sangue, farle mangiare a forsa cose disgustose e farla addormentare e ri-svegliare successivamente sempre con nuove cicatrici... ma quel giorno avevano proprio easagerato. Mentre si dimenava sulla tavola ancora incrostata del sangue del giorno prima, nella stanza degli esperimenti, le avvicinarono alla testa uno strano aggeggio che emetteva scintille. Per la paura allungò il collo squamoso e incise la mano del suo malfattore con denti di drago. Lui lasciò la presa su di lei dolorante. Subito si accorse con disgusto che pian piano le sue dita andavano a contorcersi e fondersi a causa di chissà quale strana sostanza o veleno. Lei lanciò un urlo simile ad un ruggito e mutò completamente il suo aspetto. Di solito usava solo rinforzare delle singole parti del corpo ma stavolta doveva fare un'eccezzione ed usare al 100÷ il suo potere. La pelle che prima aveva addosso si lacerava velocemente, sanguinando, come se da dentro il corpo di quella creatura apparentemente indifesa si stesse schiudendo l'uovo maturo di un mostro. La coda uscì dolorosamente dal corpo in sviluppo mentre il volto di bambina esplose per la pressione e lasciò il posto ad unlungo muso nero e luccicante, su cui scivolava sangue bollente di essere umano. Borbottò qualcosa nella sua lingua ed emise un'altro urlo. Questa volta però fece esplodere le finestre e le cose di vetro nella stanza. alzò le squame evitandole schegge mentre guardava soddisfatta il padrone che urlava e soffriva come aveva fatto lei fino a quel momento sotto le sue torture. Ma a differenza sua a lui si staccavano pezzi di pelle e arti mentre soffocava. Sorrise e strappò un pezzo di vetro dal collo del padrone. "Lo sai che mi chiamo Desiré padrone?" Finalmente, dopo aver ascoltato la storia, lo spirito uscì dal suo nascondiglio di petali corvini e soffiò delle parole gelide sul volto della mutante. "Aspettavo da tempo che tu imparassi ad uccidere. Ma ora che mi hai avvelenato con il sangue sei condannata a marcire all'inferno una volta morta... io invece ti donerò l'immortalità cucciola mia." "La vogio" Rispose Desiré frettolosamente. Colse il fiore e lo mise in bocca masticandolo voracemente. -Spero che questa storia-campione vi sia piaciuta. Grazie per aver letto.
   
 
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