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Autore: Bei e Feng    05/07/2014    2 recensioni
[...]
- Allora bambini, siamo tutti pronti? - chiese Mamma Luss, la camicia a fiori, entusiasta, le dita avvinghiate al volante della sua multipla variopinta.
- Sì. - la risposta pigra dei restanti Varia, seduti nella vettura.
- Allora accendiamo il navigatore e partiamo! - esclamò il Varia, mettendo in moto la macchina. - Ho affittato la casetta in cui andavo in vacanza da piccolo... Sono sicuro che vi piacerà! E non vi preoccupate: in venti minuti saremo già arrivati a destinazione. -
[...]
Buona lettura! :)
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belphegor, Fran, Lussuria, Mammon, Superbi Squalo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vacanze Mafiose'
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Prima giornata di vacanza... si fa per dire. XD
Buon divertimento! :)

P.S. Prossimo aggiornamento: 18 luglio!


Intorno alle quattro i nostri cari assassini vennero svegliati l'uno dopo l'altro da un abbaiare furioso.
Be'... 'svegliati' è una parola grossa: dopo aver riportato i premi di Mammon a casa, i sette decisero che era giunto il momento di andare a dormire. Sapendo che c'era un'unica camera da letto, per giunta molto piccola, pensarono bene di far dormire Lussuria sul divano cigolante del piano inferiore, tenendo la stanza per loro.
Ma i problemi persistevano: c'era infatti un solo letto, che però era già stato occupato di soppiatto dal boss, mentre tutti gli altri sistemavano alla meno peggio i carichi dell'Arcobaleno nell'ingresso. Perciò, agli altri cinque non restava che adattarsi come meglio potevano: Levi prese posto nell'armadio, Squalo sul tappeto, Fran sotto il letto, Mammon in un cassetto e Bel s'ingegnò per costruire un'amaca con la stoffa della tenda della finestra.
Quindi, fatta eccezione per Xanxus, gli altri non avevano trovato delle sistemazioni molto comode, e se aggiungete la piaga zanzare, che di quella casa avevano fatto il loro regno, potete ben dedurre che la notte dei nostri assassini fu una notte in bianco.
Fu così che, quando l'abbaiare del cane giunse alle loro orecchie, più che destare irritazione per aver interrotto il loro sonno, fu sfruttato da questi per sfogare la loro esasperazione per un mancato riposo.
 Mentre gli altri imprecavano contro la fonte di quel rumore, augurandole la morte più atroce, Lussuria, con i bigodini ancora tra i capelli, si alzò dal divano e salì al piano superiore, nella camera dei suoi pargoli, per affacciarsi alla finestra e vedere cosa stesse accadendo.
- Ehi, guardate quel cane! - esclamò. - Ciao, piccolo!!! Ma guardate com'è carino! È piccolo piccolo!!! <3 -
- Che c'è? Non hai mai visto un cane in vita tua? - borbottò Squalo, spingendo Lussuria via dalla finestra, affacciandosi ed individuando l'orrendo topo con le orecchie da pipistrello che stava abbaiando. - Adesso vi faccio vedere io come si tratta con animali del genere! -
- Capitano, io non credo... - iniziò Fran, facendo capolino da sotto il letto. Ma si bloccò non appena udì lo spadaccino ringhiare (sì, avete capito bene, ringhiare) in direzione del cane, ma...
Proprio mentre stava per rientrare ecco apparire, dalla finestra della casa accanto, una vecchietta in vestaglia e pantofole, con mento e naso pronunciati. Sulla punta di quest'ultimo, in particolare, stava in bilico un paio di occhiali da vista enorme, le cui lenti erano spesse tre dita e ingrandivano a dismisura gli occhi della loro proprietaria, facendoli sembrare quelli di un vecchio gufo.
Dopo aver guardato attentamente a destra e a sinistra i suoi occhi si posarono su Squalo.
- GIOVANOTTA!!! - gridò la vecchietta, agitando il bastone da passeggio che aveva in mano e cercando di pronunciare le parole come meglio poteva, dato che non portava la dentiera. - COME TI PERMETTI DI TRATTARE COSÌ IL MIO PICCOLO SANSONE? E PERCHÉ FAI TANTO BACCANO A QUEST'ORA? NON TI VERGOGNI? -
Sconvolto dalla poco piacevole visione, Squalo chiuse la finestra e si rimise sul suo misero giaciglio, fissando il soffitto e senza proferir parola.
- Giovanotta... - ripeté Bel, sghignazzando e coprendosi la dentatura per evitare oggetti contundenti che potessero urtarla.
- Sta'zitto! - scandì Superbi, gli occhi iniettati di sangue, voltandosi lentamente verso il principe.
- Be', Squ, a dire il vero, la signora Ciechi ha ragione: i tuoi capelli sono un po'troppo lunghi. Dovresti tagliarli. - intervenne Luss.
- Non se ne parla. - rispose Squalo. - E poi tu come fai a sapere che si chiama Ciechi? -
- Credo sia abbastanza logico, non trovi... - intervenne Bel. - Giovanotta? - aggiunse ridacchiando.
- Smettetela, bambini. La signora Ciechi è qui da tanto tempo, più o meno da quando io venivo qui con la mia mamma! -
- Ah, quindi è un fossile. - disse Fran.
- Non si dicono queste cose, Fran! Chi te le ha insegnate? -
La mano del bambino si allungò lentamente da sotto il letto per indicare Belphegor. Inutile dire che il principe si affrettò ad infilzarla con un coltello, facendo cacciare a Fran un urlo di dolore che destò il loro boss affamato.

Dopo aver fatto una rapida colazione, lo slalom tra i premi vinti da Mammon e un'altra spedizione nella Foresta Amazzonica domestica, i nostri sette vacanzieri si diressero verso la spiaggia, a poco più di cinque minuti da lì.
A differenza della scelta della casa, per quanto riguardava la spiaggia Luss ci aveva quasi azzeccato: un’infinita distesa di sabbia dorata, lambita dalle calme e cadenzate onde del mare, cristallino come un oceano tropicale, e sul quale i raggi del sole creavano riflessi luminosi pari a quelli di una pietra preziosa esposta alla luce. Peccato che tutto questo fosse perfettamente coperto da una distesa infinita di ombrelloni variopinti e turisti in costume, così affiancati gli uni agli altri da sembrare un muro tra i nostri sette e il mare.
- Questa sabbia d’oro... - sospirò il Guardiano del Sole, commosso. - E il mare sembra cristallo! – continuò, in preda all’estasi. – Forza! - si voltò verso i suoi compagni. - Andiamo a cercare un posto dove sistemarci! -
E così presero le loro borse da mare, l'ombrellone e le sdraie, che avevano appoggiato a terra non appena Luss aveva cominciato a fare le sue considerazioni sul litorale, e seguirono la loro guida nella giungla di ombrelloni.
- E quando avremo trovato un posto dove sistemarci, vi metterò subito la cremina. <3 - aggiunse Lussuria, allegro.
- Speriamo di non trovarlo mai, allora! - risposero tutti gli altri sei in coro, alle sue spalle.
Contrariamente alle loro speranze, il Guardiano del Sole riuscì a trovare un piccolo spazio che bastava per tutti quanti, e lì piazzarono la loro roba. Cacciarono a malo modo Luss e la sua 'cremina <3' e poi si misero a prendere il sole, sperando di potersi godere un po'di santa pace. Ma ovviamente non farebbe ridere se così fosse...
Neanche due minuti dopo, infatti, un’ombra oscurò la testa di Mammon.
- Ciao! Io sono Ann Connù*, e tu? -
Una voce sconosciuta costrinse l’Arcobaleno ad alzare gli occhi. L'illusionista si trovò così faccia a faccia con una ragazza dal viso dolce, abbronzata e con addosso una maglietta bianca con una scritta cubitale multicolore: 'DIVERTIMENTO ASSICURATO :D'. Non ci volle molto all'illusionista per capire che si trattava di un esemplare appartenente al genere degli 'scocciatori'.
- Cos'è? - chiese Viper, irritata, guardando, con poca convinzione la scritta sulla maglia della ragazza. - Stai cercando di stipulare qualche assicurazione? Certo che hai proprio una bella faccia tosta! -
- Ahahahahah!!! Sei proprio simpatica, lo sai? - rispose la ragazza, accarezzando la testolina dell'Arcobaleno.
- Adulatrice. - borbottò Mammon, facendo per abbassare il parasole del lettino dove si era messa. - Vattene, non voglio firmare niente! -
- Ehi! Io non sono un'imbrogliona: sono un'animatrice! - si presentò la ragazza, indicando le lettere impresse sulla maglietta che indossava.
- E non è la stessa cosa? - domandò l'illusionista, girandosi dall'altra parte.
- Niente affato! - sorrise l'altra, divertita dal comportamento di Mammon. - Non sono venuta a farti firmare niente, ma, al contrario, a chiederti se ti va di partecipare al nostro gioco aperitivo. -
- Che insistenza!... -
- Vedrai, sarà divertente! -
- Certo che Ma-chan giocherà! – intervenne subito Lussuria, entusiasta.
- Te lo scordi. - disse ancora l'illusionista, per nulla desiderosa di andare a fare giochi da bambini.
- Coraggio! Ci sarà anche un premio per il vincitore! - la incoraggiò l'animatrice.
Mammon drizzò le orecchie.
- 'Premio'? - ripeté, interessata, sentendo già odore di quattrini.
- Certo! Un bellissimo premio! Coraggio, andiamo! -
- Non devo pagare qualche cifra per l'iscrizione, vero? -
- No no! -
E senza perdere tempo, la bambina saltò giù dalla sedia e seguì l'animatrice.
- Ma-chan è proprio una persona timida, ma se si riesce ad acquistare la sua fiducia (in tutti i sensi) è proprio un tesoro di bambina! - commentò Luss, con tono tenero, osservando la sua bambina allontanarsi con l'animatrice.

Mezz'ora dopo...
- Oh, ecco Ma-chan che ritorna! - esclamò Luss, sbracciandosi per far individuare alla bambina la loro posizione.
Ma l'illusionista era così su di giri che non lo degnò neanche di uno sguardo.
- Brutta strega! Come ha osato ingannarmi?! - brontolò, calciando la sabbia mentre ritornava con passo pesante e irritato verso l'ombrellone dei suoi compagni. - Nessuno è mai rimasto vivo dopo avermi giocato scherzi simili! E guarda che razza di premio! Oh...! Ma io gliela farò pagare!... -
- Ti sei divertita, Ma-chan? - chiese la mammina, non appena l'Arcobaleno lo raggiunse.
- E come no! - rispose, sarcastica, fermandosi di fronte a lui con aria minacciosa. - Ho giocato con bambini dal quoziente intellettivo negativo... per vincere un canotto! -
- Ma è un bellissimo premio! - esclamò il Guardiano del Sole, entusiasta. - Lo useremo subito per fare un bagnetto; vero, bambini? -

- Ok, feccia. Ritorna a riva. - ordinò Xanxus.
Ma il boss si accorse che nulla, sotto di lui, si muoveva.
- Feccia, ti ho detto che devi riportarmi a riva! - ripetè Xanxus, estraendo le pistole. - Non mi ascolti quando parlo?! -
No, in effetti Superbi non lo stava affatto ascoltando: con il canotto legato sul dorso, che lo faceva sembrare più simile ad una tartaruga gigantesca e sproporzionata che non ad un povero essere umano schiavizzato, il poveretto stava annaspando cercando di nuotare in avanti, ma il peso sopra di lui non era facile da spostare. Intanto i suoi occhi cercavano disperatamente mamma Luss.
- Non serve che cerchi la mammina, feccia: è andata a fare acquagym. - disse Xanxus, beffardo. - E ora riportami a riva da Frau. -
In quel momento un grossa mela rovesciata passò davanti agli occhi del povero Superbi, che non appena la vide si chiese se non stesse dando di matto. Poi si accorse del passeggero stravaccato nel cappello di Fran che lo salutava con un cenno della mano e un sorriso a novanta denti, e capì che era tutto vero.
 - Salve, capitano! - ridacchiò Bel.
- Bel... aiutami...! - boccheggiò Squalo.
- Mmmhhh... più tardi... - rispose l'altro, vago, schizzandolo.
Disperato e allo stremo delle forze, lo spadaccino si rivolse al passeggero intabarrato seduto sulla testa dell'altro:
- Mammon... per favore... -
- Quanto sei disposto a pagare? - domandò lei, avida.
Superbi stava per ribattere in maniera poco galante, ma il suo tentativo fu stroncato dal sibilo di un proiettile che gli passò a pochi centimetri dal volto.
- Avanti, feccia, - lo esortò il boss. - Riportami a riva! -  

Intanto, sul bagnasciuga...
- Eccomi qua, bambini! La mamma è tornata! - esclamò Lussuria, con un sorriso smagliante. - Fran, tu non sei in acqua? -
- Io non so nuotare. - rispose il bambino, voltandosi.
- E dov'è il tuo cappello? -
- Laggiù. - rispose Fran, indicando il mezzo di trasporto acquatico brevettato dal sempai.
Luss scosse il capo, sorridendo.
"Chi mai penserebbe di utilizzare un cappello come canotto? Bel-chan è sempre così originale!..." pensò Luss, tra sé e sé. "Anche più di Xanxino... Certe volte anche lui sa essere veramente originale: ad esempio quando inventa delle mansioni da affidare al povero Squ per farlo indignare... Chissà che non ne abbia combinate altre mentre ero via..."
E così si voltò in cerca di Xanxino, allegro e curioso. Ma la sua espressione cambiò radicalmente quando vide Squalo-tartaruga.
- SQUUU!!! - esclamò, sconvolto, buttandosi in acqua per correre al salvataggio del suo terzogenito. - Xanxino, lascia subito andare Squ-chan! O stasera niente cena! -
All'istante in cui quella minaccia raggiunse le orecchie del boss, Xanxus si affrettò a sparare alle corde che legavano la sua vittima al canotto, così che Mamma Luss poté riportarlo a riva sano e salvo.
- Oh, Squ! Stai bene? - chiese Luss, ansioso, con le lacrime agli occhi, mentre lo spadaccino riprendeva fiato.
Squalo non fece neanche in tempo a rispondere, che uno sparo li fece voltare verso il largo.
- FECCIA!!! DOVETE RIPORTARMI INDIETRO!!! -
- E PERCHÉ? - strillò Superbi, che a stento si tratteneva dal tornare in acqua per fare a fette il suo boss.
- Ehm..., Squ... - disse Lussuria, esitante, nell'orecchio dello spadaccino. - Xanxino ha ragione: bisogna andarlo a riprendere perché è ora di tornare a casa per il pranzo. -
- DOV'È QUELL'IDIOTA CON I PARAFULMINI? - chiese Squalo al boss. - FATTI RIPRENDERE DA LUI! -
Xanxus scosse il capo, indicando verso la sua destra.
Il capitano seguì la direzione del dito del suo capo fino a scorgere, a riva, Levi, che, aiutato dall'animatrice di prima e da un paio di braccioli, imparava a nuotare.
- Se non ci vuoi andare tu, Squ, ci penso io. - propose Luss, rientrando in acqua per andare a recuperare Xanxus.

Quella sera, dopo aver cenato, Belphegor decise che era ora di far scontare ai suoi avversari (e non solo) la punizione che aveva accennato loro la sera precedente, e che avrebbe attuato nel caso avesse avuto ragione riguardo al risultato della loro partita a bigliardino.
Perciò, su ordine del principe, la nostra squadra assassina di fiducia partì per andare nel paese più vicino, stipata nella macchinetta di Luss come all'andata. Dieci minuti più tardi, dopo aver parcheggiato la loro vettura, raggiunsero la piazza dove, a causa del mercato settimanale, c'era già un gran numero di gente che affollava le tante bancarelle di gingilli strampalati.
- Allora, signor pazzo, - chiese Squalo, innervosito dalla stessa idea di dover ubbidire al principe. - Che punizione hai intenzione di farci scontare qui? -

- Fatevi avanti, signore e signori! Venite pure, bambini! - con tanto di cilindro in testa, sormontato dalla sua immancabile corona, il principe dei Varia stava davanti a tre tende da campeggio a fiori trovate per caso nel portabagagli della macchina di Lussuria, e unite alla meno peggio per creare una sorta di tendone da circo, sul quale campeggiava la scritta 'Circo Vario' scritta con pennarelli a spirito.
- Non perdete l'occasione di meravigliarvi! - proseguì. - Io, Belphegor, vi darò la possibilità di vedere cose che non immaginereste mai! Venite avanti, signori! Sono solo due euro a biglietto, e con solo cinquanta centesimi in più avrete anche un grazioso regalo per il vostro bambino. - aggiunse poi, indicando, con un bastone da passeggio che aveva ricavato da un ombrello, sempre ritrovato all'interno della loro vettura, i teli che Luss aveva steso a terra e sui quali aveva disposto i premi vinti da Mammon il giorno precedente. - Coraggio! -
Rapidamente, un piccolo gruppo di persone di diverse età si radunò intorno a Belphegor.
- Bene! Dividetevi in gruppi da quattro, riponete i soldi nel cappello che il mio assistente vi porgerà - e detto ciò il principe dette il bastone da passeggio sulla testa di Fran, chiedendogli poi scusa con falso dispiacere. - E seguitemi! -
E li introdusse all'interno del tendone, dove la luce, notevolmente più bassa rispetto all'esterno, dava un tocco di mistero all'atmosfera. Non avevano fatto che pochi passi da quando erano entrati, che Bel li fece fermare davanti ad una tenda.
- Avete mai assistito ad un'opera lirica? - domandò ai suoi spettatori. - Ebbene, ditemi se avete mai sentito una voce così potente come questa! -
Così Belphegor tirò la tenda, scoprendo il povero Superbi Squalo in piedi su un piedistallo, investito dalla luce dei riflettori (frutto di un'illusione di Mammon), con il volto che esprimeva l'animo di una persona sull'orlo di scoppiare, e che non aveva la minima intenzione di cantare.
- Non vi preoccupate, - il principe rassicurò il pubblico, sorridendo. - È ansia da debutto - e si voltò verso Squalo con aria minacciosa. - Vero? -
Ma lo spadaccino lo ignorò.
- Canta pure, mio caro. - continuò Bel, con tono calmo.
Nuovamente Squalo non gli fece caso, e continuò a fissare dritto davanti a sè, furioso e senza mutare espressione.
- Canta, ho detto! - ordinò poi il principe, imperioso, dando un calcio agli stinchi dell'uomo, che per reazione lanciò un potente 'VOOOI!!!' in si bemolle, suscitando lo stupore da parte del pubblico.
- Stupefacente, vero? - domandò il principe al pubblico, ignorando lo sguardo omicida di Superbi. - Andiamo pure avanti. - e così dicendo rimise rapidamente la tenda al suo posto, guidando la truppa verso l'attrazione successiva.
- Ora ditemi, miei cari ospiti, - chiese la guida, appoggiando la mano su un'altra tenda. - Avete mai desiderato di conoscere il vostro futuro? Magari sentirvelo raccontare da un vostro parente defunto? Bene, se non lo avete mai fatto, questa sarà la vostra occasione! -
E levata la tenda, Bel scoprì al pubblico una pedana rialzata dove, seduto su Frau, Xanxus stava dormendo profondamente davanti ad un tavolino, sul quale era appoggiata una specie di Gioco dell'Oca improvvisato.
- Chiedete al nostro medium qualsiasi cosa desiderate sapere, lui cadrà in trance e vi riferirà il responso della vostra richiesta. - spiegò Belphegor.
- Che bello! Che bello! Ho sempre desiderato incontrare un medium! - esclamò una ragazza del pubblico, dai lunghi capelli biondi, sorpresa.
- Bene, signorina, questa sarà la sua occasione. - rispose Bel. - E di che domanda si tratta? -
- Oh, be'... non lo so... - rispose lei, voltandosi verso una sua coetanea castana che le stava accanto e sussurrandole qualcosa. L'altra le rispose nello stesso tono di voce, poi entrambe risero, proprio come chi sta discutendo in modo pettegolo; e alla fine la bionda tornò a rivolgersi a Bel. - Voglio sapere come sarà mio marito. -
- Ok... -
- E lo voglio sapere dalla mia bisnonna! - aggiunse la ragazza.
"Mh, esigente, questa!" pensò Bel, irritato, ma sempre sorridendo, prima di rivolgersi a Xanxus:
- Hai sentito, medium? Questa graziosa ragazza chiede di sapere dalla sua bisnonna come sarà suo marito. Cosa dice la signora? -
Non appena Bel terminò la frase, Mammon, nascosta sotto la tovaglia del tavolino, dette una leggera gomitata a Xanxus, cercando di svegliarlo senza farlo imbestialire, affinché facesse qualcosa per dare l'impressione di cadere in trance. Ma riuscì invece a farlo innervosire, e così il boss, con un ruggito, sbatté violentemente i pugni sul tavolino, facendo tremare il Gioco dell'Oca, poi tornò a dormire.
I presenti, e soprattutto le due ragazze, rivolsero degli sguardi interrogativi a Bel, che dopo aver brevemente riflettuto su come meglio spiegare quei gesti insensati, disse semplicemente, con un sorriso:
- Deve perdonarlo, signorina. Il nostro medium è un po'burbero. Voleva solo invitarla a sedere di fronte a lui e a congiungere le vostre mani. -
La bionda annuì, confusa, e poi eseguì gli ordini del presentatore, sedendosi di fronte a Xanxus e prendendogli le mani. Improvvisamente Mammon, da sotto il tavolo, cominciò a creare delle illusioni volte a simulare la situazione di trance e un'atmosfera da seduta spiritica che coinvolse tutti i presenti.
- Dimmi un po'... - cominciò Mammon, rivolta alla ragazza, simulando la voce di Xanxus con un'altra illusione. - Com'era la voce della tua bisnonna? Potrebbero esserci delle interferenze con altri spiriti, ed è bene che tu sappia riconoscerla. -
- Davvero? Non lo sapevo! - esclamò la ragazza, sorpresa.
"Neanche io." pensò tra sé e sé l'illusionista, riflettendo sull'attendibilità di ciò che aveva appena detto.
- A dire il vero non ho mai sentito la voce della mia bisnonna. - continuò la bionda.
"Ma tu guarda! Chiede un responso da una persona che non ha mai neanche conosciuto! È proprio ingenua!... Meglio così: potrò utilizzare la mia voce naturale."
- Spero, allora, che lei sappia riconoscerti. - concluse Mammon, prima di cominciare a muovere (con l'ennesima illusione) le pedine poste sul tavolo e riprendere la sua voce normale.
Così, con l'atteggiamento di chi si trova, suo malgrado, a fare il deficiente, Mammon cominciò la sua recita.
- Chi è che mi richiama dal mio sonno eterno? - l'illusionista pronunciò quelle parole con la sua voce naturale, solo con maggiore lentezza e con aria oltretombale.
- Wow! Che forza!... Sono io, nonnina: la tua bisnipote! - rispose la bionda, elettrizzata, salutando a destra e a manca con una mano in cerca della bisnonna.
- Guarda di fronte a te, bisnipote. - la rimproverò Mammon, scuotendo il capo. - Sono dietro al medium, anche se tu non mi vedi. -
La ragazza ubbidì, guardando oltre le spalle di Xanxus nella speranza di vedere la sagoma della sua bisnonna.
- Perché mi hai richiamata? - chiese l'illusionista.
- Be'... io vorrei sapere come sarà l'aspetto del mio futuro marito. -
E qui veniva il bello. Mammon non sapeva proprio come descrivere questo maritino. Poi ebbe un'idea, e riprese a parlare:
- Quale dei tanti? -
La ragazza impallidì. Poi il sorriso più largo del mondo apparve sul suo volto.
- Descrivili tutti!!! - esclamò, euforica.
Stavolta fu Mammon ad impallidire.
- Be'... uno sarà dolce e gentile, un altro testardo ma leale e protettivo, un altro ancora carino, intelligente e sportivo. E poi un altro sarà splendido ma geloso, un altro sarà spiritoso, un altro bello... -
- Mamma mia, quanti!... Ma uno di loro sarà un genio? E sarà molto carino e dolce? - intervenne la ragazza, curiosa.
Non sapendo più che inventarsi, l'Arcobaleno cercò di guadagnare tempo fingendo un'interferenza e facedo qualche gioco di luci e nuvole di vapore dal nulla, che seminarono un leggero panico tra il pubblico, poi decise di concludere quella faccenda nel modo più freddo, rapido e incisivo possibile, proprio come si addice ad una spietata donna d'affari del suo calibro:
- Se vuoi un tipo così, guarda alla tua sinistra. -
La ragazza si voltò, sorpresa, incontrando la fratina di un Belphegor totalmente spiazzato da quelle parole, che raggiunse lo sbalordimento totale quando quella pazza gli saltò addosso.
- Addio, cara nipote! Devo andare! - si congedò Mammon, con voce spettrale.
- Un momento, nonna! Tu ed io non abbiamo ancora finito! - esclamò Bel, furioso, rivolgendosi poi ai suoi 'clienti' con tono più calmo. - Vogliate scusarmi... -
E così dicendo sparì sotto il tavolo e ingaggiò una lotta con Viper, la quale riuscì a svignarsela subito grazie ad un'illusione.
- Bene! - disse il principe riemergendo, rimettendosi in ordine i vestiti e aggiustandosi il cilindro coronato in testa. - Andiamo, gentili signori! C'è un'ultima attrazione che vi attende dietro questa tenda: la più incredibile di tutte! -
Sempre più incuriosito, il piccolo gruppo seguì Bel per pochissimi passi, poi il genio si fermò, e si voltò verso il suo pubblico con un'espressione che tradiva una risata a stento trattenuta.
- Ora mi rivolgo a voi, mie care signore - disse, sempre sorridendo. - Sono certo che avete avuto a che fare con i lavori domestici. - fece una breve pausa. - Ebbene, vi invito a guardare a questi piccoli impegni pensando che c'è qualcuno che sta peggio di voi. Non lo dico tanto per dire: è una verità indiscutibile. E, dato che dalle vostre facce scettiche mi pare di non avervi affatto convinte, vi mostrerò la nostra ultima attrazione: la vera casalinga disperata, in carne ed ossa! - fece una breve pausa, proseguendo poi con tono leggermente agitato. - Se ci sono persone facilmente impressionabili sarà bene che evitino di guardare. E mi raccomando, bambini: chiudete gli occhi! - e infine proseguì con lo stesso tono da presentatore di prima. - Signore e signori, ecco a voi Levia! -
E con un gesto da prestigiatore tolse la tenda di fronte alla quale si era fermato, mostrando agli occhi del suo pubblico il caro vecchio Levi, vestito con un completino da massaia, con tanto di bandana in testa, grembiule e piumino per spolverare in mano.
Un 'Oh!' di stupore, indignazione e sconcerto si levò dal piccolo pubblico, il che fu musica per il genio dei Varia, che ne approfittò per affondare ancor di più il coltello nella piaga.
- Guardate il suo volto, segnato dalla fatica quotidiana delle pulizie! Guardate: è così impegnata che non ha neanche il tempo di andare da un'estetista! - disse Belphegor, con tono da attore di tragedie, ignorando le occhiate omicide di Levi (scusate: Levia). - Ricordatevi della nostra Levia, e pensate a lei ogni volta che fate le pulizie. Vi terrà su di morale sapere che c'è chi sta peggio, molto peggio di voi. - fece una breve pausa, poi cambiò rapidamente il tono di voce, tornando alla modalità 'presentatore', e aprendo un lato della tenda da campeggio per far uscire il gruppo al suo seguito. - Il tour guidato è finito, miei cari ospiti! Spero che abbiate gradito, e vi ricordo che, con soli cinquata centesimi, potrete acquistare un grazioso giocattolo per il vostro bambino presso quel Cappellaio Matto laggiù. -
E così andò avanti per molti altri gruppi, fino e ben oltre l'una di notte. Al termine del loro Circo Vario, i nostri assassini avevano racimolato un bel gruzzoletto, il cui valore stupì la stessa Mammon.


*(Ann Connù = nome dell'animatrice > unconnu [francese] = sconosciuto)
  
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