Salve gente! Da quanto tempo, e si dopo mesi di passione travolgente per naruto sono riuscita a postare un nuovo capitolo, più spinta dai sensi di colpa che dall’ispirazione, quindi vogliate perdonarmi se la fic sarà scadente o non proprio originale, ma mi ci vuole un po’ per riprendere il turno!! Ringrazio tutti quelli che leggeranno e ancor più quelli che commenteranno. Vi prometto comunque che il prossimo capitolo sarà sicuramente migliore! Buona lettura!
Aspirapolvere da una parte. Palmare
dall’altra. Un’occhio alle pentole ogni 5 minuti per
evitare che la cena si bruci; l’altro al figlio che socializzava con un avvitatore
automatico.
Stressante, decisamente stressante.
Da ragazza aveva sognato una
vita tutti lustrini e paillettes, con una famiglia perfetta, con un figlio non
attaccabrighe, un marito non possessivo altamente irritabile
maniaco del combattimento ed estremamente rude, e tranquillità, oddio, la
tranquillità aveva iniziato a desiderarla quando aveva iniziato a vivere con
lui.
Ora invece si ritrovava
sobbarcata dal lavoro, dai piatti e da due bambini che non le davano pace, si due bambini; perche cavolo non ne bastava uno?! Cioè se uno dei due fosse stato più maturo le cose sarebbero
andate molto meglio…
Tunc.
Ed il buio scese sui loro corpi.
-Mamma…-
-si, tesoro, si è staccata la corrente, lo vedo anch’io…- respirare, bisogna soltanto respirare.
-sai dov’è tuo padre, amore?-
-si, era in laboratorio fino
a qualche momento fa…-
ok. Vegeta + laboratorio + scatto
della corrente = omicidio
-va bene, Trunks tu resta
qui, fermo e seduto sul divano, ora aggiusto questo pasticcio-
Velocemente si diresse verso
il laboratorio, che raggiunse dopo aver sbattuto contro tre muri, due piante e
forse un robot….
All’entrata solo una luce
gialla illuminava l’enorme stanza
-Vegeta-
nulla.
-V-vegeta- tono altamente sclerotico
-Donna-
-COSA DIAMINE è SUCCESSO??-
-e cosa vuoi che ne sappia io
secondo te?!?-
-Ah non lo so, dimmelo tu
mister faccio-casini-e-poi-non-ho-il-coraggio-di-ammetterlo-
-Non ti permetto di darmi del
codardo-
-e allora sentiamo la verità…-
-quei cosi, è colpa loro-
sguardo impercettibilmente dispiaciuto (impercettibilmente)
-definisci meglio quei cosi-
-quei tubi lamellari bianchi-
-si i tubi della….ah…aspetta un momento, ho capito, ma certo, ti sono sembrati
dei vermi e li hai colpiti… non è vero?-
-uhm, forse- dannata creatura terrestre
-oh, dai levati tontolone e fammi
luce, che devo riparare questo disastro…-; il marito
non potè che obbedire, ma a suo modo, avvicinando i loro corpi fino a non
lasciare passare neanche un filo d’aria tra uno e l’altro.
-va bene così illuminato?-
-più che bene…- in fondo, un po’
di tranquillità se la stava godendo quel giorno…ma poi, com’è che si
aggiustavano i fili della corrente?
Fatemi sapere cosa ne pensate!
besos