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Autore: _Fedra_    08/07/2014    2 recensioni
"Voldemort si voltò verso la ragazza. Nonostante fosse completamente paralizzata dalla paura, Jane riuscì a sostenere il suo sguardo. Finalmente avrebbe avuto le risposte che cercava. Quelle risposte che non aveva mai trovato il coraggio di ammettere.
–Sì sono stata io! – rispose decisa. – E non mi importa minimamente di chi sia Edmund!
–Oh, ne sei proprio sicura, piccola Mezzosangue? – chiese Voldemort con un ghigno. – Nemmeno se ti dicessi che è mio figlio?"
Finalmente, il terribile mistero che avvolge le origini di Edmund avrà tutte le risposte. La battaglia finale si avvicina e Jane Potter si ritrova a un bivio dal quale non potrà tornare indietro: continuare a combattere al fianco di suo fratello o restare accanto al ragazzo che ama.
L'unica speranza è celata nella misteriosa profezia pronunciata dalla Cooman molti anni prima, che potrebbe cambiare completamente il corso della Storia.
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Edmund Pevensie, Susan Pevensie
Note: Cross-over, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La profezia dell'Erede'
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Capitolo 2

HORCRUX E PROFEZIE

~

 

 
 
 
 
 
Hogwarts, 17 anni dopo…
 
 
Dense nuvole grigie si addensavano nel cielo basso e tempestoso.
Una brezza carica di pioggia increspava la superficie plumbea del lago, spettinando i capelli neri di un ragazzo accovacciato sulle sue rive.
Le sue lunghe dita bianche strappavano distrattamente ciuffi d’erba mentre i suoi occhi vagavano verso l’alto.
A pochi metri da lui, la sagoma nera di un enorme cavallo alato lo osservava silenziosamente, ondeggiando appena la grossa testa simile a quella di un drago.
Di tanto in tanto, la creatura raspava nervosamente il terreno con lo zoccolo.
−Non ho voglia di volare oggi, Tenebrus – disse il ragazzo distrattamente.
In tutta risposta, il Thestral lanciò un lugubre richiamo acuto a mo’ di protesta.
Sentendosi in colpa, il ragazzo gli si avvicinò, prendendo a grattargli le orecchie con la mano.
−Tu lo sai che sono preoccupato per Jane – gli sussurrò piano.
Tenebrus emise un gorgoglio sordo, mordicchiandogli affettuosamente una manica.
In quel momento, un nitrito acuto vibrò nell’aria.
Con il cuore in gola, il ragazzo guardò verso l’alto e fu subito travolto da una sensazione di sollievo nel vedere il grande pegaso bianco come la neve planare verso di loro.
Non appena la creatura toccò il prato con gli zoccoli, una piccola figura bruna scivolò giù dal suo dorso, tuffandosi direttamente tra le braccia del ragazzo.
−Edmund – sussurrò dolcemente, la testa premuta contro il suo petto.
−Mi hai fatto stare in pensiero, Jane – rispose lui accarezzandole i lunghi riccioli scuri e ribelli. – Non tornavi più.
−Lo so. Sono stata intrattenuta a Hogsmeade più del solito.
−Hai avuto problemi con i Mangiamorte?
−Per fortuna no.
I due ragazzi si sedettero sulla riva del lago.
A pochi passi da loro, i loro destrieri pascolavano placidamente uno accanto all’altro.
Jane si rannicchiò contro il petto di Edmund, prendendo a disegnare cerchi invisibili sul suo petto, gli occhi verdi persi nel vuoto.
−Hai scoperto qualcosa? – domandò il ragazzo dopo un po’.
−No, è stato un viaggio a vuoto – rispose Jane cupamente. – E tu, sei riuscito a pedinare Malfoy?
−Non ho fatto altro per tutto il pomeriggio, ma né io né Harry siamo riusciti a entrare nella Stanza delle Necessità. Non abbiamo la minima idea di che cosa combini lì dentro.
−Non mi piace. E la cosa peggiore è che Silente continua a ribadire la sua innocenza, nonostante tutti gli incidenti che ci sono stati quest’anno. Se solo penso che per poco Ron non muore avvelenato…
−Ho seguito tutti gli spostamenti di Malfoy, ma il suo comportamento è tutto meno che sospetto, quando si trova nel dormitorio – disse Edmund – Anche Adam lo sta pedinando, ma finora ha trovato tutto regolare.
−State attenti, voi due. Lo sai benissimo che il suo bersaglio potresti essere tu – osservò Jane preoccupata.
−Se fossi davvero il suo bersaglio, a quest’ora Malfoy avrebbe trovato mille e uno modi per farmi fuori. Siamo nello stesso dormitorio, trascorriamo insieme tre quarti della giornata. Di certo per lui sarebbe un gioco da ragazzi venire a farmi la festa mentre dormo – il ragazzo si interruppe subito, notando l’espressione allarmata di Jane. – Quindi credo di non essere il destinatario di tutti quei manufatti altamente letali. Se ci pensi bene, sia la collana maledetta che il vino avvelenato dovevano essere consegnati a Silente.
−Dimentichi chi è la zia di Malfoy – disse la ragazza fissandolo dritto negli occhi.
−Bellatrix Lestrange, lo so.
−Quella donna l’estate scorsa ti ha riconosciuto. Scommetto che ora Voldemort sa dove ti trovi.
−Voldemort non può venire qui finché c’è Silente. Stai tranquilla.
Jane sospirò, rannicchiandosi ancora di più contro di lui.
Edmund le circondò dolcemente la vita con il braccio.
−Ehi, non starmi così giù – cercò di consolarla il ragazzo.
Jane levò lo sguardo verso di lui, sfoderando una delle sue solite smorfie maliziose.
−Ti sembra che sto diventando musona, ultimamente? – gli chiese nervosamente.
−Un po’ – rispose Edmund sul vago.
−Un po’ quanto?
−Livello Mirtilla Malcontenta, direi.
−NON È VERO! – strillò Jane allungandogli un pizzicotto sul fianco.
Edmund lanciò un urlo e scoppiò a ridere divertito, prendendo a farle il solletico a tradimento.
−Ehi, non vale! Ahi, smettila, dai! – esclamò la ragazza scoppiando a ridere.
In un attimo, i due si erano lanciati in una vera e propria lotta sul prato umido di pioggia, ridendo come matti nonostante fossero ormai completamente zuppi e sporchi di terra.
−Che diavolo state combinando, voi due? – esclamò in quel momento una voce alle loro spalle.
Sia Edmund che Jane sbiancarono.
Si erano bloccati una sopra l’altro, lei seduta a cavalcioni sulla pancia di lui, tenendogli bloccati i polsi con le mani.
−Spero di non aver interrotto niente – proseguì la voce di Harry, rivolto in particolar modo verso sua sorella.
Jane si rimise in piedi d’istinto, spazzolandosi alla meglio la terra dai vestiti.
−Ciao, fratellone! – lo salutò profondamente imbarazzata.
Edmund la imitò timidamente.
Da quando lui e Jane stavano insieme, si era trovato più volte a disagio nei confronti di Harry.
Era come se fra i due fosse improvvisamente nata una sottile ostilità.
Forse perché, mentre la vita sentimentale di sua sorella andava finalmente bene, il ragazzo si trovava a combattere contro la gelosia verso l’innumerevole stuolo di spasimanti che correvano dietro a Ginny Weasley.
Edmund sperava tanto che le cose sarebbero cambiate una volta che i due si erano messi finalmente insieme, ma dall’espressione a un tempo sorpresa e sconcertata dipinta sul volto di Harry si vedeva benissimo che era inutile farsi tante illusioni.
−Ti ho vista arrivare dalla finestra della biblioteca – proseguì il ragazzo indicando il castello alle loro spalle. – Devo parlarti urgentemente. Silente mi ha detto delle cose mentre eri via.
−Va bene.
 Jane lanciò un’occhiata eloquente a Edmund.
Era tutto l’anno che i gemelli Potter venivano ricevuti in segreto da Silente, senza poter rivelare a nessuno ciò che veniva detto in quelle riunioni.
Da ciò che gli avevano accennato, il ragazzo sapeva che il Preside stava confidando loro informazioni di massima importanza per sconfiggere Voldemort.
Il problema era che, non potendo sapere nulla di tutte queste riunioni, in presenza di Harry Edmund era costretto il più delle volte a sloggiare per non sentire i loro discorsi.
La cosa stava diventando sempre più irritante.
−Ci vediamo a cena, okay? – borbottò il ragazzo, le mani affondate nelle tasche.
−Non farò tardi, te lo prometto – lo rassicurò Jane lanciandogli uno dei suoi sorrisi a settantadue denti.
−Ti aspetto nella Sala di Ingresso. Ciao, Harry!
−Ciao.
Mentre Edmund si arrampicava alla volta del castello, una grossa goccia d’acqua si posò sul naso di Jane, seguita a ruota dalle compagne.
−Ne parliamo alle serre, okay? – propose la ragazza richiamando Ulisse, il suo pegaso.
−D’accordo – rispose Harry seguendola a ruota.
Con una folle corsa, i due gemelli raggiunsero la piccola stalla costruita da Hagrid vicino alle serre.
Harry restò a fissare nervosamente Jane mentre dissellava e strigliava Ulisse, la schiena incollata alla parete.
−Tutto bene, Harry? – domandò la ragazza notando la sua espressione torva.
Per qualche attimo, il ragazzo non rispose.
I suoi gelidi occhi verdi non avevano il coraggio di incontrare quelli gemelli.
–L’ha trovato – rispose a voce bassissima, quasi un sussurro.
–Dunque, Silente ha trovato un altro Horcrux – intervenne Jane. – E dov’è?
–Non me l’ha detto. Tu, invece?
–Non è andata come speravo. Sono riuscita a fissare un incontro con AndromedaTonks non appena ho saputo della profezia, ma lei non ha potuto dirmi nulla a riguardo. Ha fatto il Voto Infrangibile e l’unica persona a cui era concesso conoscere il segreto secondo una clausola del giuramento è morta.
–Chi era?
–Sua sorella, Alhena Black.
Harry rabbrividì.
Lei? – sussurrò col fiato mozzo.
Per un attimo, l’agghiacciante ricordo del loro rapimento avvenuto anni prima da parte di quella donna orribile rivisse nelle menti di entrambi.
Quel volto bellissimo, deformato dalla follia dei suoi immensi occhi neri e dalle labbra vermiglie stirate in un ghigno, tormentava ancora i loro sonni.
–Lei – rispose Jane in un sussurro. – È stato Voldemort a ucciderla, ne ho la conferma – proseguì Jane. – È accaduto subito dopo il suo ritorno.
–Ma perché? Da quello che sappiamo, questa Alhena era una delle sue seguaci più devote, forse ancora peggio di Bellatrix Lestrange!
–È proprio la tua ultima affermazione a preoccuparmi – ribatté la ragazza. – Io e te sappiamo fin troppo bene a che livello possa spingersi la sconsiderata devozione che Bellatrix nutre verso Voldemort. A quanto pare, la sua sorella maggiore era in grado di fare molto peggio.
–Cosa vuoi dire?
Jane si morse il labbro nervosamente.
Ogni suo pensiero la riportava a Edmund: la notte in cui lo salvò, era prigioniero proprio della Black.
Il suo passato era un mistero che si faceva sempre più inquietante man mano che i Potter andavano avanti nella loro caccia agli Horcrux.
Tutto era cominciato l’estate precedete, quando Silente aveva parlato in privato ai gemelli dell’esistenza di una seconda profezia.
Una profezia che avrebbe sconvolto l’intera storia della loro comunità.
E che conteneva il segreto per sconfiggere Voldemort.
Sulle prime, la ragazza aveva pensato che si trattasse del settimo Horcrux, quello più potente.
Ed era per questo che, non appena aveva scoperto che l’unica testimone oculare rimasta era proprio Andromeda Tonks, madre della sua grandissima amica Ninfadora, la strega si era precipitata da lei, sicura di apprendere la verità.
Peccato che invece avesse riportato solo una cocente delusione.
E la cosa peggiore era che la sua paura per Edmund cresceva di attimo in attimo.
Jane  si era affezionata a lui più di chiunque altro all’interno di Hogwarts.
Era stata lei a trovarlo e a salvarlo da una morte certa. Si ricordava delle agghiaccianti condizioni in cui versava durante la sua prigionia.
Molti bambini erano stati rapiti da quella donna orrenda prima di lui, i due gemelli compresi.
Fin troppi non erano mai tornati indietro.
L’unica loro colpa era quella di avere il sangue sporco, come dicevano quei malati mentali che si facevano chiamare Mangiamorte.
Che cosa importava se poi Edmund, al contrario di ogni aspettativa, era stato spedito a Serpeverde non appena il Cappello Parlante aveva sfiorato la sua testa?
E il fatto che Harry non potesse avvicinarsi a lui senza essere accecato dalle fitte di dolore alla cicatrice?
Non poteva essere semplicemente un segno della rabbia di Voldemort per avergli sottratto una vittima, come accadeva di solito?
–Forse lei aveva l’Horcrux più importante – tagliò corto Jane, sperando con quelle parole di fugare i suoi terribili presentimenti.
–Nel frattempo, devo pensare a questo.
–Quando si parte?
–Andremo io e Silente, stanotte.
Jane sgranò gli occhi stupefatta.
Quella risposta l’aveva completamente spiazzata.
–Come sarebbe a dire “io e Silente”? – chiese esterrefatta.
–Hai capito benissimo: partiamo io e lui.
La strega incrociò le braccia sul petto con stizza.
–Perché? – esclamò, il tono della voce improvvisamente alto e minaccioso. – Non pensate che dovrei venire anch’io?
–Silente ha insistito perché andassi da solo.
–Ah, certo! Come se non fossi tua sorella!
–Per favore, Jane…
–NO!
La ragazza scattò in piedi, fissando il fratello dall’alto in basso, le iridi verdi che emanavano lampi.
Sapeva fin troppo bene cosa succedeva quando lei e suo fratello venivano divisi.
–Da quando Silente ha tirato fuori quella storia del Prescelto, tra me e te si è come aperto un abisso. Prima ti seguivo ovunque, Harry. Abbiamo rischiato gli stessi pericoli insieme. Io ho sempre sostenuto la tua causa, la nostra causa, e non ho mai indugiato quando si trattava di rischiare la vita. Ma adesso? Sono cosciente che Voldemort ha ucciso i nostri genitori. Sono cosciente che la nostra missione è distruggerlo. E che siamo gli unici in grado di poterlo fare.
–Jane…
–Tu non hai idea di quanta fatica ho fatto ad accettare l’idea di essere orfana, di avere un altro cognome e di essere dotata di poteri soprannaturali quando per undici anni credevo di avere una famiglia tutta mia, che mi amava e che mi proteggeva!
Questa volta, la ragazza era andata ben oltre il limite di sicurezza.
Aveva appena centrato il punto debole di Harry.
–Appunto per questo è giunto il momento che le nostre strade si dividano! – tuonò il ragazzo, balzando in piedi a sua volta inferocito. – Per quanto abbiamo lavorato insieme in tutti questi anni, io e te siamo rimasti divisi per troppo tempo per riuscire a ricostituire la nostra famiglia. È inutile negarlo, io sono sempre stato immerso in questa situazione infernale il doppio di te! Tu non hai cicatrici brucianti sulla fronte! Tu non ti sei mai sentita davvero orfana! Tu non hai mai passato l’incubo che ho passato io, almeno finché non è venuta quella strega a prenderti a forza nel cuore della notte!
A quel punto, la vena di orgoglio tipica dei Potter esplose anche nel cuore di Jane.
–Mi stai dando della codarda? – ruggì furibonda. – O forse non ricordi che, mentre tu rischiavi la vita nel Torneo Tremaghi, io ero rinchiusa in un sotterraneo puzzolente a lottare tra la vita e la morte fino a quando non sono riuscita a salvarmi la pelle, oltre che quella di Edmund?
–Un atto eroico, davvero. Ma non te la sei mai vista da sola con Voldemort.
–Ma non vedo l’ora di fargliela pagare per avermi rovinato la vita comunque, razza di egoista che non sei altro!
–Egoista io? No, no, cara sorella, è chiaro che non ci siamo capiti. La profezia non parlava di gemelli, ma solo di me. Sono io colui che è stato prescelto e io porrò rimedio a questa situazione, mi sono spiegato? E non mi serve l’aiuto di una persona di cui per undici anni ho ignorato l’esistenza.
Nonostante stesse lottando come una furia per non darlo a vedere, gli occhi di Jane si riempirono di lacrime.
Ti odio! – ringhiò prima di uscire dalla stalla.



Angolo Me

Buongiorno a tutti! :)
Oggi per me è il primo giorno di vacanza (anche se per poco) e ne ho approfittato per aggiornare con qualche ora d'anticipo...
Come vedete, la situazione si è leggermente evoluta rispetto al prequel.
Edmund e Jane stanno ormai insieme, ma la cosa sembra alimentare una spaccatura che si è creata tra lei e Harry.
Cosa accadrà ora che il ragazzo partirà da solo per la caccia agli Horcux, lasciando Hogwarts completamente in balìa di Malfoy?
E qual è il vero obiettivo del giovane Mangiamorte, oltre l'omicidio del Preside?
Premetto che dalla battaglia in poi mi distaccherò molto dalla versione della Rowling.
Ergo, tenetevi forte! ;)
Ci aggiorniamo martedì prossimo!
Grazie mille per tutti coloro che hanno recensito il primo capitolo :)

Come sempre, ecco il link della mia pagina Facebook, con tutti gli aggiornamenti in tempo reale: 
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F.
 
   
 
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