Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Black Iris    09/07/2014    1 recensioni
I Nephilim sono sia angeli che umani, sono tra le razze più ripudiate dal mondo, ma dalla loro esistenza dipende il destino del mondo. Il mondo è sull'orlo dell'apocalisse, l'inferno sta per riversarsi sulla terra, ma loro possono fermarlo, loro e gli angeli che si sono ribellati al paradiso.
Una famiglia stana e particolare: sei Nephilim fratelli, un padre angelo e una madre... magari meglio lasciare la sorpresa.
Buona lettura a tutti!
^_^
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Adele non aveva mai avuto atteggiamenti da demone, ma ora che li stava avendo la sua parte umana stava pian piano svanendo. Aveva gli occhi gialli e da un po’ di tempo aveva dei forti mal di schiena, segno che le ali da demone sarebbero uscite a poco. Non le voleva quelle ali. Avrebbe volentieri preferito le ali piumate degli angeli, quelle da demone le ricordavano ancora di più l’inferno.
Vivian aveva invece una missione speciale: intrufolarsi a Friburgo. “Niente di più facile” pensava con ironia.
Aveva preparato un incantesimo arcano che le permetteva di trasmettere il suo riflesso ovunque.
 
Julia non lavorava più da quando il canile era stato chiuso e sequestrato dalla polizia. Le sue giornate erano ridotte a lavora in casa, uscire delle volte e ultimamente andava spesso in giro con Chris. Da lui aveva capito che c’era una situazione molto fragile e che Friburgo era sicura. Quello che sapeva però non sarebbe bastato a metterla in pericolo e poteva dirsi contenta.
Era nella sua stanza ad ascoltare in loop la stessa, triste canzone. Il comodo letto circondato ai lati da pupazzi era uno dei pochi posti in cui si sentiva a casa e lì poteva anche sfondare sul materasso quando era stanca e fu così che fece quando entrò, con le cuffie alle orecchie. Era sfinita, in altri giorni sarebbe uscita a cercare lavoro fuori dalla città, ma sapeva che sarebbe potuto essere pericoloso.
Davanti a lei si materializzò una figura di donna, molto carina, che la guardava con occhi penetranti: Vivian.
-che fai? Dormi?- chiese spaventandola.
Julia si alzò dal letto di scatto e rimase di sasso nel vedere di fronte a lei la stessa figura che c’era al canile. Provò a gridare aiuto, ma il fiato non usciva dalla bocca e riusciva solo a balbettare cose incomprensibili.
-Julia, vero?- disse Vivian osservandola compiaciuta, -noi due ci siamo già incontrate, ricordi? Come non potresti ricordare?- continuò, -c’è una cosa che devi fare per me: morire.- e le scagliò contro una luce oscura che le avvolse tutto il corpo. A quel punto Vivian scomparse e al suo posto rimase solo un penetrante odore di zolfo.
 
-Signora Entschuher, sono Chris, mi farebbe entrare per favore?- disse il Nephilm alla porta principale della casa di Julia.
Dentro, anche se ci era stato tante volte gli sembrava sempre più buio e l’incredibile passione della madre per i gatti lo inquietava. Andò nella stanza dell’amica, al primo piano. Bussò chiamandola un paio di volte, ma non ricevette risposta. Abbassò la maniglia, con cautela, il suo sesto senso era in allarme.
Dentro c’era l’inconfondibile puzza di demoni. La madre gli aveva detto che non era uscita, ma dentro lei non c’era. Corse fuori a cercarla nei posti che frequentava abitualmente con lei, magari era solo andata ad aspettarlo da un’altra parte, “forse mi sto solo illudendo”, pensava.
 
Quando Julia aprì gli occhi le sembrava di essere dentro ad un sogno, i rumori e la concretezza delle cose sembravano finte. Davanti a lei c’era una figura alata, ma non le ali degli angeli che aveva visto sulla schiena di Keiran una volta e neanche le ali da Nephilim che aveva visto in un immagine. Erano ali maestose, bellissime ai suoi occhi, con venature color fuoco e quasi diafne. La figura restava immobile davanti a lei illuminato da una luce potente che li impediva di vedere bene il volto, però intravedeva bene due corna da ariete e gli occhi dorati che la fissavano profondi. Disse qualcosa a voce alta, ma era incomprensibile, sembrava quasi che pronunciavano gli angeli quando parlavano tra di loro, ma con un tono più malvagio e quasi più umano.
-la capisci la lingua dei demoni, umana?- chiese la figura davanti a lei.
-No..- biascicò cercando di dimostrare che non aveva paura, ma le tremavano le gambe.
-seguimi- disse la figura aprendo sempre di più le ali.
Intorno a lei si creò un panorama che non aveva mai visto prima. Era un immensa valle, circondata da mura di fuoco nero e si vedevano anime dentro di esso che bruciavano. Orribile sentire quei lamenti. Lei fluttuava in aria e sotto di lei c’era un trono d’ossa. Cadde nel trono e le piombarono addosso anche una corona di rovi e sulle gambe cadde un tridente. Era spettacolare, aveva gemme sconosciute incastonate nel manico, mentre i denti erano di fuoco.
-questo è l’inferno?- chiese quasi tra le lacrime.
-no- rispose il demone, -questo è l’olio. Un luogo in cui vengono mandati i demoni e in cui la nostra essenza viene purificata- spiegò con voce fredda.
-e io sono morta?- chiese trattenendosi più che poteva.
-no, cioè si, ma solo parzialmente. Adesso ti spiego: tu sei un anima pura e quindi non puoi morire, ma se intendi che il tuo cuore si è fermato e che i tuoi organi non funzionano più, si, sei morta-
-cosa? No, non puoi dire veramente.. non posso essere morta..- disse con un filo di voce.
-ma quella terrena non è l’unica morte- disse con un sorriso perfido stampato in volto, -ce n’è una peggiore ed è la morte della tua essenza, se morisse quella tu cesseresti di esistere-
Julia abbassò la testa e cercò di fare una domanda, ma fu interrotta dal demone.
-non sei ufficialmente morta, se questo ti è d’aiuto e no, le anime pure non vanno in paradiso- le poteva leggere le domande in volto, -vedi, per le anime pure non esiste una morte terrena, ma solo un’estinzione spirituale. Le anime pure non vengono mai macchiate dal peccato e sono tra le creature più potenti del creato. Tutto il tuo potere sarebbe inutile in paradiso, la tua forza è paragonabile solo a quella dei Nephilim e solo tu puoi purificare le anime, cancellare il peccato, rimuovere gli errori-.
-E questo cosa centra con queste cose?- disse indicando la corona e il tridente.
-Tu e solo tu puoi spegnere il fuoco dell’oblio con quel tridente e la corona fa in modo che i demoni ti obbediscano. Qui gli viene data la possibilità di redimersi dalle loro malefatte e decidere se restare demoni o andare in paradiso. Optano quasi sempre per la prima- disse quelle ultime parole trattenendo un moto di risata, -e poi, se cercano di scappare sei autorizzata ad ucciderli definitivamente. Allora, ti piace la mia proposta?-
-Neanche per idea! Non ho intenzione di restare qui a fare da guardia ai demoni, voglio andarmene di qui!- gridò con tutto il fiato che aveva in gola.
Il demone spalancò le ali e alzò un forte vento verso la ragazza, si alzò in aria e pronunciò qualcosa nella sua lingua.
-E sia, ma per tornare in vita dovrai sconfiggermi, perché sono io l’attuale Re dell’oblio, l’unica e sola anima pura che è nata da migliaia di anni. Affrontami e se vincerai ti sarà data la vita, se no mi sostituirai in questo mondo e io non sarò più vincolato da niente-.
 
Vivian era nello scantinato della baita e lì davanti ad uno specchio aveva recitato la formula che le aveva permesso di  materializzare una copia di lei davanti all’anima pura. Se sarebbe andata al posto dell’attuale Re dell’oblio quel demone sarebbe tornato e si sarebbe alleato con loro, visto che neanche lui voleva l’apocalisse. Julia invece essendo amica dei Nephilim avrebbe sicuramente seguito le loro indicazioni impedendo ad ogni demone di lascare l’oblio fino a quando la possibilità di scatenare l’inferno in terra non si sarebbe concretamente annichilita.
Quello che sia lei che Adele volevano era impedire ad altri demoni di portare avanti la pazza idea di liberare Lucifero. Forse era stata una scelta un po’ azzardata quella, visto che avrebbero attirato l’attenzione dei demoni, ma con i nuovi poteri di Adele non c’era modo di sconfiggerla.
In quanto alla sua pazzia, avevano trovato un rimedio istantaneo: mangiare anime di buoni. In questo modo avrebbe assorbito energia a sufficienza per equilibrare il male che la stava divorando.
Con mangiare non si intende il significato letterale. Per i demoni mangiare le anime voleva dire assorbirne l’energia vitale e le vittime (che Vivian si procurava fuori da Friburgo) svenivano istantaneamente e sembrava proprio solo un calo di zuccheri, se non fosse per il fatto che bisognava recitare una formula davanti a loro, cosa che spaventava molti che scappavano via lasciando la giovane demone senza preda. Quando estraeva l’energia di un anima doveva stare assolutamente ferma.
 
Tra gli angeli era scoppiato il caos. Che i demoni potessero entrare a Friburgo non era una cosa normale, specialmente ora che c’erano tanti dubbi sull’apocalisse. La scomparsa di Julia sembrava casule, infatti loro non potevano riconoscere le anime pure.
Sembrava che non sarebbero mai riusciti a fermare l’arrivo del demonio. Non avevano tradotto la lettera e soprattutto l’avevano persa, non avevano protetto una persona e non avevano scoperto assolutamente niente su chi avesse compiuto una carneficina al canile.
Gli unici a sapere qualcosa erano Paride e Aidan. Il secondo aveva mantenuto i contatti con Adele anche dopo la sua morte e dalla lettera ricevuta aveva capito quello che stava succedendo e che stava facendo l’amica. Dopo aver detto tutto a Paride avevano concordato che per la sicurezza di Adele non bisognava dire niente a nessuno fino al momento in cui non si sarebbe rivelata lei.
-e così tu e Adele vi sentite ancora! Perché non è mai andata dai bambini?-
-è sempre stata vicina, ma di nascosto, senza farsi scoprire. A volte era la maestra delle medie, altre era la fornaia vicino a casa, il tutto cambiando sempre aspetto. In fin fine non si è mai allontanata dai bambini-
-capisco. Nessuno vorrebbe sapere che la madre è un demone.
Dannati angeli del paradiso che non l’hanno classificata buona abbastanza!- e imprecò qualcosa nella sua lingua.
-vedrai che alla fine avrai la tua famiglia felice, vedrai-.
  
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