IV.
Claudia, Mia cara Sorella
Ti scrivo per chiedere il tuo perdono.
Per il ragazzo che fui, per la sfiducia che nutrii nei tuoi confronti, per le notti trascorse troppo lontano dal focolare di casa.
Per nostro padre, per i nostri fratelli.
Claudia, chi brucia nell'animo, chi si lascia soffocare dall'odio e dal dolceamaro sapore della vendetta è condannato a sprofondare in un sepolcro privo di lacrime. E il mio destino non è differente.
Eppure, mi vedo costretto ad ammetterlo. Talvolta la mia indefinita esistenza viene animata da una speranza: magari un giorno tornerò a casa... Privo della lama degli Assassini, appagato da una saggezza tale da poter finalmente comprendere lo scopo di una tale vita.
Ma ora, la mia salvezza è nelle mani di uno spettro, uno spirito inafferrabile.
Dicono che si chiami Altaïr Ibn-La'Ahad.