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Autore: Beauty    09/07/2014    2 recensioni
"Belle continua a tenere gli occhi serrati, ma è sicura che, se li aprisse, allora potrebbe certamente incrociare i suoi, scoprirlo senza motivo a dispetto del buio. Gli occhi di Frederick Black sono rossi, rossi come il sangue, scintillano anche al buio, come fiamme demoniache pronti a strapparti via l'anima. Sono occhi del demonio, occhi non umani."
Genere: Dark, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
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Con gli occhi del demonio

 

Riesce a sentirlo. Quell'odore. Quell'odore che è tutto e niente, che in tutti quei mesi si era evoluto e tramutato tanto da confonderla. La prima volta che l'aveva incontrato, era un profumo di foglie secche e di aria autunnale, leggero e delicato come lui le era apparso tanto premuroso e gentile.

Ora quell'odore, quel profumo di buono è solo una goccia d'essenza soffocata e stritolata dall'aria viziata che aleggia nella soffitta. Belle fatica persino a respirare, là dentro. Si è svegliata già diverse ore fa, ma ha continuato a tenere gli occhi chiusi per paura che lui – non riesce neppure a chiamarlo per nome e, anche se potesse, non saprebbe come rivolgerglisi: dottor Marsten?; Nicholas?; Frederick Black? – scoprisse che si era ridestata e si materializzasse ancora come l'ultima volta ai piedi del letto, uscendo dal buio, come uno spettro maligno.

Belle ormai ha perso il conto di quanto tempo sia rimasta chiusa lì, in quella soffitta umida con le pareti grondanti di muffa e sudiciume, distesa su quel letto dalle lenzuola sporche e maleodoranti. Non avverte quasi più nemmeno il dolore ai polsi.

Le prime ore aveva avvertito indolenzimento alle braccia, alzate sopra la sua testa e le mani bloccate da delle manette alla testiera in ferro; poi, l'indolenzimento si era trasformato in un formicolio incessante ancora più doloroso, e Belle aveva pianto di sofferenza e rabbia quando la pelle graffiata dal ferro delle manette aveva iniziato a bruciare e sanguinare; e infine, anche il formicolio era scomparso, e lei avrebbe quasi potuto dire che le avessero mozzato le braccia, se non le avesse viste.

Ne sarebbe stato capace; non Nicholas Marsten, lui no...ma Frederick Black, sì.

Aveva fatto anche di peggio.

 

La madre di Bree continua a strillare, è un urlo straziante. Belle riesce a malapena a farsi strada in mezzo alla calca di persone che affollano il cortile, e riesce a intravedere una scena che per poco non la fa piegare in due in preda ai conati di vomito. Gli occhi di Bree sono spalancati così come la sua bocca, bloccata in un urlo muto e soffocato nel suo stesso sangue, quel sangue che continua a spillare dal pube lacerato e dai monconi degli arti mutilati.

 

E' lì vicino, nascosto in qualche angolo buio della stanza. Belle lo sente, lo percepisce, come un animale ferito avverte la presenza del predatore pronto ad attaccarlo. E' di nuovo presente, quell'odore, quell'odore che, la prima volta in cui ha messo piede in casa sua, aveva l'essenza della polvere, dei mobili antichi e della carta di vecchi e preziosi libri conservati nella biblioteca. Era il profumo del thé caldo che avevano preso insieme, e dei fiori che la madre di Belle gli aveva inviato come ulteriore ringraziamento per essere intervenuto così tempestivamente quando il piccolo Peter era stato aggredito.

Ora anche quell'odore, insieme a quello delle foglie secche, era solo una piccola goccia sperduta nei meandri dei ricordi, strangolata da quella verità.

 

Nessuno di loro riesce a darsi pace, specialmente sua madre, che l'aveva visto l'ultima volta che era stata a casa della sua amica Margaret. La notizia si è diffusa velocemente, così come ci si aspetta in una piccola cittadina come quella.

Il dottor Henry Carter è morto, morto ammazzato. L'hanno trovato impalato nel suo studio, con le interiora sparse sul pavimento.

 

Si sta muovendo nel buio, ode il fruscio dei suoi passi sul pavimento. Passi rapidi, eppure così cauti e sinistri, nulla a che fare con l'andatura zoppicante a causa della sua gamba malandata che nei mesi aveva imparato a conoscere e amare. Anche quel piccolo difetto è scomparso, morto insieme all'uomo che aveva incontrato quella che sembrava un'eternità prima, il giorno in cui si erano trasferiti.

 

- Perché non fa una pausa?

Belle sorride e abbandona sull'erba lo scatolone contenente tutti i suoi libri, alzando lo sguardo su quell'uomo non più giovane, ma che sin dal primo momento l'ha incantata con i suoi modi gentili e sinceri, per nulla falsi o calcolati come quelli di Mike. Si getta i capelli all'indietro, sospirando.

- Perché mio fratello è ancora nei paraggi, e chissà cosa potrebbe succedere se facesse la spia con mia madre...!- ride, risata a cui lui si unisce.

- Sciocchezze. Avanti, si sieda un attimo! Se sua madre le fa osservazioni, lei dia tutta la colpa a me...

 

Che fine ha fatto quell'uomo? E soprattutto, da dove è arrivato quel mostro che se l'era portato via? Perché Belle, neppure adesso, non può crederci, non vuole credere che dietro Nicholas Marsten ci sia davvero quella bestia, quel Frederick Black che ora la sta scrutando da qualche parte nella stanza. Belle continua a tenere gli occhi serrati, ma è sicura che, se li aprisse, allora potrebbe certamente incrociare i suoi, scoprirlo senza motivo a dispetto del buio. Gli occhi di Frederick Black sono rossi, rossi come il sangue, scintillano anche al buio, come fiamme demoniache pronti a strapparti via l'anima. Sono occhi del demonio, occhi non umani.

 

Suo padre si è precipitato fuori casa come una furia, diretto dal dottor Marsten, mentre sua madre sta ancora singhiozzando attaccata alla cornetta del telefono. Belle riesce a malapena a udirla mentre sillaba il loro indirizzo all'agente di polizia dall'altro capo del filo, ma non ha tempo per pensarci: suo fratello continua a piangere ininterrottamente. E' sconvolto, spaventato, terrorizzato, e lei non è in grado di calmarlo. Riesce solo a fissare quei lividi bluastri all'altezza della gola, i graffi lasciati dalle unghie di chi lo ha aggredito.

- Te lo giuro era lì! Si era...si era nascosto nel buio...! L'ho visto, aveva due occhi rossi come il sangue...!

 

Si è avvicinato. Belle non ne ha udito i passi, ma sente il suo odore. Quell'odore forte, penetrante, lo stesso che aveva avvertito ogni volta che in città veniva ritrovato un cadavere, puzzo di morte, di vomito e di sangue, sangue, sangue.

- Hai paura di me, amore mio?

 

- Ho paura.

Smette di leggere e la guarda per un lungo istante, quindi si alza in piedi. Belle sta tremando, ma non riesce a fare nulla per nasconderlo.

- Tutte le persone intorno a me continuano a morire. Ho paura che...

Non riesce a finire la frase, perché la voce le si incrina. Lui le si avvicina, e il suo abbraccio è tutto ciò che la fa sentire più sicura.

- Andrà tutto bene, te lo prometto. Da ora in avanti, le cose saranno diverse...

 

Belle ora apre gli occhi, e stranamente non sussulta di fronte agli occhi di quel demonio, così rossi da sembrare fatti di solo sangue. Il volto che sta a pochi centimetri dal suo non è più quello di Nicholas Marsten, ma è un ritratto grottesco e spaventoso della morte in persona, con un ghigno affilato e mani ossute pronte a scarnificarti il corpo, se solo volessero.

Il demonio fa scorrere le le unghie appuntite sul suo sopracciglio, scende a tracciare il contorno dell'occhio, le graffia piano una guancia, quindi prosegue verso il collo, sfiora pericolosamente la giugulare e si ferma solo all'altezza del seno, giocherellando con i bottoni della sua camicetta. Non ha paura: in un certo senso, quasi se lo aspetta.

- Ti piacerebbe se ti prendessi? Ora? Qui?

- Non ha importanza quello che penso io. Lo faresti comunque.

- Oh, non credo alle mie orecchie!- ride, e la sua risata è stridula e acuta, come il rumore delle unghie su di una lavagna.- Davvero temi che il caro, buon dottor Marsten ti faccia del male?

- Tu non sei lui!- lo guarda con atteggiamento di sfida; lo sta provocando, ne è consapevole, ma non ha paura di cosa possa succedere.- Lui è morto, e non potrai mai rimpiazzarlo. Qualunque cosa tu faccia...

 

- Chi...chi ha detto di aver incontrato qui, l'altro giorno?- le chiede il dottor Marsten, inarcando un sopracciglio mentre le porge un bicchiere d'acqua.

- Ha detto...ha detto di essere il suo assistente - risponde.- Frederick Black, se non ricordo male...

Il dottor Marsten annuisce, pensoso. Non la guarda. Belle potrebbe quasi giurare di averlo turbato. Infine, torna a guardarla negli occhi.

- Le sarei infinitamente grato se da qui in avanti si tenesse alla larga da Frederick Black, signorina - quella frase la stupisce non poco, e lui deve essersene accorto, perché si schiarisce la voce e si affretta ad aggiungere.- E' una persona poco raccomandabile. Mi creda, lo dico per il suo bene...

 

E' un attimo. Belle si ritrova con le dita forti e ossute del demone strette intorno alla gola, così forte e così all'improvviso da mozzarle il respiro. Sgrana gli occhi, mentre lui avvicina il proprio volto al suo, ancora di più, fino a quasi toccarla.

- Ancora credi che lui sia migliore di me?- ringhia, scoprendo i denti marci e affilati.- Davvero credi che lui sia ancora presente, qui, dentro di me? Stupida! Lui non era niente, era solo un patetico omuncolo che non ha mai avuto il coraggio di rivelare com'era veramente! Io e lui siamo una cosa sola, ma io sono migliore! Io sono riuscito a ottenere tutto ciò che lui non ha mai nemmeno osato provare a raggiungere! Io sono il più forte, e lui è stato destinato a soccombere!

- Pensi...pensi di avere tutto?- fatica a respirare, ma ha comunque la forza di sfidarlo. Di cercare di fargli capire, vedere la verità che lui, da mostro e bestia sanguinaria, non ha ancora compreso.- Beh, non è così! C'è una cosa che Nicholas è riuscito ad ottenere, e che tu non otterrai mai...

Ride, ride di scherno.

- E che cosa sarebbe?

- Me.

Ha fatto in modo di pronunciare quel monosillabo mentre lo guardava negli occhi, mentre lasciava che la sua anima s'intrecciasse con quella demoniaca che albergava in quelle iridi rosso sangue. Forse aveva ragione, forse Frederick Black era meglio di Nicholas Marsten...ma c'era una cosa che il secondo era riuscito a ottenere e che il primo, per quanto la bramasse, non avrebbe mai avuto: lei.

- Nicholas è l'uomo che mi ha fatta innamorare. Non tu!- continua, ansimando a causa della stretta alla gola.- Tu sei solo un patetico essere che crede di dimostrare la propria forza facendo del male ai più deboli. Puoi tenermi segregata qui per tutta la vita, puoi fottermi a sangue, puoi anche ammazzarmi, ma non otterrai niente da me!

Lo schiaffo le arriva secco e improvviso in pieno volto, ma non le fa male. Continua a sorridere perché, lo sa, è stata lei a fare più male a lui. Le lascia la gola, e sebbene tenga il capo voltato di lato, lo sente allontanarsi.

Non la lascerà andare, ne è consapevole. Piuttosto la farà morire di fame, o la sevizierà fino a ridurla a una larva umana, ma se non altro lei avrà sempre la meglio su quel demone, finché non si piegherà.

 

Amore e odio sono due facce della stessa medaglia.

Nell'uomo albergano due metà, una luminosa e l'altra oscura.

A volte, tutto si confonde. A fare la differenza, sono le persone che amiamo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice: Mi rendo perfettamente conto che questa storia non è horror, ma non sapevo dove altro metterla. Non perché considero la sezione Horror come il bidone dell'indistinto, semplicemente perché, a conti fatti, vista la presenza di alcune parti splatter mi sono trovata a dover escludere tutte le altre categorie, trovando questa come la più adatta. Comunque...questa “storia” è una sorta di spin-off da un vecchio romanzo che ho trovato nel mio computer. Ultimamente sto ripulendo un po' l'archivio alla ricerca di una storia da inviare a Sylphs che si è persa nei meandri di chissà quale cartella (non temere, dearie, la troverò!), e mi sono imbattuta in questo romanzo che ho scritto diversi anni fa. E' rimasto fossilizzato nel PC perché, rileggendolo, mi ero resa conto che la storia non funzionava, ma ho comunque deciso di scrivere questo spin-off perché, sempre recentemente, ho rivisto il musical Jekyll & Hyde, tratto dal romanzo di Stevenson su cui avevo basato la mia storia.

Al centro della ff che avete appena letto vi è il cosiddetto disturbo bipolare. Nella maggior parte dei casi, ovvero quelli più lievi, si manifesta con improvvisi e ingiustificati sbalzi d'umore, che possono far passare una persona dall'essere estremamente allegra e felice a estremamente malinconica fino a indurre a stati depressivi, oppure farle avere degli scatti di violenza molto forti anche per faccende futili. Nei casi più gravi si ha un comportamento di tipo compulsivo-maniacale che, se non curato a dovere, può far sfociare nell'individuo una personalità borderline.

Chiedo scusa se tutta questa pappardella vi ha annoiati, ma ci tenevo a precisare prima che qualcuno mi dicesse: fatti ricoverare! XD. La storia completa è molto più incentrata sulla doppia personalità (alla dottor Jekyll e mr. Hyde, appunto) e ha spiegazioni parecchio più fantasiose e contorte, ma comunque alla base c'è il disturbo bipolare. Ehi, la psiche a volte è ciò che rende più mostruosi di tutto il resto! ;).

Spero che vi sia piaciuta, ammetto di non essere molto ferrata su questi temi. Ancora, chiedo scusa se vi ho annoiati.

Bye!

Beauty

  
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