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Autore: dreamey    11/07/2014    4 recensioni
Quando la vita sembra prendersi gioco di te; quando sai perfettamente quanto sia importante quel minuto; quando ti rendi conto che ti accade proprio quello che non avresti mai creduto possibile; quando la persona che non avresti mai assolutamente pensato, diventa l'amore della tua vita.
Quando un litigio tra perfette estranee per un taxi,si trasforma in un'inaspettata storia d'amore.
E' quando accade tutto questo, che scopri che la vita ti ha regalato i momenti più preziosi della tua esistenza.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Buona lettura!
 
Capitolo 12

Rimase ferma davanti a lei. Con un'unica sensazione che la stava sovrastando: poteva sentire, letteralmente, il suo stomaco attorcigliarsi.
Tuttavia era riuscita a rispondere, a sussurrare quasi, quelle parole che le erano uscite dalla sua bocca senza nemmeno pensare a ciò che realmente avrebbe voluto dire.
L'Africa. Il suo sogno. Il suo amato lavoro.
 Callie. L'aveva di fronte a se, ancora vicina e così bella e dolce come non l'aveva mai vista.
Eppure, dopo quelle lunghe parole, che mai avrebbe immaginato di poter sentire da lei, proprio dalla donna che aveva a pochi passi, aveva pensato all'Africa e, la sua risposta, era venuta fuori così, quasi del tutto spontaneamente.
Poteva sentire il cuore uscirle dal petto, lo stomaco tremare ancora una volta e quella sensazione di paura, di panico che l'aveva completamente invasa nel momento stesso in cui aveva ascoltato ogni singola parola pronunciata da Callie.
E allora, aveva risposto così.
L'Africa. Era dall'altra parte del mondo, lontano, un altro continente e lei, lei, si sarebbe rifugiata lì.
No, non si sarebbe rifugiata lì, sarebbe letteralmente scappata li.
L'amore, legarsi ad un'altra persona, condividere l'esistenza con un'altra persona, non erano cose fatte per lei.
L'amore  la spaventava. La faceva fuggire via, scappare.
Correre lontano. Letteralmente.
Il suo lavoro era fatto su misura per lei.  Aveva preso un impegno dopotutto. E amava il suo lavoro in Africa.
Non avrebbe lasciato tutto così, su due piedi.
La voce ancora dolce di Callie la scosse dai suoi pensieri.
- Arizona, ti ho appena detto che penso a te continuamente. Che provo qualcosa per te. E non si tratta di certo di odio. Io, io provo qualcosa per te!-
Le si era avvicinata ancora una volta, col sorriso sulle labbra e la sua dolcissima espressione dipinta sul volto. Le aveva preso le mani. Sentiva Arizona tremare quasi impercettibilmente.
- Ehi, Arizona guardami. Lo so che tutto questo ti fa paura, che ti sembra tutto così completamente improbabile e da non crederci. Persino io non avrei mai immaginato niente del genere. Con nessuna donna. Con te. Cavolo, Arizona, credevo davvero di odiarti. E ora.. ora..-
Parlava ancora dolcemente, stringendo le sue mani.
Poi sentì Arizona mollare la presa, allontanarsi di nuovo e riprendere a parlare con voce leggermente tremante ma sforzandosi di mantenere un tono distaccato.
Poteva quasi percepire la sua paura in quel momento. Negli anni, aveva imparato a conoscerla. A conoscere le sue reazioni.
- Ora siamo ancora le stesse persone di prima Callie! Tu ed io siamo le persone più incompatibili di questo pianeta! Tu ed io non potremmo mai stare insieme. Costruire qualcosa. Vogliamo cose diverse. Abbiamo vite diverse. La pensiamo diversamente su tutto!-
Ed ecco che lo stava facendo. E forse lo aveva anche previsto, ma sperava che non succedesse davvero.
Arizona cercava di scappare, di mettere le distanze.
Cercò di non farsi scoraggiare dall'atteggiamento non del tutto nuovo della bionda, dal suo tono freddo, dai suoi occhi che evitavano di guardarla. Immaginava fosse il panico a comandarla in quel momento così strano e quasi irreale tra loro.
Ricominciò a parlare,  non tentando di fermare le sue mani che avevano preso a gesticolare, quasi a voler sottolineare ancora meglio ciò che le stava dicendo.
- Ma sei la persona che meglio mi conosce al mondo, Arizona. In tutti questi anni, non abbiamo fatto altro che imparare  a conoscerci. Ti conosco Arizona. Io ti conosco. E credevo che non mi sarebbe mai potuto piacere ciò che scoprivo di te giorno dopo giorno. Ma mi sbagliavo. Di grosso.-
Le si formò di nuovo quel suo sorriso dolce sul viso e non smetteva di guardarla. Osservava Arizona a pochi passi da lei che cercava di interromperla.
Aveva aperto e chiuso più volte le labbra cercando di dire qualcosa ma non facendo uscire nessun suono.
Era completamente sovrastata da quella inaspettata situazione, così apparentemente assurda. Era sovrastata dalle emozioni che provava in quel momento, da quelle sensazioni, simili ad un temporale, che le scorrevano dentro, dal cuore allo stomaco senza darle tregua. Era sovrastata dalle parole che uscivano dalla bocca di quella donna meravigliosa che era in piedi di fronte a lei, nel soggiorno della sua casa. Era sovrastata da lei, dalla bellezza di Callie.
E non riusciva a dire niente, a pensare a niente persino. La confusione le annebbiava il cervello.
Callie, lei sembrava più lucida. E allora Arizona rimase ad ascoltarla  e udiva quelle parole affermate con certezza, con dolcezza, forse, senza nemmeno più esitazione.
-La prima cosa che ho imparato a conoscere di te, è stato il tuo sorriso. Il tuo stupendo sorriso. Arizona.
E giorno dopo giorno, mi era impossibile pensare che non mi sarebbe mai potuto piacere. Perchè praticamente era qualcosa di perfetto. E' qualcosa di perfetto.-
Sorrideva, Callie sorrideva e stava dicendo quelle parole. E lei era in piedi, nel bel mezzo del suo soggiorno, a non fare niente, ad ascoltare incredula.
-Poi, ho imparato a leggere nei tuoi occhi. Lottavo ogni giorno per  non perdermi in quel blu straordinario ogni volta che mi ritrovavo a guardarci dentro. E lottavo, lottavo affinchè quello che pian piano conoscevo di te non mi piacesse.
Ma non è stato così. Ho imparato a conoscerti e giorno dopo giorno scoprivo che tutto ciò che imparavo di te, mi piaceva.-
 
Fece una piccola pausa, prese fiato e riprese a parlare, con un tono che potesse rimarcare la frase che stava per dire.
I suoi occhi, intanto, non avevano smesso di guardare Arizona. Non avrebbe potuto staccarli da lei in quel momento. Non dopo aver realizzato quello che le aveva appena detto e ciò che aveva ancora da dirle.
-Tu mi piaci Arizona, mi piace tutto di te.
In tutti questi anni, non ho fatto altro che amare anche ciò che pensavo non mi potesse mai piacere di te.
Giorno dopo giorno, ho imparato che non  ti avrei mai potuta odiare veramente. E come avrei fatto ad odiarti? Ad odiare il tuo sorriso, le tue fossette, il suono della tua risata. Ad odiare te, Arizona, il tuo essere così perfetta? Amo persino il lato più insopportabile del tuo carattere!-
Poi fece silenzio. Si era fermata. Quelle parole le erano venute fuori così, quasi senza pensarci. Semplicemente, si erano fatte spazio da sole, dentro di lei, nel suo cuore e poi erano uscite così, all'improvviso dalla sua bocca.
Era incredula persino lei.
Incredula di ciò che aveva realizzato provare per quella donna. Incredula dei suoi stessi sentimenti per Arizona.
Era una situazione irreale, per entrambe, ma aveva un'unica certezza: quei sentimenti per Arizona, erano reali. La cosa più vera che le fosse mai successa nella sua vita.
Aspettava una risposta, qualsiasi risposta da Arizona.
E la vide di nuovo boccheggiare, aprire e chiudere la bocca, a cercare delle parole, a darle una risposta.
Conosceva anche questo di lei. Conosceva le sue espressioni, i suoi atteggiamenti.
Quegli attimi di silenzio le erano sembrati interminabili.
- Non dire che hai bisogno di me, Callie. Non dirlo.-  
Si era voltata di schiena, le mani sulla faccia.
Sentì Callie avvicinarsi dietro di lei, chinarsi leggermente poggiare il suo mento sulla sua spalla e si sentì stringere dalle sue braccia, da quelle braccia che si erano appena incrociate sul suo addome.
 Arizona non si scostò, non sciolse quell'abbraccio. Poi sentì quelle parole sussurrate al suo orecchio.
- Ormai non posso più non farlo Arizona. Io ho bisogno di passare del tempo con te,di stare tra le tue braccia. E c'è questa sensazione che non riesco a mandare via. Questa sensazione che mi fà credere di essere tua e che mi fa sentire che anche tu già mi appartieni.-
Cercò di divincolarsi da quelle braccia che la tenevano stretta, ma Callie era leggermente più forte, non mollava la presa, la strinse ancora di più contro di se.
E fu in quel momento, mentre era stretta nelle braccia di Callie, che Arizona sentì le sue difese crollare, sentì di non riuscire più ad opporre resistenza. Non ne sarebbe stata capace.
O forse, in quel momento, non voleva più opporre resistenza.
Si girò, lentamente, tra quelle braccia che la stavano circondando, alzò di poco lo sguardo e si ritrovò  immersa in quegli occhi nocciola.
Callie continuava a circondarla con le sue braccia e la guardava da quei suoi centimetri di altezza in più. La strinse ancora di più a se,  quasi a dar voce a quel suo bisogno di proteggerla.
Vide gli occhi lucidi di Arizona, quegli occhi che la scrutavano, poi la vide sorridere e vide comparire quelle adorabili fossette sul suo viso e quell'espressione quasi maliziosa.
Arizona aveva capito che Callie non l'avrebbe lasciata andare.
- Nessun lato del mio carattere è insopportabile, Calliope- Le sorrise.
- Arizona, per quasi dieci anni, ho avuto a che fare con la parte più detestabile di te!Non vorrai contraddirmi e metterti a litigare anche adesso!C'è qualcosa di meglio che potresti fare proprio ora- Le rispose sorridendole dolcemente.
Si guardarono negli occhi, poi, Arizona senza ormai più resistenze e difese, si avvicinò a lei e in punta di piedi la baciò.
 
La svegliò la debole luce che filtrava nella stanza dalla tenda scostata a metà.
Allungò il braccio verso l'altra  parte del letto, certa di trovare il corpo della meravigliosa donna che aveva dormito stretta a lei per tutta la notte.
Con gli occhi ancora chiusi, fece scivolare il braccio sul materasso e non appena si rese conto che era vuoto, aprì gli occhi e si mise a sedere.
Non c'era traccia di Arizona in quella stanza. La sua camera.
Raccolse da terra gli indumenti che Arizona le aveva sfilato la sera prima, mentre la baciava e la faceva distendere su quel letto prima di stendersi lei stessa sopra di lei.
Per un attimo ripensò alla notte appena trascorsa con Arizona. Alle sensazioni che aveva provato mentre la baciava, l'accarezzava, mentre si immergeva in quegli occhi che la scrutavano e la desideravano.
Ripensò ai suoi occhi che vagavano sul perfetto corpo di Arizona e a quel suo desiderio di sentirsi parte di lei.
Ritornò alla realtà, non appena i suoi occhi si posarono su quelle valige riempite a metà e sistemate in un angolo della stanza.
Poi, in un attimo, sentì quella fitta allo stomaco. E al cuore.
Entrò in cucina. La trovò vuota.
Le crollò addosso quella sensazione quasi di magia che aveva provato quella notte.
Prese la sua borsa rimasta sul divano e uscì da quella casa sbattendo la porta alle spalle.
Era arrivata in ospedale con largo anticipo. Si era diretta al bar prima di raggiungere il suo reparto di pediatria e aveva ordinato un caffè doppio.
Per tutto il tragitto in macchina per raggiungere l'ospedale, il pensiero di Callie le aveva occupato la mente, il cuore, lo stomaco. Aveva ancora davanti agli occhi l'immagine di quella meravigliosa donna stesa accanto a lei, nel suo letto, con un braccio steso sopra di lei a circondarle la vita.
Appena sveglia, si era scostata leggermente dal suo abbraccio, si era voltata completamente verso di lei e per minuti interminabili era rimasta immobile a fissarla. Callie dormiva ed era bellissima. E lei doveva andare via di là.
Senza fare rumore, aveva preso le sue cose, si era diretta in bagno ed era uscita dalla sua casa diretta all'ospedale, lasciando Callie nel suo letto, nella sua stanza. Nella sua casa, vuota, senza lei.
Aveva mandato giù il caffè restando in piedi al bancone, poi si era diretta verso gli ascensori per raggiungere il reparto.
Cominciava il suo turno di lavoro in largo anticipo. Era forse arrivato il momento giusto per aggiornare le cartelle rimaste arretrate di qualche settimana.
Si mise a sedere col faldone posizionato ben avanti. Prese la prima cartella e cominciò a completarla.
Meno di dieci minuti dopo, si ritrovò con lo sguardo perso nel vuoto e un solo pensiero che le attanagliava la testa e lo stomaco.
Callie.  La notte passata con lei. Le emozioni che era riuscita a provare.
A fargliele provare il tocco delle sue mani sulla sua pelle nuda, i suoi baci.
Percepiva le emozioni dell'altra mischiarsi con le sue. La stessa attrazione, lo stesso desiderio, la stessa voglia di perdersi una nell'altra.
Era stata la notte più indescrivibile della sua vita.  Tutto era stato fantastico.
Callie le aveva fatto provare quella passione che non provava da tempo.
Era stato dolce, sconvolgente, straordinario.
Non l'avrebbe dimenticata facilmente.
 
- Rose, fà preparare la sala 1, anticipiamo l'intervento di Liam.-
Aveva solo voglia di lavorare quel giorno e non pensare ad altro. A niente.
Mancavano due giorni alla partenza per l'Africa e doveva sistemare le ultime cose in reparto.
- Ah, Rose, da domani farete riferimento al dottor Karev, come sapete, starò via due mesi.-
 
Non si erano ancora incontrate, Arizona era stata impegnata nel suo reparto per buona parte della mattina, mentre Callie aveva il turno in pronto soccorso e le emergenze di quel giorno non le permisero di allontanarsi dalla sua postazione.
Ma pensava ad Arizona, continuamente.
E a come era fuggita via, lasciandola sola nella sua casa. Era andata via senza nemmeno salutarla.
Il ricordo delle parole di Arizona di quella sera al parcheggio, la stavano ormai tormentando da ore.
Lei era una che scappava, lo aveva ammesso lei stessa.
E quella mattina le aveva dato la dimostrazione.
E ora, c'era un altro pensiero che non le stava dando tregua: doveva trovarla.
 
Era pomeriggio inoltrato, usciva dalla sala operatoria dopo quasi tre ore di operazione, un grave incidente giunto al pronto soccorso, aveva richiesto il suo intervento come chirurgo ortopedico.
Arizona non l'aveva ancora cercata. Non si era fatta sentire per niente.
Andò nel reparto di pediatria a cercarla. La trovò in piedi dietro il bancone dell'accettazione a firmare delle cartelle.
- Sei sparita, tutto il giorno.- Il suo tono non era più quello dolce che aveva usato la sera prima.
La bionda alzò lo sguardo appena udì quelle parole. Le rivolse un debole sorriso appena accennato.
- Calliope..- sussurrò prima di ingoiare a vuoto, notando quell'espressione quasi indecifrabile sul volto della mora.  Si sentiva colta in fallo. E si sentiva leggermente in colpa.
- Sei scappata via. Credevo di trovarti accanto a me nel tuo letto stamattina appena sveglia. Ma non c'eri. Credevo fossi in cucina ma invece eri già andata via, Arizona.-
Si era poggiata leggermente sul bancone e la guardava fissa negli occhi. In quegli occhi blu che cercavano di guardare altrove.
La bionda si mise una mano tra i capelli per tirarli indietro, poi le rispose.
- Avevo parecchie cose da fare in reparto e sono sta occupata, molto occupata per sistemare tutto.-
- Sistemare tutto, cosa Arizona? -
Sentiva quella strana sensazione quasi di panico farsi spazio dentro di lei e la delusione nell'immaginare già la risposta.
- Callie.. Io domani parto.  Ho preso un impegno in Africa.-
- Non puoi dire sul serio Arizona. Non proprio ora. Ieri ti ho detto delle cose. Poi noi.. noi..-
- Callie, mi dispiace...-
- Ti dispiace Arizona? Sai dire solo questo? Mi hai trattata come una delle tante! Mi ero solo illusa che non fossi la stronza che ho sempre creduto che fossi. Credevo che non ti saresti comportata come hai sempre fatto con tutte le altre delle quali non ti importava niente. Credevo che ti importasse qualcosa Arizona!
- Ed è diverso.. è stato diverso, Callie..-  rispose con voce incerta.
- Ma?- la rimbeccò la mora con tono distaccato e duro.
La sentì sospirare rumorosamente. Poi quelle dannate parole pronunciate subito dopo da Arizona.
- L'Africa è il mio sogno. Non voglio rinunciare al mio sogno.-
- Già, tipico di te. Non sarai mai disposta a rinunciare a niente.-
Si era voltata per andare via. Sentì Arizona chiamarla per nome.
- Calliope.. Non..-
- Non chiamarmi così Arizona. E non devi dire altro. Hai già detto abbastanza.-
- Non puoi biasimarmi Callie!- Le aveva invece urlato alle spalle.
Callie si rivolse completamente verso di lei, la guardava con espressione scettica e confusa.
- Perchè dovrei mandare all'aria il mio sogno, rinunciare così su due piedi al mio sogno, per qualcosa di cui non ho nessuna certezza?-
- Ti ho detto delle cose ieri. Cose che per me avevano un significato, Arizona!-
- E io non mi fido, Callie! Perchè dovrei? Fino all'altro ieri stavi con un uomo. Sognavi una famiglia, dei figli.. Lo hai detto tu stessa.-
- E allora perchè sei venuta a letto con me, Arizona?-
Avevano ricominciato ad urlarsi contro.
- Io.. io non lo so..- Aveva aperto e chiuso più volte la bocca, cercando di dire qualcosa e quella fu l'unica risposta che le uscì dalle labbra.
- Sai, forse in fondo non stai sbagliando a partire. Buon viaggio, Arizona.-
Non le urlava più contro. Ma il suo tono era rimasto freddo e la sua espressione quasi di ghiaccio.
E Arizona la  guardò andare via.
  
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