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Autore: charlottexxstyles    11/07/2014    0 recensioni
Il never say never come non lo avete mai visto
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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1 Marzo 2013
- Bea- -…-
-Bea..-
-…- -BEA!!!!!!!!!!-
-Uhm .. Chi è morto?!- La sveglia della mattina era quasi sempre così. Erano passati quattro anni dal giorno in cui Liz mi aveva aiutata a ritrovare una strada. Anche se era molto diversa da quella che mi ero immaginata qualche anno prima. Ora avevo 19 anni e la gente mi scambiava per una trentenne. I miei capelli non erano più ricci e castani, ma neri e lisci. Il mio volto era simile ad una di quelle maschere veneziane: elaborate e molto colorate. Le guance erano rosee e gli occhi erano contornati da una linea più scura dei capelli; le ciglia mi facevano da ventilatore da quanto erano spesse. Ero diventata come Liz. Una di quelle donne che vivevano di notte per soddisfare i desideri degli sconosciuti di passaggio. Liz , però non era fredda come immaginavo. Le ragazze che facevano un lavoro come il suo non avevano la fama di quelle dolci e bene educate; eppure lei lo era. Sapeva che per me non era stato facile accettare quello stile di vita perciò aveva cercato di rendermi le cose più facili possibili. Vedendo che non mi alzavo dal letto buttò la borsa sul divano e si sdraiò al mio fianco accarezzandomi i capelli. - Dolcezza?!- mi sussurrò nell’orecchio. Mi girai guardandole il viso. I suoi occhi celesti erano sempre di conforto. Aveva uno sguardo che trasmetteva sicurezza - Liz?!- dissi strofinandomi gli occhi. -Dimmi , angelo.-
-Ti odio!- esclamai ironicamente. – Lo sai che detesto essere svegliata presto.-
- Tu questo lo chiami presto?! Sono le due del pomeriggio bella mia, quindi alzati da quel letto e vestiti! Dobbiamo andare da Danielle e Austin che ci devono dire una cosa importante.- Danielle era la sorella maggiore di Liz e anche lei era una donna della notte; ma aveva una piccola differenza che la distingueva da me e Liz. Lei l’aveva voluta quella vita. Quando aveva 18 anni era stata stuprata da quello che sarebbe dovuta diventare il suo futuro marito. Liz mi raccontò che dopo l’accaduto era diventata completamente un’altra persona: era più forte caratterialmente , ma non voleva che nessuno la trattasse più come un’oggetto che può maneggiare come vuole. Ha scelto di lavorare in quel campo perché credeva di essere guardata con più rispetto , ma la gente che conoscevo io l’avrebbe solamente giudicata nei peggiori dei modi. Erano molto unite Danielle e sua sorella , ma Liz aveva sempre detto che non le avrebbe mai perdonato il fatto di averla costretta ad entrare nel giro con lei. Lei aveva 15 anni come me quando sua sorella l’ha implorata di seguirla. Da quando mi aveva raccolto Bea dalla strada Liz non faceva altro che dirmi che vedeva se stessa in me , ma non avrebbe mai voluto quella vita per me . Si sentiva in colpa per avermi trascinata in quel buco senza fine. Ma alla fine mi diceva che ero speciale. Sapeva che un giorno sarei stata in grado di andarmene. “Non sei come le altre” diceva ogni volta. “Lo vedo ogni volta che guardo il tuo sorriso quando non presti attenzione alle conversazioni degli altri. Tu sogni. Sogni di andartene, non è così? Di trovare qualcuno in grado di salvarti.” Non ero una di quelle ragazze che esponevano i pensieri alla sorella maggiore , quale Liz lo era per me , o a mia madre. Preferisco tenermi tutto dentro. Ma dopo tanto tempo Liz aveva imparato a leggere il mio stato d’animo. La mia amica mi guardò alzarmi dal letto mentre trascinavo i piedi per terra e mi scompigliavo i capelli. -Bea se ti muovi mi fai un favore!- Mi girai e alzai il dito medio facendole la linguaccia. Era così strano vedere due ragazze come noi ,così diverse, eppure così simili andare d’accordo. Andai in bagno sbattendo la porta e trascinando i piedi. Il getto della doccia si aprì con uno scatto e Liz si mise a ridere quando sentì le mie grida alzarsi per quanto l’acqua era gelida. Esclamai con una bestemmia e poi finalmente l’acqua si riscaldò e io mi godetti la dolce sensazione del calore sulla mia pelle. Liz, nel frattempo , mi fece il letto e si sedette sul divano a leggere una rivista. Passò una buona mezz’ora poi uscii dalla doccia , ma mi accorsi di una cosa. Andai fuori dal bagno con un asciugamano intorno al corpo. - Liz?! Hai della crema depilatoria?- chiesi –Ti sembra il momento di radare le tue gambe da orsetto lavatore?! Vestiti e fallo velocemente che siamo in ritardo-
-Non posso uscire con i peli!- dissi nervosamente. –Credo che oggi lo farai- Liz andò verso l’armadio e lanciò dei jeans e una maglia sul letto. – Forza vestiti. Ti aspetto in macchina- Guardai i vestiti e sbuffai. Cercavo sempre di tenere testa alle decisioni di Liz , ma non quella volta. Dovevamo andare a casa di Austin , il nostro capo, e questo significava non fare tardi se no erano guai. Presi la maglia e i jeans e me li infilai in fretta. Mi allacciai gli stivaletti e corsi giù in cortile dove Liz si stava fumando la sua ventesima sigaretta. -Dovresti smettere lo sai?- gli dissi infilandomi nel sedile di fianco a quello del guidatore. Liz intanto prese un’ultima boccata di fumo e poi buttò il mozzicone di sigaretta fuori dal finestrino. – Dovrei , ma non voglio.- Mentre parcheggiavamo nel vialetto di casa di Austin , mi accorsi che la nostra macchina non era l’unica. Ne contavo una in più. Riconobbi quella di Danielle , ma l’altra proprio non la conoscevo. Presi la borsa e insieme a Liz salimmo i gradini del porticato. Il portico era totalmente in legno e ad ogni singolo passo si sentiva un lieve scricchiolio tipico del legname vecchio. In effetti la casa di Austin aveva un aspetto trascurato quasi spento rispetto alle altre case a schiera che erano situate sulla stessa strada. Liz si accese un’altra sigaretta facendo fuoriuscire la nuvola di fumo ad una spanna dal mio naso. Feci un passo indietro e agitai la mano freneticamente facendo ridere di gusto Liz. – Sai , credo che un giorno tu farai parte di un circo. Hai presente i clown? Ecco! Tu saresti un pagliaccio perfetto.- Feci finta di niente e ignorai la battuta della mia amica. La porta ad un tratto si aprì e una voce sconosciuta ci intimò di entrare. Liz tirò fuori la sua aria d’insufficienza ed entrò non rivolgendo nemmeno un saluto a quello strano ragazzo che non avevamo mai visto prima. Io tentai di fare lo stesso, ma la mia faccia era tutt’altro che altezzosa e menefreghista come quella di Liz. Perciò mi presi una pacca sul sedere e così entrai nella orribile casa di quell’orribile uomo. Il ragazzo che ci aveva scortate non doveva avere più di 19 anni , era alto ben piazzato con una cicatrice sul sopracciglio destro: sicuramente frutto di qualche rissa. Ci sedemmo tutti e tre sul divano del salone e pochi istanti dopo con noi si sedettero anche Austin e Danielle. Si tenevano per mano , ma non c’era nulla di amorevole in quella stretta. Per Austin lei era solo una delle tante , solo che stringendole la mano faceva capire che l’aveva già fatta sua e che nessuno , a parte i clienti , poteva toccarla. Il suo era una sorta di sadismo sessuale estremo. Lui usava e gettava e quando Danielle era costretta , per così dire , ad andare a letto con Austin lui non usava la minima delicatezza. La sorella di Liz era una minuta ragazza di un metro e settantadue con una massa di capelli ricci e castani. A volte pensavo che fossero sorellastre perché tra di loro non c’era margine di somiglianza. Ero seduta accanto a Liz e di fronte a Danielle e Austin. Il gorilla che ci aveva fatto entrare mi squadrava come se fossi l’unica fetta di pizza nella serata del football. – Ragazze stasera abbiamo o meglio avete un piano completamente nuovo.- disse Austin con il suo tono di superiorità. – Vi presento Damien. Mi è venuto a chiedere un piccolo favore che ovviamente voi dovete esaudire.- “Se è un'altra serata a quattro giuro che vomito” pensai tra me e me. Liz mi stringeva la mano perché vedeva che ero tesa. Quando ero nervosa avevo la tendenza a grattarmi la punta del naso e, in quel momento, il mio naso sembrava stato colpito dalle unghie affilate di un gatto rabbioso. Guardavo il soffitto per non incrociare lo sguardo di Austin o di Damien. –Stasera dovrete intrattenere qualche amico di Dam. E’ la festa di compleanno di un suo caro amico e per i suoi 19 anni vuole farlo divertire.- La voce di Austin era acida quasi da sembrare cattiva. Era un uomo sulla quarantina con i capelli castani; i suoi occhi erano di un colore chiaro che sembravano quasi dorati. Ma nonostante la sua bellezza esteriore , all’interno, non aveva niente se non la sua perversione e la sua totale devozione ai soldi. Ripensai al nostro “compito” di stasera e lo sguardo mi volò subito a Liz. Lei mi guardava preoccupata , ma sapeva che poteva fare ben poco per me. – Dovrete essere alle otto in punto difronte al locale. Damien vi darà le indicazioni per raggiungerlo- disse Austin. – Ah Liz non guardarmi così. Sembri più isterica del solito.- La sua arroganza aveva sempre dato fastidio a Liz e ,come non detto,lei si alzò irata e io la tenni per un braccio per cercare di fermarla. Era molto impulsiva soprattutto quando lui le parlava in quel modo. Non mi aveva mai spiegato il motivo per cui cercava sempre di evitare ogni contatto con lui, non gli parlava e quando lo faceva sembrava che avesse dei conti in sospeso con lui. Conoscendola sapevo benissimo di cosa si trattasse , ma per riservatezza non glielo avevo mai chiesto. Cercai di farla risedere , ma la cosa era fuori questione. Si era arrabbiata e se non la facevo uscire quella situazione sarebbe degenerata ulteriormente. –Saremo puntuali Austin.- dissi tenendo ferma Liz che ancora lo stava fulminando con lo sguardo. –Brava bambola! Vedi di fare calmare la tua amichetta. Si respira tensione qui dentro.- Liz si divincolò dalla mia stretta e andò verso Austin. Danielle si tolse dalla stretta dell’uomo e si allontanò da lui e la sorella ormai furente. –Insulta me , ma non ti azzardare a rivolgere anche solo la parola a Bea.- Lo guardava con un’aria di disprezzo tale che lui non riusciva nemmeno a guardarla negli occhi. – E vedi di dire a quel verme del tuo amico di tenere le mani apposto con lei intesi?- Non attese una risposta. Afferrò la mia mano e mi trascinò fuori da quella casa e sbattè la porta talmente forte che mi parve di sentire un quadro cadere in casa. Non capivo. Se una ragazza che lavorava per Austin gli avesse risposto in quella maniera lui l’avrebbe picchiata a sangue, ma con Liz sembrava quasi di avere una specie di barriera; come se lei fosse immune alla sua rabbia e , in alcuni casi , alle vere e proprie regole che Austin impartiva molto severamente a tutte le ragazza del suo giro. Andammo in macchina e lei come una furia girò la chiave e partì sgommando tra le strade di Los Angeles. Se fossimo stati in un cartone animato ero certa che dalle orecchie della mia amica sarebbero usciti degli sbuffi violenti di fumo dovuti alla troppa rabbia che , in quel momento , stava aleggiando nell’aria. Cercai di non guardarla mentre guidava freneticamente , ma quando incrociai il suo sguardo vidi un sottile ma visibile strato di lacrime. “Liz, che hai?” le chiesi toccandole il braccio destro. Lei con la mano si asciugò gli occhi. “Niente.”
“Non è vero. Dai , lo sai che con me puoi parlare di qualsiasi cosa.” Lei continuò a guardare la strada e cercò di evitare la domanda. Lasciai stare e accesi la radio. Liz continuava a tirare su col naso e cercava sempre di camuffarlo con un piccolo colpo di tosse. Volevo che me ne parlasse , ma capivo la sua voglia di stare in silenzio e cercare di non pensare all’accaduto. Quando finalmente tornammo a casa si buttò sul divano e accese la tv sul canale delle soap opere. Sapevo cosa significava. Gelato e film tristi fino all’ora di andare a lavoro. Mi tolsi il giubbotto e lanciai la borsa sul letto; andai verso il frizer e tirai fuori due barattoli colmi di gelato al cioccolato e pistacchio. Le porsi un cucchiaio e lei riluttante lo accettò. Voleva fare finta di stare bene , ma quando mi indicò col piede di mettere su il suo film preferito capii che era veramente depressa. Presi il DVD di “Titanic” e mi risedetti accanto a lei e cominciai a trangugiare gelato. Dopo un paio d’ore passate a piangere e a soffiarci il naso come due adolescenti appena lasciate dai loro fidanzati cercai di riprendere il discorso lasciato in macchina. “Allora mi vuoi dire che ti succede?” le disse prendendo il suo barattolo e buttandolo nella spazzatura. “Vuoi davvero saperlo?” Annuii e finalmente mi raccontò tutto. Lei e Austin erano stati insieme un tempo, ma non insieme come lo erano ora lui e Danielle. Si amavano o almeno lei amava lui. Mi raccontò di come passavano le giornate di come lui la faceva sentire; non le sembrava il suo capo , ma semplicemente un uomo che teneva a lei più delle altre , uno che sapeva come farla sentire amata e protetta. Poi un giorno lo scoprì mentre era a letto con un’altra del giro e si ricredette. Lo disprezzava da allora , era sdegnata del fatto che dopo la sua storia Danielle credesse al fatto che Austin fosse realmente innamorato di lei. “Mi dispiace. Non avrei mai pensato che tu ti fossi sentita così.”
“Sono stata un’ingenua e ne ho pagato le conseguenze.”
“Ti sei semplicemente innamorata Liz , non c’è niente di male! Non puoi controllare di chi innamorarti.”
“Invece si. Sapevo che genere di individuo era Austin eppure mi sono lasciata abbindolare da tutte le sue stronzate da finto sentimentale.” Era ad un passo dalle lacrime e non riuscivo bene a capire se la sua rabbia era data dalla gelosia verso Danielle che , ora , era al suo posto o del fatto che lei è costretta a tenere segreto il suo visibile sentimento per Austin. Il divano era cosparso di fazzoletti e avevo l’impressione che quel pomeriggio ne sarebbero serviti altri. Liz aveva bisogno di confidarsi e la giornata era lunga. Mi feci spazio tra i fazzoletti e posai la testa sulle cosce della mia amica e la incitai a continuare a parlare. Lei fece un po’ resistenza cercando di convincermi che stava bene e che non ce n’era bisogna , ma dopo solo due o tre incoraggiamenti si lasciò andare e le parole uscirono come un fiume in piena.
   
 
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