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Autore: TaliaAckerman    12/07/2014    2 recensioni
[Revisione in corso]
Il secondo atto della mia personale saga dedicata a Fheriea.
Dal terzo capitolo:
- "Chi hanno mandato?- mormorò Sephirt dopo essersi portata il calice di liquido rossastro alle labbra. – Chi sono i due maghi?
- Nessuno di cui preoccuparsi realmente. Probabilmente due che dovremmo avere difficoltà a riconoscere. Una ragazzo e una ragazza, lei è quasi una bambina da quanto l’infiltrato mi ha riferito. Credo che ormai l’abbiate capito: non devono riuscire a trovarle.
- E come mai avete convocato noi qui? – chiese Mal, anche se ormai entrambi avevano già intuito la risposta.
Theor rispose con voce ferma: - Ho un incarico da affidarvi"
Se volete sapere come continua il secondo ciclo di Fheriea, leggete ^^
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'II ciclo di Fheriea'
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Jel alzò gli occhi dalla propria porzione di zuppa e rimase a guardare stupito mentre l'amica, bagnata fino all'osso e dall'aria estremamente infastidita, metteva piede nella piccola cucina. Poi ridacchiò:- Non lo sai che non è bene uscire quando diluvia?
- Ah-ah - borbottò Gala sfilandosi la casacca e gettandola con mal grazia in un angolo. - È praticamente da buttare... - si lamentò a bassa voce, ma il mago la udì e replicò con leggerezza:- E dai Gal, appena finisco di mangiare le do una sistemata.
- A proposito, vedo che stai meglio finalmente.
- Finalmente?- il giovane la guardò con occhio critico, ma non si sentiva poi così offeso. - Credimi, se avessi seguito un mio desiderio egoistico sarei rimasto a letto a dormire ancora per tutta la sera... e la notte. Ma ormai dobbiamo darci una mossa.
- E per fare cosa?- domandò Ftia, che nel frattempo era riemersa dall'ingresso. Prima di attendere una risposta si rivolse a Gala:- Magari, la prossima volta, cerca di darti una scrollata prima di inondare la mia casa d'acqua, eh?
La ragazzina ignorò il suggerimento continuando a guardare dall'altra parte, e Jel rispose:- Domani dobbiamo andare a palazzo. Abbiamo aspettato anche troppo per prelevare la Pietra d'Ariador... solo che... avevo bisogno di riposare - in realtà si sentiva vagamente in colpa per aver rallentato così l'andamento della missione, ma d'altra parte per continuare un viaggio così pericoloso aveva bisogno di essere in forze. Entrambi ne avevano bisogno.
Ftia annuì, sedendosi al proprio posto. - Ma certo... - disse con calma. - E di preciso come pensate di fare per convincere il Custode a consegnarvi quello che volete?
- Questa non ti dice niente?- esclamò Gala, ancora gocciolante, estraendo dalla tasca la piccola spilla dorata. - È il simbolo dei Consiglieri, ogni membro del Gran Consiglio ne possiede una...
- E comunque noi conosciamo perfettamente il sovrano Aesyon, così come il maestro Ellanor. Nel vederci di persona non credo che avranno molti dubbi... - dopotutto, anche se avevano perso mantelli e cavalcature, il loro aspetto rimaneva comunque lo stesso. E le spille rimanevano sempre un segno rivelatore. La cosa che più lo preoccupava era l'idea di dover raccontare ad Ellanor dei recenti, tragici sviluppi che la missione aveva preso; era sicuro che, una volta saputo di Mal e Sephirt, il maestro non avrebbe più permesso loro di continuare il viaggio. Che al momento necessitasse loro una qualche protezione era lampante, ma - come già accaduto in passato - a Jel l'idea di dover viaggiare con una scorta al seguito pareva ancora più scoraggiante di quella di proseguire soli, lui e Gala. Il giovane pensò anche a cosa avrebbe potuto ribattere la compagna a riguardo... più tardi avrebbe dovuto trovare un momento per discuterne da solo con lei.
Mentre la cacciatrice terminava la propria cena, Jel - dopo averla ringraziata per il servizio - seguì Gala nella stanza dove aveva riposato nelle ore prima. La strega si buttò sul lettuccio senza tanti complimenti, ma lui si convinse che poteva lasciarla riposare anche più tardi. - Senti, Gal... - esordì. - So che adesso sarai stanca e vorrai solo dormire un po', ma dobbiamo parlare.
- Si certo - mormorò lei girandosi dall'altra parte. - Facile per te dirlo, dopo che sei stato qui tutto questo tempo... - ma Jel non l'ascoltò e si sedette sul bordo del letto. - Domani andremo al palazzo di Tamithia e prenderemo la Pietra, su questo siamo d'accordo. Però... io... non so se sia un bene che raccontiamo tutto quanto ad Ellanor, o al re. Insomma, la storia di mal e Sephirt, tutto questo... forse potrebbe recarci più danni che altro.
- Ma sei impazzito?- Gala si tirò su di scatto. - Hai davvero intenzione di continuare da soli?
Un po' nervoso Jel confermò:- Esatto. Pensaci bene, Gal: se gli altri Consiglieri scopriranno che siamo seguiti probabilmente non ci permetteranno di continuare il viaggio e... le possibilità che la Pietra del Nord rimanga nelle mani dei Ribelli non farebbe che aumentare... tutta questa strada sarebbe stata inutile...
Gala si rialzò e prese a camminare avanti e indietro per la stanza, tormentandosi le mani. - Questo è vero... - ammise con voce flebile. - Ma... Jel, io te lo dirò sinceramente: non ho più la forza di continuare così, di rischiare continuamente la vita. Con Mal e Sephirt ce la siamo cavati un po' per fortuna, un po' grazie a Ftia... ma inoltrarci nelle Terre del Nord è tutt'altra cosa.
- Lo so, Gala, ma noi...
- No, aspetta Jel. Abbiamo fatto il possibile. Prendiamo la Pietra d'Ariador e poi quella dello Stato dei Re, e riportiamole al Consiglio. Verrà incaricato qualcun altro di recarsi ad Amaria, qualcuno di molto più esperto...
Aveva ragione, questo era innegabile. Era andata bene loro per due volte, tre se contavano anche lo scontro con il gruppo di Ribelli in Haryar. Nelle Terre del Nord, invece, si sarebbero dovuti trovare a fronteggiare nemici da ogni fronte... Era piuttosto buffo: solitamente era sempre stata Gala quella impulsiva e - forse - incosciente fra i due, ma in quel momento Jel sentiva che per lui non c'era altra scelta. Forse era il sentore di una responsabilità troppo esagerata, ma il compito di trovare l'ultima Pietra e riportarla nelle mani del governo delle Cinque Terre spettava a lui. Aveva accettato quell'incarico così vitale nel momento in cui si era offerto volontario, e non vi avrebbe rinunciato proprio in quel momento. Si rivolse a Gala: - Capisco che tu abbia paura, è naturale. Hai... - si sforzò di essere gentile. - Hai già affrontato cose molto più grandi di te e sei stata bravissima.
Notò che l'amica era lievemente arrossita, e si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.
- ... Ma non ti costringerò a rischiare ancora. Sei vuoi tornare a Grimal da sola sei libera di farlo. Posso continuare il viaggio anche da solo.
Rimase a fissarla, attendendo una reazione. L'espressione di Gala si fece dapprima sorpresa, poi passò dallo spaventato all'arrabbiato in pochi secondi. - E tu credi che per me sarebbe facile vero? Mollarti qui e tornare a casa come se nulla fosse - replicò incrociando le braccia. - Come cavolo potrei tornare a Grimal e raccontare ai Consiglieri che ti ho abbandonato nel bel mezzo della missione? E a tua madre Lys, non pensi?
Piccato, il giovane scosse la testa. - Non ti obbligo a fare nulla, Gala. Se decidi di continuare la missione sarò ben felice, ma piuttosto che vederti morire nel Nord... sì, rimandarti a casa mi pare molto più indicato. Di certo non tornerò anch'io proprio adesso.
Lei fece per replicare qualcosa di acido, ma il mago si inginocchiò davanti a lei poggiandole le mani sulle spalle. - Gala. Non capisci quanto sia importante? Ogni minuto che perdiamo a discutere è un momento guadagnato da Theor e dalle sua ribellione. Non tentare di convincermi. Non posso farlo.
La strega si morse il labbro, esitante; pareva in preda a una furiosa battaglia interiore. Alla disse lentamente:- Jel... io non posso abbandonarti. Ritornerei a Grimal oggi stesso, sia chiaro - e gli scoccò un'occhiata di rimprovero. - Ma se dici di voler continuare non ho altra scelta se non quella di seguirti. La missione è tua, e io ti aiuterò se posso.
Questa volta il sorriso del Consigliere fu aperto e sincero, sorriso al quale la ragazzina rispose timidamente. - Non sono poi così codarda alla fine, no?
Jel scosse la testa guardandola sorridendo. - Oh no, Gal. Se c'è una cosa che proprio non sei, quella è l'essere codarda.
Era decisamente sollevato che la compagna avesse deciso di andare a Nord insieme a lui. Sapeva che probabilmente si sarebbero cacciati in una situazione ancora più pericolosa di quanto già non fosse quella attuale, ma non avevano molta altra scelta. E comunque, in due sarebbero riusciti senz'altro a cavarsela meglio. Si erano sottovalutati fin troppo, negli ultimi tempi: dopotutto avevano già raccolto metà delle Pietre, erano sopravvissuti a tre attacchi dei Ribelli e ora avevano anche trovato una temporanea sistemazione. Riuscire nell'impresa nelle Terre del Nord sarebbe stato difficile, ma forse non impossibile.
Per quella notte Jel lasciò che fosse Gala ad occupare la brandina nella stanza per gli ospiti, e mestamente si accontentò di riposare stendendosi sull'ampio tappeto che occupava parte del salotto. In un primo momento si era quasi aspettato che Ftia si offrisse di cedergli il proprio letto - un atto di generosità che sarebbe stato più che gradito - ma da parte della donna non c'era stato alcun tentativo di approccio. Non era obbligata a fare gli onori di casa, d'altronde. È già tanto che non ci abbia già sbattuti fuori, ricordò a se stesso ancora una volta. E così, mentre le due donne riposavano fra le rispettive coperte, Jel rimase a rigirarsi sul rigido tappeto, nel buio della notte, senza riuscire a dormire. Si guardò intorno così tante volte da imparare pressoché a memoria l'arredamento della piccola casa. Non che ci fosse poi così tanto da memorizzare, d'altra parte: subito dopo l'ingresso si trovava il salotto, con una angolo che fungeva anche da cucina. I resti di un fuoco acceso nel piccolo focolare gettavano ancora sull'ambiente fiochi bagliori rossastri, e il grosso tavolo di legno su cui avevano mangiato risaltava più di tutto nella stanza. Sulle pareti accanto ad esso si trovavano alcune mensole e scaffali, colmi di barattoli di cibo, brocche colme d'acqua e qualche succo di frutta, e in un angolo un grosso sacco doveva contenere i risultati del raccolto nei campi. Per quanto riguardava il salotto, le uniche forme di mobilio erano una credenza di legno che doveva contenere piatti e posate e un'ampia cassapanca rigida, adagiata contro la parete sinistra. Jel si chiese dove Ftia potesse tenere il suo arsenale di coltelli e altre armi da taglio.
Aveva appena formulato quel pensiero, quando uno scricchiolio lo fece sobbalzare e, istintivamente, il giovane si tirò su in posizione di difesa.
- Piano piano... Non ho il diritto di muovermi in casa mia? - il tono calmo e canzonatore non poteva che appartenere a Ftia Elbrik. Avresti dovuto aspettartelo... Figurati se ti avrebbe mai lasciato dormire in pace...
Tuttavia, il mago scoprì di non essere particolarmente infastidito dall'arrivo della giovane donna. Ftia, che reggeva in mano una candela, si lasciò scivolare a terra sedendosi appoggiata alla cassapanca, a poca distanza da Jel.
- Ero assorto, scusami - si giustificò a mezza voce. Lei fece spallucce e replicò:- Boh, immagino che anch'io avrei reagito così. Odio quando la gente mi sveglia all'improvviso ...
- Io non stavo dormendo - disse subito Jel. - Stavo solo guardando...
- La mia fantastica dimora?- completò prontamente Ftia, guardandosi intorno. - In realtà è un bello schifo. Immagino che la casa di un Consigliere sia decisamente più sontuosa.
- Sontuosa no, in realtà - si trovò ad ammettere lui, ripensando con nostalgia alla propria casa a Grimal. - Solo un po' più grande. Con qualche mobile in più. E il giardino - si rese conto solo in ritardo del poco tatto utilizzato nel dire quelle parole, mettendo a confronto le due abitazioni, ma come sempre Ftia rimase imperturbabile. A proposito, Jel si chiese come mai fosse venuta da lui con l'apparente semplice scopo di parlare. Forse anche lei aveva difficoltà a dormire.
La cacciatrice rispose ai suoi dubbi quando alla dine domandò:- Senti, ragazzo... tu quanti anni hai detto di avere?
Jel ridacchiò: era dal momento in cui era entrato nel Consiglio che non si sentiva chiamare "ragazzo". Solo Camosh aveva mantenuto quell'abitudine. Tuttavia la cosa non lo infastidì e con semplicità rispose:- Ventiquattro, ne compio venticinque fra un paio di cicli. -
Ftia alzò un sopracciglio. - E Gala, la ragazzina?
Lui la guardò sorridendo un po' amaramente. - Quindici.
Quella volta neppure Ftia riuscì a contenere la sorpresa. - Quindici anni?- ripeté. - E alla sua età è già una Consigliera? È già in grado di affrontare incarichi come questo?
- Veramente il Consiglio non era d'accordo a lasciarla partire con me. Ma tu... credo che abbia già intuito che tipa è Gala. È praticamente scappata di casa pur di convincermi a lasciarla partire - e sorrise a quel ricordo.
- Sì beh, ha del fegato, lo ammetto - fece la donna disinvolta. Poi si soffermò sulla sua figura. - E quanto a te che mi dici?
- Come scusa?- rispose il giovane senza capire. Ftia rise:- Mi sembri uno che sa il fatto suo. Beh, in realtà l'impressione che hai dato quando ti ho visto la prima volta non era proprio delle migliori, svenuto e inutile... - pareva stesse facendo apposta a provocarlo. - Ma adesso... deciso, serio... anche generoso... - Jel non aveva idea se si stesse riferendo alla sua decisione di dormire sul tappeto o a qualcos'altro, ma lo scherno nella sua voce era palese. Lo scherno... e forse anche qualche altra cosa.
Il giovane si concesse qualche istante per osservare meglio il viso della cacciatrice, per quanto la poca luce lo permettesse: non era poi così mascolina come gli era sembrata alla prima impressione. I capelli lisci tenuti corti erano neri come le piume di un corvo e si intonavano perfettamente con la carnagione olivastra, da Haryarita. Gli occhi, che gli erano parsi di un semplice color castano, si rivelavano ora di un particolare e slavato verde-palude. Insoliti. Forse regalo di qualche antenato proveniente dallo stato di Tharia. Il naso appuntito, le labbra sottili, le orecchie proporzionate, la figura pareva avere un 'che di indotto; non c'era nulla che stonava nel complesso. Ma anche così, rimaneva indiscutibilmente poco avvenente.
Non si era reso conto che anche lei lo stava osservando; distolse subito lo sguardo, impacciato, e sperò di non essere rimasto in silenzio troppo a lungo. E come al solito, la sua mente vorticò prima che lui potesse fermarla. Era da mesi e mesi che non aveva occasione di trovarsi solo con una donna. Escludendo Gala, ovviamente. Certo, in quel momento avrebbe senz'altro preferito una compagnia femminile diversa da quella di un'avida cacciatrice senza apparenti scrupoli, ma il disagio che lo avvolgeva non accennava a diminuire. Ftia Elbrik rispecchiava perfettamente l'immagine della persona maliziosa e spregiudicata dalla quale lui aveva sempre tentato di tenersi alla larga. All'improvviso, desiderò che la donna lo lasciasse solo.
- Beh... io torno a dormire - annunciò dopo poco lei, e silenziosa com'era venuta si rialzò, senza prima avergli lanciato uno sguardo eloquente e - a suo modo - provocatorio. O forse era stata soltanto l'impressione di Jel. Lascia perdere. Ti stai lasciando trascinare.
Alzò una mani in segno di saluto e, dopo che Ftia fu sparita nuovamente nella sua stanza, il mago si lasciò sfuggire un sorrisetto.
Il resto della nottata trascorse lentamente. Alla fine, quando spuntarono da dietro le colline le prime luci dell'alba, Jel era riuscito a dormire solamente per un paio d'ore, e controvoglia si tirò su e re infilò casacca e stivali. La posizione scomoda che era stato costretto ad assumere sul pavimento ora gli stava regalando una fastidiosa sensazione di intorpidimento alla schiena. Apparentemente le altre due erano ancora addormentate, così il giovane entrò in camera di Gala e la scrollò per le spalle senza tanti complimenti. - Gala. Gala, svegliati. È giorno, dobbiamo andare...
La ragazzina si rigirò fra le coperte tentando di allontanarlo. - Non c'é nemmeno ancora luce... lasciami dormire un po'...
- Se ti consola io non ho chiuso occhio per tutta la notte - la rimbrottò il Consigliere impaziente, anche se i postumi della stanchezza continuavano a farsi sentire. Sbadigliando, Gala tirò giù le coperte e appoggiò i piedi a terra rialzandosi. - Arrivo tra un minuto... mi rivesto solamente... - borbottò, e Jel uscì socchiudendosi la porta alle spalle.
Una decina di minuti dopo i due maghi erano già per le strade semi deserte della capitale, camminando rapidamente e stringendosi nei pochi abiti che indossavano per la fresca aria mattutina.
- Avremmo dovuto chiedere a Ftia di imprestarci almeno un mantello... - si lamentò Gala mentre svoltavano a destra verso la via centrale. Jel di rimando alzò le spalle e rispose:- È già tanto che ci abbia detto come trovare il palazzo reale. Conoscendola avrebbe potuto benissimo lasciarci a sbrigarcela da soli...
- Conoscendola?- ripeté la strega arcuando un sopracciglio. - E da quando noi la conosciamo? Siamo in casa sua da meno di quarantott'ore...
- Dicevo così per dire - si giustificò subito il giovane. - Insomma, non mi sembra proprio tipa da curarsi degli affari degli altri, no?
Dall'espressione della ragazzina il mago avrebbe potuto interpretare un secco "no", ma decise di lasciar perdere. Scoprì che parlare di Ftia insieme a Gala lo metteva leggermente a disagio.
Continuarono a camminare, e quando raggiunsero la piazza centrale il sole era già sorto da un pezzo. Come già era successo mesi prima a Jekse, Gala si fermò un attimo per ammirare lo spettacolo, a bocca aperta. Il terreno coperto da piastre di pietra era leggermente infossato rispetto al livello normale; una decina scarsa di gradini circondavano la piazza, ampia almeno i tre quarti di quella di Città dei Re. Ma per quanto riguardava i colori e l'architettura non sarebbe potuta apparire più diversa: la prima parte di superficie - quella immediatamente di fronte a loro - era occupata da uno splendido reticolo di fontane di marmo, collegate fra loro da stretti canali di pietra nella quale scorreva acqua limpidissima, che brillava quasi di una luce propria sotto i raggi del sole mattutino. Oltre ad esse, si ergeva bianco e imponente il palazzo reale ariadoriano; alto circa venti metri e dalla struttura elegante,aveva ampie vetrate ad illuminare gli interni, e balconi e balconate si alternavano a piccoli giardini sui terrazzi ed arabeschi scolpiti nelle mura esterne.
Gala pareva ammaliata da tanto splendore. Non era mai stata a Tamithia... pensò Jel con un sorriso amaro, prima di riscuoterla con una leggera pacca sul braccio. - Avanti, vieni. Dopo che avremo ritirato la Pietra Blu magari daremo un'occhiata in giro...- ma lei si stava già guardando intorno entusiasta.
- Jel, ma è... è qui vicino? Il palazzo di addestramento delle Guerriere è qui da qualche parte?
Il Consigliere aveva qualche vago ricordo di quella parte della città, e indicò generalmente verso la loro sinistra.
- Credo sia circa in quella direzione... non so quanto lontano... ma resta sicuramente in questa zona. - Sapeva che probabilmente la compagna avrebbe dato di tutto pur di avvicinarsi al palazzo e alle tanto ammirate Guerriere, ma a tutto c'era un limite: potevano consentirsi una decina di minuti per ammirare la piazza e le ricche vie circostanti, ma poi avrebbero dovuto fare ritorno alla casa di Ftia.
Attraversarono la piazza con passo spedito, e quando giunsero dinnanzi ai portoni reali si inchinarono profondamente. Con una sorta di cattivo presentimento, Jel notò che il numero di Guerriere che sorvegliavano la porta era raddoppiato dall'ultima volta. Ora erano in quattro le silenziose figure ammantate che li scrutavano.
- Siamo qui per incontrare il maestro Ellanor - annunciò il giovane solenne. - Siamo entrambi membri del Gran Consiglio e chiediamo udienza.
- Necessitiamo di prove per lasciarvi entrare, miei signori - rispose una delle Guerriere in tono freddo. Jel e Gala si scambiarono un'occhiata ed entrambi estrassero le due spille del loro ordine. Il mago pensò fosse meglio non mostrare anche il sacchetto con le Pietre... La donna che aveva parlato prese quella di Jel nel palmo della mano e la osservò attentamente, mentre un'altra faceva lo stesso con quella di Gala. - Non sembra che sia un falso - decretò alla fine restituendola al giovane. - Ma abbiamo comunque l'ordine di perquisirvi.
- Ma andiamo, si può sapere che succede?- si lasciò sfuggire Gala scandalizzata. - Siamo Consiglieri, non potremmo mai... - ma la Guerriera le scoccò un tagliente sguardo di avvertimento. - Abbiamo ricevuto degli ordini - disse imperturbabile.
Scocciato e anche leggermente intimorito, Jel si apprestò ad allargare braccia e gambe, non prima di aver lanciato un'occhiata all'amica. Fai come ti dicono. Non replicare. Mentre due delle Guerriere li perquisivano, Jel rifletté su che cosa avesse potuto far aumentare in quel modo la sorveglianza. Per quanto ricordava gli ingressi reali delle varie nazioni erano stati preservati solamente da due Guerriere o - nel caso dello Stato dei Re - da due membri delle Guardie Reali. E anche così, una volta scoperto che erano Consiglieri, con che scopo perquisirli in quel modo?
Una voce secca lo riportò bruscamente alla realtà:- E questo che cosa sarebbe?
Con una stretta al cuore, il mago si rese conto che la donna doveva aver individuato l'involucro con le Pietre. - Noi... è soltanto... - cominciò, ma lei, quando slegò i lacci che chiudevano la stoffa, assunse un'espressione di allarme. - Queste sono tre delle Pietre Magiche - constatò, e anche se il suo tono rimaneva calmo e controllato il giovane poté indovinare quanto il suo sguardo fosse divenuto minaccioso. - Come siete entrati in loro possesso?
Ansioso, Jel optò per la verità. Rispose:- Io e la mia compagna siamo in viaggio da mesi. Abbiamo l'incarico di prelevare e radunare tutte le Pietre per poi portarle a Grimal, davanti al Consiglio.
Dal modo in cui le Guerriere lo fissavano, capì di non essere stato convincente.
Dannazione... Se avessero avuto anche solo un minimo motivo per sospettare di loro avrebbero rischiato la prigione... a meno che qualcuno - il maestro e Ellanor o qualche altro membro ariadoriano del Consiglio - non li riconoscesse a breve.
Fortunatamente, prima che chiunque potesse replicare, le porte del palazzo si spalancarono dall'interno e da esse emerse la figura bionda del maestro dell'Ariador. Ellanor parve sorpreso di trovarseli davanti.
- Consigliere Jel, Consigliere Gala. Ben ritrovati, dunque - guardò eloquentemente il gruppetto di Guerriere e annunciò:- Sono miei ospiti, sono entrambi Consiglieri. Li stavo aspettando, non sono necessarie perquisizioni con loro.
Le quattro donne chinarono il capo in segno di ossequio e si mantennero in silenzio, allontanandosi dai due maghi e restituendo a Jel il sacchetto con le Pietre. Ellanor si rivolse quindi a loro:- Mi dispiace per il trattamento alquanto poco ospitale, ma è stato necessario rendere più rigido il sistema di sicurezza.
- Come mai? Che cosa è accaduto?- il giovane non riuscì a trattenersi dal chiederlo. L'uomo di fronte a loro abbassò lo sguardo e mormorò in tono grave:- Non qui. Seguitemi nella sala delle conferenze.
Scambiandosi un'occhiata preoccupata i due maghi si affrettarono a seguirlo. L'entusiasmo che Gala aveva mostrato poco prima all'idea di visitare il palazzo reale pareva essersi dissipato. Ma perché... perché ogni volta che pensavano di essersi lasciati alle spalle un problema se ne presentava subito un altro?
Eppure, mai i due maghi avrebbero potuto immaginare ciò che Ellanor aveva intenzione di rivelare loro.
Lasciò che si accomodassero su due delle sedie che circondavano l'ampio tavolo circolare - simile a quello della corte di Sasha - e poi, senza alcun giro di parole, annunciò serio:- Mi duole dirvi che... due dei nostri Consiglieri sono scomparsi. Non abbiamo loro notizie da tre giorni.
Jel avrebbe potuto aspettarsi di tutto, ma non questo. Per quanto ricordava, mai era accaduta una cosa del genere. - Scomparsi? Ma... come? Com'é possibile?- chiese nervosamente.
L'uomo scosse la testa. - Non lo sappiamo. Non abbiamo idea se siano o no insieme. Non sappiamo nemmeno se siano ancora vivi.
- Chi sono i due maghi? I Consiglieri scomparsi?- intervenne Gala febbrile, e Jel avvertì una sgradevole sensazione di calore in fondo allo stomaco. Ellanor li guardò intensamente, quasi con aria di scuse, poi rispose:- Astapor Raek e... Janor Camosh.
Jel non poté far altro che guardare Gala che, inorridita, spalancava gli occhi e la bocca, dalla quale non uscì però alcun suono. Troppo sconvolto per parlare, per un attimo il giovane rimase in preda al panico. Camosh... il loro maestro... il loro protettore...
- Sappiamo che Camosh era diretto alla biblioteca di Grimal, l'ultima volta che un Consigliere l'ha visto. Stava conducendo la ricerca su poteri delle Pietre magiche, come stabilito. Da allora... per quanto ne sappiamo non ne è più uscito.
Cercando di mantenere la calma, Jel replicò:- Ma... ma... Non avete trovato...
- Abbiamo ispezionato la biblioteca in lungo e in largo. Non abbiamo trovato nessuna prova. Segni... cadaveri... il nulla.
- E del Consigliere Raek? Di lui avete qualche notizia? - fece Gala tormentandosi le mani. - Dove doveva essere quando è sparito?
- A palazzo suppongo - rispose Ellanor senza troppa convinzione. - Oppure nei suoi alloggi, dal momento che per quel giorno non era prevista alcuna riunione. I nostri esperti stanno perlustrando ogni angolo della città... ma per per ora non ci sono indizi favorevoli.
Jel era sbalordito; Camosh non era solo una sorta di "figura paterna" per lui e Gala, era anche un valido Consigliere e un mago estremamente capace, uno dei migliori. Come poteva essere scomparso nel nulla? Rapito, forse morto. Ma perché?
In quel momento grandi lacrime rigavano il volto della ragazzina. Il giovane la capiva... era da anni che lei e Camosh vivevano sotto lo stesso tetto, da quando i suoi genitori erano partiti verso il Bianco Reame. Il Consigliere era diventato come un padre per lei...
Ellanor le porse gentilmente un fazzolettino di seta, e guardandolo bene in viso Jel notò che pareva decisamente provato. Un paio di profonde occhiaie rigavano il suo sguardo, e in qualche modo pareva più stanco dell'ultima volta in cui l'aveva visto. All'improvviso tutta la faccenda della sorveglianza gli fu chiara: ormai, neppure i Consiglieri e i reali potevano considerarsi al sicuro. Che poi dietro tutto quello ci fosse la mano dei Ribelli era cosa ovvia. Non era sicuro che il suo maestro fosse stato rapito, ma sicuramente qualcosa l'aveva indotto a fare ciò che aveva compiuto, qualunque cosa fosse. Oppure qualche mago del Nord aveva semplicemente deciso di toglierlo di mezzo...
Ora basta! si disse con rabbia, rifiutandosi di permettere alle lacrime di sgorgare dai suoi occhi. Devi essere forte.
Dopo qualche istante di silenzio, Ellanor annunciò:- Per il momento abbiamo nominato due nuovi Consiglieri posticci, mentre il maestro Anerion prenderà il posto di Camosh come maestro della corte di Città dei Re. Per ora... non c'è molto altro che possiamo fare.
Il tono grave e sconfitto del Consigliere turbò Jel più di ogni altra cosa: Ellanor si era sempre dimostrato uno dei maghi più determinati e perspicaci, eppure in quel momento pareva brancolare nel buio come tutti loro.
D'un tratto, il mago ricordò le parole di Ftia a proposito della mobilitazione dell'esercito ariadoriano da Rosark e domandò:- Ho saputo che il vostro esercito si sta dirigendo a Nord per contenere le azioni dei Ribelli. Che cosa sta succedendo?
Ellanor alzò lo sguardo su di lui e la sua voce suonò più fredda che mai mentre proferiva:- Tutto quello che temevamo si è avverato. Il Re continua a sostenere che la situazione sia ancora in equilibrio, ma questo non cambia le cose. La guerra è cominciata.








Note: salve popolo di efp, sono tornata : )
Ne approfitto ora per ringraziare di cuore gli utenti ioaz e Darmione, che hanno da poco inserito la mia fic tra le seguite (o almeno dopo l'ultimo aggiornamento) e ancora di più Hyrie che, oltre a visitare puntualmente le mie pagine lasciando le sue recensioni ha anche aggiunto la storia fra le preferite. Grazie gente! <3
Che dire di più, spero che il capitolo vi sia piaciuto mi scuso per non essere riuscita a postarlo prima, ma è stato piuttosto impegnativo da stendere tutto. Al prossimo aggiornamento, dovrei riuscire a pubblicare prima della fine di luglio ^^ TaliaFederer
  
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