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Autore: ChrisAndreini    13/07/2014    7 recensioni
Hiccup, Merida, Rapunzel e Jack sono maghi, e frequentano la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Ma nemici tramano nell'ombra grandi maghi oscuri cercheranno di dividerli, controllarli e usarli per i propri piani malefici, e impedire che la profezia die quattro possa essere portata a compimento.
Riusciranno i quattro ragazzi a contrastare il male, e le loro bacchette e la loro amicizia saranno più potenti della terribile setta?
Sta a voi scoprirlo, leggete se volete.
Dal cap.1
Madre Gothel ricorda ogni bacchetta che ha venduto, ha vissuto così tanti anni da assistere anche alla creazione delle quattro bacchette più potenti di tutto il mondo magico.
Sono state create in diverse epoche, con diversi materiali, uno più raro e prezioso dell’altro.
Li conserva come gioielli, nella sua enorme collezione, sperando in cuor suo che mai nessuno glieli porterà mai via.
P.s. Saranno presenti tantissimi riferimenti ad altri film d'animazione, dai minions ai personaggi di Frozen.
Alcune cose dei film sono cambiate per esigenze di trama.
Buona lettura
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La profezia delle quattro bacchette'
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Capitolo 7: La prima prova

ovvero

Come affrontare l’ultima cosa che vorresti affrontare

 

-Bene, ripassiamo un’ultima volta il programma- esordisce Hiccup nella stanza delle necessità, davanti a una Rapunzel ansiosa e attenta, una Merida esasperata con la testa tra le braccia e un Jack mezzo addormentato, che usa un bastone che la stanza gli ha fornito per restare in piedi.

-Merida e Jack opereranno nella distrazione della bestia, io mi occuperò di cercare un punto debole e Rapunzel deve colpirlo- ricapitola, Rapunzel alza la mano.

-Si, Rapunzel- le concede la parola Hiccup.

-Ma devo proprio colpirlo io? perché sai, non so se me la sento di mettere fuori uso una bestia- Rapunzel illustra le sue preoccupazioni.

-Punzie ha ragione, non sarebbe meglio farlo fare a me, un bel colpo con confringo o reducto ben assestato e la bestia finirà in polvere- la cosa che le piaceva di più della prova era proprio poter combattere all’ultimo sangue contro una bestia feroce, ma naturalmente Hiccup doveva rovinare i suoi sogni con quello stupido piano che prevedeva di sconfiggerlo senza ucciderlo.

“Non possiamo ammazzare i dra… le bestie feroci, sono comunque esseri viventi e dobbiamo sconfiggerli, non ucciderli, non sarebbe giusto”

Merida ultimamente si chiede davvero a che gioco sta giocando.

Da una parte condivide il fatto che non si devono uccidere delle creature per il divertimento di maghi e streghe, ha ragione, ma dopo quello che gli ha fatto un drago sinceramente se fosse nei suoi panni richiederebbe vendetta, e diventerebbe una cacciatrice di draghi spietata.

Li odia proprio per questo, non dimenticherà mai il giorno in cui ha conosciuto Hiccup, un ragazzino piccolo, solo e con l’espressione più triste che Merida avesse mai visto sul volto di qualcuno.

All’inizio era molto diffidente, credeva fosse uno dei purosangue che sua madre voleva farle sposare, ma una volta appurato che sua madre non aveva quell’intenzione, dato che lui è un mezzosangue, sono diventati amici, e lei si è ripromessa di vendicarsi per lui su ogni drago che avrebbe trovato nella sua vita.

-No, Merida, non puoi farlo tu perché lo colpiresti troppo forte, e non voglio che…- ricomincia, ma Jack lo ferma.

-Non vuoi che il drago venga ucciso, ok, abbiamo capito, l’avrai detto mille volte- parla per lui, sbadigliando e stiracchiandosi.

-Non ho mai detto drago, intendevo…- ma Jack lo interrompe di nuovo.

-Si, si, bestia che dovremo affrontare, ma so che pensi sarà un drago, dato che hai messo Rapunzel ad attaccarlo, e si sa che i draghi sono molto sensibili agli occhi, quindi la luce potrebbe dargli molto fastidio- tutti lo guardano.

-Beh, che c’è, solo perché vado male a scuola non significa che non studio le cose che mi interessano- si giustifica lui, posando il bastone nella sala, che scompare subito dopo.

-Comunque, Hiccup, sono le dieci e mezza e domani c’è la prima prova, non dovremmo andare a dormire?- gli chiede, stanco.

-Si- acconsente Hiccup sbuffando.

-Uff, domani sarà molto molto difficile- Rapunzel si arrotola una ciocca di capelli intorno al dito, molto preoccupata.

-Non preoccuparti, andrà tutto bene- la rassicura Merida arruffandole i capelli.

-Se lo dici tu, una parte di me vorrebbe perdere, giusto per non, ecco, per non continuare e dover magari combattere contro di voi- ammette Rapunzel.

-Ma figurati se ci fanno vincere, anche se facciamo una cosa fantastica perderemo, stanne certa- la rassicura Hiccup -Non permetteranno mai a degli studenti di quattordici anni di continuare a partecipare, getta ombra anche agli studenti stranieri- 

-Ha ragione- Jack sbadiglia -Comunque per ora pensiamo a dormire, d’accordo?- e si avvia alla porta della stanza delle necessità.

-Dimentichi qualcosa?- Hiccup porge la mano aspettandosi di ricevere qualcosa.

-Eh? Ah, già, la mappa!- e gli lancia la mappa delle bacchette, come hanno deciso di ribattezzarla, dato che hanno capito che nelle loro bacchette c’è qualcosa di strano. Dopotutto, ghiaccio eterno, sole, platano picchiatore come legno e corda di cuore di furia buia non sono ingredienti così comuni nelle bacchette.

Per la questione animagus sono a un punto fermo, diciamo che se ne riparlerà tra un bel po’ di tempo, ma l’idea non è stata bocciata.

Per quanto riguarda i soprannomi, ne hanno alcuni provvisori, ma li vogliono assolutamente cambiare, dato che sono stati dati per scherzo.

L’ammazza-draghi per Hiccup, che gli è stato dato scherzosamente da Merida, quando lei lo ha proposto lui le ha lanciato uno sguardo assassino da far invidia a un drago stesso, tanto che Jack ha proposto l’uomo-drago.

A quel soprannome Hiccup ha alzato gli occhi al cielo, e ha ribattuto con ghiacciolino per Jack, che si è messo a ridacchiare.

Rapunzel ha ricevuto molte belle proposte, tipo raggio di sole, fiorellino solare, biondina, ma questi sono solo soprannomi normali e Jack crede che sia meglio un soprannome più d’effetto, tipo la torcia umana, peccato che Rapunzel non ha apprezzato l’idea, così lui ha optato per potenza solare, ma Rapunzel deve ancora decidere, e sembra che non gli piaccia neanche questa bomba di idea.

A proposito di bombe, Merida è indecisa tra lady spacco-tutto e la bomba umana, o meglio, Jack è indeciso tra i due da affibbiargli, lei non ne vuole nessuno dei due, anzi, quando lui le ha fatto le sue proposte lei gli ha lanciato uno schiantesimo che lui è riuscito a parare con una risata.

Lui si è affibbiato nomi come “Il più figo del gruppo” o “re del ghiaccio e della neve” ma i suoi amici hanno proposto “ghiacciolino” “cuore di ghiaccio sciolto” e “Gelato scongelato” e “surgelato”

Gelato scongelato è un bel nome, ma preferisce “il più figo del gruppo”, fa più effetto.

Hiccup prende la mappa 

-Giuro solennemente di non aver fatto i compiti questa settimana- afferma alzando gli occhi al cielo, la mappa si apre e appare anche una scritta 

“Non si fa”

Hiccup sbuffa, e sotto la prima scritta ne compare un’altra.

“Non si dicono le bugie uomo-drago” 

-Si, si, lo so. Mi dovete spiegare il perché di tutto questo teatrino un giorno di questo- commenta poi, dando un’occhiata alla mappa. 

-Nel corridoio del settimo piano non c’è nessuno, ma Shrek è nel corridoio che da alle cucine.

La strada che deve percorrere Rapunzel è libera, ma ha a disposizione solo due o tre minuti perché Ciuchino fa la ronda da quelle parti, ed Eugene si avvicina alla torre per il suo turno.

Elsa è vicino ai sotterranei, probabilmente è appena uscita per il turno di ronda, ma se Jack parte subito e passa per il passaggio segreto riesce ad evitarla, Merida è abbastanza vicina, e se parte tra un minuto, quando Tiana è già passata dovrebbe arrivare senza intoppi- spiega, poi avvolge un attimo la mappa.

-Tutto chiaro?- chiede agli amici.

-Si, chiarissimo, uomo-drago- e con un saluto esce dalla sala, diretto verso i sotterranei.

-Ora vai tu, Rapunzel- la incoraggia Hiccup.

L’amica si precipita fuori con attenzione.

-Ho bisogno di un cronometro- subito gli compare in mano.

-Perfetto, quaranta secondi e parti tu- dice a Merida.

-Dimmi che cosa ti turba sui draghi- Merida ha la voce decisa e le braccia incrociate, lo guarda come se si aspettasse una risposta decisa e veloce.

-Niente- risponde lui di getto, senza guardarla.

-Dimmelo subito- ordina lei.

-Trenta secondi- dice invece lui guardando il cronometro, e iniziando ad avere i sudori freddi.

-Se non me lo dici lo scoprirò da sola, e sai che posso riuscirci- lo minaccia lei.

-Venticinque- la avverte lui.

-Ha qualcosa a che fare con la tua scomparsa dalla mappa ogni sera?- chiede lei con sguardo indagatore, Hiccup si sente mancare il respiro.

-C_cosa? No, ma che dici, io non scompaio ogni notte- nega lui -quindici secondi, Tiana si sta dirigendo verso il sesto piano- guarda la mappa e la indica a Merida.

-Non me lo nasconderai ancora a lungo, Hiccup, e se lo scopro da sola sappi che non sarà bello per te- la ragazza si accosta alla porta.

-Sette secondi, non c’è niente da scoprire, d’accordo?- dice lui.

-Devo solo capire se vai nella foresta o nella stanza delle necessità, e sta pur certo che lo scoprirò- ed esce dalla porta.

Hiccup si prende la testa tra le mani, deve trovare un modo di far volare di nuovo Sdentato, il prima possibile.

Da quando ha scoperto che la sua bacchetta può controllare i draghi l’aria tra lui e il drago è diventata ghiacciata, Hiccup è sempre più irrequieto in compagnia del drago, e tiene sempre la bacchetta in pugno, per paura che possa essere davvero tutta un’illusione, la loro amicizia.

Guarda la mappa per essere sicuro che il drago non sia visibile, ma nota una cosa ben peggiore.

All’ingresso del castello sono comparsi tre paia di passi e tre cartoncini con tre nomi.

-Oh, no! Papà e suoi due stupidi assistenti- esclama, alzando gli occhi al cielo. Sapeva che sarebbero venuti, ma sperava vivamente la mattina, non può andare a trovare Sdentato con un cacciatore di draghi professionista che per di più è anche suo padre che molto probabilmente lo verrà a cercare a momenti.

-Ho bisogno di un mantello dell’invisibilità- prova a chiedere alla stanza, che si limita a far sparire il cronometro ormai inutile.

-No? Ok, andrò da Sdentato domani sera, spero che non si preoccuperà- lo dice ad alta voce, pentendosi subito, perché ci possono sempre essere orecchie indiscrete ad Hogwarts, come i tre fantasmi rompiscatole Molla Ciccia e Puzza.

-I gufi sono così spaventati se non vedono il padrone, a volte- cerca di rimediare, sentendosi anche leggermente idiota.

Il padre viene fatto entrare, e molti dei ragazzi che fanno il turno di notte si allontanano dal giro abituale per dare una sbirciatina.

Hiccup decide di approfittarne, e velocemente si avvia verso la sua sala comune, senza curarsi troppo della gente che potrebbe passare.

Ma sfortunatamente non ha fatto i conti con Elsa, che non si è minimamente interessata al famoso cacciatore di draghi appena arrivato al castello.

-Hiccup, il coprifuoco è scattato già da un pezzo, dovresti essere nella tua sala comune-lo osserva con sguardo indagatore.

-I compiti li ho fatti!- esclama per tutta risposta, suscitando un’occhiata confusa del prefetto serpeverde.

Ma non ha perso il senno, è solo la parola per richiudere la mappa e renderla invisibile ad altri sguardi indiscreti.

-Non ne dubito- risponde incerta la ragazza -Ma ciò non implica che non meriti una punizione e dei punti tolti- 

-E’ che…- cerca di giustificarsi lui -Sto andando…- vorrebbe dire di stare andando dal padre, ma la sua direzione è la sala comune, perciò Elsa capirebbe subito il suo trucchetto.

-… in sala comune, ero uscito un attimo perché c’è mio padre che è arrivato- inventa Hiccup.

-Non mi interessa, non dovevi uscire- la ragazza non sembra demordere, anzi, si rabbuia pensando che lui ha un genitore che ha salutato.

-Lo so, infatti mi chiedevo solo se potevo rientrare in fretta, perché ero uscito per vedere se fosse davvero lui, ma non voglio salutarlo- questo è vero, non vuole che suo padre lo becchi alzato e si metta a parlargli e a complimentarsi con lui per il giorno dopo, non vuole rovinarsi la notte, specie con quei due assistenti tremendi: i gemelli Testaditufo e Testabruta, espulsi da Drumstrang per via delle loro numerose lotte tra loro, e che hanno la fastidiosa abitudine di chiamare Hiccup con il suo secondo nome.

-Perché no?- chiede lei, facendosi di scatto comprensiva. Hiccup non ama molto raccontare della sua vita, perciò decide di farla breve.

-E’ che lui si aspetta sempre che io sia uguale a lui, si aspetta tante cose da me, e io voglio solo essere me stesso. Voglio precipitarmi in sala comune così da essere sicuro che lui non mi cerchi, e sono uscito solo perché, beh, volevo sapere se era proprio lui ad essere arrivato, non lo vedo da quest’estate- cerca di giustificarsi e liberarsi insieme, Elsa abbassa lo sguardo, come se ci fosse già passata.

-Va bene, per questa volta passa, ma non farti beccare di nuovo, d’accordo?- lo lascia andare.

-Grazie, Elsa, non uscirò più- promette, riconoscente, certo che uscirà ogni notte come al solito, e ingoiano un groppo in gola al pensiero.

Si precipita verso la porta della sala comune, ed entra in tutta fretta.

La sala è abbastanza spoglia, e i pochi studenti ancora in piedi stanno osservando fuori dalla finestra, probabilmente sua padre che entra, o il tipico scenario dei suoi due assistenti, che conoscendoli Hiccup suppone stiano litigando con gomitate e pugni per chi deve entrare prima.

Cercando di non farsi notare si avvia nel suo dormitorio.

Stanno tutti a letto a dormire, ad eccezione di Johnny, ma la cosa non sorprende Hiccup, che infatti ha sentito cose tipo “Ma quei tipi si menano da urlo” provenire dalla calca alla finestra.

Si mette il pigiama in tutta fretta e si rintana nel letto nero e giallo, chiudendo le tende del letto.

Poi prende la mappa e la riapre.

Osserva alla luce fioca della bacchetta il padre che torna indietro per riprendere i due litigiosi assistenti, e poi lo vede dirigersi verso la sala del preside. Si ferma un attimo, poi si dirige verso la sala comune di Tassorosso.

“Oh, no!” Hiccup si affretta a spegnere la bacchetta e a nascondere la mappa sotto il cuscino.

Passano pochi minuti, e Hiccup sente un mormorio eccitato provenire dall’ingresso della sala comune, poi la porta che viene socchiusa, ed è piuttosto convinto che qualcuno dirà al padre di averlo visto entrare poco fa e che è sveglio.

-Sto cercando mio figlio Hiccup- dice ai ragazzi, a bassa voce, anche se il suo vocione risuona nella sala.

-E’ andato a dormire molto presto, oggi. Sta dormendo- risponde una voce femminile, Hiccup ci mette un po’ a capire che è la voce di Anna.

-Oh, d’accordo. Gli parlerò domattina- chiude la porta e Hiccup sente di poter tirare un sospiro di sollievo, si ripromette di ringraziare di cuore Anna e cerca di dormire.

 

Rapunzel si sveglia di scatto senza fiato e madida di sudore.

Ha passato la notte in preda agli incubi causati dall’imminente gara.

E’ davvero terrorizzata, più di quanto abbia voluto ammettere a se stessa e ai suoi amici.

Si prende la testa tra le mani cercando di calmarsi, poi sente una voce che la fa sobbalzare.

-Spaventata per la gara?- Rapunzel si guarda intorno ma stanno tutte dormendo, e la voce è particolarmente vicina.

-Qui sopra- la voce la indirizza alla sua proprietaria, in piedi sul soffitto.

-Mavis, mi hai spaventata- sussurra Rapunzel, per non svegliare le altre, la mezza vampira sorride e scende dal soffitto, posandosi sul suo letto.

-Scusa, comunque non devi preoccuparti per la gara, non permetterebbero mai a qualcuno di farsi male, e mio padre è a capo del dipartimento per i giochi e gli sport magici e mi ha riferito anche la bestia che dovrete affrontare- confida a Rapunzel.

-Intendi, noi quattro o tutte le bestie per tutti i gruppi?- chiede la bionda.

-Cosa? No, tutti i gruppi hanno la stessa bestia, solo che cambia aspetto per ognuno di voi- risponde Mavis eccitata.

-Un molliccio? Ma non possono affrontarlo quattro maghi insieme, e poi basta Riddiculus… No, non devi rispondermi, non devo saperlo, non amo imbrogliare- Rapunzel distoglie lo sguardo, mordendosi il labbro.

-Ok, non ti dirò niente, ma voi quattro potete farcela insieme, tutta Hogwarts lo crede, stanne certa- la rassicura.

-Grazie Mavis- credeva di non stare molto simpatica alla mezza vampira, e ora la sta confortando e rassicurando.

-Solo… non provare Riddiculus, perché non funzionerà- le suggerisce, ritornando sul soffitto, è il suo passatempo al risveglio.

-Davvero, ti ringrazio- Rapunzel è quasi commossa dal suo interesse nei suoi riguardi -Credevo che i nati babbani non ti stessero molto simpatici- sussurra quasi tra se e se, ma Mavis la sente, e assume un’espressione un po’ imbarazzata.

-E’ mio padre che mi ha un po’ contagiata con la paura verso i babbani, ma ora guardo avanti, e ho scoperto che i babbani sono davvero molto interessanti- le dice un po’ evasiva arrossendo leggermente.

-Di chi stiamo parlando?- chiede Rapunzel con un sorrisetto indagatore.

-Di nessuno in particolare- nega Mavis, Rapunzel le lancia un’occhiata, e la mezza vampira arrossisce più vistosamente.

-Ok, d’accordo, c’è un ragazzo, lavoriamo sulla stessa pianta a Erbologia il mercoledì, ed è, insomma, così strano e simpatico- ammette.

Rapunzel ci riflette un attimo, poi la risposta le viene alla mente.

-Johnny?- chiede, incredula.

-No!- esclama subito Mavis, poi si interrompe.

-Forse un pochino, ma ti prego, non dirlo a nessuno- si fa promettere,Rapunzel le sorride, poi si fa la croce sul cuore.

-Non preoccuparti, il tuo segreto è al sicuro con me- la rassicura, Mavis le sorride.

-Sono quasi le sette, è ora di andare- le fa notare, controllando l’orologio.

 

Merida osserva di soppiatto Rapunzel, che fa colazione piuttosto tranquillamente. Si sarebbe aspettata tensione al massimo, come per la pesa delle bacchette, invece Rapunzel prende la situazione con molta calma.

Sta giusto per alzarsi ed andare a parlarle quando Hiccup entra nella sala, con il fiatone e con qualche foglia tra i capelli, che cerca di togliere velocemente.

Dopo la piccola discussione di ieri Merida è ancora più convinta che Hiccup le stia nascondendo qualcosa, e deve assolutamente scoprirlo, insomma, sono migliori amici da quando avevano quattro anni.

Lo osserva andare al tavolo, e guardare di sottecchi e con aria demoralizzata il tavolo degli insegnanti.

Merida fa lo stesso.

Di solito non lancia mai occhiate da quella parte, dato che non vorrebbe mai rischiare di incrociare lo sguardo della madre, ma appena osserva il tavolo degli insegnanti, capisce almeno una parte di ciò che affligge Hiccup in quel modo.

Al tavolo, che parla tranquillamente con Nord, c’è Stoik.

-Oh- si lascia sfuggire, e Astrid se ne accorge.

-Cosa c’è?- chiede, osservando nella sua stessa direzione.

-E’ Stoik “l’immenso” Haddock, quello?- chiede entusiasta.

-Purtroppo si- risponde Merida, distogliendo lo sguardo e posandolo nuovamente su Hiccup, che mangia velocemente come a voler sloggiare il più velocemente possibile. 

Anna gli si avvicina e si scambiano quattro chiacchiere, poi, quando lui ha finito di mangiare, si alza in tutta fretta ed esce dalla sala grande.

Merida decide di seguirlo.

-Hiccup, tutto bene?- gli chiede raggiungendolo nel corridoio.

-Si, perché?- Hiccup ha il sorriso più falso che Merida gli abbia mai visto in volto, e le basta guardarlo per pochi secondi per farlo cedere.

-Lo hai visto anche tu, no?- sbotta, teso come una corda di violino, Merida intuisce che non è il padre il vero motivo del suo nervosismo.

-E… a parte lui?- chiede Merida, decisa a far luce sulla faccenda.

Hiccup apre incerto la bocca, come se stesse per dire qualcosa, poi la richiude, incapace di continuare.

-Dove sei stato stamattina?- riprova Merida, andando dritta al sodo.

Hiccup cade dalle nuvole, e spalanca gli occhi in un’espressione terrorizzata.

-Perché me lo chiedi?- stringe la bacchetta in mano come se temesse un attacco da parte dell’amica.

Merida gli toglie l’ultima foglia rimasta impigliata tra i capelli.

-A meno che non crescano alberi nel tuo letto non me la spiego- gliela mostra con sguardo indagatore.

Hiccup apre la bocca incerto, facendo guizzare gli occhi a destra e sinistra come a cercare una scusa, poi sembra calmarsi, e ammette.

-Sono stato alle serre stamattina, perché non riuscivo a dormire- mente, Merida riconosce quando Hiccup è bugiardo, glielo si legge in faccia, ma deve ammettere che in questi anni è diventato più bravo a mentire, e Merida teme che l’abbia fregata più volte.

Prova con la domanda più facile, perché discutere sulla verità e sulle bugia non serve a niente.

-E perché non riuscivi a dormire?- chiede, sorprendendo Hiccup, che si aspettava più un “perché continui a mentire?”

-Il fatto che abbiano chiamato un cacciatore di draghi significa che la bestia che dovremo affrontare è piuttosto ovvia- risponde con tono sconsolato, Merida è certa che non sta mentendo e non sa se esserne sollevata o spaventata.

-Perché continui a dichiarare di non voler uccidere un drago?- chiede, guardandolo negli occhi in cerca di una risposta.

-Perché…- comincia Hiccup.

-E non mentire, ti prego, qualsiasi cosa sia la affronteremo insieme, da amici quali siamo, non continuare a nascondermi le cose, Hiccup! Ti resterò accanto qualsiasi cosa sia successa- lo rassicura, continuano a guardarsi.

-Perché io ho…- Hiccup sta per dirle tutto, ma viene interrotto dall’arrivo di Stoik.

-Hiccup, ragazzo, ti stavo cercando- tuona, dirigendosi verso il figlio.

Hiccup sobbalza, impallidisce e si affretta a interrompersi.

-Ciao, papà- lo saluta come se fosse il boia che deve staccargli la testa.

-Oggi la distruggerai quella bestiaccia, dimostra che sei un degno Haddock- inizia il suo discorso di incitamento, ma Merida lo interrompe, conoscendo la tremenda sensazione.

-Ciao Stoik- lo saluta con il sorriso.

Il cacciatore di draghi sta per rispondere al saluto quando un’altra voce fa la sua comparsa.

-Merida, non rivolgerti a un adulto con il tu- la rimprovera sua madre, senza guardarla.

E’ un mese che la rimprovera senza guardarla, e Merida non capisce perché.

-Stoik, ti devo urgentemente parlare- dice al cacciatore con tono urgente, e anche un po’ preoccupato.

-I draghi sono scappati?- la prede in giro Merida, per farsi guardare.

-Draghi?- chiede Stoik -No, non ci sono draghi per la foresta- afferma, sicuro, Hiccup inspira bruscamente, ma Merida non riesce a capire perché, e non ne ha l’occasione, perché la madre sta sussurrando qualcosa all’orecchio di Stoik, e Merida sente poche parole: “bacchette, profezia” o qualcosa di simile.

Il cacciatore si fa scuro in volto.

-Oh- guarda Hiccup con aria grave -Meglio parlarne con calma, Hiccup, buona fortuna, figliolo- lo saluta, ma non lo guarda.

-Grazie- borbotta Hiccup, con lo sguardo basso.

-Mamma lo ha contagiato- osserva Merida -Allora, che stavi per dirmi- 

-Meglio parlarne con calma dopo la prova, d’accordo?- Hiccup sembra davvero molto in difficoltà, così Merida annuisce 

-Ok, andiamo a recuperare Rapunzel e Jack, tra poco sarà ora- lo prende per un braccio e lo trascina verso la sala grande.

 

Hiccup vorrebbe tornare alla notte appena trascorsa, e possibilmente non svegliarsi mai, anzi, vorrebbe tornare a quando i suoi amici hanno messo il suo nome nel calice e impedirglielo, ma forse dovrebbe semplicemente tornare al primo anno e non entrare nella foresta per quella stupida bacchetta che gli ha fatto trovare il drago che gli ha rovinato terribilmente la mattinata.

Si è svegliato presto colto da uno stranissimo presentimento, e ha gettato un occhio sulla mappa sotto il cuscino.

Per poco non cadeva giù dal letto, si vedeva il cartoncino di Sdentato ai margini della foresta proibita, e ha dovuto fare una corsa contro il tempo e la vista degli insegnanti per raggiungerlo e farlo tornare a posto.

Si era poi diretto direttamente a colazione per non destare sospetti, vista l’ora, ma per fortuna non è stato scoperto da nessuno mentre lo tranquillizzava. Fin qui poteva anche sopportarlo, ma la curiosità e l’invadenza di Merida erano davvero troppo, e l’imminente prima prova gli hanno fatto quasi venire una crisi di nervi.

Stava anche per dirle tutto, una sillaba in più e suo padre avrebbe scoperto ogni cosa.

Ma una cosa giusta Merida l’ha detta, lei gli resterà accanto nonostante tutto, perché è sempre così che fanno loro, non può non dirglielo, e dopo la prima prova si ripromette di dirlo a tutti e tre.

Ma ora è il momento di pensare alla prova, dato che stanno per entrare nell’arena.

-Su, almeno non sarà un drago, Hic- cerca di consolarlo Rapunzel, con un sorrisino tirato.

-Perché infatti un molliccio che prende la forma dell’ultima cosa che vorresti affrontare è molto meglio, vero?- chiede Hiccup sarcastico, Rapunzel appare ferita.

-Hey, Hiccup, non prendertela con lei- la difende Jack. 

-Scusa, sono piuttosto in ansia- cerca di giustificarsi Hiccup, provando a farsi venire un piano d’azione.

-Non preoccuparti, Hiccup, comunque io l’ultima cosa che voglio affrontare sono i miei genitori arrabbiati e delusi, ma se si parla di mostri forse sono gli schiopodi sparacoda- cerca di aiutarlo.

-Speriamo che non scelga te, perché gli schiopodi non si possono sconfiggere, mentre i tuoi genitori, non vorrei fare loro una cattiva impressione schiantandoli- scherza Hiccup, per farsi perdonare.

-Per quanto riguarda me, ho paura principalmente di affrontare un dissennatore, ricordi quella volta che per poco non mi risucchiava l’anima, quando avevamo sei anni?- chiede a Hiccup, che rabbrividisce al solo pensiero 

-Non fosse stato per tuo padre, sarebbe finita molto male- ricorda, dolorosamente -Per quelli servirebbe un incanto patronus, e nessuno di noi lo conosce… Jack, tu cosa non vorresti mai affrontare?- chiede, Jack ci riflette per un po’, poi impallidisce di colpo -Non deve scegliere me- dice infine.

-Perché? Cos’è?- prova a chiedere Rapunzel.

-Non deve scegliere me- ripete con una nota di panico nella voce, Rapunzel decide di non insistere, ma Hiccup non vuole assolutamente che la scelta ricada su di lui.

-Beh, sei l’unico rimasto, dicci cos’è e potremo aiutarti- cerca di spronarlo, ma Jack non vuole sentire ragioni.

-No, grazie, non sceglierà me, punto, e poi un drago non deve essere difficile da sconfiggere, poi prendiamo il sacchetto nel suo collo ed è fatta- 

-Incantesimo conjuctivitis, non è difficile- prova a ragionare Merida.

-Con quell’incantesimo si agiterà solo di più, e non riusciremo a prendere le pietre- ribatte Hiccup, ma prima che possa scoppiare un dibattito il professor Parr li chiama. 

Tocca a loro.

L’arena è gigante, e il pubblico è protetto da una rete metallica, ma sono le uniche due cosa che Hiccup nota prima di vedere Sdentato.

“Coma lo hanno catturato?” si chiede, iniziando a respirare a fatica, non è un’illusione, è proprio Sdentato, che lo guarda con i grandi occhi verdi con aria smarrita.

-No, no, no, no- una parte ancora sana del suo cervello cerca di farlo ragionare, dopotutto il molliccio è lì proprio per questo, per spaventarlo, ma ci sta riuscendo molto, troppo bene.

Merida, nello stesso momento fissa un gigantesco orso grizzly che irrompe su di lei, e prima del terrore le viene un attimo di confusione, dato che non credeva di temere gli orsi. Eppure quell’ammasso di peluria è terribilmente spaventoso e si rivede a tre anni, in un ricordo che ha completamente rimosso.

Rapunzel osserva con le lacrime agli occhi i volti contriti dei suoi genitori, che sembrano voler dire “Non ce l’aspettavamo da te, signorinella, ci hai profondamente deluso” 

Jack è ghiacciato sul posto, con il fiato spezzato, che fissa il volto pallido di una bambina di cinque anni, che lo guarda come se avesse paura di lui “Stammi lontano, Jack, non avvicinarti” 

-Ora il molliccio sta scegliendo tra le quattro paure, la più utile a lui verrà usata nell’arena- spiega il conte Dracula, direttore dell’ufficio per i giochi e gli sport magici che fa la cronaca della prova.

All’improvviso l’orso, i genitori e la bambina lasciano il posto a un drago nero come l’inchiostro dagli occhi verdi, che Hiccup fissa con i sudori freddi.

-Hiccup!- lo richiama Rapunzel, lui sembra riscuotersi, almeno un po’.

-Conjuctivitis- prova Merida, puntando agli occhi del drago, Hiccup però si getta su di lei deviando l’incantesimo.

-Ma che diavolo… Sei impazzito!- esclama lei, ma l’enorme coda del drago che si abbatte nel punto in cui stava mezzo secondo prima le rispondono per lui.

Prima che riescano ad alzarsi, Hiccup viene preso dalla gamba sinistra, e si ritrova intrappolato nelle fauci della bestia, senza neanche la forza di urlare.

-HICCUP!- urla Merida al posto suo, alzandosi con un balzo e precipitandosi verso di lui, il drago stringe la presa sulla sua gamba, e Hiccup riesce ad emettere un lamento, che convince Merida a fermarsi.

I tre ragazzi si guardano, senza sapere cosa fare, Hiccup prova a ragionare, cosa conosce di Sdentato?

Odia le anguille, l’erba gatta e riesce a metterlo KO grattandogli il muso, ma non ha anguille né erba gatta con se, e non si trova nella posizione di grattargli il muso, oltre al fatto che non vuole destare sospetti, mettendosi ad accarezzarlo.

Ma c’è un’altra cosa che i draghi adorano, solo che gli sfugge.

Prova a rifletterci, anche se riflettere a testa in giù con una gamba mezza rotta è un tantino difficile. E’ una cosa che li accomuna con i gatti, e lui ha usato uno specchio.

-Seguire una luce!- esclama ad alta voce.

Tutti lo guardano confusi, il pubblico, Merida, Jack, Rapunzel e il drago.

Sotto di lui c’è la corda che tiene il sacchetto con le pietre che devono recuperare, se il drago lo lasciasse andare potrebbe appendersi alla corda e grattargli il muso da li senza farsi notare troppo, ma deve essere innanzitutto distratto da una luce.

-Jack, crea uno scudo di ghiaccio- ordina a Jack.

-Che?- chiede lui confuso.

-Rapunzel, lancia un raggio di luce e fallo rimbalzare sul ghiaccio, che Jack muoverà in modo da distrarre il drago- lo guardano come se fosse pazzo.

-E’ un drago, non un gatto- prova a farlo ragionare Merida.

-Voi fatelo, per Odino!- urla Hiccup, Jack e Rapunzel si affrettano ad eseguire, il drago parte all’inseguimento della luce, ma non molla Hiccup, anzi, lo stringe più forte, e il ragazzo si vede costretto a rivolgersi a Merida.

-Distrai il drago da dietro!- le urla solo, con tono immensamente ferito.

-Confringo- Merida senza farselo ripetere mira alla coda del drago, che ruggisce di disappunto e lascia Hiccup, che mira alla corda.

La riesce a prendere per un pelo.

Prende il sacchetto e lo lancia a Merida, che lo prende al volo.

-Hiccup, ora scendi giù- gli urla, ma è più facile a dirsi che a farsi.

Il drago sembra capire le intenzioni di Hiccup, e alza il collo mettendosi a due zampe, la terra diventa molto, troppo, lontana per poter semplicemente saltare.

Hiccup si arrampica per la corda, o almeno ci prova, ma il drago scuote la testa per disarcionarlo.

-Hiccup, reggiti- Merida lancia le pietre a Rapunzel e corre per arrampicarsi a sua volta, ma la coda del drago le va addosso, sbattendola dalla parte opposta dell’arena, Jack la va ad aiutare.

Rapunzel tiene le pietre al petto guardando gli spalti in cerca di aiuto, avevano detto che se ci fossero state situazioni pericolose sarebbero intervenuti i soccorsi, ma l’unica che sembra preoccupata è Elinor, aggrappata alla grata, che urla qualcosa al padre di Hiccup, fermo e impassibile.

Hiccup si tiene poi decide di rischiare, e gratta il muso dell’animale, prima sul capo poi scendendo sempre più, fino ad arrivare al collo.

Il drago si immobilizza di scatto, e crolla a terra, Hiccup non riesce a reggersi, e cade a sua volta.

-Hiccup!- Jack solleva una mano, come a bloccare la caduta, e Hiccup resta sospeso a mezz’aria.

Cala un silenzio ghiacciato, Rapunzel si precipita sotto Hiccup, cercando un modo per farlo scendere senza fargli del male.

-E’ un aresto momentum o cosa?- chiede Hiccup, con voce spezzata.

-Non preoccuparti, ti tiro giù- lo rassicura Rapunzel -Gommosus- il pavimento diventa elastico e lei salta, lo prende e torna giù.

-Incontro finito- annuncia il conte Dracula, mentre Stoik sembra riscuotersi e scende nell’arena per uccidere il drago-molliccio.

Appena abbatte un’ascia sul suo collo Hiccup si copre gli occhi con le mani, incapace di vedere uno spettacolo così tremendo.

Quando li riapre non c’è più niente.

Prova a mettersi in piedi, aiutato da Rapunzel, ma non riesce a posare la gamba a terra.

-Hiccup, aspetta, ti porto dall’infermiera- Stoik si carica Hiccup sulle spalle mentre Merida si rialza tenendosi la testa, e si dirige a sua volta in infermeria, seguita da Jack e Rapunzel.

Prima di uscire dall’arena, però, Jack prende un pezzo del ghiaccio, giusto come ricordo.

Entrati nel padiglione l’infermiera si precipita a occuparsi di Hiccup.

Gli immobilizza la gamba e la osserva attenta per un po’, poi spalma sopra la ferita una crema dall’odore orribile e si occupa di Merida.

Dopo averle dato una pozione per il mal di testa torna ad occuparsi di Hiccup.

Rapunzel lascia spazio all’infermiera, e si guarda intorno, sempre tenendo stretto il sacchetto con le pietre.

Mulan ha una ferita al braccio, ed è seduta sul letto di Shan, che ha ricevuto una ferita alla gamba, ma non sembra grave quanto quella di Hiccup. 

Accanto a loro Kida è in piedi a osservare le pietre nel sacchetto, con espressione contrita.

Dimitri non c’è, o almeno Rapunzel non lo vede, spera non gli sia successo niente di grave.

Gaston e Hans parlano in un angolo, come se cercassero di non farsi vedere. Hans sembra arrabbiato, e la cosa ha in se dell’incredibile, perché Hans è un tipo così tranquillo, a quanto lei ha potuto vedere.

Colette è nel suo letto, dopo aver ricevuto una storta, mentre Esmeralda è in piedi, illesa, eccezion fatta per i capelli bruciacchiati.

La madre di Merida entra nel padiglione e si precipita ad abbracciare la figlia, che resta un attimo interdetta.

-Oh, per fortuna sei sana e salva- poi si rivolge a Stoik.

-Perché diavolo non sei intervenuto, Stoik?!- gli chiede, con una nota isterica nella voce.

-Non mi sembrava ce ne fosse bisogno- cerca di giustificarsi lui, appare confuso.

-Non ce n’era bisogno? Tuo figlio stava per morire, e quel drago nero ha tramortito mia figlia. Se la sono cavata per il rotto della cuffia- Elinor è fuori di se, Stoik indietreggia.

-Io…- 

-Sembra magia oscura, vero?- chiede Mama Odie continuando a fasciare la gamba di Hiccup, come se niente fosse.

-Cosa? Che magia oscura?- prova a chiedere Merida, ma Mama Odie la ignora.

-Hiccup non può vedere i risultati, con la gamba messa così non potrà alzarsi dal letto per un paio di settimane. Voi, ragazzi, andate pure e portatevi dietro questi due litigiosi- Mama Odie fa cenno ai ragazzi di uscire, loro lanciano un’occhiata a Hiccup, come a chiedergli il permesso, e lui annuisce, con il viso contratto dal dolore.

Fuori i giudici stanno per riferire i voti della performance, con un punteggio da uno a dieci, ma discutono animatamente.

-E’ inaudito, quattro quattordicenni hanno rischiato la vita in questa prova, e sono riusciti a farcela in modi del tutto fuori dall’ordinario- si lamenta Dracula.

-Appunto, le loro doti sono state straordinarie, non me le sarei mai aspettate da dei quattordicenni, credo che abbiano imbrogliato- sospetta il capo dei trasporti magici, Amelia, altro giudice.

-No, non hanno imbrogliato, hanno semplicemente improvvisato, e hanno usato più potere di quanto si ritenesse possibile- cerca di riflettere il preside Nedakh.

-Non è possibile improvvisare con gli incantesimi non verbali, Frost ha fermato Haddock a mezz’aria alzando la mano, la mano senza bacchetta- ribatte Amelia -Se c’è qualche segreto su questi ragazzi mi piacerebbe che mi venisse raccontato-

-Non c’è nessun segreto, Madame Gothel controllato bacchette, e non risulta essere niente fuori norma- spiega Nord.

-Io credo che il loro operato sia davvero incredibile per dei quattordicenni, e sebbene Haddock abbia ricevuto delle ferite piuttosto gravi, è stato capace di ragionare con la sua testa e trovare una soluzione mentre era in pericolo di vita. Tra tutte le tre performance viste oggi la loro è stata l’unica che non ha ricevuto aiuti, e credo fermamente che sia stata anche la migliore, perché hanno sconfitto il molliccio senza ucciderlo, ma mettendolo semplicemente KO- il professor Nedakh elogia il loro comportamento.

-E’ vero, ma non possiamo comunque permettere che continuino la gara, dopo le ferite riportate da Haddock e considerata la loro età credo che sarebbe oltremodo sciocco far proseguire il loro percorso- ribatte però Amelia.

La signora Erica è l’unica che non dice niente, è rimasta profondamente irritata dalla sopravvivenza dei ragazzi, ma ritiene che sia meglio far continuare loro la gara, per cercare di ucciderli magari nella prossima prova. Solo che così rischia di farsi scoprire.

L’arrivo dei ragazzi blocca tutte le discussioni, e un silenzio di tomba si propaga per gli spalti.

-Beh, giudici, ai voti- Dracula alza la mano e con fumo violetto compare il numero sette.

Amelia alza la bacchetta, e compare un quattro.

Nord da ai ragazzi un otto, Nedakh a sua volta otto

Poi c’è la signora Erica, che squadra i ragazzi con curiosità.

Loro non sanno che i ragazzi di Drumstrang hanno preso 34 punti, e il voto di Erica sarà fondamentale.

Lei solleva la bacchetta, e esce un otto.

Tutti gli studenti di Hogwarts emettono un’esclamazione di trionfo

-Hogwarts passa il turno con trentacinque punti, Drumstrang eliminata con voto trentaquattro e Beauxbatons è in testa con quaranta punti-

I tre ragazzi, però, invece di festeggiare, assumono un’espressione scoraggiata, che tutti i presenti associano alla stanchezza.

Merida abbassa lo sguardo e si avvia al castello, senza passare a controllare le condizioni di Hiccup, ed evitando tutti quelli che cercano di congratularsi con lei.

Jack e Rapunzel invece vanno nel padiglione dell’infermeria, ma Mama Odie non li fa entrare.

-Mi dispiace, sta riposando, e ora lo dovremo spostare in infermeria, potrete visitarlo domani, gli ho dato una pozione soporifera per farlo dormire abbastanza- spiega ai ragazzi, che insieme si avviano verso il castello.

-Non posso credere che siamo passati- commenta Rapunzel con tristezza -Non so se riuscirò a sopravvivere a un’altra prova- confida a Jack.

-Ce la faremo, vedrai, hai visto che squadra formiamo, insieme?- cerca di rassicurarla lui, anche se è più ansioso di lei e l’ultima cosa che vuole affrontare gli sta ancora in testa.

-Ma Hiccup è stato ferito, mi sono sentita così impotente- Rapunzel ha le lacrime agli occhi.

-Anche io, ma alla fine si è risolto tutto, dobbiamo solo credere in noi, e riusciremo a fare anche cose inimmaginabili- la rassicura Jack, abbozzando un sorriso.

-Ragazzi, vi cercavo- una voce autoritaria, appartenente ad Amelia, il giudice che ha messo loro quattro, li fa voltare.

-Vorrei una spiegazione su quanto è successo da voi, nessun quattordicenne riesce a fare ciò che avete fatto voi, e per quanto Nord cerchi di proteggere il segreto che c’è dietro, esigo conoscerlo, onde evitare possibili conseguenze sul mondo del magia- spiega, con tono accusatore, confondendo i due ragazzi.

-Signora, non sappiamo neanche noi cosa abbiamo fatto, abbiamo improvvisato, e sopratutto abbiamo seguito Hiccup, almeno per quanto riguarda la parte iniziale, l’ha potuto chiaramente vedere e sentire, ci ha detto di usare ghiaccio e luce, e noi l’abbiamo fatto. Poi è accaduto tutto molto in fretta- spiega Rapunzel.

-E quando Haddock stava cadendo, Frost, come ha fatto a fermarlo a mezz’aria?- chiede indagatrice Amelia.

-Io non ho fatto niente, probabilmente è stato qualcos’altro, magari suo padre l’ha aiutato- butta lì Jack.

-Quindi non hai fatto alcun incantesimo non verbale?- chiede lei.

-No, io…- 

-Nessuno sugli spalti ha lanciato incantesimi, e appena hai puntato la mano verso Hiccup è rimasto fermo, come sostenuto dall’aria- sembra accusarlo di aver ucciso qualcuno.

-Devo chiamare un avvocato?- chiede Jack, mettendo la solita battuta nel discorso, non può proprio farne a meno.

Amelia assume un’espressione irritata.

-Vorrei che mi dessi il pezzo di ghiaccio che hai raccolto- solleva la mano.

-Perché?- chiede lui -Non serva un mandato di perquisizione o qualcosa del genere?- la stuzzica.

-Non è il momento di scherzare, dammelo, può essere una prova per un eventuale indagine- Jack si mette riluttante la mano in tasca, dove il pezzo di ghiaccio si è conservato senza sciogliersi per niente, e glielo consegna.

-Indagine su cosa?- chiede Rapunzel un po’ preoccupata.

-Sulle quattro bacchette, è una leggenda, ma io so che c’è qualcosa di vero, e voglio controllare. Come sono fatte le vostre bacchette?- chiede loro.

Jack e Rapunzel si guardano.

-Cosa sono le quattro bacchette?- chiedono, ma la possibile risposta di Amelia viene interrotta dall’arrivo di Dracula.

-Amelia, ti stavo cercando, dobbiamo… AH!- sobbalza, alla vista dei due ragazzi, che sobbalzano a loro volta non aspettandosi questo comportamento.

Amelia mette il pezzo di ghiaccio in tasca.

-Eccomi, signor Dracula- dopo aver lanciato un’altra occhiata ai ragazzi, si avvia verso il castello.

-Sei il padre di Mavis- esclama Rapunzel con un sorriso.

-Si, come la conosci?- chiede l’uomo sospettoso.

-Siamo compagne di…- comincia Rapunzel.

-…Casa, lei è corvonero come me- la interrompe Mavis, andando verso di loro.

-Mavis, come stai, artigliuccia?- chiede Dracula, la figlia alza gli occhi al cielo.

-Bene, papà- risponde lei.

-Ci vediamo a cena, d’accordo? Devo andare a sistemare alcune faccende, sta alla larga dai babbani- lancia un’occhiata sospettosa a Jack e Rapunzel, poi si avvia dietro ad Amelia

-Artigliuccia?- chiede Jack, Mavis gli lancia un’occhiataccia.

-Tuo padre è proprio contro i babbani- osserva Rapunzel, Mavis sospira.

-Lo so, ha paura di loro, perché nell’antichità davano la caccia spietata ai vampiri, lupi mannari e streghe. Quando ha letto un libro su di lui, scritto dai babbani, non si è più ripreso, e ora li evita a tutti i costi- spiega -Comunque sarà il caso di rientrare- cambia precipitosamente discorso.

 

Il resto della giornata procede tranquillamente, tranne per le pacche sulle spalle e i complimenti da parte dei compagni di scuola.

Merida si rifugia nella guferia, per sfuggire a quelle pacche e quei complimenti.

Si sente la peggiore persona del mondo, e maledice il momento in cui ha deciso di mettere il proprio nome, e sopratutto, quello di Hiccup nel calice.

Si sente una stupida, e responsabile per quello che è successo.

Hiccup non sarebbe mai stato preso dal molliccio se non l’avesse buttata a terra per impedire che la coda la beccasse.

Non è riuscita neanche ad evitarla poi, quando si è precipitata a soccorrerlo.

Il suo problema è che fissa un obbiettivo, ma non pensa agli ostacoli che la separano da esso.

Si sente così profondamente colpevole, e ogni pacca sulla spalla o complimento non fa che farla sentire peggio.

E’ Hiccup che merita tutto, o almeno la maggior parte della fama e dell’ammirazione, e il prezzo da pagare è stata una gamba.

Anche Jack e Rapunzel hanno fatto un ottimo lavoro, con il ghiaccio e l’aria, e la luce e l’incantesimo di gomma.

Lei è riuscita solo a distrarre il drago e farsi colpire in testa.

Sospira, odia sentirsi così, impotente e consapevole di ciò.

Non crede riuscirà mai più a guardare Hiccup negli occhi, dopo quello che gli ha fatto, ma una cosa è certa, da oggi in poi, ogni drago che incontrerà sarà spacciato, che sia molliccio o drago normale, qualsiasi pollo alato incrocerà sul suo cammino dovrà assaggiare la furia della sua bacchetta, per vendicare Hiccup.

 

Jack è nell’arena della prima prova, e non riesce a capire cosa ci faccia lì.

Si guarda intorno, e nota che i suoi amici sono immobili, a terra.

Si precipita da Rapunzel.

-Hey- la scuote -Rapunzel, svegliati, cosa ti è successo?- si alza, e si rivolge agli altri.

-Merida, Hiccup, cosa…? RAGAZZI!- urla, ma loro restano immobili.

-Ok, ok, ok, va tutto bene, sarà un sogno o qualcosa del genere- cerca di tranquillizzarsi.

-Forse, Jack, ma ormai devi arrenderti, quelli che ami e che ti amano non fanno una bella fine- una voce femminile dietro di lui lo fa sobbalzare.

Si gira lentamente, a davanti a lui vede una bambina di cinque anni, dagli occhi e capelli castani.

-Je_Jenny- fa per avvicinarsi, ma lei indietreggia.

-Ti prego, non ti avvicinare, ho paura di te- il viso è contratto in un’espressione spaventata.

-Non devi, io… io non ti farei mai del male, lo sai- prova a dire lui mentre sente gli occhi farsi umidi.

-Davvero? E come mai mi hai uccisa?- chiede lei, con tono cupo e accusatore, ai suoi piedi compaiono delle crepe, e con un urlo precipita nel vuoto.

-NO- Jack si sveglia di scatto con le mani in avanti, come ad afferrare qualcosa, ha il fiato corto, è tutto sudato e il viso bagnato da lacrime gelide.

Si asciuga le lacrime, cercando di calmarsi, i suoi compagni di stanza non sembrano essersi svegliati, e tira un sospiro di sollievo.

Il suo sguardo viene attratto da qualcosa nel muro di fronte a lui, non sa se è suggestione, ma gli sembra di vedere una sagoma umana.

Si strofina gli occhi e torna a guardare, ma l’immagine è svanita.

Decide di alzarsi e andare a sgranchirsi le gambe, non gli importa se lo beccano o gli infliggono punizioni, l’importante è pensare ad altro.

Si alza dal letto ed esce dalla sala comune, diretto verso la stanza delle necessità.

Ha l’immensa fortuna di non incontrare nessuno sul suo cammino, e arriva alla porta senza problemi apparenti.

Ci passa davanti tre volte, pensando “un posto per riflettere, un posto per riflettere, un posto per riflettere” poi una porta compare davanti, e lui ci entra, chiudendola dietro di se meccanicamente.

L’illuminazione della stanza è fioca, ma non completamente buia, sicché Jack riesce ad intravedere un’altra figura accovacciata a terra, con la schiena contro il muro, e la testa posata sulle ginocchia.

-Merida- la riconosce Jack, lei alza lo sguardo.

-Jack, che ci fai qui?- gli chiede, confusa.

-Non riesco a dormire- risponde lui.

-Vuoi parlarne?- chiede lei. 

-No- risponde.

-Ok-

-Tu che ci fai qui?-

-Hiccup- risponde semplicemente lei.

-Vuoi parlarne?- 

-No- 

-Ok- Jack si siede accanto a lei, e restano così, senza una parola, con i loro pensieri, finché entrambi non si addormentano.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Hola, come va?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Dico qui, perché non sapevo coma aggiungerlo nel capitolo, che nella mia storia ci sono tre diversi tipi di mollicci: Quelli “tradizionali”, quelli che ti fanno vedere la cosa che ami di più, perché non hai il coraggio di farle del male, e quelli che diventano l’ultima cosa che vuoi affrontare, che potrebbe essere una cosa che temi o una cosa che ami.

Spero davvero che apprezziate il capitolo, e vi annuncio che purtroppo (o per fortuna, perché sarà fantastico per me) parto per due settimane in vacanza, perciò non potrò aggiornare per un po’, dato che potrò scrivere solo quando torno.

Il capitolo dovrebbe arrivare tra le solite due settimane, ma vi ho avvertito, potrebbero esserci ritardi.

Detto questo voglio ringraziare tutti quelli che seguono la storia state diventando tanti, tutti quelli che la recensiscono, le vostre recensioni mi riempiono di gioia :D e tutti i lettori silenziosi.

Al prossimo capitolo.

Piccola domanda:

Voi che soprannomi dareste ai quattro ragazzi, commentate numerosi e sceglierò i più belli ;)

   
 
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