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Autore: xmaliksmilk    13/07/2014    2 recensioni
“E lui è…?”, domando indicando il ragazzo.
“Niall, Niall Horan”, lo presenta zio Earl. “È il mio idraulico di fiducia. L’ho chiamato per errore al posto dei pompieri.”
“Ah, capito”, dico rifiutandomi di distogliere lo sguardo dal biondo. “Piacere, Shari Hastings.”
“Il piacere è tutto mio”, esclama Niall sorridendomi e stringendomi la mano.
“Liam Payne”, si intromette il moro.
Che minchia, Liam, non rompere. Sto facendo conoscenza con un gran bel figo di idraulico.
“Piacere”, esclama cordialmente il ragazzo porgendogli la mano.
-
“Quindi se improvvisamente l’impianto idraulico a casa dello zio avesse una serie di guasti, nessuno sospetterebbe di qualcuno in particolare” rifletto ad alta voce “Giusto?”
Liam sembra spaventato. “Cos’hai in mente?”
“Niall Horan.”
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2.
The telephone


 
Ciao Shari! Come stai?”, esclama mio padre dall’altro capo del telefono.
“Meravigliosamente”, dico sarcastica per poi sedermi sul divano.
Ah, anch’io sto alla grande! Sto per concludere un ottimo affare e…
“Ma chi?”, domando con un mezzo sorriso.
Io! Chi se no?”, esclama papà ovvio.
“No”, nego ridendo. “Ma chi te l’ha chiesto?”
Uffa, Shari! Non puoi almeno fingere un po’ di interesse?”, sbotta mio padre.
“Uhm… no!” Scoppio a ridere fragorosamente, ma non ottengo risposta. “Papà?”
Nulla.
“Papà?”, ritento. “E va bene, scusa! Dimmi, come stai? Spero bene, ciao.”
Oh, sto alla grande! Sto per concludere un ottimo affare e…”, ricomincia.
Uau, troppo interessante. Buona fortuna, a presto”, dico per poi chiudere la telefonata poco dopo aver sentito uno “stronza”.
Non è che non mi importi del suo lavoro… e va bene, non m’importa. Ma se evitasse di descrivermi la sua vita come se stesse scrivendo una tesina degna dell’università, mi sforzerei di ascoltarlo. Okay, non lo cagherei comunque.
“Non sei stata molto gentile”, osserva zio Earl che molto probabilmente ha sentito la telefonata.
“Vuoi farmi sentire in colpa?”, sbotto.
Earl scoppia a ridere fragorosamente. “Sì.”
Sbuffo. “Ci stai riuscendo.”
“Sai, ogni volta che ti chiama e tu non ti interessi minimamente al suo lavoro…”, comincia lo zio prima di essere interrotto dallo squillo del telefono di casa. “Chiama me.”
Si alza e afferra la cornetta sul mobiletto. “Pronto? … Molto bene, grazie. … Ma chi? … No, ma chi te l’ha chiesto? … No! … Antony? … Antony, ci sei? … E va bene, Antonuccio caro, scusa. … Certo, raccontami, come è andata la giornata? … Uhm, molto interessante. … Ah! Bel colpo, brò! … Sì, assolutamente. … Concordo pienamente. … No, non sono d’accordo. … No, non ti sto ascoltando. … Vacci tu col cazzo in culo. … Hai ragione, ha preso da me! Ecco perché è così simpy!”
Lo zio posa il telefono e si siede sul divano accanto a me. Dopo una breve occhiata scoppiamo a ridere. 
“Vero che sono simpy?”
“Certo, Shari! Lo dicevo sempre a tuo padre: gli omogeneizzati non sono nutrienti come il cibo messicano.”
Lo guardo stranita.
“Rendono simpy, sai…”, continua lo zio nella speranza di ottenere qualche reazione da parte mia.
Alzo gli occhi al cielo. “Se lo dici tu.”
“Da giovane facevo il dottore”, esclama dopo un momento di silenzio. “Solo che poi ho smesso. Sai, ero molto affascinante! A quei tempi avevo ancora i capelli – si tocca la testa calva -, erano biondi e lunghi come tuo padre, ero muscoloso e anche molto simpy… no, aspetta! Sono ancora simpy! Vero? Sono simpy, sì o no?”, esclama preoccupato per poi afferrarmi per le spalle e cominciare a scuotermi violentemente.
“Sì”, annuisco debolmente.
“Sicura? Oddio, non sono più simpy!”
“Ehm… certo! Sei così simpy che ti chiamerò… Simpy!”, sorrido.
“Ah, menomale!”, esclama tirando un sospiro di sollievo. “Comunque non chiamarmi simpy, fa cagare.”
“Già.”
Lo guardo.
Mi guarda.
“Allora…”, dico tanto per rompere il silenzio creatosi. “Come mai hai smesso di fare il dottore?”
“Perché il cervello del caposala era alle Bahamas.”
Inarco un sopracciglio. “Eh?”
Nessuna risposta.
“Ah, capito!”, esclamo. “Ha vinto un viaggio con il concorso del prosciutto!”
“Sì, quel bastardo…”, mormora zio Earl.
“Davvero?!”, esclamo sorpresa dal fatto che la mia ipotesi sia corretta.
“No.”
“Ma vaffanculo”, sussurro.
“Vedi, io mi occupavo del settore pediatria…”, spiega lo zio gesticolando. “Organizzai una petizione: ‘nutriamo i bambini con il cibo messicano’.”
“Nutriamo i bambini con… il cibo messicano?
Avrò anche uno zio molto simpy, ma il suo cervello è alle Bahamas a ballare il tango con quello del caposala.
“La mia iniziativa non venne apprezzata, così mi cacciarono”, conclude lo zio.
“Ah.”
“Hai fame?”, domanda lo zio interrompendo il silenzio creatosi.
Io annuisco e lo seguo in cucina.
Lo squillo del mio cellulare mi induce a tornare indietro. Afferro il telefono dal tavolino e apro il messaggio che mi è arrivato:

Da: la mia ragione di vita Liam. (opera sua, sì)
A: Shari. 
“Shari, devi venire subito, in questo momento, adesso, all’istante, ti prego! È un’emergenza!
Liam xxx”


L’ultima volta che Payne mi ha parlato di emergenza, aveva otturato il cesso e non sapeva dell’esistenza dello sturalavandini, perciò evito di preoccuparmi e digito la risposta:

Da: Shari.
A: la mia ragione di vita Liam. 

“Per sturare il cesso devi usare lo sturalavandini. E le x te le puoi ficcare tu sai dove.
Shari xxxxxxxxxxxxxx”


La risposta mi arriva quasi subito: 

Da: la mia ragione di vita Liam.
A: Shari. 

“No, questa volta è un po’ diverso, muovi il culo e vieni a casa mia. Ti devo parlare.
Liam xxx
P.S. Le x sono molto fashion, xxx.”


Sbuffo e mi dirigo in cucina ad avvisare lo zio della mia uscita.
“Se hai bisogno di me sono a casa di Liam.”
“Va bene, intanto io preparo lo stufato. Torna presto o si raffredda.”
Ed esco di casa.
Poco dopo sono davanti alla porta di casa Payne. Non ho neppure il tempo di suonare il campanello che un Liam a dir poco allarmato apre.
“Allora, che è successo?”, domando tranquillamente. “Un ornitorinco ti ha attaccato? Ti hanno rubato la Nutella? Hai perso contro il tuo cane a Mario Kart? Ti è morto il gatto? Hai bucato la gomma della macchina dei tuoi?”
Il moro mi posa una mano sulla bocca impedendomi di formulare altre ipotesi idiote.
“Gli ornitorinchi vivono esclusivamente in Australia, più precisamente nel Monotremi” comincia Liam. “La Nutella me l’hai rubata tu l’altro giorno, non ho né un cane né il gioco di Marco Carta…”
“Mario Kart”, lo correggo.
“Sì, sì, stessa cosa”, mi liquida il moro. “Non ho mai avuto un gatto.”
“Hai dimenticato di dire che non hai bucato la gomma della macchina dei tuoi”, preciso.
“No, quello l’ho fatto, ma non ti ho chiamato per questo.”
“E allora perché?”, domando.
“Ecco, io…”
“Non puoi farmi entrare e magari offrirmi una coca, prima?”, propongo facendo notare che sono ancora all’ingresso.
Lui annuisce e si sposta per permettermi di passare. “La coca è finita.”
“Peccato.”
“Allora, stavo dicendo…”, ricomincia incerto Payne una volta accomodatosi sul divano accanto a me. “Vuoi sapere cosa stavo guardando ieri?”
“Quando?”, chiedo.
“Poco prima di uscire da scuola”, dice.
“Mi guardavi il culo, per caso?”, insinuo indignata. “Non ti facevo così pervertito.”
Scherzo.
Liam James Payne è la perversione fatta a persona. Il classico maschio che prima di innamorarsi di una ragazza, si invaghisce del suo fondoschiena.
“No!”, si affretta a negare. “Che schifo!”
“Razzista. Che ha che non va il mio fondoschiena?”
“Ecco… e va bene, ho dato una sbirciatina…”, ammette il moro.
“Non ci posso credere!”, esclamo portandomi una mano alla bocca aperta a ‘o’. “Non si fanno queste cose!”
“Uffa. Cosa ti devo dire, scusa? Se non ti guardo sono razzista, ma se ti guardo mi dici che non si fa?!”
“Esatto. Allora, mi hai guardato o no?”
Non che voglia essere guardata, intendiamoci. È pura curiosità.
“Sinceramente? No. Ho guardato Olivia Sanderson.”
Capelli biondo platino tinti, occhi verdi come i miei, culo e tette che fanno invidia a Megan Fox. Felicemente sfidanzata.
“Ieri pomeriggio… quando mi è colata la saliva”, aggiunge.
Sì, a lui le ragazze fanno quest’effetto. Più che altro i loro culi.
“Ah, adesso si spiega tutto!”, esclamo fingendomi sorpresa. “E quindi?”
“Cosa?”, chiede Liam confuso.
Inarco un sopracciglio. “Era tutto qui quello che dovevi dirmi con tanta urgenza?”
“Sì”, annuisce il moro. “Cioè, no! Volevo anche informarti del mio imminente fidanzamento.”
“Hai intenzione di provarci con lei?”, domando avendo quasi paura della risposta, dato che ogni volta che Liam tenta di conquistare una ragazza, questa finisce per considerarlo uno menomato mentale. Giuro, una volta una poveretta lo ha denunciato per stalking. Non so nemmeno come abbia fatto a cavarsela.
“Non senti delle sirene?”, chiede Liam alludendo all’esterno.
Gli faccio segno di fare silenzio in modo tale da poter sentire anch’io. 
“Già”, dico per poi aprire la porta e uscire da casa di Liam, seguita da quest’ultimo.
Notiamo che dalla villa di zio Earl, la quale è circondata da alcuni camion dei pompieri, proviene del fumo.
“Che è successo?”, domando allo zio una volta vicina a lui.
“Ho bruciato lo stufato”, spiega Earl.
“No, ha bruciato la cucina”, precisa un pompiere dietro di noi.
“Buono lo stufato”, commenta un biondino di fianco allo zio.
“E lui è…?”, domando indicando il ragazzo.
“Niall, Niall Horan”, lo presenta zio Earl. “È il mio idraulico di fiducia. L’ho chiamato per errore al posto dei pompieri.”










 
CUPCAKE.
Salve gente.(?)
Eccomi qui con il nuovo capitolo, ve gusta? Io spero di sì perché ci ho messo l'anima per scriverlo, nonostante sia venuta fuori una cosa demente come al solito :) E Niall, lui ve gusta? :*
Comunque se non vi piace fatemelo comunque sapere e cercherò di migliorare.c:
Ringrazio le due anime (?) che hanno recensito il prologo, chi legge e basta e chi ha inserito la storia tra le seguite\preferite\ricordate, anche se mi sento poco cagata rispetto a "Bad Boys" :c
Dite che l'introduzione fa cagare? O fa cagare tutta la storia? Oppure boh... ditemi voi.(:

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Baci,
Marty.

 
   
 
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