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Autore: Mentos E CocaCola    14/07/2014    1 recensioni
Benvenuti nella cucina di Mentos E CocaCola Parodi, oggi faremo una nuova ricetta.
Ingredienti:
-150g di IMPREVISTI;
-50g di SORPRESA;
-3 cucchiai di INCOMPRENSIONI;
-RISATA in abbondanza;
-5 pizzichi di AMORE;
Mescolate tutti gli ingredienti e fateli cuocere a fuoco lento, otterrete così l'ESTATE PERFETTA!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov Maria
 
Aprii gli occhi lentamente.
Nathan non c’era più.
Odio questi risvegli!
Presi il cellulare. Erano le 9.10, cacchio le prove sarebbero cominciate tra venti minuti.
Avevo una chiamata persa: Louis.
Che risveglio di merda!
E pensava che lo avrei richiamato? Col cavolo!
 Se voleva dirmi qualcosa d’importante avrebbe richiamato…il cellulare squillò come un pazzo.
Era lui.
“Ehi Tomlinson”
“Ehi Maria”
“Perché mi hai chiamato?”
“Senti…scusa per ieri, sono insopportabile, probabilmente non riusciamo ad andare d’accordo perché siamo troppo simili…insomma quello che voglio dire è che…”
“Louis, non credo che questo sia un discorso che si possa fare per telefono. Tra poco torno a casa e ne parliamo, ok?”
“Va bene. Ti serve un passaggio?” “ Due secondi che chiedo a Nate”
Mi alzai dal letto e lo raggiunsi in cucina.
-Buongiorno, senti Nate tu potresti portarmi a casa oppure faccio venire Tomlinson?-
-In effetti te lo stavo per chiedere, tra poso ho un’intervista importante, scusa-
-Non fa niente-
“Louis, puoi venire a prendermi?”
“Sì, tra dieci minuti sono lì, ok?”
“Super, a dopo grazie”
-Scusa, ma…-
-Non ti preoccupare best, tutto risolto, più  che altro mi devo scusare io per il disturbo-
-Nessun disturbo anzi potresti venire più spesso, sempre che tu ne abbia voglia-
Gli sorrisi abbracciandolo. Mi lasciai cullare dalle sue braccia forti e muscolose, poi mi andai a cambiare e a darmi una sistemata in bagno.
Mentre mi stavo strecciando i capelli lui entrò e si appoggiò allo stipite della porta.
-Che hai sognato stanotte?- mi chiese.
Guardai per un attimo perplessa il suo riflesso sullo specchio.
-Perché?-
-Perché nel sonno hai detto il mio nome e poi hai sorriso, doveva essere un sogno piacevole-
Mi prese un colpo.
 E ora come me la sarei cavata? Non potevo certo dire “Il fatto è che mi piaci da morire e quindi ti sogno tutte le notti, ma anche il giorno se è per questo”. Non, non potevo dirgli una cosa del genere davanti la faccia.
-Davvero?-
Lui annuì.
-Non ricordo, lo sai che ho una memoria a breve termine-
-Sì, lo so, comunque anche io ti ho sognata stanotte-
Non potevo crederci, aveva sognato me.
-D-davvero? Litigavamo?-
-No, il contrario veramente: stavamo insieme-
 
Pov Claudia
 
Nialler ancora dormiva. In pratica ero l’unica sveglia in tutta casa.
Come non detto!
Mi sfrecciò davanti Louis alla velocità di un treno.
-Ehi dove stai andando?-
-Vado a prendere Maria a casa di Sykes-urlò chiudendosi la porta alle spalle. Non mi sarei stupita se l’intera Londra l’avesse sentito.
Mi sedetti sul divano e accesi la TV, non avevo voglia di preparare la colazione e poi non era neanche il mio turno. Perché la mattina doveva essere così noiosa? Non so cosa avrei dato per aver Niall accanto a me in quel momento.
Cercai di concentrare la mia attenzione sul programma che avevo davanti agli occhi. C’era una donna che voleva rifarsi le tette e il culo e lo diceva a mezzo mondo. Ma chi se ne frega?! Se ti vuoi rifare non è nel nostro interesse, grazie.
Ma dove avevo cacciato il telecomando? Volevo cambiare canale, quella futura tettona cominciava a rompere.
Guardai sotto i cuscini, sotto il divano, le poltrone, dietro la televisione, sul pavimento.
Sentii qualcuno scendere le scale.
-Ehm pasticcino alla crema, perché sati guardando un programma sulla gente che si rifà le tette?- mi chiese Niall piuttosto turbato.
-Il fatto è che non trovo il telecomando-
-Ehm, ce l’hai in mano-
In effetti era vero…avevo avuto in mano quel telecomando per tutto il tempo e non me ne ero neanche accorta! Bene!
Spensi la TV  e corsi ad abbracciare il mio irlandese.
-Grazie comunque buongiorno, mio piccolo panino al tonno-
-Panino al tonno?!- mi chiese turbato, sorridendo.
-Certo a me piacciono i panini al tonno e mi piaci anche tu, ergo Niall uguale panini al tonno-
Lui rise e mi baciò abbracciandomi.
-Allora mio piccolo bignè, c’è qualcosa per colazione?-
-Io non ho preparato niente, non era il turno di Zayn e Margherita?-
-Quei due non si sveglieranno mai in tempo per prepararla, la facciamo noi due, mio dolce barattolo di nutella?- mi chiese avvicinandosi e facendo toccare i nostri nasi.
-Ok , mio dolce frappè al cioccolato-
Tutti quei cibi mi avevano fatto venire fame. Eh l’amore tra due buongustai!
Sentimmo la porta sbattere, ci affacciammo per vedere chi fosse: Louis e Maria.
Ci salutarono con un sorriso che noi ricambiammo.
-Siete arrivati giusto in tempo, io e il mio biscottino al miele stiamo preparando la colazione- disse lui.
-Io non ho fame, grazie lo stesso- disse Maria –Vado un attimo di sopra, scusatemi-
La guardammo in silenzio salire le scale.
-Cos’è successo Tommo?-
-Non lo so, Clà, ha fatto così per tutto il viaggio, forse è successo qualcosa con Sykes-
 
Pov Maria
 
-Maria, vuoi stare più attenta per favore, è la quindicesima volta che sbagli questo passo-
Eravamo di nuovo in sala prove , la chiamavamo anche la “Sala della concentrazione” perché lì si pensava solo alla musica e al ballo, ma il fatto era che per me quella sala era la “Stanza dei pensieri  deprimenti su Nathan”.
-Scusa Marghe, hai ragione, devo concentrarmi di più-
Concentrarsi. Una parola! Come diavolo facevo?! Se Liam avesse sognato di stare insieme a lei sono sicura che neanche lei sarebbe stata così “concentrata” in quel momento.
Oddio mi aveva sognato!
-Ahi!-
Mi voltai: avevo appena fatto inciampare Aurora che ora si trovava  per terra.
-Oddio scusa Auro- esclamai aiutandola ad alzarsi.
Margherita mi si avvicinò arrabbiatissima.
-Ma si può sapere dove hai la testa oggi? (ruggito) Mi spieghi  qual è il problema? (ruggito) Se ti serve una pausa la devi soltanto chiedere anche se tanto poi non te la concedo (ruggito). Torna sulla terraaaaarrrrr-
Venne a trascinata fuori dalla stanza a forza da Liam, mentre urlava cose incomprensibili come “La puzza è buona per gli asini”,  “La coca cola mangia le banane mannare”
Fantastico! Ero tornata a casa da appena un’ora e avevo già provocato una crisi isterica a mia sorella e avevo quasi rotto il coccige ad una mia amica (prontamente soccorsa da Zayn).
Ero un disastro!
 Tutti mi stavano guardando un po’ confusi. Non sopportavo quegli sguardi.
-Scusatemi, vado un attimo a prendere un bicchiere d’acqua.
Così fuggii dalla stanza per dirigermi verso la cucina.
Ripensai a tutte le cose che erano successe quella mattina. Se fosse esistita una macchina del tempo l’avrei distrutta immediatamente, non volevo certo rivivere quella mattinata imbarazzante.
-Ehi-
 
Pov Aurora
 
-Ahi!-
Tolsi subito dal sedere  la borsa di ghiaccio che Zayn mi aveva gentilmente dato.
-Hai dato una bella botta-
-Già, credo che ucciderò Maria-
Lui rise.
-Dai, povera, non sembrava neanche sulla terra in quel momento.
-La stai difendendo?- gli chiesi minacciosa.
-No no-
-Ah ecco, mi sembrava!-
Il grande Zayn Jawaad Malik che rabbrividisce davanti ad un mio sguardo omicida, fortemente omicida.
-Comunque grazie- gli dissi arrossendo.
-Figurati, ho fatto solo il mio dovere da bravo ragazzo- mi disse facendomi l’occhiolino – E poi se aspettavo che qualche altro ti soccorresse, saresti rimasta lì per il resto dei tuoi giorni, ma dato che ci sono io…-
-Posso vivere il resto dei miei giorni in piedi e perfettamente camminante-
Lui rise e mi guardò negli occhi.
-Hai degli occhi bellissimi- sussurrò.
-Cosa hai detto?-
Di sicuro non avevo capito bene.
-Hai degli occhi stupendi- disse stavolta più forte non lasciando più dubbi. Arrossii e abbassai lo sguardo per l’imbarazzo.
-Ma che dici? Fanno schifo-
Mi fece alzare la testa con due dita sotto il mento.
-Schifo?! Non devi vederci molto bene- disse lui facendo un sorriso che poco dopo si spense. Persi un battito quando mi accorsi che mi fissava le labbra. Si inumidì le sue e poi cominciò ad avvicinarsi socchiudendo gli occhi. Si stava avverando quel sogno che avevo da sempre: dare il mio primo bacio a Zayn!
Socchiusi anch’io gli occhi e mi avvicinai a lui. Sentivo già il suo respiro sulla mia pelle e il suo odore di…cioccolata, sì, cioccolata calda…
-Ehi ragazzi!-
Ci separammo subito, il momento magico era finito, anche se in realtà non era neanche iniziato, le sue labbra non avevano neanche sfiorato le mie-
-Noi proviamo mentre aspettiamo…ehi ma ho interrotto qualcosa?-
-No Ele non hai interrotto niente- le disse lui sorridendo come se non fosse successo niente.
E forse non era successo davvero niente.
 
Pov Marghe
 
-Slegami Liam sono tornata in possesso delle mie facoltà mentali-
Lo guardai implorante, cercando di fare la faccia da cucciolo bagnato. Mia sorella diceva che non funzionava: per lei quella faccia faceva vomitare e le sembrava quella di uno scoiattolo rabbioso. Ma si sa che mia sorella è una perfetta imbecille, ergo le cose che dice sono delle stupidaggini.
-Slegami da questa sedia, Liam, ti prego-
-Prima voglio vedere se sei tornata in te: quante dita hai in una mano?-
-Errr…una, no aspetta…due…non mi ricordo…- sospirai affranta-…passo!-
-Credo che dovrai restare lì per molto tempo ancora, Marghe- mi sorrise lui.
Sbuffai. Forse era vero che ero uscita di testa ( anche se sinceramente non ricordo granché), ma in quel momento non ero pericolosa (almeno non con Liam), avevo solo bisogno di un po’ di tranquillità per riordinare il mio povero cervello resettato. Quindi quella sedia e quella corda non servivano a niente! Roar!
Cercai di strappare la corda con i denti; se mi fossi liberata avrei abbracciato Liam e poi avrei ucciso quella storna di mia sorella.
-Ehi, ehi calma-
Non gli diedi neanche ascolto, continuavo a lottare per la mia libertà. Ad un certo punto sentii qualcosa sul naso come una crema, smisi di mordere le corde e guardai Liam.
Aveva in mano un barattolo di nutella e me ne aveva spalmata un po’ sulla faccia.
-Su Alice nel Paese delle Meraviglie funziona, anche se lì usano la marmellata-
Stavo per dirgli qualcosa di molto brutto (ehi, dovevo ancora riprendermi) quando mi penetrò nelle narici il soave profumo della nutella. E così cominciò un’altra lotta: dovevo leccare la nutella che stava sul mio naso. Un leggerissimo problema: la mia lingua non è lunga due chilometri e mezzo. Quindi facevo delle smorfie orribili per cercare di abbassare il naso o alzare la lingua.
-Sei un animale- disse Liam tra le risate.
-No gli animali sono molto più intelligenti-
 
Pov Maria
 
Mi voltai,
-Ehi- gli risposi flebilmente, forzando un sorriso. Anche lui mi fece un sorriso sghembo.
Ad un certo punto sentii la musica ripartire.
-Non vai a provare?- gli chiesi.
Lui puntò su di me quegli occhi azzurri. Erano belli, ma quelli di Nathan erano diecimila volte meglio.
-Magari con te-
-Louis ho bisogno di una pausa- lui annuì.
-Si vede. Mi spieghi che ti succede?-
-Niente, non mi succede niente- risposi abbassando lo sguardo.
-O certo e io sono un coniglio pazzo che sa cantare e che mangia milioni di carote!- disse ironico.
-Ehm…non so se te ne sei accorto ma ti sei descritto perfettamente.-
Sbuffò e io ridacchiai.
-Io non sono un coniglio- piagnucolò in modo abbastanza isterico.
-Sei un coglione-
Piagnucolò ancora più forte.
-Così ferisci i miei sentimenti- urlò aprendo il frigorifero, prese un gambo di sedano e mi lanciò uno sguardo satanico.
-Ehm Louis…tutto bene?-
-Certo- urlò salendo sul tavolo cominciando a ballare il tiptap. Il sedano per lui doveva essere qualcosa come un bastone o qualcosa del genere.
-Ehi Louis, non siamo mica  a Broadway-
-E invece sì- disse continuando a ballare come un demente- Ed è bellissimo perché tu non ci sei-
-Ehi!!-
Così salii sul tavolo.
-Non ti lascerò mai da solo, calcheremo insieme i palcoscenici di Broadway-
-Oddio che incubo!- urlò come una femminuccia abbastanza in calore.
Lo guardai piuttosto male.
-Non dirlo a me Tomlinson, il mio grande talento è in parte oscurato dalla tua figura- sospirai affranta – rovinata da una vacca in calore-
-Ehi, chi è la vacca?!- sbraitò lui, cercando di picchiarmi con il sedano. Saltai giù in fretta dal tavolo e dato che Louis-sono-molto-intelligente-e-ve-lo-dimostro-Tomlinson si trovava esattamente in un angolo del tavolo e, mancando il contrappeso, questo si ribaltò e con lui quel coglione do Tomlinson.
Mi avvicinai cercando di non morire dalle risate.
-Tutto ok Lou?-
-Sto bene sto bene…-
Cercò di alzarsi ma nel farlo sbatté la testa su uno sportello e si uccise un dito cercando di chiuderlo.
Aiuto, non respiro! Ridevo come una pazza e di sicuro non pensavo minimamente all’aria e alla mia respirazione , in quel momento, molto irregolare.
-Che ti ridi? È una cosa gravissima: mi sono rovinato i capelli!- starnazzò, cercando disperatamente di un posto dove potesse specchiarsi e aggiustarsi quella chioma pulciosa. Si specchiò sulla finestra, su un bicchiere d’acqua, sul lampadario e nelle mie pupille.
-Ecco ferma così, ho una visione perfetta-
Sbuffai.
-E chi l’avrebbe mai detto che mi sarei ritrovata a fare lo specchio di Grimilde?-
-Mariaaaaaaaaaa!-
 
Pov Margherita
 
-Torna qui Liam, combatti da uomo!- urlai mentre lo inseguivo, correndo, con un cucchiaio in mano. -Me la pagherai, non si lega una sclerata come me su una sedia, io sono una ragazza calmissimaaaaaaaaaroar-
Liam correva per tutta casa, agitando le mani come uno che ha appena visto la morte in faccia.
Beh, aveva ragione: quel cucchiaio era spaventoso,  aveva addirittura il manico di plastica colorata. Rosa! Un colore veramente terrificante, lo potevo capire. Ma non per questo sarei stata meno crudele, sissignore Liam avrebbe assaggiato il mio cucchiaio e lo avrebbe fatto da uomo.
-Combatti!- urlai. Nessuna risposta. Era sparito! Dannata Dora l’esploratrice! Primo, quella bambina era la causa della sua mania per i nascondigli segreti, secondo, mi stava tremendamente su quel posto perché era stupida. Quindi sì, maledetta Dora l'esploratrice! Ma ora non potevo pensare a quella bimba e a quella scimmia schifosa, dovevo concentrarmi per ritrovare Liam.
Guardai attentamente in cerca di qualche traccia della mia preda.
Ah-a, una piega del tappeto e proprio davanti alle scale che portavano in soffitta. Eh Liam, dovevi stare più attento!
Salii silenziosamente le scale e aprii la porta: ero in soffitta.
-Liamino, mio piccolo dolce caro Liam, vieni fuori, so che sei qui-
Immaginai la sua paura e il sudore freddo che probabilmente gli scendeva lungo la schiena. Muahahahahahaha! Sono un Dissennatore, mi nutro di paura: mangio fette biscottate e paura a colazione.
Cercai dappertutto ma di Liamino neanche l’odore.
Sentii qualcosa muoversi dentro il mio stomaco, forse era il mio istinto che mi indicava dove fosse finita la preda o forse era…
-Burp!-
…un rutto. Era il rutto più enorme che avessi mai fatto. In quel momento sperai ardentemente che Liam non fosse in quella stanza, altrimenti mi sarei trovata in una situazione piuttosto imbarazzante.
Mi guardai intorno circospetta e aprii la porta per uscire, ma questa si chiuse molto rumorosamente da sola.
Quindi c’era corrente, ma come?
Le finestre erano tutte chiuse…oppure c’era una stanza che non vedevo con una finestra aperta…e sicuramente  lì dentro c’era Liam!
-Ah-a, questo è lavoro per Sherlock Holmes e Watson, sei con me mio caro e fedele amico?- domandai al mio unico e fedele compagno di investigazioni: il cucchiaio dal manico di plastica rosa.
 
Pov Liam
 
Me ne stavo in un angolino cercando di non fare rumore. Sudavo freddo.
 Secondo me, Dora l’esploratrice non aveva affrontato pericoli più temibili di questo, anche se i pericoli del suo mondo  erano davvero tremendi! O Dora, aiutami tu!
Ma sentila quella psicopatica, parla anche con il cucchiaio ora!
-Cosa Watson? Per te… ma certo…questo spiegherebbe la corrente d’aria e la mancanza di odore di chiuso…elementare Watson!- e sentii qualcosa come un rumore di cucchiaiata su pelle umana. Non stentai a credere che avesse dato il cinque a quel terribile cucchiaio. Paura!
-Ah-a trovato!-
Sobbalzai, ce l’aveva fatta: aveva trovato il mio nascondiglio segreto.
-Geniale la scala, all’inizio mi sembrava un normalissimo reperto da mettere via, ma porta alla botola per arrivare a questo solaio nascosto. Sei scaltro ma non abbastanza per fregare Sherlock Holmes e il suo fedele assistente Watson- disse mostrandomi il cucchiaio. Quella ragazza era fuori come un terrazzo.
-Ah, ma dimenticavo che tu hai un conto in sospeso con il mio fedele assistente- disse guardandomi satanicamente.
-Cucchiaio, scelgo te!- urlò scleratamente.
Ma come mi era venuto in mente di liberarla così presto? Di sicuro il suo cervello era ancora in fase di recupero.
-Ehm Marghe quante dita hai nella mano?-
-Liam, ora sono calmissima e non fare lo sciocco, tutti sanno che le dita della mano sono settordici-
Mi diedi uno schiaffo sulla fronte. Sé, si era calmata! Ma quando mai?
E ora per una stupida azione, mi ritrovavo nella situazione più terrificante di tutta la mia vita.
Addio mondo crudele, addio a te Margherita, addio ragazzi, addio!
Ehi, un secondo. Non tutto era perduto come sembrava , anche i pazzi avevano un lato dolce.
-Ehi Marghe, ascolta, se riponi quella terribile arma, ti assumerò come fedele compagna di avventure nel fantastico mondo di Dora l’esploratrice. E questo sarà il nostro nascondiglio segreto. Solo nostro-
Per un attimo mi guardò.
-Veramente?-
Annuii sorridendo.
-Evvai!- lanciò il cucchiaio in aria e corse verso di me per abbracciarmi.
 
Pov Maria
 
-Comunque non mi hai ancora detto cos’è successo-
Sbuffai.
-Senti Louis, sono piuttosto confusa a riguardo e non so…-
-Allora posso aiutarti-
Lo guarda scettica.
-Ehi che c’è? Ho quattro sorelle, ne so qualcosa di problemi femminili-
-E va bene. C’entra Nathan-
-Ah-a, proprio come sospettavo-
-Stamattina dopo che mi hai chiamato sono andata a vestirmi e poi sono andata in bagno-
-A fare cosa?-
-A…Louis! Cosa fa secondo te la gente in bagno? Sbuccia le arance?-
-Non si sa mai- scrollò le spalle-Continua-
-Mentre mi pettinavo è entrato Nathan e ecco…-
-Che porcellini! Addirittura in bagno!-
Risi e gli diedi una pacca sulla spalla.
-Idiota, non è successo niente del genere, ecco lui…mi ha detto…di avermi sognata,  ha detto che nel suo sogno…noi due stavamo insieme-
Guardai Louis, spettando che dicesse qualcosa. Lui si limitò a sgranare gli occhi  e a sorridere.
-E tu che hai fatto?-
 
Flashback
 
Mi immobilizzai per poi voltarmi a guardarlo negli occhi.
-Come?-
-Sì, stavamo insieme- Si staccò dallo stipite della porta e si avvicinò. Era ancora in boxer e questo non migliorava di certo la situazione. –Ed eravamo felici, io ero felice…come non lo sono mai stato-
Mi guardava serio, i suoi occhi erano diversi, brillavano  e quella luce che emanavano era bellissima. Indietreggiai imbarazzata.
-Beh, era proprio un sogno strano- cercai di dire con quel po’ di voce che era rimasta. Lui si bloccò e abbassò lo sguardo.
-Sì, era abbastanza strano- sussurrò flebilmente.
-Non ti preoccupare, io sono una maestra dei sogni strani, figurati una volta ho sognato che Joe Jonas faceva il barista  e lavorava anche in un negozio di parrucche-
Lui rise.
-Beh sì, questo è un sogno strano lo ammetto-
 
Fine flashback
 
-E dopo tu che hai detto?-
-Niente, l’ho solo salutato perché eri arrivato tu- sbuffai- il solito guastafeste!-



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CIAO A TUTTI, ECCOMI CON UN NUOVO CAPITOLO, SPERO CHE VI PIACCIA E CHE MI LASCIATE QUALCHE RECENSIONCINA! CIAO CIAO
  
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