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Autore: Luana394    14/07/2014    6 recensioni
Come reagirebbe Harley alla morte di Joker? Questa è la mia versione.
Dal testo:
"Le faceva terribilmente male il petto ogni volta che i suoi pensieri ricadevano su di lui, ogni volta che le sembrava di sentire il suo profumo nell'aria o l'eco della sua risata nella stanza".
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn, Joker, Poison Ivy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Joker è morto. Fattene una ragione.-
Erano state le ultime parole di Ivy prima che si separassero, era stata dura e fredda per tutto il tempo, nonostante Harley fosse in lacrime, ma voleva che la sua amica voltasse pagina, le voleva bene e non aveva voglia di vederla per il resto della sua vita legata ad un uomo che non poteva darle più nulla.
Harley era sola nella sua stanza, erano passate due settimane dalla sua morte e sembrava non fosse trascorso del tempo da quella sera. Era rannicchiata sul suo letto, sotto le coperte e pensava a lui. Non aveva il coraggio di andare sulla sua tomba, sapeva di non essere in grado di leggere il nome del possessore di quella lapide, le gambe le avrebbero ceduto e si sarebbe inginocchiata in preda alla disperazione, ma prima o poi ci sarebbe dovuta andare, le serviva soltanto il tempo per mettersi il cuore in pace, per rassegnarsi all'idea.
Le faceva terribilmente male il petto ogni volta che i suoi pensieri ricadevano su di lui, ogni volta che le sembrava di sentire il suo profumo nell'aria o l'eco della sua risata nella stanza, ogni volta che quell'appartamento le facesse venire in mente un ricordo di loro due insieme, di tutte le volte che avevano riso e le volte che avevano litigato, quando avevano bramato alle spalle di Batman e specialmente di tutte le volte che avevano fatto l'amore.
Ogni volta quel dolore la risvegliava dal ricordo e le scavava ulteriormente la voragine che si ritrovava nel petto. Quel pomeriggio sarebbe stato lungo per lei, avrebbe pianto come tutti i giorni e si sarebbe disperata all'idea di vivere un'esistenza sola in quella città che non aveva più il suo principe del crimine.
I pensieri di Harley vagarono nei ricordi finchè non si addormentò, la notte trascorse come quelle precedenti, le immagini di lui occuparono i suoi sogni e non le diedero un attimo di tranquillità, si svegliò all'alba, sperando, come ormai faceva ogni mattina, che fosse tutto un incubo, un tremendo scherzo partorito dalla sua mente malata, ma come ogni giorno, si rassegnava a quella realtà fissando la sua tazza di caffè. Si alzò dal tavolo e si sdraiò sul divano, rannicchiata in posizione fetale, quella stanza le ricordava tutto di lui, eppure aveva tolto dalla circolazione tutto ciò che potesse ricordarle Joker.
Il suo sguardo si fermò sotto la finestra. "Il suo rossetto". Gli occhi di Harley si gonfiarono, si precipitò lì e lo raccolse, come fosse un ancora di salvezza, scoppiò a piangere, aveva voglia di sentirlo vicino, e c'era un solo modo per farlo. -Devo andare da lui- disse singhiozzando.
Harley si alzò dal pavimento e si precipitò nella stanza da letto, si mise i primi vestiti che trovò e un cappotto nero. Decise di andare a piedi, per calmarsi prima dell'incontro, faceva freddo, e l'aria pungente le dava fastidio alla pelle, le guance le diventarono rosse. Varcò l'ingresso del cimitero, e l'angoscia la assalì, si chiese come avrebbe fatto a raggiungere quel luogo con le proprie gambe, ma ci riuscì e in poco tempo fu lì.
Le lacrime le rigarono il volto quando vide la lapide, rimase ferma a fissarla per qualche minuto, poi le si inginocchiò di fronte e accarezzò le incisioni del nome sul marmo. -Dio, non so da dove incominciare..- la voce le si spezzò -Mi manchi- continuò con voce debole -Sei piombato nella mia vita eh.. e poi boh, mi hai reso dipendente da te, credi sia una cosa giusta da fare? Insomma, guardami, se non ti sento e vedo impazzisco! Maledizione! Perché te ne sei andato così presto!-.
Aveva tra le mani il rossetto, e lo teneva così stretto che le facevano male le dita. -Sai, la cosa più difficile dell'amore è accettare che finisca.. ma questo non è il nostro caso, io continuerò ad amarti, tu sarai sempre quella persona che cercherò tra la folla di Gotham, cercherò sempre il tuo sorriso, perché lo ricorderò per sempre e mi innamorerò, se mai sarà possibile in futuro di qualcuno che ti somigni un po', anche se credo sia improbabile che io ami qualcun'altro- la voce le tremava -Chi voglio prendere in giro? Non riuscirò più a provare amore per altri se non per te- un piccolo sorriso triste le comparve sul viso.
-Avevi un sorriso contagioso, quel sorriso di chi aveva sofferto tanto, l'ho capito subito quando ti ho visto dietro quel vetro ad Arkham, Dio ti ho amato da quell'istante!-. Accarezzò il marmo ridendo. -Ti amo Mister J, ti amerò sempre, amo e amerò per il resto dei miei giorni tutto ciò che ti appartiene..- in quel momento Harley si accarezzò la pancia.
-Sarai sempre il mio dolce puddin- si avvicinò con il viso alla lapide e depositò un casto bacio sul marmo. -Hai lasciato un sorriso dove la vita ha lasciato una lacrima- si alzò e accarezzò un'ultima volta la lapide, tutto quello che aveva amato era diventato tutto ciò che aveva perso.
-Ciao Mister J- bisbigliò sorridendo, con le guance bagnate da calde lacrime che le avrebbero rigato il viso per il resto della vita.
-Ci vediamo presto dolce puddin-.
  
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