Uno
… Due … Tre … Stella!
Nel mondo
siamo circa 7 miliardi di abitanti.
Sono davvero
tante persone.
Ognuno vive
all’insaputa degli altri, appoggiando i piedi sulla stessa
terra che, coprendo
un’enorme superficie sferica, o quasi, nel tempo ha fatto in
modo di diventare
la nostra casa.
Siamo tutti
uniti, eppure nessuno si accorge di noi.
A livello
universale, siamo poco più che un microscopico puntino del
sistema solare che,
a sua volta, non è che una minuscolo luogo in periferia di
una galassia;
infine, quest’ultima, non è che una
nullità tra le tante, dispersa in un
silenzioso infinito.
Eppure, in
questo insieme di piccoli luoghi, noi, che siamo i più
piccoli dei piccoli,
troviamo tutto così immenso.
Viviamo in
città, paesi, stati, villaggi, comunità, e
quant’altro, che sono più grandi di
noi.
Eppure,
l’uomo
possiede qualcosa che può andare oltre il suo limite di
grandezza, oltre a
quello di una città e quello di una galassia.
La sua
fantasia.
In una
piccola macchina quasi perfetta, seppur tanto fragile, come il corpo
umano, a
suo tempo, da sola o con un piccolo aiuto, si è sviluppata
la forza del poter
pensare.
Sono stimoli
del proprio cervello, tant’è che non si
è sicuri che le proprie scelte siano
del tutto libere, o siano dettate dai suddetti stimoli; tuttavia grazie
alla
propria mente, al proprio pensiero, l’uomo ha creato man mano
un villaggio, poi
una città, poi un impero, espandendo i propri confini per
fare suo ciò che era
più grande di lui.
Dai grandi
conquistatori romani, ai signori delle fortezze medievali, per poi
passare ai
principi rinascimentali, ai Papi e ai Re, che, in un modo o
nell’altro, hanno
perseguito i loro sogni di potere, per poi morire, alle volte, per mano
di chi,
come loro, perseguiva gli stessi desideri.
E
com’è, nel
mondo di oggi? Se fossimo vissuti nel nostro paese circa quattro secoli
fa,
forse la situazione non sarebbe stata migliore di adesso.
Eppure,
nonostante la corruzione, nonostante le guerre, nonostante tutto, noi
viviamo.
Vi pare
poco?
È
enorme il
potere della vita; flebile come il lume di una candela esposto al
soffio del
vento, ma tenace, come una sottile canna di bambù che si
piega sotto la forza
della tempesta, senza mai spezzarsi.
Quando
diciamo che il mondo è popolato da “esseri
viventi” non ci rendiamo pienamente
conto del significato della frase.
Essere vivi,
respirare, lasciare che il cuore pompi sangue a tutto il corpo fino alla
fine,
sono azioni normali delle quali non ci rendiamo conto. Tuttavia, in
tutta
questa grandezza che ci circonda, non tutti riescono ad usufruire
appieno di
questo regalo.
Ed è
a
questo punto che dobbiamo renderci conto di quanto la nostra vita sia
preziosa,
del potere che abbiamo in mano.
Ognuno di
noi è un essere che respira, cammina, parla, e pensa.
Abbiamo un
nome e una data di nascita, una famiglia e un’insieme di
ricordi che si
immagazzinano nel nostro cervello.
Ne “Il
fu
Mattia Pascal” Pirandello spiega
come, nelle prime righe della premessa, il protagonista sia solito
rispondere
agli amici che
venivano da lui in cerca
di consiglio dicendo: “Io mi chiamo Mattia Pascal”.
Via pare poco?
Conoscere il
proprio nome è il primo modo per darsi
un’identità, per riconoscersi, sapere di
esistere e sapere chi siamo in mezzo a quei 7 miliardi di persone che
occupano
un posto tanto grande.
Nei libri di
storia vi sono scritti tantissimi nomi di chi ha scritto una parte
importante
del mondo. Senza il proprio nome cosa sarebbero state quelle persone?
Forse solo
persone.
Vi pare
poco?
Anche essere
“solo” persone è una cosa enorme.
Scriviamo
ogni giorno una parte della nostra vita, che si intreccia con quella
degli
altri; la loro vita, a sua volta, si intreccia con altre, e
così via, formando
un ciclo enorme che circonda tutta l’immensità
della terra sulla quale
appoggiamo i piedi.
È
così che
il mondo, silenzioso nella sua rotazione attorno a se stesso ed alla
nostra
stella, prosegue nel suo lungo percorso.
Tutto
ciò
che facciamo incide su di esso? Chissà. È mia
convinzione che non solo gli
esseri umani possano ricordare, possano vivere.
Un giorno me
ne andrò via dalla mia casa, dalla mia città, ma
so che, una volta tornata, le
troverò ancora ad accogliermi, nello stesso luogo nel quale
le avevo lasciate.
E, in qualche modo, loro si ricorderanno di me.
Lasciamo un
segno su tutto ciò che passiamo, che tocchiamo, che creiamo.
Con la nostra mente
andiamo oltre i cancelli del mondo, creando una nostra
realtà, che muta nel
corso della nostra storia, ma ci circonda senza mai abbandonarci.
Quando
nasciamo pensiamo di essere persone; di essere “qualcuno fra
i tanti”.
Crescendo mi
sono resa conto che quel “qualcuno fra i tanti” non
esiste. Siamo tutti
diversi, particolari, speciali.
E siamo noi.
Diamoci le
mani e formiamo qualcosa di enorme, di così grande come non
l’avremmo mai
immaginato.
Siamo un
cielo pieno di stelle.
Non smettete
mai di brillare