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Autore: Giadavnt    14/07/2014    2 recensioni
Ciao a tutti. Questa è la mia prima fanfiction a più capitoli...si parla di una ragazza italiana che da piccola ha conosciuto Chester Bennington con cui ha stretto una grande amicizia. I due si rincontreranno solo dopo molti anni e la ragazza passerà una lunga estate insieme ai componenti della band. Introdurro' varie tematiche come la droga e la violenza di cui Chester ne fu vittima e andando avanti aggiungerò una storia a triangolo. Aggiungero' le varie avvertenze man mano con i vari aggiornamenti. Non sono molto brava a riassumere tutte le idee che ho perché vorrei dire tutto ma ho solo 200 parole e quindi spero leggerete almeno il primo capitolo che fa da prologo. Detto questo vi aspetto in molti a recensire. Accetto di buon grado consigli e critiche perché so che grazie a queste potrò migliorare. Buona lettura e un grande ciao a tutti.
P.S. Le sfere temporali non sono giuste. Ho preceduto di qualche anno il successo dei Linkin Park.
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chester Bennington, Mike Shinoda, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Avevo passato l'intero giorno seguente a riempire le mie valigie. Avevo messo tutti i miei completi estivi (formati prevalentemente da degli shorts di jeans e una maglietta a mezze maniche o un top a varie fantasie), qualche pantalone lungo e 3 paia di scarpe Nike e, ognuna chiusa accuratamente in una busta a parte. Nel borsone invece misi varie cose per l'igiene personale: cambi, il trucco, lo spazzolino, la piastra e tante altre cose... Aggiunsi anche un altra piccola borsetta per gli accessori del cellulare che probabilmente avrei usato durante il viaggio per passare un po' il tempo.

Arrivò presto la sera e cercai di andare a dormire presto visto che il volo era già alle 7. Faticai a prendere sonno ma alla fine, verso le 23 riuscii a cadere tra le braccia di Morfeo con pensiero fisso di Chester.

***

Mi svegliai verso le 5 ancora prima che suonasse la sveglia. Strano, di solito aspettavo prima che suonasse per almeno 3 volte e poi mi alzavo. Mi lavai velocemente in bagno e indossai un semplice jeans scuro e una t-shirt grigia per poi finire con delle Converse nere alte e col tacco interno per sembrare un po' più alta del mio quasi metro e 55. I miei genitori mi accompagnarono all'aereoporto e, dopo vari abbracci e saluti, salii sull'aereo diretto a Los Angeles. Il volo durò circa 10 ore e arrivai alle 17 anche se queste, in America, erano circa le 8. Scesa dall'aereo mi guardai intorno spaesata nel grande ambiente completamente pitturato di bianco alla ricerca di Chester, il quale doveva aspettarmi vicino il passaggio che avevo appena attraversato. La prima cosa che notai fu la grande quantità di gente presente. Sarebbe stato impossibile trovarlo in mezzo ad un tale affollamento. Già stavo cominciando a scoraggiarmi quando mi sentii poggiare una mano sulla spalla. Ero già pronta a tirare una borsata all'uomo ma quando andai a girarmi non trovai nulla se non il viso di Chester che mi sorrideva. Non passò neanche un secondo che mollai le valigie che mi ero trascinata fino ad ora e mi lanciai tra le sue braccia al grido di “CHESTER!”.

-Sshhhhhhh non urlare! Non vorrei essere assalito dai fan!- per poi aggiungere sotto voce un “come se non mi avessero già notato abbastanza”.

Non ascoltai neanche le sue parole e continuai ad abbracciarlo forte. A causa della differenza di altezza potei solo poggiare la testa sul suo petto. Però lui mi spostò le braccia dai fianchi a sotto il sedere. Stavo giusto per chiedergli cosa cavolo stesse facendo che mi sentii sollevata senza il alcuno sforzo da parte sua. Gli spostai le braccia al collo e gli diedi un leggero bacio sulla guancia.

-Mi sei mancata tantissimo.-

-Anche tu.- non riuscivo a dire altro per la grande felicità.

Restammo così ancora per qualche secondo poi mi mise giù e mi aiutò a portare le valigie fino alla sua auto parcheggiata proprio fuori il grande edificio. Mi sedetti al posto del passeggero avanti e non appena salì anche lui in auto gli chiesi:

-Allora...dove abiti? Il tuo appartamento è vicino?- mi guardò stranito.

-Appartamento?-

-Si, il tuo appartamento! Nell'intervista hai detto che vivevi in un palazzo insieme all'altro componente della tua band...Mike, mi sembra.-

-Ah si!- parve risvegliarsi -Comunque non abito più lì. Avevamo preso quelle case in affitto provvisoriamente, solo per incidere il disco. Poi però abbiamo deciso di trasferirci completamente qui e così abbiamo comprato una villa, si trova un po' in periferia ma abbiamo tutto ciò che ci serve. Viviamo tutti li.-

I miei occhi brillarono. Una Villa!? Fantastico!

-Avete anche la piscina?- chiesi speranzosa.

-E lo chiedi pure? Ovvio che abbiamo la piscina!-

-EVVAI!!!- esultai lanciando le braccia in alto.

Non ci volle molto tempo ad arrivare.

Quando scesi dall'auto non potevo credere a ciò che c'era davanti a me. Una villa gigante bianca di due piani più la soffitta che ricopriva metà costruzione, l'altra metà era occupata da un grande terrazzo. Abbassai lo sguardo sul giardino ritrovandomi un esplosione di verde sul terreno. Il viale era interamente ricoperta da erba verde e ben curata, l'unica parte cementata era una piccola stradina che permetteva di giungere alla casa senza calpestare il prato. Al lato della costruzione vidi la piscina: grande, quadrata e dal fondo ricoperto di mattonelle turchesi. Proprio come piace a me.

Devo essermi imbambolata davanti a quella villa perché sentii la voce di Chester che mi chiamava:

-Ehiiiii! Terra chiama Giada. Ci sei?-

-Ehm...sisi! Cosa c'è?- parlai come risvegliata da un sogno.

-Beh...queste valigie pesano molto e se mi potresti dare un aiutino...-

-Oh sisi certo, scusa.- presi il borsone e me lo misi in spalla mentre lui portava con una mano il trolley e con l'altra la valigia che mia madre mi aveva prestato.

-Ma che ti sei portata?!-

-Tutto ciò che potrà servirmi.- risposi ovvia.

-Certo certo...-

Nel frattempo eravamo arrivati alla porta e Chester stava aprendo la porta con le chiavi.

Appena entrati si sentì una voce:

-Ehi Chester, is there your friend too?- la voce si stava lentamente facendo sempre più forte e si sentiva il rumore di tanti passi.

-Yes, she is here.- un momento dopo il ragazzo che avevo visto in TV comparve dalle scale e si avvicinò a me porgendomi la mano.

-Ciao, io sono Mike.- parlava in italiano e me ne meravigliai.

-Piacere, Giada. Se ti dà fastidio posso parlare io in inglese...non ci sono problemi.- cercai di dimostrarmi il più disponibile possibile.

-Nono, non preoccuparti. Chester ha insistito così tanto che imparassimo l'italiano e ormai lo conosciamo tutti benissimo.- disse sorridendo e guardando il ragazzo al mio fianco.

Nel frattempo erano arrivati davanti la porta anche gli altri e a turno si stavano presentando: Brad (il chitarrista), Phoenix (il bassista), Rob (il batterista) e Joe (il DJ).

Poi Chaz e Mike mi fecero fare il giro della casa.

Era enorme! Tutte le pareti pitturate di bianco e altri colori tempera, il pavimento era completamente fatto di parquet. L'arredamento si atteneva alle varie sfumature di marrone.

 

Poi Mike mi portò a vedere la mia camera mentre Chester andava a prendere le valigie al piano di sotto: era bellissima! Pareti lilla e bianche, pavimento a specchio, letto matrimoniale bianco lucido e viola e tutti gli altri mobili abbinati.

-Allora...ti piace?-

-Scherzi!? E' bellissima.-

Lo sentii sussurare qualcosa che però non capii.

-Cosa? Non ho capito.-

-Nono niente...parlavo tra me e me.- sembrava abbastanza preso in contropiede ma cercai di non farci caso.

 

Pov Mike

-Scherzi!? E' bellissima.-

-Non quanto te.- lo sussurai appena in modo che non potesse sentirmi ma evidentemente non ci riuscii perché si girò di scatto a chiedermi cosa avessi detto.

-Nono niente...parlavo tra me e me.- il cuore batteva all'impazzata. Speravo davvero che non avesse capito.

A interrompere quel momento imbarazzante fu Chester che entrò in stanza con le valigie di Giada in mano chiedendole se le piacesse.

-Certo che mi piace! Una domanda: chi è stato ad arredare la casa? Da quanto ne so i ragazzi non se ne intendono molto di abbinamenti e moda..- poi rise.

-Allora sapevi male. Abbiamo arredato noi la casa interamente.- si atteggiò come al solito.

Di risposta la ragazza gli diede un leggero buffetto dietro la testa. Non potei non ridere a quella scena. Certo che è strano: come fanno 2 persone a rincontrarsi dopo così tanto tempo ed avere tanta familiarità tra di loro?. Credo che solo che vive queste vicende lo sappia.

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