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Autore: Sophie_moore    14/07/2014    4 recensioni
Gajil non riusciva a prendere sonno.
Aveva la testa piena di pensieri che facevano un gran fracasso, senza contare la nausea, che di certo non aiutava.
Sentì il treno sobbalzare un pochino, si coprì la bocca con una mano e tornò a guardare il finestrino, maledicendosi per non aver accettato l'aiuto che Wendy gli aveva offerto. Al Diavolo lui ed il suo stramaledetto orgoglio...

Un'altra GaLe (lo so, lo so, so scrivere solo di loro due...), spero vi piaccia!
La canzone usata è Dear God degli Avenged Sevenfold!
Genere: Fluff, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajeel/Levy, Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dear God

Gajil non riusciva a prendere sonno.

Aveva la testa piena di pensieri che facevano un gran fracasso, senza contare la nausea, che di certo non aiutava.

Sentì il treno sobbalzare un pochino, si coprì la bocca con una mano e tornò a guardare il finestrino, maledicendosi per non aver accettato l'aiuto che Wendy gli aveva offerto. Al Diavolo lui ed il suo stramaledetto orgoglio.

 

A lonely road, crossed another cold state line
Miles away from those I love
Purpose hard to find

 

A quell'ora sarebbe già dovuto essere molto lontano da Magnolia e da Fairy Tail. Non sapeva quando sarebbe tornato a casa, quanto sarebbe durata la missione dipendeva molto dalla sua pazienza e dalla sua credibilità nell'infiltrazione nella gilda nemica.

 

While I recall all the words you spoke to me
Can't help but wish that I was there
Back where I'd love to be, oh yeah

 

Appoggiò di nuovo la fronte al finestrino e socchiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dai suoi pensieri.

 

<< Parti per una missione, Gajil? >>

<< Sì, gamberetto. >> aveva sorriso, ma non si era voltato verso di lei.

<< E mi porterai qualcosa quando tornerai? >>

<< Potrei non tornare! >>

<< Non dirlo neanche per scherzo! >> aveva ridacchiato, poi una pausa. << Non avrò tue notizie fino a quando non tornerai, vero? >> Gajil aveva semplicemente annuito, continuando a darle le spalle. Sapeva che se si fosse girato, non avrebbe più trovato la forza di partire. << Allora... >>

<< Se farai la brava, ti porterò qualcosa. >>

<< Io sono sempre brava!! >>

<< Dici? >> non aveva resistito: l'aveva guardata negli occhi e si era perso, come tutte le volte.

<< Certo! >> Levy aveva gonfiato le guance nella sua espressione più conosciuta, quel broncio un po' infantile che chiunque imparava ad adorare.

<< Allora avrai qualcosa. >> le aveva appoggiato la mano sulla testa, poi si era tolto uno dei suoi orecchini e gliel'aveva lasciato, pensando che così sarebbe stata meglio.

<< E questo? >>

<< Quando torno, me lo ridai. >> poi, dicendo questo, era uscito dalla gilda e se n'era andato.

 

In realtà non sapeva se sarebbe tornato sul serio, l'aveva semplicemente detto per farla felice, per non farla preoccupare troppo. Eh sì, aveva preso proprio una grande cotta.

 

Dear God the only thing I ask of you 
Is to hold her when I'm not around
When I'm much too far away

 

Gajil non era un uomo credente, non aveva mai pensato di affidarsi ad una divinità, di qualsiasi entità, ma in quel momento non poteva fare a meno di pensare a quel qualcuno lassù.
"Se ci sei", pensò, "proteggila mentre io non ci sono, okay? Lo sai, non ti ho mai chiesto niente, me la sono sempre cavata da solo. Ma adesso che non sono con lei, che sono via... per favore, tienila d'occhio. E' una marmocchia impicciona e goffa, va a sbattere dappertutto... non farle fare troppo male, va bene? Chiedo solo questo. Non mi sembra troppo, no?"

 

We all need that person who can be true to you
But I left her when I found her
And now I wish I'd stayed
'Cause I'm lonely and I'm tired
I'm missing you again, oh no
Once again

 

Non era mai stato convinto di aver bisogno di qualcuno, in nessun caso. Era convinto che le donne fossero esseri poco utili, se non per sfogare i suoi istinti animaleschi, ma aveva cambiato idea quando aveva conosciuto lo scricciolo blu: quella piccola ragazza, minuta e graziosa, era riuscita a fargli provare sentimenti a lui sconosciuti, l'aveva condotto attraverso il mondo delle emozioni, paziente e affettuosa come una maestra.

Il treno si fermò e Gajil scese, mettendosi il borsone a spalle. Si avviò velocemente verso l'alloggio che il Master gli aveva procurato, si sistemò e si accasciò sul letto, sbuffando. Era stanco e non aveva neanche Panther Lily con cui parlare o allenarsi, era completamente solo.

 

There's nothing here for me on this barren road
There's no one here while the city sleeps
And all the shops are closed
Can't help but think of the times I've had with you
Pictures and some memories will have to help me through, oh yeah

Durante la missione, che stava durando mesi e mesi, Gajil si sorprendeva spesso a toccarsi la tasca dei pantaloni e sfiorare la lacrima trasmittente. Avrebbe voluto chiamare lo scricciolo, farle sapere che stava bene e che sarebbe tornato presto, ma non poteva: la gilda in cui era infiltrato era particolarmente attenta a comportamenti sospetti.

 

<< Ehi, cos'hai lì? >>

Gajil era sobbalzato: era stato colto mentre guardava dei disegni che aveva fatto Reedus, disegni di Levy e di Lily, le uniche cose che riuscivano a non farlo uscire di testa. << Niente di che. >> aveva risposto, scrollando le spalle.

<< Cosa sono? >> l'altro gli si era avvicinato, il muso imbronciato.

<< Disegni. >>

<< Di chi? >>

Il Drago aveva pensato seriamente di farlo fuori e nasconderlo in giardino piuttosto che dirgli la verità, e cioè che erano i suoi amici che lo stavano aspettando a casa. << Non lo so, le ho prese ad un tipo qualche giorno fa'... sembravano importanti per lui. >>

<< Mhm... okay... >> e il tizio se n'era andato così, senza fare altre domande. Evidentemente era stato convincente.

 

Dear God the only thing I ask of you is
To hold her when I'm not around, 
When I'm much too far away
We all need that person who can be true to you
I left her when I found her
And now I wish I'd stayed
'Cause I'm lonely and I'm tired
I'm missing you again oh no
Once again

I mesi passavano lunghi e cupi, mentre Gajil cercava informazioni e si faceva conoscere nella gilda. Aveva perso Halloween, il Natale, la festa per l'anno nuovo, San Valentino... aveva qualcosa da recuperare, appena sarebbe tornato. Intanto, continuava a raccattare oggettini in ferro, uno per ogni festività persa, che avrebbe dato alla marmocchia dopo averla fatta disperare un po'.

Quel giorno, un piovoso lunedì freddo e triste, decise che oggettini in ferro non bastavano più, che avrebbe dovuto fare qualcos'altro, qualcosa di speciale.

Con due fili di ferro un po' spessi, uno bianco ed uno nero, creò un ciondolo. Li intrecciò lasciando degli spazi nel mezzo, che poi riempì con un filo di raso celeste e delle pietre rosse. Non era un gioielliere, non sapeva neanche se avrebbe avuto un riscontro positivo, ma credeva che fosse il modo più giusto per dimostrare il loro legame.

 

Some search, never finding a way
Before long, they waste away
I found you, something told me to stay
I gave in, to selfish ways
And how I miss someone to hold
When hope begins to fade... 

Agli inizi di aprile, riuscì a portare a termine la missione. Finalmente, dopo sei mesi lontano da casa, aveva compiuto il proprio lavoro e poteva finalmente tornare alla Gilda, dal suo stupido gatto e dalla sua mocciosa pasticciona. Sperava solo che non fosse successo niente, se non ordinaria amministrazione. Moriva dalla voglia di rivederla.

Per questo, durante il viaggio di ritorno, si concentrò con tutte le sue forze per non patire il treno, e si mise a scrivere. Lui, Gajil Redfox che scriveva. Pareva assurdo, sembrava una scena tratta da un racconto assolutamente nonsense. Scrisse un biglietto, che nascose dentro la scatolina del ciondolo.

 

A lonely road, crossed another cold state line
Miles away from those I love 
Hope is hard to find

Il treno sobbalzò nell'incrocio delle due rotaie, come nel viaggio di andata, ed il ragazzo si sentì sollevato: era quasi a casa.

Dopo un'ultima oretta di deprimente sballottamento, il treno concluse la sua corsa nella stazione di Magnolia. Gajil si affrettò a scendere, quasi inciampandosi, e vide davanti ai suoi occhi Panther Lily addormentato su una panchina. Sorrise e scosse la testa, pensando che quel gattaccio fosse davvero sentimentale per essere grande e grosso.

<< Ehi, Lily. >>

Il gatto nero spalancò gli occhi di scatto e si mise a svolazzare intorno al suo compagno, contento e sollevato che fosse tornato tutto intero. << Com'è andata? >> gli domandò, facendo un grande sorriso.

<< Più lungo del previsto... ma sono a casa. Il gamberetto? >>

<< E' tornata a casa un'ora fa' circa, si stava addormentando sulla panchina con me. >>

<< Mi aspettava...? >>

<< Certo. Tutti i giorni venivamo qui qualche ora e aspettavamo il treno. >> spiegò Lily, appollaiandosi sulla spalla di Gajil. << Però, adesso che sei tornato, possiamo metterci l'anima in pace... io ti aspetto a casa, credo tu abbia molte cose da dire a Levy. >> si alzò di nuovo in volo e lo sgomitò, facendolo arrossire.

In effetti, però, era inutile arrabbiarsi: il gattaccio aveva ragione, aveva molte cose da spiegare e raccontare, ma soprattutto doveva darle il ciondolo e tutti gli oggetti ferrosi, compresa quella sottospecie di lettera.

 

Era arrivato davanti alla camera della ragazza a notte inoltrata, circa alle undici, perciò non sapeva se bussare o se tentare il giorno dopo.

Fece per voltarsi, quando sentì la porta aprirsi.

<< Sentivo i tuoi pensieri fin da dentro.. >> mormorò Levy, strofinandosi gli occhi con il dorso della mano.

<< Come facevi a...? >>

La ragazza sbadigliò, sbattè un paio di volte le palpebre e aprì per bene la porta, invitando il ragazzo ad entrare nella sua stanza.

Quando si furono seduti uno di fronte all'altra sul letto, Gajil arrossì violentemente.

<< Com'è andata la missione? >> domandò Levy, spezzando quel silenzio imbarazzante.

<< Bene... un po' lunga, ma bene. >>

<< Sono contenta. Non hai corso rischi inutili, vero? >>

<< Ma che vuoi? >>

<< Gajil? >>

<< Oh! No, niente rischi. >> sbuffò, quasi infastidito.

La ragazza fece un largo sorriso e gattonò vicino a lui, appoggiandosi al petto e facendosi abbracciare. << Mi sei mancato, Gajil. >> sussurrò, accoccolandosi tra quelle enormi braccia muscolose, quelle che le davano tutta la sicurezza di cui aveva bisogno.

<< Sono qui adesso, gamberetto. >> lui si appoggiò alla sua nuca, respirando con calma. Solo qualche anno prima non pensava minimamente di poter provare dei sentimenti, cose così estranee al suo mondo di combattimenti e banchetti di ferro. << Ho perso qualche festa, ma ti ho preso lo stesso qualcosa. >> disse dopo un po', toccando la testa della fatina blu, che si svegliò immediatamente. I regali, una delle cose che preferiva di più in assoluto.

<< Non pensavo fossi tipo da regali. >> ridacchiò, mentre si inginocchiava di fronte a lui composta.

<< Non farmi pentire di averli presi... >>

<< Scherzavo, scherzavo. >> Levy sorrise. << Allora? >>

Gajil prese dalla borsa il sacchetto di carta in cui aveva messo i piccoli oggetti, dandoglielo in malo modo. << Ci sono tutti quelli per le feste perse. >>

Levy cominciò a tirare fuori tutto quello che stava nel sacchetto, soprattutto piccoli draghi o rettili. Poi, arrivò ad una scatolina. << E qui? C'è qualcosa di speciale? >> domandò, facendo un sorrisetto malizioso. La divertiva da matti prenderlo in giro, soprattutto perchè lui non aveva ancora capito bene come comportarsi.

<< Gh, no, quello no! >> Gajil saltò sul letto e si avventò sulla ragazza, che scoppiò a ridere. << Quello più avanti! >>

<< Perchè? Allora è speciale davvero? >> Levy stringeva forte tra le mani quella scatola, che improvvisamente era diventata importantissima anche per lei.

<< Levy! >>

La ragazza conosceva solo un modo per farlo stare tranquillo. Gli diede un leggero bacio, ed il ragazzo si allontanò immediatamente da lei rosso come un peperone. << Adesso che sei calmo... aprirò questa scatola. >> lo avvisò, sorridendo cordiale.

<< Fai cosa vuoi. >> brontolò, sbuffando subito dopo. << C'è anche un biglietto. >> l'avvertì, facendo una smorfia. Se solo l'avesse visto Salamander, l'avrebbe preso per il culo tutta la vita.

La turchina aprì con calma la scatola, godendosi ogni momento, ogni piccolo rumore, tra il nastro e il cartoncino. L'interno la fece scoppiare di gioia: vide il piccolo ciondolo, sicuramente fatto a mano da Gajil, con il nastro e le pietre, ed i fili di ferro di colori diversi... era il regalo più bello che avesse mai ricevuto. << Gajil? >>

<< Che c'è? >>

<< Mi allacci la collana? >> Levy aveva prontamente cambiato il ciondolo che aveva con quello fatto da Gajil, e adesso glielo porgeva felice.

Lui non rispose, brontolò qualcosa e glielo allacciò, sospirando. << Il biglietto. >>

<< Cosa? >>

<< Il biglietto. C'è anche quello. >> borbottò.

<< Pensavo mi prendessi in giro. Hai scritto qualcosa? >> la ragazza afferrò la bustina nascosta sotto il pezzo di gomma nella scatola.

<< Leggi e basta, no? >> sbottò, sentendo la faccia che scottava.

<< Come sei noioso! Va bene, va bene! >> ridacchiò e aprì la busta, tirando fuori il foglio di un colore giallastro.


"Dear God the only thing I ask of you is
To hold her when I'm not around, 
When I'm much too far away
We all need the person who can be true to you
I left her when I found her
And now I wish I'd stayed
'Cause I'm lonely and I'm tired
I'm missing you again oh no
Once again...
"


Sophie's Space______
Eccomi qui con un'altra one shot. Non ne potete più, è comprensibile! Però l'avevo scritta e mi sembrava brutto non pubblicarla...
Fatemi sapere che ne pensate, se vi è piaciuta o no! =) 
Un bacio, Sophie.

Il testo della canzone è Dear God, degli Avenged Sevenfold, gruppo che io adoro alla follia, e qui trovate la traduzione! 

http://www.angolotesti.it/traduzioni/A/traduzione_testo_canzone_tradotto_dear_god_avenged_sevenfold_3898.html
 

 

  
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