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Autore: ambra_chiara    14/07/2014    1 recensioni
ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER SUL SEGUITO: "IL TRONO DI FUOCO
"Ciao a tutti! Mi chiamo Ambra e sono una discendente di Cleopatra, seguo il sentiero di Sekmet e mi sono specializzata in poteri sanguigni, ovvero il controllo del sangue... tutto normale no?
Certo, soltanto che questa strana normalità verrà stravolta da una missione...
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Ciao a tutti! Questa è la mia prima storia su The Kane (mi manca ancora il terzo da leggere!) e spero che vi piaccia!
ringrazio tutti coloro che hanno la voglia di leggere, a presto!
ambra:_chiara
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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POV. AMBRA

Mi alzai all’alba, tutti stavano ancora dormendo quindi uscì dalla tenda cercando di non fare il minimo rumore.
Stesi il sacco a pelo sulla sabbia e mi sdraiai sopra e osservai il cielo che si stava man mano svegliando.
Sospirai e pensai a cosa stesse pensando Jo in quel momento, ero certa che fosse sveglio, era molto mattiniero.
Chissà se pensava alla sua sorellona  che compiva gli anni… mi mancava, era davvero uno dei pochi che mi era sempre rimasto accanto, non volevo perderlo, mi ero ripromessa che gli avrei fatto un regalo appena fossi tornata.
Accartocciai i pensieri e mi misi a leggere il libro sui poteri sanguigni mentre le mie dita disegnavano qualcosa sulla sabbia.
Volevo trovare qualcosa riguardo il perché fossi riuscita a controllare il sangue del mostro, e lo trovai: era un mostro serpente, dotato di grandi doti e tutto il resto, ma allo stesso tempo aveva un sangue insignificante, quindi facile da gestire.
Sorrisi soddisfatta e chiusi il libro per poi guardare cosa avevo fatto con le dita.
Era un disegno perfetto di una leonessa all’attacco.
Rimasi di sasso ad osservare il perfetto muso del felino, la sua muscolatura… non ero stata io a disegnare, non sono affatto capace…
Ero immobile, non osavo muovere neanche un muscolo.
“Ambra… che bel disegno” disse qualcuno alle mie spalle, saltai in piedi dallo spavento però mantenendo lo sguardo fisso sul disegno.
“Jaime” dissi riconoscendo la voce “Cancellalo subito”
“Cosa?” gli serrai la mano con le mie due, lui con il piede fece svanire l’immagine
“Ok? Tutto a posto?” annuì
“Lo ha fatto Sekmet non io” sistemai il sacco a pelo e il libro per inserirli nel mio zaino ed estrarre un panino mezzo secco e mangiarlo in due bocconi.
Ne porsi uno a Jaime che mangiò senza parlare.
Ben presto si svegliarono anche Connor e Ginevra e fecero colazione.
Appena ebbero finito ero scattata in piedi pronta per partire
“Ambra cosa hai? Il pepe nel culo?” mi chiese Jaime
“Si… andiamo vi prego, non mi piace questo posto, neanche un po’” Connor si alzò per secondo e ci indicò la strada.
“Am… alzami!” disse Jaime porgendomi la mano, sbuffai beffarda e gli controllai il sangue delle gambe per farlo alzare.
“metodo meno ortodosso degli altri, però efficace” disse lui sorridente.
Mi era costato un po’ di fatica, ma almeno mi ero guadagnata un po’ di rispetto da parte di Ginevra e Connor, perché dopo aver sconfitto un serpente gigante ed essermi trasformata in leonessa non mi consideravano lo stesso.
Infatti speravo tanto che la mia amica mi facesse gli auguri, ma così non fu, parlò soltanto con Connor, e vi immagino che bella botta di autostima mi diede.
Partimmo e solo verso mezzogiorno arrivammo a destinazione.
L’intero paesaggio cambiò e ci trovammo in uno studio dove un biondo scriveva freneticamente prima su un rotolo di papiro, poi su un computer.
“Buongiorno” urlai per attirare la sua attenzione, quello alzò la testa.
“Che ci fate qui? Chi è?”
“Vorremmo sapere qualche notizia su questo libro” disse Ginevra porgendogli il libro della morte “Abbiamo rilevato tracce del suo sangue in alcune di queste pagine…”
Thot corrugò la fronte e disse: “Lo conosco, ma non ho mai avuto il piacere di sfogliarlo”
“Allora perché il suo sangue è qui?” chiese Connor
“Non ne ho la più pallida idea…” disse lui “Ora andate, dovrei finire di completare un documento”
“Aspetti!” dissi “Potrei avere una goccia del suo sangue?” Thot mi guardò per poi capire
“Ambra. Discendete di Cleopatra  e corpo ospite di Sekmet”
“è un si?” chiesi.
“Come regalo di compleanno” alzai un sopracciglio
“Come fa a sapere tanto di me?”
“Mi informo sui corpi ospiti… un hobby” intanto Jaime mi dava una gomitata borbottando:
“è il tuo compleanno?! Perché non me lo hai detto?!”
“Non mi sembrava il caso”
“Ma come non ti sembrava il caso?! È il tuo compleanno e nessuno se ne è ricordato tranne un Dio…!” stava per continuare ma gli pestai il piede per farlo smettere
“Mi potrebbe porgere il braccio grande Thot?” chiesi facendo un po’ la lecchina, lui me lo porse.
“Potrei ecco…?” tolsi un piccolo pugnale dalla tasca
“faccio io” lo prese e si fece un piccolo taglio sulla mano, dal quale uscì una piccolissima goccia di sangue.
Prima che potesse cadere la intercettai con i miei poteri e lo analizzai, comparandolo con il sangue del libro.
Era molto simile, ma non il suo.
Rimisi la goccia del sangue del Dio nel suo corpo per poi chiudergli la ferita, un piccolo trucchetto imparato qualche giorno fa leggendo, era più semplice di quel che pensassi.
“Grazie” disse lui “Ora posso tornare ai miei lavori?”
“Anche questo è importante” disse Jaime
“Un’ ultima cosa” continuò Connor “Secondo lei chi sarebbe intenzionato a farla passare per colpevole?”
“E di cosa? Non ho capito neanche cosa state cercando!”
“In generale” rispose Ginevra
“Bè… nessuno che mi venga in mente”.
Lo ringraziammo e uscimmo dal suo studio per ritrovarci nelle vie affollate di Brooklyn.
Nessuno proferì parola, solo per le indicazioni stradali, infatti volevamo parlare davanti a una bibita fresca di un bar possibilmente deserto.
Ne trovammo uno, ordinammo qualcosa da bere e ci mettemmo a discutere.
“Chi potrebbe averti voluto farti fare questo incantesimo?” chiesi a Ginevra
“Non lo so…”
“Allora chi avrebbe voluto che questo libro venisse scoperto da te?”
“Non lo so”
“Allora chi avrebbe voluto farti resuscitare tua madre?”
“Ti ho detto che non lo so!” disse Ginny scocciata.
Allora pensai in silenzio per poi dire: “Secondo me non è neanche un dio, ma qualcuno anche di ‘normale’”
“Che sa manipolare il sangue in modo tale che sembri quello di un dio? Non credo sia poi così normale” disse Jaime
“Magari un grande mago, o appunto un dio” dissi mentre nella mia testa sentivo la voce di Sekmet che diceva: -Mia cara, stai sbagliando-.
Intanto Connor sfogliava il libro con noncuranza, cercando degli indizi.
“Aspettate…” disse lui
“Cosa c’è?” chiesi
“In questi incantesimi c’è sempre una cosa che ricorre”
“Cosa?” domandò Jaime
“Un luogo… detto Le Porte della Morte. È un cimitero che si trova ai margini di Brooklyn , c’è sempre citato in fondo alla pagina, dice sempre: ‘Possibilmente questo incantesimo è da fare nelle Porte della Morte”
“Jaime sei un genio!” disse Ginevra “Andiamo!” disse finendo in fretta e furia di bere la sua aranciata e si alzò 
“aspetta non sappiamo se sia giusto” le dissi io “Magari è solo una coincidenza, bisogna prima avere altre prove… prima di tutto, cosa ci dovrebbe essere lì di tanto eclatante? Ci potrebbe essere qualcuno o qualcosa? Dobbiamo prima indagare… tanto abbiamo tutto il tempo del mondo”
“No Ambra… Andiamo” disse lei saccente
“Ginny, aspetta… potrebbe esserci qualche pericolo” le risposi
“Smettila di contraddirmi! Andiamo punto e basta!”
“Ginevra non ragioni!” le risposi “Non pensi, sei troppo accecata dal dolore che provi ogni giorno, quando muore una persona, dal dolore della tua perdita e non ti accorgi neanche di quel che ti capita intorno a te!” mi alzai anche io per guardarla bene negli occhi e per sembrare più minacciosa, ma ero più bassa di lei quindi nessuno dei due obbiettivi era completato.
“Non mi accorgerei di cosa?”
“Prima di tutto del fatto che tu piaci a Jaime!”
“ehi! Non mettermi in mezzo! Ed era un segreto! Che non è neanche vero!” disse lui
“Scusa” dissi non badando all’ultima parte “Secondo non ti accorgi di quanto sia strano e pieno di se Connor!”
“Ehi!” si limitò a dire lui
“Terzo non ti sei ricordata che oggi è il mio compleanno, non ti sei accorta del mio dolore ogni notte, degli incubi che provavo, non ti accorgi dei miei sforzi per controllare Sekmet e non ti accorgi delle mie difficoltà a controllare i miei poteri, riesci solo a criticarmi, per quanto io cerchi di sforzarmi!” Ginevra stava zitta ad ascoltare “Non ti accorgi che soffro anche io…”
“E per cosa scusa? La tua vita è perfetta! Sei piena di talento e di fortuna!”
“Perfetta? Sono io quella che ha una dea in corpo, io che avevo un padre idiota che ha ucciso i nostri genitori, io che svengo per ogni cavolata, io che sono talmente stupida da non pensare con la mia testa, io che cerco di affrontare ogni problema con un sorriso e appaio una scema, io che sono etichettata come la strana perché sono discendente di Cleopatra!”  "Se soffri così tanto, allora vattene" Senza pensarci presi lo zaino e corsi via, prima che potessero vedermi piangere.
  
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