Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: ladyvampiretta    15/07/2014    5 recensioni
[Seguito di "Bright Lights"]
Abbandonata da Castiel, Layla cerca di far luce sul suo passato grazie anche all'aiuto dei Winchester. Nel caos tra Paradiso e Inferno, riusciranno a scongiurare l'Apocalisse imminente?
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





CASTLE OF GLASS

 

«COMBATTI!» Mi incitò con un urlo Castiel, riscuotendomi dalla trance in cui ero caduta. Degli angeli ci stavano venendo addosso.
Osservai per l'ultima volta il corpo senza vita di Balthazar.
Lui mi aveva amata ben sapendo dei miei sentimenti verso l'angelo in trench, senza avermelo mai fatto notare o pesare. Di sua spontanea volontà non avrebbe mai appoggiato la causa umana, eppure eccolo lì, sacrificatosi per seguirmi.

Sentivo il cuore pesante. Avevo perso quello che più di tutti consideravo un fratello. Per secoli avevamo combattuto fianco a fianco nella legione di Gabriel e ora era tutto finito? La morte se l'era portato via con una guerra?
Mi cadde lo sguardo sul corpo dell'angelo che lo aveva ucciso. Era sdraiato vicino a Balth. Come lui, sembrava dormisse. Castiel lo aveva pugnalato al cuore, ma avrei voluto farlo io. Avrei preferito torturarlo io per il male che aveva fatto a Balthazar, per avergli strappato la vita senza pietà. Strinsi i denti e serrai i pugni lungo i fianchi. Mi sentii montare dalla rabbia.

"Doveva soffrire di più di una morte ben più dolorosa. Cas doveva essere più cruento"
Era un massacro, fratelli che si uccidevano tra loro.
Strinsi i denti per bloccare le lacrime e presi lo slancio con la gamba per calciar via l'assassino del mio amico. Volevo fargli male anche se sapevo che non ne avrebbe sofferto. Il mio era un bisogno fisico di vendetta.
Due braccia mi afferrarono da dietro e mi bloccarono, sollevandomi di un paio di centimetri da terra.
«Lascia stare! Non serve a niente accanirsi sui morti» mi disse Castiel, la voce era ferma, ma anche dolce «Fermiamo Raffaele, non permettere che la morte dei nostri amici sia stata vana!».

Sapeva quanto Balthazar fosse importante per me. Sapere che nè lui, nè Bobby ci sarebbero stati più mi faceva male.
Mi afflosciai contro il suo corpo, prima di scoppiare a piangere sul suo petto.
« Quel bastardo la pagherà! Pagherà per Bobby e per Balthazar» piansi. Con la coda dell'occhio, vidi un demone correre verso di noi, pensando di coglierci di sorpresa e ucciderci. Con una calme irreale, mi stacca dal mio angelo e trafissi in fronte il nemico che stava per colpirci.

Castiel mi squadrò, colpito.
«Basta pacificazioni» mormorai senza guardarlo negli occhi. Mi asciugai una lacrima che mi stava rigando una guancia. «O con me o contro di me!»

Non avrei sopportato la perdita di un altro compagno. Alzai lo sguardo per cercare i miei amici e mi resi conto che se la stavano cavando tutti bene, Garth compreso, che fronteggiava un mostro dagli occhi neri senza difficoltà.
Percepii una Grazia in avvicinamento. Un angelo donna dai capelli corvini mi volò addosso, ma senza pensarci troppo la colpii in pieno petto. Ero stanca di dare spiegazioni, ero stanca di provare a salvare chi non voleva essere salvato.

"Devo avere la testa di Raffaele, questo è tutta colpa sua" pensai in modo glaciale. Stavo abbandonando i modi di fare della tenera e dolce Layla per indossare nuovamente la corazza da vero soldato angelico. Non per niente ero la vicecomandante di Gabriele.
Castiel era impegnato a combattere contro un altro angelo. Tentò all'inizio di convincerlo della crudeltà di Raffaele. Quando si rese conto che ormai era troppo compromesso, lo pugnalò allo stomaco. Sporco di sangue, mi raggiunse subito dopo e insieme alzammo lo sguardo sulla collina su cui era accampato Raffaele.

Stava mandando dei colpi d'energia contro Lucifero, appollaiato sull'altra altura, che rispondeva pigramente agli attacchi. Colpi del genere non avrebbero fatto il solletico neanche a me, figuriamoci ad un arcangelo. Non stavano neanche più provando a fingere. Sembravano più interessati a guardare la battaglia.

La rabbia mi invase e, con un cenno del capo a Castiel, cominciammo a correre verso l'arcangelo. Diversi tra fratelli e demoni si misero sul nostro cammino. Ero stanca di loro, stanca tutto. Appena percepivo una Grazia in avvicinamento ostile, mi bastava guardarli negli occhi un istante per capire se ci avrebbero appoggiati. E poi colpivo.

Per i demoni, mi bastava trovarmeli alle spalle. Non mi fidavo di Crowley, quindi non mi fermavo a chiedere se erano o meno dalla nostra parte. Mi bastava sentirne l'odore che agivo di conseguenza.

Avevo perso due amici e la pazienza. L'arcangelo doveva pagare per tutto.

Scavalcai i cadaveri di Naomi e Zaccaria mentre mi guardavo intorno. La zona, un tempo un verdeggiante bosco, era ridotto ad un cumulo di cenere e corpi ammassati. La terra sotto i nostri piedi era bruciata, secca, forse non avrebbe mai rivisto la vitalità della natura. Il male sembrava essere entrato nelle cellule stesse della terra.

Continuando a correre, mi resi conto che eravamo ormai a pochi metri da Raffaele. Quest'ultimo, sentendoci, alzò lo sguardo su di noi. Uno sguardo maligno e terribile.

La potenza della sua Grazia non mi fece vacillare.
«Ecco i moderni Romeo e Giulietta, peccato che farete la stessa fine» rise diabolico, scendendo il picchiata verso di noi. Sguanai la lama proprio appena me lo ritrovai a pochi centimetri. Ero pronta allo scontro.

L'arcangelo planò su di noi. Le sue enormi ali oscurarono per un attimo il sole alto nel cielo. Le piume erano ridefinite con i colori della notte, un contrasto perfetto con la brillantezza del bianco che ricopriva le ali.

Castiel si trovò accerchiato da due angeli, così dovetti vedermela da sola contro Raffaele.

Le penne erano affilate e cozzarono contro le mie. Mi difesi da quell'attacco senza sforzo, anche se i muscoli delle sue ali erano più sviluppati dei miei. Ci fu una pioggia di scintille e il rumore stridulo al contatto. Usai l'altra ala per colpirlo, al che lui si difese con la sua lama angelica. I suoi colpi erano potenti e veloci. Cercai al meglio di pararmi, dato che i suoi attacchi non mi lasciavano un attimo di respiro. Dovevo reagire, trovare uno spiraglio, un momento in cui si sarebbe fermato.

La sua lama vibrò a pochi millimetri dal mio viso, costringendomi a saltare all'indietro. Raffaele lanciò la sua arma angelica contro il mio petto, così dovetti ripiegare l'ala destra per pararmi. Fu un errore, infatti lasciai la schiena completamente scoperta. Con un balzo, mi fu alle spalle e, afferrandomi per i capelli, tirò per farmi inarcare la schiena e mi diede un calcio sulla colonna vertebrale. Richiusi le ali di scattò e cercai di divincolarmi, ma ne seguì un pugno. Il dolore era lancinante e doveva avermi rotto diverse ossa. La sua Grazia si illuminò spaventosamente e sentii un'ondata di energia colpirmi e farmi volare a diversi metri di distanza. Caddi a terra, cercando di limitare l'impatto con le ali.

Ringhiando di dolore, cercai di rialzarmi, ma mentre provavo a mettermi carponi, Raffaele mi fu accanto e mi afferrò una delle ali con la sua stretta poderosa. Istintivamente la ritirai, ma fu un errore. Tirandola indietro, sentii chiaramente l'ala strapparsi.

Un dolore violento mi fece urlare in modo agghiacciante. Il dolore era indescrivibile.

Con un ghigno, l'arcangelo mollò la presa e, sempre per istinto, rischiusi le ali dietro la schiena mentre il dolore sembrava in grado di uccidermi.

Mi diede un calcio che mi ributtò tra la polvere. Dolorante per l'ala e le percosse, tossii e mi resi conto stavo sputando sangue. Appoggiò un piede all'altezza della mia gola e cominciò a premere forte. Provai a divincolarmi facendo forza sull'ala sana, che fui costretta a spalancare, ma più mi muovevo, più forza l'arcangelo esercitava sul piede. Cercai di allontanarlo con le mani, scalciando a più non posso. I miei tentativi di liberarmi sembravano divertirlo.

« Sei un disertore, un verme e nella terra devi stare » ghignò. Il suo sguardo era gelido.

« Dovevi obbedirmi, Layla, non essere il disertore e assoggettata a quello stupido di Gabriele. "Gli umani vanno protetti" » gli fece il verso « ...no, gli umani vanno dominati! » e così dicendo, si abbassò e sostituì il piede con la mano sinistra. Premette le dita affilate contro la mia gola, cercando di strozzarmi più in fretta. Mi sollevò da terra, senza mollare la presa su di me.

Mi aggrappai con le unghie alla sua mano, continuando a scalciare.

La vista mi si stava appannando, il dolore era troppo, mentre delle macchie nere iniziavano a comparire nel mio campo visivo.

Incurvò le ali per far in modo che le mie non potessero colpire il suo corpo. Sentivo le sue piume pizzicare sulle braccia e sulle gambe.

Ci aveva rinchiusi in un bozzolo bianco e assassino che lasciava fuori le mie ali.

« Dovevamo essere i loro pastori » biascicai col poco fiato che avevo « Dovevamo proteggerli e guidarli, non essere... i loro... carnefici »

Raffaele rise delle mie parole.

« Guarda che hanno fatto a questa terra » disse, allargando l'altro braccio. Ovviamente era in senso figurato, poiché le sue ali costituivano una gabbia che mi precludeva la vista « Guarda dove li ha condotti il libero arbitrio! Si uccidono a vicenda, distruggono tutto ciò che nostro Padre ha creato per loro... è giunto il momento di rimettere le cose al loro posto» Il suo respiro sul mio viso mi dava i brividi, malgrado stessi sudando per liberarmi dalla sua stretta.

Mi stringeva troppo forte, non sarei riuscita a resistere ancora per molto.

L'ala strappata stava guarendo. Riuscivo già a dibattermi con entrambe in modo frenetico, incapaci di scalfire quelle dell'arcangelo. L'istinto di sopravvivenza sembrava prevalere sul dolore.

Le ali dell'arcangelo erano un muro indistruttibile.
Poi, come un faro nella notte, percepii la Grazia di Castiel molto vicina a me.

"No, allontanati" lo pregai in silenzio. Avevo paura che l'arcangelo torturasse anche lui. Il mio cuore non avrebbe retto.

Anche Raffaele se ne accorse. Spalancò le ali prima di lanciarmi a diversi metri di distanza.

L'impatto mi provocò diversi graffi, ma dovevo rialzarmi.

«Non la devi toccare!» urlò il mio angelo, mentre l'altra creatura celeste bloccava all'ultimo secondo un suo affondo.

Sentii le armi cozzare tra loro e capii che il mio angelo stava combattendo contro il nostro nemico.
La vista era ancora offuscata e le dita dell'arcangelo erano state come cortelli nella mia gola.

Tossii e cercai di rimettermi in piedi. Avevo i muscoli tesi e stanchi.

Dovevo aiutare Cas e metter fine a questa storia.
Stirai le ali e malgrado tutte le ferite riportate, cercai di lanciarmi nella lotta. L'ala destra mi faceva davvero male mentre il sangue continuava a picchiettare sul terreno dallo strappo.
Un angelo senza ali è un angelo morto.
Era una ferita profonda, ma non potevo perder tempo a compiangermi.
Le armi delle due creature stridevano l'una contro l'altra mentre le ali cozzavano.
Cas stava andando bene. Era il soldato letale e fiero che ricordavo.
«Ferma! Ci penso io, rimedierò ai miei errori!» mi urlò l'angelo dagli occhi blu quando si accorse che volevo aiutarlo.
Cas continuava ad incolparsi, malgrado la causa di tutto fosse della creatura che fronteggiava.

"Il solito testardo!"
Raffaele ridacchiò mentre la fronte gli si imperlava di sudore.
Fui costretta ad assistere impotente al loro scontro. Sembravano due leoni maestosi e invincibili.

Improvvisamente si alzarono in volo e continuarono lo scontro mentre piume rifinite d'oro e altre di blu scuro volteggiavano fino a terra. Con un colpo perfetto, l'angelo che amavo riuscì ad aprire una ferita profonda nell'ala del nemico. Raffaele urlò di dolore, tanto da far tremare la terra. Con immenso orrore, lo vidi allungare una mano sull'ala del mio compagno e rompergli un pezzo dell'osso superiore. Il suo urlo mi fece fermare il cuore.

La sua sofferenza era come una lama nel cuore. L'ala si ripiegò in maniera innaturale verso il basso. Ma Castiel sembrò non perdersi d'animo. Lo vidi teletrasportarsi di un metro sopra la testa dell'arcangelo e sprigionare dalle mani un'energia incredibile.

Raffaele urlò mentre veniva scaraventato a terra. Era come se una forza lo stesse schiacciando, mentre la pelle gli si bruciava. Quando affondò sul terreno, si alzò un enorme polverone che coprì completamente la vista della creatura dalle ali come la notte. Sentii la sua Grazia prima indebolirsi, per poi spegnersi del tutto.
Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata mentre alzavo lo sguardo su Castiel.

Era finita, Raffaele era stato sconfitto.

Avevamo vinto praticamente la guerra. Mancava solo aiutare Gabe a far tornare Lucifero nella gabbia o riservargli la stessa fine.

Ero così contenta che cominciai ad urlare dalla felicità. Non riuscivo a crederci, finalmente qualcosa stava andando per il verso giusto.

Allungai le braccia verso Castiel, per invitarlo a scendere. Volevo abbracciarlo, stringerlo a me e urlare al mondo che avevamo sconfitto l'arcangelo.

Volevo amarlo, non vedevo l'ora di sposarlo e vivere per sempre con lui.

Vivere in pace, senza più nessuna minaccia,

Era indescrivibile la felicità che avevo nel cuore in quel momento.

Mentre il mio angelo planava senza forze davanti a me, lo vidi ferito e con i muscoli che tremavano. Le ali erano fratturate in più punti, diversi punti mostravano la cartlagine da cui piccole gocce cremisi sporcavano le sue stupende piume.

Aveva un sorriso stupendo di vittoria sul volto. Era tutto per me.

La guerra sarebbe finita a breve. Ero pronta alla nuova vita.

Sorrisi a mia volta e sentii il cuore leggero. Ce l'avevamo fatta.
Ci sarebbe stata pace. Mi sembrava incredibile.
Poi, all'improvviso, tornai a percepire la Grazia di Raffaele. Fu come uno schiaffo in pieno viso.

Non feci neanche in tempo ad urlare a Cas di fare attenzione che l'arcangelo sbucò fuori dal polverone e lanciò la sua lama angelica, colpendo la mia creatura celeste in pieno petto.

In quel momento il tempo sembrò fermarsi.

Cas rimase immobile per un istante interminabile.

Abbassò lo sguardo sulla lama prima di volgere gli occhi verso di me.

Silenzio.

Non sentii nulla.

Fu un secondo, Castiel sbattè le palpebre e le lancette dell'orologio sembrarono ripartire ad una velocità incredibile.
Sbarrai gli occhi mentre il suo corpo si accasciava a terra.

"NO, NO, NO!"

A malapena riuscivo a sentire i miei pensieri. Mi lanciai verso di lui, il cervello in stand by.
Lo afferrai prima che toccasse terra. Le gambe mi cedettero e caddi in ginocchio con la sua testa adagiata sulle gambe.
«Cas?» Lo chiamai con voce tremante. Provai a scuoterlo delicatamente.
Ci fu un'esplosione di luce che partì dal corpo del mio angelo, mentre sotto di lui il prato si bruciò fino a formare il disegno di due ali spalancate. Delle piume bianche rifinite d'oro volteggiarono pigre nel vento, prima di scendere e accarezzare la terra.
C'era l'ombra di un sorriso sul volto dell'angelo che avevo tanto amato e che, ormai, non c'era più.

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Se non mi avevate odiato abbastanza con l'altro capitolo, con questo sono sicura di non aver scampo... Altra "cattiveria", il capitolo 16 non lo pubblicherò il 22 Luglio, ma probabilmente il 29. Ci tenevo ad avvisarvi (sì, vi faccio soffrire per una settimana in più).

Grazie come sempre, anche per gli ortaggi che so già che mi lancerete...

Un abbraccio,

Ladyvampiretta

P.s. La canzone che da il titolo al capitolo è dei Linkin Park!

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: ladyvampiretta