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Autore: Ankwvard    15/07/2014    10 recensioni
«Non ti lascio da solo, verrò con te. Ormai questa è da risolvere insieme.»
Gli angeli sono come i demoni?
La salvezza è come il pericolo?
Il riscatto è come la vendetta?
L'amore è come l'odio?
La vita è come la morte?
Amber Green è come Zayn Malik?
«Ce la faremo, fidati di me.»
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Grazie a Paradise, per avermi creato il video.





«I like the summer rain,
I like the sounds you make,
We put the world away, we get so
Disconnected.»
Disconnected – 5 Seconds Of Summer

 
 
Avete presente le famose “farfalle nello stomaco”? Ecco, quelle di Amber erano ancora piccoli bruchi in fase di metamorfosi ed avevano iniziato a volare nel suo intestino in quegli ultimi tre giorni.
Già, erano passati tre giorni da quella sera perfetta, quando i corpi di Zayn e Amber si cercavano come mai prima, quando i loro respiri diventavano profondi e le loro anime finalmente si sentivano complementari tra loro.
E, durante quella notte, si era instaurato un legame tra di loro, due calamite che cercavano la loro metà da ben due anni, senza mai accorgersi che era proprio la persona più inaspettata e meno scontata la risposta.
Zayn finalmente si sentiva completo, e completo è una parola grossa per essere valida solo per una notte, ma dopo tanto tempo ha avuto la conferma che attendeva, qualcuno gli voleva bene davvero. Non si parlava d’amore ancora, l’amore è una cosa troppo grande ed entrambi non erano  pronti ad affrontarlo. Però in quei tre giorni il legame non ha permesso loro di allontanarsi nemmeno per un istante, erano sempre insieme, nonostante Amber odiasse giocare a biliardo e Zayn fare la spesa. Era faticoso crederlo, ma era così, sembrava che una specie di universo parallelo li avesse inghiottiti e portati in una di quelle telenovele strappalacrime argentine.
E Amélie amava le telenovele, per questo tutti i giorni era seduta al tavolo 7 del bar di Mark a bere del caldo ginseng accompagnato da un fragrante croissant alla crema che le ricordava la sua amata Parigi, mentre guardava quella che poteva essere chiamata “Quando nasce un amore”. Le veniva in mente quando lei e Jacques ballavano il valzer in uno dei locali più chic della Parigi anni ’50, l’unica differenza era che Amber e Zayn erano la versione più recente e moderna, infatti non perdevano tempo a ballare e a scambiarsi frasi romantiche, si rincorrevano per tutto il bar e si lanciavano pop corn, mentre il povero Mark cercava di frenarli e di non creare casini, ma alla fine si ritrovavano tutti e tre a ridere quando Zayn riusciva a prendere Amber e la portava nel fienile stile principessa.
 
Quei cinque giorni a Liverpool avevano completamente capovolto le vite dei due ragazzi, possiamo dire in meglio.
Ma era arrivato il momento di partire e cambiare aria, anche se era difficile per entrambi, visto i bei ricordi che avrebbero dovuto lasciare lì.
 
«Buongiorno.» sospirò Zayn nell’orecchio della bionda che aveva affianco nel letto.
«E’… E’ successo davvero, Zayn?»
«Sì, piccola, è successo davvero.»
«E ti sei pentito?»
«No, non l’ho neanche minimamente pensato Amber, e tu?»
«Se avessi saputo che sarebbe stato così magico, che tu sei così magico, l’avrei voluto da tempo. Quindi sì Zayn, mi sono pentita di non averti scoperto prima.»
La mano di Zayn sfiorò la guancia di Amber con tale delicatezza che sembrava avesse paura di rompere quel viso a parer suo fragilmente perfetto.
«Zayn.»
«Sì?»
«Mi vuoi bene?»
«Amber, tu non puoi neanche immaginare quanto bene io ti voglia, ti abbia voluto e ti vorrò. Tu... tu sei come un angelo caduto dal cielo, Dio finalmente si è accorto di me, un povero ragazzo illuso che aveva bisogno di essere salvato, e ha mandato te ad aiutarmi. Il mio più grosso rimpianto è stato non averti voluto conoscere meglio prima, la prima volta che misi piede nella classe di economia, il tuo secondo anno. Per questo mi dispiace, potessi tornare indietro io...»
«Ti voglio bene, Zayn.»
«Ti voglio bene anche io, Amber.»
 
«Am?» il moro continuava a chiamarla dal bagno «Amber?»
Zayn uscì dal bagno e trovò Amber sdraiata sul loro “letto” che guardava il soffitto con aria incantata.
«Hey, Amber.» lui si mise l’asciugamano sulla spalla e toccò la mano della ragazza «Tutto bene?»
«Sì, scusa, mi hai chiamata?» Amber si risvegliò dai suoi pensieri e ricambiò la presa di mano di Zayn.
«Sì, ma non importa. A che pensavi?»
«Pensavo a noi, all’altra notte, a come è cambiata la nostra vita in soli cinque giorni, a me che non mi sento pronta a lasciare questa città, a te che appena finita questa storia te ne andrai... io non sono pronta a nulla di tutto questo, Zayn.» qualche lacrima scappò dagli occhi azzurri della bionda, che iniziava ad avere quelle odiose crisi post-rapporto.
«Hey, hey, hey, piccola. Non pensare a nulla di tutto questo, non devi farti nessun problema. Lasceremo questa città insieme e resteremo insieme fino alla fine di tutto questo. Poi torneremo a Londra, nel nostro appartamento, finiremo l’ultimo anno di liceo e progetteremo la nostra vita al college, o troveremo un lavoro, tutto quello che vorrai. E staremo insieme, mi aiuterai con i compiti, io ti porterò a mangiare sushi tutte le volte che vorrai, staremo uno tra le braccia dell’altro sul tuo divano bianco e troverò un metodo per non farti russare la notte.» Zayn rise e si beccò una cuscinata in faccia da una Amber che rideva.
«Poi chi lo sa, ci sarà un giorno in cui uno di noi due pronuncerà quelle due parole che ora ci terrorizzano a morte, ma non deve essere subito, e da quel momento non avrò più nessuna voglia di lasciarti sola, neanche per un istante.» Zayn strinse la mano di Amber «Ci sarò sempre per te, guardami negli occhi, te lo prometto.»
Si abbracciarono e il moro baciò la fronte della sua ragazza, esatto, ormai era sua e nessuno gliel’avrebbe portata via. Ora non gli interessava più nulla di sé stesso, voleva solo trascinare Amber fuori da quella storia senza che le succedesse nulla.
«E allora stasera partiamo? Dovremmo salutare tutti, Mark e sua moglie, Amélie, il tuo amico di biliardo. E dove andiamo? Hai già un’idea?» chiese Amber curiosa.
In effetti, Zayn aveva già un’idea, in quei tre giorni ci aveva pensato più del dovuto, il fatto di aver trovato Amber, una persona che finalmente gli voleva bene e teneva a lui, gli aveva portato alla mente alcuni ricordi che non affrontava da tempo, da quando si era isolato a Londra senza dire nulla a nessuno.
«Ascoltami Amber, so che è l’ultimo posto a cui io avrei mai pensato e che tu ti aspetti, ma… io voglio portarti a Bradford.» l’aveva detto finalmente.
«A Bradford? E’ la città dove abitano…»
«Sì, è quella. E capisco se tu non abbia voglia di andarci perc-»
«Sì, Zayn, finalmente me ne parli! Andiamo subito, è bellissimo che tu voglia rivedere la tua famiglia! E’ arrivato il momento di riabbracciare le persone che fanno parte di te, Zayn. E io sarò lì con te.» Amber aveva un sorriso a trentadue denti in faccia e abbracciò il moro più forte che poté.
«Grazie Am.»
«Così potrò parlare con qualcuno di quanto sei fastidioso quando faccio la spesa, o di quanto ti lavi poco, oppure…» Zayn non la fece finire di parlare che iniziò subito a torturarla con il solletico, le loro risate insieme erano la musica più dolce di questo mondo.
 
 
 
 
«Allora addio Mark, grazie di tutto amico.» Zayn salutò Mark come fossero compagni di vecchia data.
«Am, vado a salutare Thomas, aspetta qui.»
Amber si avvicinò a Mark e lo abbracciò. «E’ davvero strano che Zayn ringrazi qualcuno, considerati fortunato.» Entrambi risero. «Grazie Mark, grazie di tutto, dal fienile al non averci cacciato a calci nel sedere dal tuo locale.»
«Sta’ tranquilla dolcezza, ricordati di me qualche volta. E mi raccomando, tieniti stretto il ragazzo.»
«Lo faro, vado da Amélie.» Amber si diresse dalla anziana signora seduta ovviamente al tavolo 7.
«Signora Amélie, noi andiamo. La volevo ringraziare di tutto, di avermi aperto gli occhi, tutto questo è merito suo e io non so come ringraziarla per ogni singola cosa che ha fatto per me e per Zayn.»
«Tu non mi devi ringraziare di nulla, mia cara, tutto questo è merito vostro, avete abbattuto quel velo che vi separava dall’essere uniti e ora eccoci qua. Ricorda, però, di non crollare. Se dovesse succedere qualcosa, anche la più stupida delle stupidaggini, rimanete insieme, sempre, capito?» Amélie non voleva che qualcosa andasse storto tra i due giovanotti e lo sperava con tutto il cuore.
«Sempre insieme, afferrato.» le sorrise Amber.
La bionda raggiunse Zayn in auto e salutò ancora Mark e sua moglie dal finestrino.
«Sai qual è una delle tante cose che desidero fare?» chiese Amber al ragazzo prima che lui mettesse in moto l’auto.
«Sinceramente, non ne ho idea.» rise Zayn.
«Baciare un ragazzo in auto.» confessò Amber guardando il parabrezza dell’auto «Lo so, è una cosa stupida, ma-»
Zayn le girò il viso dal mento e la baciò, delicatamente, sempre considerando Amber come una preziosa bambolina di porcellina.
«Mi piace essere quello che realizza i tuoi desideri.»
«Sei pronto Zayn? Sono passati cinque anni.»
«Io… credo di sì. Però Amber, promettimi di non lasciarmi mai da solo.»
«Te lo prometto Zayn. Non ti lascerò mai e poi mai da solo fin quando non lo desidererai tu.»
«Cioè mai, piccola.»
Mai.
 
Ci avrebbero messo un’ora e mezza per raggiungere Bradford secondo Zayn, ma esattamente trentanove minuti dopo la loro partenza, verso le undici e mezza di sera, Amber iniziò a perdere lucidità.
«Zayn, per favore, puoi fermarti un attimo?» Zayn obbedì subito, si fermò a metà strada.
«Amber, ti senti bene piccola?» chiese Zayn.
«Io… mi gira la testa, mi manca l’aria. Aiutami ti prego.» Amber implorò Zayn quasi piangendo.
«Certo Am, stai tranquilla. Allora, scendi, prendi un po’ di aria, vengo ad aprirti, aspetta.» Zayn non era il tipo giusto quando si trattava di malori improvvisi, non sapeva cosa fare quando lui aveva mal di pancia, figurarsi in quel momento.
«Okay, se non ce la fai, reggiti a me, non ti lascio. Sì, Amber, respira.» Amber si era appoggiata a Zayn e respirava a pieni polmoni tutta l’aria che poteva.
«Bene, fantastico. Ora vieni, sdraiati qui sui sedili posteriori e prova a dormire, sarai solo stanca.»
«Ne sei sicuro? Non è nulla di grave, giusto?» Amber era spaventata anche se si trattava di un semplice giramento di testa.
«Non sono sicuro che sia la cosa esatta da fare, non sono un medico, ma quando mi sento male io provo a dormire, quindi prova anche tu, se ti senti male di nuovo dimmelo subito, okay? Sta’ tranquilla, non è nulla Amber, ci sono io.» Zayn continuava ad accarezzarle la mano.
«Possiamo ripartire?» Ed Amber fece un semplice cenno con la testa per dire di sì. 




 
YEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEAH.
Che cazzo di Yeah, Federì, stanno aspettando da quasi due mesi queste.
E la mia coscienza ha ragione, infatti imploro perdono, ma ho avuto da studiare per gli esami e zan zan. Poi faceva caldo e non trovavo ispirazione per scrivere uno dei miei capitoli preferiti, ma oggi è giorno buono.
Non vi dico nulla, perchè se state leggendo questo vuol dire che avete letto il capitolo.
Io vi chiedo solo di recensire, siamo a 134 recensioni e vorrei aumentare coi lettori anziche diminuire, quindi ho caricato la ff anche su wattpad (link qui).
E ho cambiato banner e ora vi lascio alle gifs, quindi chiedo perdono e mi raccomando consigliate questa ff a cani, porci, umani, unicorni, prozie e idk.
Alla prossima girls, vvb.
Feds:)


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Questo è Mark, l'attore si chiama Mark Pellegrino:)
  
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