May
the odds be ever in our favor
1.So
wake me up when it’s all over…
<< …E quest’anno,a causa dell’Edizione della Memoria per i 50° Hunger Games a partecipare ai giochi non saranno soltanto un ragazzo e una ragazza da ogni distretto,ma bensì due di ciascun sesso… >>
Un
groppo di paura gli bloccò la gola a quelle parole quando il loro significato
gli arrivò alla mente.
36
tessere col suo nome sopra in quell’urna maledetta e il doppio di possibilità
di essere estratto e mandato a morire in nome di niente.
Ma
soprattutto,la cosa ancora peggiore: il doppio di possibilità che venisse
estratto LUI che di tessere ne aveva solo sette.
Istintivamente,mentre
quella damina tutta pomposa e ben vestita proveniente da Capitol City continuava
a parlare di quanto tutti loro dovessero a Capitol dopo la Ribellione e di
quanto partecipare ai Giochi fosse un onore,il suo sguardo corse a cercarlo tra
le file di ragazzi ben vestiti e ben allineati per la Mietitura,allungandosi in
punta di piedi per vederlo.
Tra
chi pregava a occhi chiusi di non venire scelto e chi si fissava i piedi,i
muscoli irrigiditi dall’ansia e dalla rabbia per quello che venivano costretti
a perdere ogni anno,lui spiccava,perfetto,il profilo dritto della mascella
rigida e il naso vagamente all’insù che gli davano un’aria spavalda e
fiera,come se fosse pronto ad affrontare tutto quello che il destino gli avrebbe
destinato,Arena compresa,pronto ad uccidere se fosse servito a dimostrare ancora
una volta di essere superiore.
Perché
Sebastian era fatto così: lui era spavaldo e coraggioso; da sempre pronto a
disubbidire e fare di testa sua,aveva passato 18 anni a dimostrare di essere il
migliore in tutto e per tutto in quel Distretto e sembrava quasi che non vedesse
l’ora di poterlo dimostrare a tutta Panem.
Forse
era un po’ stupido per questo,forse quel comportamento l’avrebbe portato
alla morte o comunque a farsi odiare nella loro piccola regione già più di
quanto non lo sopportassero,ma Thad,a differenza della maggioranza dei ragazzi
in quella piazza,sperava davvero con tutto il cuore che il nome di Sebastian non
uscisse da quell’urna.
Perché
l’aveva sempre ammirato certo,perché avrebbe voluto essere sicuro di sé e
audace come lui,o forse semplicemente perché era una vita che ogni volta che lo
vedeva sorridere da lontano il suo cuore perdeva un battito per colpa di
sentimenti che non riusciva a mettere da parte…
Poi,tutto
parve fermarsi.
Thad
si accorse all’istante che qualcosa era cambiato,che lo sproloquio della donna
sul palco improvvisato era finito,perché tutto nella piazza,dai respiri dei
genitori nervosi ai muscoli delle decine dei ragazzi disposti in file
ordinati,perfino l’aria stessa quasi,si bloccò in quell’attimo di paura e
tensione che precedeva sempre le solite parole,quelle che davano davvero inizio
alla parte più orribile della Mietitura.
<<
Ma ora è il momento del sorteggio. Prima le signore >>
Sentì
anche la propria mascella bloccarsi in una morsa ferrea,lo stomaco che gli si
stringeva per la paura folle ed improvvisa,mentre chiudeva gli occhi per un
secondo e pregava silenziosamente che non uscisse il nome di Sarah.
“Non
mia sorella” pensò,non lei che aveva solo 12 anni e una sola maledetta
tessera contro di lei,non lei che era così piccola e fragile e che,la poteva
vedere in lontananza quasi dal lato opposto della piazza,tremava
impercettibilmente,tormentandosi di sicuro con le dita il braccialetto che le
aveva regalato per il suo dodicesimo compleanno dopo aver risparmiato per
mesi,stretta nel suo miglior vestito,di un rosa pallido che contrastava appena
con la carnagione ambrata e coi capelli neri e lisci che le scivolavano lunghi
giù per la schiena.
“Ti
prego,se c’è qualcuno lassù,non farla uscire e farò qualsiasi cosa”
<<
Rachel Berry >>
E
gli occhi di Thad si spalancarono di scatto a quel nome,la testa che si voltava
verso il lato della piazza occupato dalle ragazze.
Rachel
era gelata dal terrore,gli occhi color cioccolato che fissavano pieni di paura
la donna vestita di fucsia sul palchetto e le spalle scosse da un tremito.
Certo,non
era sua sorella,ma il ragazzo era quasi ugualmente sconvolto: conosceva Rae da
tutta una vita e,anche se era un anno più piccola,era una sorta di migliore
amica per lui,la ragazza dolce e simpatica,a volte un po’ troppo egocentrica,a
cui piaceva cantare nei finesettimana passati ad aiutare i loro genitori al
frutteto,l’amica da cui andare per parlare dei sogni e delle cotte e con cui
sfogarsi quando suo padre era appena morto,quella di cui sapeva tutto,ogni
singolo segreto.
Per
questo,mentre sentiva un colpo al cuore al solo pensiero di quello che avrebbe
passato la sua migliore amica di lì a poco,spostò lo sguardo qualche fila più
indietro all’unica persona che sapeva stare peggio di lui in quel
momento,quella che stava morendo dentro in ogni singolo,timido e terrorizzato
passo che Rachel stava compiendo per salire su quel palco.
Tremava
lei,i pugni stretti tanto da conficcarsi le unghie nei palmi,i muscoli rigidi,il
viso basso,con gli occhi chiusi,forte,e un labbro stretto fra i denti e Thad
poteva davvero giurare che,prima d’ora,non aveva mai visto nessuno soffrire
così,come se le stessero strappando il cuore dal petto,come se fosse lei a
dover andare in quell’arena…
Fece
a malapena in tempo a pensarlo che i suoi occhi verdi e fiammeggianti si
riaprirono di scatto mentre prendeva a marciare risoluta verso il corridoio al
centro della piazza,tra le file dei ragazzi e quelle delle ragazze.
<<
Mi offro volontaria >> urlò,quando lo raggiunse,fiera e decisa di fronte
al palco << Mi offro volontaria al suo posto >>
<<
Quinn! >> l’urlo di suo padre che chiamava il suo nome,decisamente
furioso,non sembrò neanche raggiungerla o comunque scalfirla,lo sguardo fisso
sul viso spaventato della ragazza bruna a qualche metro da lei,che ora
ricambiava lo sguardo sorpresa e se possibile ancora più impaurita.
La
donna di Capitol City spalancò la bocca eccessivamente truccata in una smorfia
di puro sbalordimento,abbassò lo sguardo sul foglio che aveva poggiato sul
leggio e poi lo fece tornare sulla ragazza bionda lì di fronte.
<<
Un gesto molto coraggioso,ma mi dispiace, >> cominciò con tono
esageratamente accondiscendente e premuroso << Dato che quest’anno sono
due ragazzi e due ragazze ad andare nell’arena,non puoi sostituirti alla
signorina Berry,ma al massimo andare con lei >>
Thad
riuscì a vedere la corazza di coraggio di Quinn vacillare per un
secondo,mentre,gli occhi verdi sempre a specchiarsi in quelli color cioccolato
ormai sull’orlo delle lacrime,valutava le sue opportunità.
Da
una parte,c’era la certezza di restare viva e al sicuro,lì al Distretto
11,possibilità che significava lasciar andare Rachel,la sua Rae,sola
nell’arena e vederla morire su un asettico schermo per poi soffrire ogni
giorno per il resto della sua vita da sola per aver perso l’unica persona che
per lei era fondamentale.
E
poi,c’era l’alternativa. Andare nell’Arena,se davvero poteva essere una
scelta. Rischiare la morte e proteggere Rachel fino all’ultimo istante della
propria vita,per non dover passare neanche un attimo senza di lei.
E
nonostante l’ovvietà,almeno per lui,della sua scelta,Thad sobbalzò appena
quando quel “Si” risuonò forte e chiaro in tutta la piazza e negli schermi
di chissà quanta gente nella capitale.
Un
leggero brusio si levò tra tutta la popolazione del Distretto mentre lei
marciava verso il palchetto e saliva quei pochi gradini che la separavano dalle
due donne,apparentemente molto più forte e sicura di quanto doveva sentirsi
dentro di sé.
Dopotutto
stava andando a morire e l’aveva scelto volontariamente.
Eppure,pensò
Thad nel guardarla con rispetto e ammirazione,almeno lei aveva un motivo per
andare a combattere in quell’arena,un amore talmente forte da farla lottare.
In fondo,era molto più fortunata di molti altri tributi.
<<
Il tuo nome? >> chiese la donna di Capitol City con un grande
sorriso,mentre le circondava le spalle con un braccio e la faceva voltare verso
la piazza.
<<
Quinn Fabray >> rispose con voce ferma,lo sguardo che però evitava quello
dei suoi genitori.
<<
Sei la prima volontaria del Distretto 11 della storia degli Hunger Games,devi
essere molto coraggiosa… >>
…o
molto stupida,come pensavano quasi tutti lì.
In
fondo,però,oltre all’ammirazione per quel gesto di puro amore,Thad e molti
altri avrebbero solo dovuta ringraziarla per aver salvato qualche ragazzina più
piccola e fragile da quella crudele condanna a morte.
La
ragazza bionda venne spinta delicatamente al fianco di Rachel e la donna si
avvicinò all’altra urna.
Il
brusio cessò immediatamente.
Quello
dei ragazzi era forse il momento peggiore per le famiglie.
Chi
sarebbe stata la prossima a estinguersi? La prossima a perdere un punto
importante per il proprio sostentamento o addirittura un capo famiglia,come nel
suo caso?
Come
ogni anno,a Thad sembrò di vivere la scena quasi al rallentatore,la mano della
donna che si inseriva nell’urna con lentezza estenuante ed estraeva stavolta
ben due fogliettini ben ripiegati,due dita dalle unghie fin troppo lunghe e
laccate di un brillante rosso,un po’ una nota stonata nell’insieme di fucsia
del suo intero look,che ne aprivano uno,gli occhi quasi immobili nello scorrere
sulle due singole parole che vi erano scritte sopra.
<<
Sebastian Smythe >>
E
stavolta,per davvero,al moro mancò il fiato,lo stomaco che faceva una capriola
e un groppo che gli bloccava la gola.
Bas
invece non fece una piega,non abbassando il capo neanche per un secondo.
Raggiunse
il palco,salendo i gradini due a due,con la sua solita grazia e compostezza,come
se stesse andando a ritirare un qualche premio e non un biglietto di sola andata
verso la fine.
Thad
si sentì davvero perso per lui,mentre lo guardava,dimenticandosi anche
dell’altro biglietto che era stato estratto e stava per essere letto.
Immaginava
già come tutto sarebbe cambiato,come la sua vita avrebbe perso un fondamento
essenziale,come sarebbe stato vivere senza più Sebastian da guardare di
sottecchi a scuola o in piazza con il cuore che batteva forte e…
<<
Thad Harwood >>
Ma
il destino aveva altri piani evidentemente.
Dopotutto,l’aveva
detto lui “farò qualsiasi cosa” e a quanto pare era stato come dichiararsi
volontario davanti a qualsiasi essere divino che avesse fatto uscire il suo
nome. O forse era solo probabilità,matematica,quella dannata materia in cui
aveva sempre fatto schifo e che ora non avrebbe mai imparato… In
fondo,comunque,non importava.
I
suoi piedi sembravano improvvisamente di marmo mentre compiva quei pochi passi
per uscire dalla fila,i brevi metri che lo separavano dai gradini che parevano
lunghi come chilometri.
Chiuse
gli occhi solo per un secondo quando una voce flebile ma per lui rumorosa come
un colpo di cannone singhiozzò il suo nome qualche metro più
indietro,bloccandosi poi davanti agli scalini.
Salirli
avrebbe davvero significato la fine di Thad,il ragazzo timido e gentile che
abitava al limitare del bosco e l’inizio di Thad Harwood,tributo
dell’Undicesimo Distretto,morto negli Hunger Games.
Un
respiro profondo,pochi secondi e fu al fianco di Sebastian.
<<
Signori e signore,ecco a voi i tributi del Distretto 11 per i 50° Hunger Games.
Felici Hunger Games,e possa la fortuna essere sempre in vostro favore >>
Thad
evitò accuratamente di alzare gli occhi per non vedere il dolore nei visi delle
persone che amava,ma si voltò appena verso i suoi compagni di sventura.
Sebastian
guardava fisso di fronte a sé,la mascella ancora rigida e seria,le braccia
lungo i fianchi,nessuna traccia di paura sul viso.
Poco
più in là,spalla contro spalla,Quinn stringeva la mano di Rachel dietro le
loro schiene per imprimerle una forza che neanche lei aveva.
E
lui,intanto,provava a contare.
Pochi
minuti e avrebbe detto addio alla sua famiglia.
Poche
ore e sarebbe stato a Capitol City,circondato dal lusso più sfrenato e sotto il
giudizio opprimente di decine di telecamere.
Pochi
giorni e sarebbe stato in un arena a combattere per la propria vita.
Poi,più
nulla.
S.d.A.:
E,dopo
essere sparita dalla circolazione per un bel po’,eccomi tornata per una nuova
long…
In
effetti,questa è una storia un po’ speciale per me,nata come one-shot ma
diventata un poema,non solo perché finora mi sta piacendo più di ogni altra
cosa che io abbia mai scritto prima,ma anche perché è la mia 135° storia su
questo sito e perché ho scelto di pubblicarla oggi 15 luglio 2014,il giorno del
mio quarto anniversario su questo sito e come “autrice” se tale mi posso
davvero definire :)
A
proposito della storia non ho poi molto da dire: è una thadastian-faberry con
accenni klaine-brittana,ovviamente come avrete capito ambientata a Panem e
quindi AU!Hunger Games…
Per
ora ho scritto già diversi capitoli,tutti dal “punto di vista” di Thad e
credo andrà avanti così: le scene non raccontabili da Thad probabilmente le
scriverò come spin-off (ad esempio,la brittana penso sarà così…) quando non
sarà possibile inserirle in altro modo.
Che
altro dire? Dato che giovedì prossimo parto per due settimane può essere che
decida di postare un capitolo sabato oltre a quello di martedì,ma da quando
tornerò spero di riuscire a continuare con un capitolo a settimana…
Spero
vi piaccia tanto quanto sta prendendo il cuore a me e magari fatemi sapere che
ne pensate in una recensione :)
Un
bacio,ness <3