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Autore: IrethTulcakelume    15/07/2014    2 recensioni
Se le tre terre a lui verranno
con il più antico ed i suoi nati
le forze oscure cadranno
ed il male nell’abisso sprofonderà.
Quando i popoli a lui votati
nella prosperità risorgeranno
una nuova stirpe d’incantati
il buon avvento prenderà.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya, Roran/Katrina
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5
Gli Anelli del Potere

- Te ne sei mai accorto? – Murtagh si sentiva strano, quasi affaticato dallo sforzo di non girarsi, scendere la scaletta e tornare nella cabina dell’elfo-lupo.
- Di cosa stai parlando?
- Del baule… della forza che emana… non te ne sei mai accorto?
- No, non capisco. – Il cavaliere rosso invidiava l’espressione spaesata di Eragon: avrebbe voluto non aver mai sentito il richiamo di quel… non sapeva nemmeno come chiamarlo.
- Blödhgarm ci sta nascondendo qualcosa… Quando si è accorto che stavo fissando il baule, mi ha detto di starne lontano, e che era molto pericoloso. Sembrava… arrabbiato, come se non volesse nemmeno sentire parlare del contenuto di quell’oggetto.
- Mh, hai ragione, ultimamente è fin troppo enigmatico. – In quel momento, Eragon pensò a quanti segreti (la Terra di Mezzo, Aman, Galadriel) l’elfo gli aveva nascosto, e si chiese se avrebbe mai saputo qualcosa di più sul suo passato che, a quanto pareva, sembrava fin troppo lungo.
I due, presi dai loro pensieri, guardarono il mare infrangersi dolcemente contro la prua della nave.
- Quando avete intenzione di partire? – chiese con finta noncuranza Murtagh.
- Penso domani mattina. Perché me lo chiedi?
Il cavaliere rosso non voleva mostrarsi debole, ma la volontà di non mentire al fratello fu più grande. – Ho… paura. – Non seppe mai dove avesse trovato il coraggio di ammettere le sue insicurezze, sta di fatto che le sue parole stupirono tanto lui quanto Eragon. – Insomma… e se non fossi all’altezza? – Va bene, l’aveva detto.
Il fratello lo guardò stralunato. – Non devi neanche pensare una cosa del genere! Sono più che certo che sarai un ottimo insegnante. E poi… ricorda che non è per sempre. Per me, tu puoi anche continuare ad addestrare i cavalieri, ma se quando sarò tornato non vorrai più…
- Cosa? Io? Addestrare i cavalieri in modo permanente? Non se ne parla! – fece una piccola pausa di silenzio. – Io… cioè… no, non posso farlo. – Nel dirlo, le mani di Murtagh cominciarono a tremare. Era troppo spaventato, non tanto dalla prospettiva di insegnare, quanto di quello che i suoi allievi avrebbero pensato di lui. Insomma, lui era quello cattivo. Lui era il servo di Galbatorix. Lui era il vigliacco. Lui era… il rovescio della medaglia, la parte più oscura. In quel momento, però, non poteva abbandonarsi all’autocommiserazione, quindi fece alcuni respiri profondi e riacquistò il controllo di se stesso. Si voltò lentamente verso il fratello, e lo fissò intensamente. – Appena tornerai da questa tua specie di… missione, ti lascerò il posto. – Sì, questa era la decisione migliore. Quando Eragon fosse tornato, lui se ne sarebbe andato. Dove? Non aveva voglia di pensarci.
Eragon rifletté su quello che aveva appena sentito. Non aveva mai visto il fratello così titubante. Scacciò quei pensieri. Era già abbastanza difficile essere forte per se stesso, non poteva essere forte per entrambi. Aveva intrapreso quel viaggio per trovare una sistemazione stabile, quell’isola davanti a lui doveva essere la sua meta. Invece, ora, si ritrovava a dover partire ancora, e il viaggio si apprestava a portare ancora più incertezze. Immerso nei suoi pensieri, guardò la luna, ormai alta nel cielo. – Forse dovremmo andare a riposare, domani sarà una giornata impegnativa. – Detto questo, si voltò e si diresse sottocoperta. Vedendo che il fratello non lo seguiva, si affrettò ad aggiungere: - Se vuoi puoi dormire nella mia cabina, ci sono due letti. Castigo può dormire vicino a Saphira sulla spiaggia.
- Mh. – Eragon era sempre più preoccupato, il comportamento di Murtagh lo insospettiva. Che fosse ancora pensieroso a causa del compito che gli era stato affidato? Se quello era il problema, lui non sapeva cosa fare. Aveva cercato fin troppe volte di rassicurarlo e di incoraggiarlo, ora doveva imparare a reggersi sulle sue gambe. Quello che non sapeva, era che il cavaliere rosso non stava pensando al suo futuro di insegnante provvisorio, bensì al baule nella cabina del misterioso elfo-lupo.
 
Murtagh aveva provato a dormire. Davvero, si era impegnato, ma il sonno non voleva venire. In compenso, pensò tutta la notte a quello stramaledetto baule. Adesso basta, non ci devo più pensare. Eppure, quell’oggetto tornava sempre nella sua mente, e non c’era verso di scacciarlo. Quando il fratello dormiva già da diverse ore, decise di prendere una boccata d’aria, per rinfrescarsi le idee. Scese silenziosamente dal letto, e aprì con circospezione la porta della cabina. Salì i gradini della scaletta uno per uno, con l’intenzione di passare inosservato. Arrivato sul ponte, si concentrò su ogni singolo passo, escludendo tutto il resto. Per qualche minuto sembrò funzionare, ma poco dopo il pensiero del baule trovò il modo di aggirare anche quella sua debole difesa. Adesso che era da solo, in effetti, era ancora più irresistibile. Maledizione!
Murtagh, stai ancora pensando al baule? Chiese preoccupato Castigo.
Sì, diamine, sì! Fu a quel punto che, quasi per giustificare il comportamento che sarebbe seguito a quelle conclusioni, si disse: Forse, l’unico modo per togliermi dalla testa questo pensiero, è scoprire che cosa si cela all’interno di quell’oggetto. Sì, farò così, andrò a chiedere spiegazioni a Blödhgarm.
Si diresse verso la cabina dell’elfo-lupo a passo deciso, ma cauto, sempre attento a non essere sentito.
Aveva appena toccato la maniglia, quando la porta si aprì. – Sapevo che saresti venuto, la curiosità verso quegli oggetti non si spegne cercando di dormire.
Il ragazzo rimase un attimo fuori. Sapeva che non doveva pensare cose simili, ma il fatto che quello sapesse sempre tutto lo mandava in bestia. Come diavolo faceva ad essere sempre un passo avanti a tutti gli altri? Dopo diversi minuti di silenzio, si decise a darsi una calmata. Non sono venuto qui per litigare, ma per ricevere delle informazioni. Calma.
Entrò nella cabina, e si sedette su una sedia. – Sì, beh… io volevo sapere…  - Cominciò impacciato lui, ma fu subito interrotto dal suo interlocutore.
- Cosa c’è dentro a questo baule? – disse indicando l’oggetto che tanto attraeva il cavaliere, che subito sentì nuovamente quella strana forza chiamarlo.
Il ragazzo deglutì vistosamente, e fece un cenno d’assenso con il capo.
- Bene, ma devi promettere che quando saprai, non cercherai, in nessun modo, di impadronirtene.
- Lo prometto. – disse incerto Murtagh. Non capiva: come poteva essere così pericoloso un oggetto di simili dimensioni (il baule non era molto grande).
- Va bene. – Blödhgarm si diresse verso il baule. Lo sfiorò con le dita, lentamente. Poi, lo prese in mano, e mise tra lui e il cavaliere. A quel punto, iniziò a parlare. – Vedi, questo baule contiene degli oggetti forgiati nella Terra di Mezzo. Alcuni furono distribuiti tra i diversi popoli, mentre gli altri… beh, sono qui dentro. – dicendolo picchiettò con le nocche sul contenitore. Forse potrebbe chiarirti la situazione un pezzo di una… diciamo… piccola poesia:
“Tre anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle loro rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende.”
Passarono alcuni secondi, durante i quali nessuno dei due parlò. A Murtagh quelle parole sembravano oscure e prive di significato; voleva delle spiegazioni in più. – Hai detto che questo è solo un pezzo della poesia. Questo vuol dire che c’è un altro pezzo…
- Sì, ma questo non è il momento per rivelarti la seconda parte. Come penso che avrai capito da questi versi, all’interno di questo baule ci sono degli anelli. Esattamente, ce ne sono cinque. Dovrebbero essere sei, ma uno è andato disperso durante il viaggio dalla Terra di Mezzo ad Alagaesia.
- Non capisco una cosa, però. Perché mi attraggono tanto? Cos’hanno di così magnetico?
- Forse la risposta risiede nel nome stesso di questi anelli. Sono chiamati Anelli del Potere. Come credo che saprai, il potere può attirare e dilaniare anche gli animi più nobili e disinteressati… Ad ogni modo, è ora di spiegarti meglio i versi che ho pronunciato poc’anzi. Tre anelli furono dati agli elfi. Uno a Cìrdan, che in seguito lo donò a Mithrandir, uno a Gil-galad, che lo donò a Elrond, e uno a… Galadriel. – Nel pronunciare quel nome, l’elfo-lupo tentennò un attimo, ma riprese subito il controllo.
Murtagh era interdetto. Quei nomi erano a lui sconosciuti, tranne gli ultimi due; se non si ricordava male, Eragon gli aveva detto che erano entrambi presenti in quel suo strano sogno. Decise di aspettare che l’altro riprendesse a parlare, cosa che avvenne una manciata di secondi dopo.
- Essi ne fecero buon uso, e non furono sedotti dal loro potere. I sette anelli dei nani non li corruppero, ma li resero bramosi d’oro. Per questo sono molto affezionati ai loro averi.
Quando ebbe concluso quella frase, osservò il ragazzo di fronte a lui, come a voler saggiare le sue reazioni alle tante rivelazioni. Egli rispose al suo sguardo, tenendo la testa alta. – E gli anelli degli Uomini? Che fine fecero?
- Gli Uomini che ricevettero gli anelli ne furono consumati, e divennero i Nazgûl, i servi più fedeli di Sauron.
Murtagh rifletté su quello che aveva appena sentito. Dunque, quel baule conteneva questi… anelli, che avevano il potere di rendere gli uomini stolti e bramosi di potere. Solo una cosa non gli era ancora chiara: - Se sono così pericolosi, perché non li avete portati qui? Perché non li avete distrutti?
Blödhgarm guardò il ragazzo con un sorrisetto sarcastico. – Pensi davvero che sia così semplice? Secondo te gli Anelli del Potere possono essere distrutti in una comune fonderia? No, non è per niente così semplice. – L’elfo si morse il labbro inferiore, voltandosi verso sinistra, ammettendo a se stesso che la parete era davvero affascinante. – E poi… sì, insomma… sono una delle pochissime testimonianze di qualcosa di grande, creato dai nostri avi – I miei avi, avrebbe voluto dire. – Terribile, ma grande.
La curiosità di Murtagh, però, non era stata ancora soddisfatta. – Come continua la poesia, Blödhgarm?
L’elfo lo squadrò con uno sguardo indecifrabile, e per alcuni secondi non proferì parola. Sì, forse dopo di tutto quello che gli ho detto a proposito degli Anelli, posso anche parlargli del più pericoloso. Dopo tutto, una verità incompleta non lo aiuterà. – E va bene, se ci tieni tanto:
“Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra,
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende.
Un anello per domarli, un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende.”
Murtagh rimase interdetto. Un altro anello? – Quest’anello sembra diverso, forse… più potente. Mi sbaglio?
L’altro lo guardò. In effetti, era abbastanza perspicace. – Non ti sbagli. Quest’Anello fu creato con lo scopo di assoggettare gli altri. Questo attraeva molto di più degli Anelli precedenti, ma solo il vero possessore poteva usufruirne senza esserne consumato. Forse ti starai chiedendo chi sia il vero Padrone dell’Anello: la risposta è Sauron, il Signore Oscuro. Egli stesso forgiò l’Anello con il fuoco del Monte Fato. Aveva quasi assoggettato tutti i popoli della Terra di Mezzo, grazie all’immenso potere di quell’oggetto. Vi fu, però, una grande battaglia, durante la quale l’Anello gli venne sottratto da Isildur, re di Gondor. È inutile che ti dica che ne fu consumato, e che per badare all’Anello si fece uccidere. Da questo avvenimento, però, non so più niente riguardo all’Anello.
Con queste parole, Blödhgarm terminò un discorso fin troppo lungo, che aveva risvegliato memorie sopite da tempo all’interno della sua mente.
Murtagh si alzò dalla sedia sulla quale era stato seduto per tutto il tempo della spiegazione, e si diresse verso la cabina di Eragon. Prima di uscire, si voltò un poco a destra, in modo da poter scorgere la figura dell’elfo-lupo.
- Grazie.
Dopo di che uscì, sperando di riuscire finalmente prendere sonno. La cosa, però, si apprestava a non essere troppo facile.

 
p.s. E già, sono tornata… dopo mesi e mesi, ecco un nuovo capitolo! Sì, beh, è molto di spiegazione, quindi è beh, un po’ noioso… L'ho riletto solo una volta, ma dovevo assolutamente pubblicare, quindi... perdonate gli errori di grammatica, se ne trovate.
Dato che finalmente sono in vacanza, spero di poter aggiornare più frequentemente. Un grazie infinito a Delta_Mi, Elsa dei Ghiacci, Lily Fenix, Nekarya_Winterose, UraniaSloanus, chicca098, ElenCelebrindal, Lupo90 e Perseus37, che nonostante non aggiorni da un sacco di tempo, hanno lasciato la storia nelle preferite/seguite. Grazie di cuore! Se volete, recensite, e fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo…
IrethTulcakelume
  
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